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Sabato 10 Settembre 2011
11 SETTEMBRE 2011 – LE TORRI D’ITALIA
di Marcelo Mariani

Ricorre il decimo anniversario dell’attentato alle Due Torri e in molti Paesi si stanno svolgendo o si preparano commemorazioni, mentre su tutti i media sono già iniziati approfondimenti di grande valore e significato. Anche su questo sito l’11 maggio scorso in occasione dell’eliminazione di Bin Laden, con un articolato commento abbiamo ricordato questa pagina così dolorosa della storia degli Stati Uniti. Pensando oggi a tale avvenimento voglio qui attirare l’attenzione dei lettori sulle conseguenze che invece non ha avuto in Italia, quanto meno a livello di riflessione, questo decennio di grandi cambiamenti della politica internazionale.
E mi spiego. L’abbattimento delle Due Torri, simbolo degli Stati Uniti visti allora come la maggiore potenza mondiale, indica l’evento storico che più d’ogni altro ha segnato il nuovo tempo nel passaggio del secolo, quello dell’avanzamento impetuoso sulla scena mondiale della Cina, ma anche di Russia, India e Brasile, il cosiddetto BRIC e dietro di loro a seguire delle nuove potenze minori asiatiche e dell’America del Sud e di molti paesi Arabi. Ma sono alle porte altri paesi dell’Africa, dell’Asia e del Centro America, e solo numerosi stati dell’Africa e paesi Arabi dell’Asia, possono ancora essere classificati con l’espressione un po’ antistorica di Terzo Mondo. Questi non fanno ancora numero nei listini di borsa se non indirettamente, pur essendo determinanti quale luogo di residuo scontro anche cruento tra potenze per la gestione delle ricchezze del loro sottosuolo.
Il cosiddetto villaggio globale è in pieno fermento come non mai da duemila anni e può essere paragonato ai villaggi del far west con sceriffi, giacche azzurre, indiani, saloon, scontri a fuoco, esecuzioni sommarie e treni sbuffanti che ogni giorno scaricano gente nuova. In Europa, l’Italia più di tutti gli altri stenta ad orientarsi, costituendo anzi la palla al piede che rallenta e indebolisce le iniziative unitarie, dando forza a quelle di carattere neocolonialistico di Germania e Francia sia all’interno dei diciassette Paesi dell’unione e sia all’esterno.
L’Italia infatti, che fa sempre le cose in grande, a differenza degli altri Paesi che hanno tutti solo due torri principali, la destra e la sinistra, pare invece un grande castello ben turrito che si propone da lontano alla vista del viandante e dei volatili, con vari simboli e numerose torri, molte delle quali sono in piena efficienza mentre meriterebbero d’essere abbattute drasticamente, d’un colpo, ma non da un attentatore esterno, bensì da una improvvisa applicazione della presa di coscienza trasversale al nostro sistema politico e culturale che pur c’è. Ve ne sono da noi di torri di due gruppi e fogge.
La torre principale del primo gruppo, la più alta, è naturalmente quella del sistema politico rappresentato così poco degnamente da un cavaliere apparentemente suonato e dagli innumerevoli suoi sanchi con grandi panze che vanno alla carica di mulini di idee che non esistono per il semplice fatto che costoro pensano in effetti solo alle loro dulcinee e ai loro affari. Di contro gli altri cavalieri che li contrastano sono alquanto mediocri e facile preda anch’essi degli strumenti giudiziari che il potere massonico internazionale mette di volta in volta in campo quale bilanciamento sino a quando non si formeranno idee chiare e durature che varrà la pena di sostenere.
Altra torre che ben ci illustra a livello internazionale è la criminalità organizzata con le sue cinque torrette minori (cosa nostra, ‘drangheta, sacra corona unita, camorra, banda della magliana), che pare costituire il vero perno di ogni manovra finanziaria con la sua capacità di spostare somme enormi in pochissimo tempo, da e verso l’Italia, che condizionano di fatto ogni scelta e orientamento finanziario, potendo in qualche ora o settimana fare oscillare gli indici di borsa e quindi la solidità del sistema. E sotto il profilo finanziario i veri interlocutori del sistema anche in ambito europeo e internazionale, con i loro colletti bianchi e le società offshore ma anche con la massa di imprenditori tenuti per le palle con la concessione di prestiti ed appalti, sono loro.
Altra torre bene in vista e sempre ospite privilegiata dei media è quella del Mostro di Firenze, questa struttura ormai ben consolidata di beni e servizi a disposizione dei raffinati cultori del crimine più efferato e sottile, quello al confine tra la realtà e la dimensione esoterica, che serve alla soluzione di eteree problematiche che, proprio in quanto tali, viaggiano spesso anche fuori dal tempo e dallo spazio italiano, pur collocandosi come origine nel ventre a un tempo accogliente e fecondo del nostro patrimonio storico e culturale.
