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Mercoledì 11 Maggio 2011
IL MONDO DOPO BIN LADEN E LE DUE TORRI
di Marcelo Mariani

Lo scontro fra i diversi poteri sovranazionali si preannuncia durissimo e non incruento, e di un genere che va di continuo sempre più aggiornandosi. Un assaggio ed un inizio lo abbiamo avuto in questi giorni con l’eliminazione di Bin Laden da parte delle forze speciali Usa che sono andate a prenderselo in casa altrui, e senza tante storie. Quattro elicotteri che arrivano passando vicino ad un’accademia militare di un Paese fortemente militarizzato, e che per circa un’ora roteano sopra il rifugio di Bin Laden, non è ovviamente un’operazione proprio segreta, né nella sua preparazione né nella sua assordante attuazione. Un Paese che ha 415 aerei da combattimento, 2.500 carri armati e circa 50 testate nucleari, ma un paio di radar funzionanti anche se magari di vecchio tipo li dovrà pur avere o no? Quanto meno al corpo di guardia dell’accademia si saranno svegliati e qualche soldato si sarà pure allertato oppure dovevano quel giorno proprio dormire.
Poi, dopo averlo portato vivo o morto su una loro portaerei, lo avrebbero “seppellito” in mare. Appare tutto meravigliosamente curioso e già oggetto, e per chissà quanto tempo lo sarà, di illazioni d’ogni sorta. Massonicamente il “considerami come morto” è uno stratagemma molto usato. Ma la strategia mediatica Usa è ora di nuovo tipo. Se infatti il Che era stato esposto in bella mostra, Bin Laden deve essere stato invece davvero tanto impresentabile se gli hanno fatto – dicono – quel funerale. Né passabile all’esame del perito settore ufficiale, poiché quel corpo sarà stato trapassato, prima o dopo la cattura, quanto meno simbolicamente, da un proiettile per ognuna delle 2.974 vittime di quell’11 settembre. Quindi l’unico modo era di farlo “sparire” per sempre sottraendolo da un lato alla venerazione dei suoi sostenitori o correligionari e dall’altro alle valutazioni di ciascuno di noi. E comunque “l’oggetto” del contendere non c’è più.
Gli Usa potevano scegliere sia l’eliminazione silenziosa o con annuncio a scoppio ritardato, ma hanno preferito la verità della notizia, simbolo di rinnovata potenza e di ammonimento per molti. Gli americani che sono specialisti di pompe funebri e di funerali (quanto meno nei loro film non ne manca mai uno), su quella portaerei, o ora negli Usa, perché non hanno fatto trovare uno specialista preparatore con pastelli e cere che avrebbe predisposto il corpo di Bin Laden per come lo si voleva mostrare: con buchi o senza buchi, abbronzato o pallido, sorridente o incazzato, sorpreso o accogliente, solenne o impaurito? Ma comunque presentabile. Insomma da anni preparavano quel momento, ed alla esposizione del corpo non ci avevano pensato?
Ma come si è potuto invece pensare a un funerale in mare! L’odio e lo spirito di vendetta di cui Bin Laden costituiva da anni l’obiettivo, da lui peraltro pienamente meritato sul campo, non consentiva certo di intravedere possibile l’onore dovuto al soldato nemico, comunque inumato dal ponte di una nave ammiraglia, e in un terreno accogliente come lo è solo proprio l’oceano, da cui ha origine la vita! Se così fosse stato non sarebbe irriguardoso verso le vittime e le decine di migliaia di loro parenti e le centinaia di milioni di cittadini offesi. Né al contrario gli americani dovrebbero aver dato a tale dispersione in mare il senso di offrirlo in pasto agli squali, sanno bene infatti che così avrebbero offeso gravemente tutto il mondo islamico.
Se è vero come è vero che anche sul piano esoterico i suoi avversari non scherzano, credo che le sofferenze per la vendetta che costui con i suoi crimini ha scatenato stiano solo iniziando, perché ogni nanogrammo dei suoi resti sarà fatto saltare su speciali graticole spirituali per chissà quanti decenni e senza lasciarne disperdere né i fumi sprigionati, né i resti che si carbonizzeranno, né la polvere prodotta. Tutto avverrà in una sorta di spiedo a camera stagna dove periodicamente, come con le ampolle con il sangue di San Gennaro, l’O-sa-ma-Bin-La-den, sarà girato e rigirato, scandendone ritmicamente il nome e chissà con quali formule aggiuntive…
La verità di come sono andate le cose la si capirà anche in base alle reazioni del mondo arabo. Se saranno di sollievo, se non vi saranno attentati, se nessuno ne rivendicherà i resti, o se invece il mondo musulmano ne farà un eroe, un mito di riferimento, un santo.
Simbolo dei diversi attentati, le Torri sono 2, 1 e 1, così come il giorno della strage è l’11. Su Wikipedia Il numero ufficiale delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 è indicato in 2.974 esclusi i 19 attentatori. Se così fosse davvero, si può facilmente separare nella coppia 29 e 74, ossia 11 e 11, ossia 2 volte 2, ossia 22, che è anche 2 volte 11. Ma 11 assieme al 22 è un numero maestro e rappresenta la potenza, la giustizia e il potere acquisito per meriti e valori in senso positivo e la paura e la decadenza morale, in senso negativo. Considerato come la via della maturità spirituale e della conoscenza oltre il limite della comprensione umana, è associato a una forte intuizione e una grande apertura mentale. Idealismo e visione d'insieme sono attributi propri del numero 11 che è armonizzato con i ritmi del suo numero base, cioè il 2 (11 = 1+1=2). In questo modo si fondono sia la geniale ispirazione propria dell'11 che le forti capacità intuitive tipiche del numero 2. Questa combinazione erge il numero 11 a simbolo visionario e profetico… È sovente associato a segreti, legami e vincoli… Il numero 11 è numero primo ed è palindromo di se stesso. Bifronte! Quanto viene legato all’11 non conosce timore perché la legge divina lo protegge. Mentre il 22 è annuncio di verità, vittoria, trionfo, buona fortuna, potere, forza.
Altro dato osservato da tutti è il nome Geronimo dato all’operazione. Girando ancora sulla rete leggiamo che è di origine greca, adottato nel latino imperiale e dopo varie modificazioni da quello medievale, sino a dare origine al nome più noto nel volgare italiano, Gerolamo, ma anche Geromino e Gerolima, ma – guarda caso – in Liguria si accentra la diffusione della variante Geronimo, direttamente dal latino Hyeronymus, etc. Ma, guarda ancora caso, Gerolamo è il nome di Savanorola, il frate domenicano mandato al rogo nella Firenze del Quattrocento perché accusato – attenti – di eresia, ma è anche quello di Bosch il pittore fiammingo che ricordiamo per le sue figure mostruose, di Jerome l’umorista inglese…
E come è facile da qui, ma più interessante ancora, passare anche a Geronimo il leggendario capo Apache, il cui teschio che si dice trafugato e costituire la base fisica del giuramento degli adepti della potentissima “Società del Teschio e delle Ossa”, tra cui tre generazioni di Bush e di altri templari e massoni Usa di altissimo rango, tanto da essere richiesto indietro da sempre dagli eredi di quel popolo, anche in questi giorni.
Ma come non citare Gabriella Carlizzi che su questo e altri siti ha parlato in lungo e in largo oltre che di questa importante “Società” di Yale anche del famoso aeroplanino composto con la banconota da 20 (!) dollari del 1999 come si fa da ragazzi con la carta, e dove componendo la piramide tronca si legge Osama, e ancor più si vedono le Due Torri che fumano identiche a quelle dell’11 settembre e il Pentagono… Quasi un evento annunciato! Perché stando alle diverse pubblicazioni ufficiali l’organizzazione dell’attacco cominciò almeno un paio d’anni prima.
Ora, 2 volte 11, vuol poter dire anche che saranno 2 gli episodi 11, 2 episodi relativi a 2 Torri?