Poi, oggi alquanto più defilate e sostanzialmente inoperanti nonostante la loro imponenza, ecco le varie altre torri del secondo gruppo. Su tutte spicca quella del potere spirituale della Chiesa Cattolica, intesa come struttura organizzata, ma incapace al momento di raccogliere e dare risposte convincenti, coinvolgenti e attuali a tutte le innumerevoli istanze che emergono nel villaggio globale di cui parlavamo. Quindi quelle degli altri poteri forti attualmente in sonno apparente: la torre del sistema bancario, quelle degli apparati militari e della sicurezza tutte ben distinte tra loro, le torri degli organismi imprenditoriali e quelle dei sindacati, le torri dei media della carta stampata e delle tv. Ed ecco infine ai lati della porta con il ponte levatoio abbassato le due torri di guardia, tutte e due ovviamente strabiche, quella sempre molto attiva e vigile della magistratura anche se con la manina innocentemente nascosta e quella autorevolmente occupata del capo dello Stato, ma con i pochi capelli sempre più bianchi per l’impertinenza di tutti.
Gli apparati massonici, che trasversalmente collegano con camminamenti assai frequentati questa foresta di torri, hanno determinato di fatto tanta confusione.
Quelli cosiddetti deviati e ben inseriti nel primo gruppo di torri hanno fatto manbassa di tutto, denari e morale, vivendo a spese degli altri, sulle fatiche degli altri, sul sangue degli altri, veri mostri e vampiri a un tempo. Quello del mostro è un mestiere attuale e non difficile da imparare, basta volerlo o lasciarsi contagiare da chi già lo è a pieno titolo. Così come offrire il collo a un vampiro trasforma l’offerente a sua volta. Chi non lo è per patologia lo diventa volontariamente o involontariamente, per passione o per contagio.
Poi ci sono gli apparati non deviati, talvolta meritevoli di importanti progressi storici, sociali e culturali, ma essendo troppo spesso vittime della loro passione per la segretezza sono intrinsecamente incapaci di freschezza, di rinnovamento, di giovinezza intellettuale. Paiono ammuffiti anche quando si svegliano e mettono in campo una potenza ritrovata.
Ecco quindi che l’Italia mostra il suo bel vestito di Arlecchino che tanto ci ha sempre caratterizzato nella qualità, stavolta da circa vent’anni – dieci prima delle Due Torri e dieci dopo – ormai pieno di toppe logore e scolorite.
Gabriella Carlizzi la sua parte l’ha fatta eccome e lo voglio assai sinteticamente ricordare. Contro la torre del malaffare ha tirato colpi terribili sin dal 1988 e dal 1992 con denunce di cui si avvalgono ancora oggi i giudici di Palermo e di Milano, e di cui si avvalgono con tanto sussiego dopo venti anni, come se scoperti da loro e senza citare Gabriella, nella trasmissione di Santoro. Più notoriamente si è mossa contro la torre del Mostro di Firenze e delle sette esoteriche criminali mentre con il suo smascheramento della Rosa Rossa ha agito senza tregua, né c’è bisogno di molti dettagli visto che su questo caso e sul collegato caso Narducci il nome di Gabriella è impresso su ogni atto, e il suo ruolo le viene riconosciuto ampiamente.
Nello stesso tempo Gabriella ha fornito alla Chiesa cattolica e allo Stato italiano puntelli formidabili. Su questo ancora non ci sono riconoscimenti, ma sono certo che un giorno arriveranno e in misura adeguata.
Nell’animo del Paese cova sotto la cenere, lo si sente ormai dappertutto, una forte ansia di riscatto, un grande amore per i nostri valori e la nostra identità, la consapevolezza delle bugie ammanite e delle ruberie subite. I giovani vorrebbero esplodere di impegno e aspirazioni, e questa volta, caso forse unico, i genitori sono tutti dalla loro parte. Ma non ci sono ancora riferimenti validi e puliti, né li vedono quanti ci osservano dall’esterno, anche quelli in buona fede.
Ecco perché la ricorrenza dell’11 settembre, per tanti motivo di dolore e di propositi di riscatto, per tutti noi che pur non avendo patito quella strage abbiamo subito tante sopraffazioni, deve, anche se tardivamente, essere una spinta a schizzare fuori e a buttar giù le torri del male o cacciarne fuori a pedate i loro occupanti.

Didascalie (dall'alto verso il basso):

1. San Gimignano (SI) - Veduta delle torri

2. Bologna - Torri degli Asinelli e della Garisenda

3. Calascio (AQ) - Veduta della Rocca, set cinematografico di "Lady Hawks", "Padre Pio", "Il nome della Rosa".

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