Potremmo anche pensare a 2 Gemelli maschi e quindi per esempio a Roma. Di nuovo l’Italia che non manca mai in ogni codice, ma per Roma ci basta l’annuncio di Bendandi che speriamo di superare serenamente al di là delle scie chimiche che possono comparire in questi giorni sulla Capitale.
Però l’uso del nome Geronimo per rappresentare questa operazione, che se pur scelto evidentemente da Bush a suo tempo, è stato in seguito ereditato in pieno dal più mite Barack Obama, una cosa la indica con certezza indiscutibile, che non lascia spazio a tutti i giochetti cui sin qui abbiamo accennato: i capi degli Usa, oggi come nell’Ottocento, sono compatti nel non concedere tregua ai loro nemici, e il simbolo prescelto dalle “Giacche azzurre” è sempre quello del trofeo della sconfitta definitiva del Grande Capo Apache che non aveva voluto piegare la testa e si opponeva al Grande Grande Padre Bianco. Geronimo! Poco importa se l’evoluzione del pensiero, della democrazia, della tolleranza e oggi della globalizzazione con tutto quello che essa si porta dietro, dovrebbero suggerire atteggiamenti e simboli diversi. C’è una sorta di coincidenza, di inflessibilità e durezza, tra gli Ebrei d’oggi che guidano Israele e tante cose del mondo, e i Cristiani d’oggi che guidano gli Usa e anch’essi tante altre cose del mondo. Ambedue hanno l’identica determinazione. 1 + 1 = 2 o 11? O tutt’e due? Perché nell'alfabeto ebraico la 11esima lettera è la kaf, con valore numerico di 20 (di nuovo 2 = 1 + 1) e rappresenta la corona e la realizzazione, la lettera K, C dell'alfabeto latino. Dopo il 2 il 3. Manca il Terzo.
Insomma in tale attacco il Bin Laden ha probabilmente voluto colpire assieme questi due simboli.
Una cosa però, a mio modesto avviso, gli Usa ancora oggi non hanno ben visto, e con loro gli Ebrei che costituiscono in questo discorso l’altro gemello: e cioè che da oltre 2011 anni (guarda di nuovo che caso) è venuto nel mondo Gesù Cristo, il quale oggi è vivo, perché – lo seppero bene subito gli Ebrei prima e i Cristiani subito dopo – da quel sepolcro uscì Vivo. E se è vivo, come tutti crediamo, è Presente. O dobbiamo collocarlo (inchiodandolo di nuovo) di forza fisso nel Cielo? E guai se si muove da lì!
Gesù è perciò presente ogni giorno in tutto il mondo, e proprio i Cristiani per primi credono in questo. Gesù, il Giusto perfetto, che con le sue braccia aperte congiunge in sé Ebrei e Cristiani dal giorno della sua nascita, è quindi da quasi 2000 anni migrante per la sua Palestina e dintorni, dove non ci sono solo Cristiani ed Ebrei – e poi per il mondo intero dove propone la sua parola.
E i tanti e diversi popoli Arabi e Non arabi, che da ben più lungo tempo, 2000 + 2000 + 2000…, abitano quelle terre, sono stati la culla, a volte accogliente e a volte ostile di Ebrei e Cristiani. Tanto che tra loro – lo sappiamo bene tutti – molti anni or sono è stato prescelto Abramo “padre di molti popoli (appunto Ebrei, Cristiani e Musulmani e non solo).
Ma Gesù Cristo non ha mai detto una sola parola che possa essere assimilabile o richiamabile né ai terribili gesti simbolici di Osama Bin Laden, ma neppure a quello di Barack Obama con l’Afganistan (senza dimenticare l’anticipo di Bush con l’Irak e il suo martellamento). Nessuno di loro può invocare a sé uno speciale ius, un’investitura divina.
Ecco quindi dove sta il punto, l’enigma da risolvere per chi ha davvero a cuore le sorti dell’umanità.
Ecco perché Gesù Cristo il Giusto non può costituire l’alibi di nessuno, e nessuno può agire in suo nome per attuare il contrario di quanto lui propone. La proposta del Giusto, nel suo aver girato per il mondo, è una proposta che oggi appare quale l’unica che può placare gli animi esasperati di tutti. Saperla leggere e applicare è il vero compito e mandato di chi sente il peso di grandi responsabilità e ha davvero a cuore le sorti del mondo. Il vero simbolo di oggi è la Giustizia, che è una categoria assai chiara e precisa, e per ora rara! Ed è l’unico riferimento per spezzare la catena del Male. Gerolamo, Jerome, Geromino, Gerolamo, Hyeronymus… e infine Geronimo, con tutti i loro significati reconditi, ma lasciamoli perdere. Ecco quindi subito la risposta anticipata e posticipata alle stragi delle Due Torri.
Se si vuole rappresentare tale categoria, cioè quella della Giustizia, non si vada più a scegliere il simbolo, e poi proprio la testa, di un altro popolo scacciato dalle proprie terre, massacrato, umiliato come se si fosse ripetuto l’arrivo degli Ebrei, del popolo eletto, nella Terra di Canaan. Perché Cristo, ebreo purissimo, di stirpe reale e divina, non ha sdoganato nulla di tutto questo.
Egli da ebreo diveniva anche cristiano e in questa ad un tempo duplice e unica veste, si è rivolto prima a tutto il mondo di allora, facendosi quindi palestinese, egiziano, romano, armeno, greco, turco, spagnolo… e in seguito rivolgendosi giorno dopo giorno, sino ad oggi, a tutto il pianeta. Il popolo eletto a tutt’oggi e per rivelazione è uno solo, ma da esso è scaturita la proposta per l’intera umanità, che dovrebbe essere finalmente accolta da tutti.
Mi piacerebbe tornare a quando, bambino, negli anni ’50, ci veniva indicata, nei film e nei giornaletti, da loro stessi, dagli Usa, una visione di sé come di un popolo saggio, longanime, laborioso, generoso, avventuroso… aperto… democratico per eccellenza. Con dei cantanti e degli attori meravigliosi e tanti altri simboli positivi. Poi, crescendo, ho dovuto scoprire invece i retroscena dei bombardamenti a tappeto, il fungo atomico, le multinazionali, l’imposizione massonica della forza, l’Indocina… che piano piano mi hanno allontanato da quei fantastici ricordi. Che peccato!
E ora, nel segno di una certa continuità, anche Barack Hussein Obama II guida ed esegue a fondo l’operazione di eliminazione di Bin Laden mantenendo tale sigla: Geronimo! Che peccato, perché lui, con il suo nome allusivo e molteplice, e quindi accogliente, sembrava un simbolo di pace globale che ritornava, tanto da ricevere il premio Nobel. Forse ci siamo illusi? Qui non si discute tanto della punizione di un assassino, qui si discute di quanto appare ormai del tutto privo di mascheramento dietro le azioni dell’uno e le risposte dell’altro.
Sbaglierò, ma secondo me negli attentati dell’11 settembre 2001 vi è contenuta tutta intera la rabbia violenta dell’Islam, del Terzo appunto, che Osama Muhammad Bin Laden ha ritenuto di dover interpretare contro l’accoppiata Ebrei-Cristiani simboleggiata prepotentemente proprio dalle Torri Gemelle. Colonne portanti di un potere altissimo, di un architrave non visibile, ma che Osama ha inteso abbattere con l’uno-due di un k.o. micidiale.
Sul piano del denaro e del potere tra certi Ebrei e certi Cristiani si va avanti da tempo in sostanziale armonia, ma si combatte uniti con durezza il Terzo interlocutore che non si sottomette, che sia Arabo o Buddista, o anche solo un Poveraccio. La chiave segreta per aprire lo scrigno della Pace, è invece solo nello sprigionarsi dell’armonia della Giustizia, nel cui ascolto nessuno pensi né desideri più di prevalere sull’altro.

Didascalie (dall'alto verso il basso):

1. Banconota da 20 dollari del 1999

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