Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............

 

Giovedì 25 ottobre 2012

COME CRISTO IN CROCE

di Marcelo Mariani

L’OPERAZIONE MEDIATICA DI DISSOLVIMENTO DI ANTONIO DI PIETRO E DEL SUO MOVIMENTO, L’ITALIA DEI VALORI, È IN PIENO SVOLGIMENTO, ANCHE SE LUI HA SUBITO INIZIATO A DIFENDERSI COME AL SUO SOLITO CON LE UNGHIE E CON I DENTI. E IL FRONTE ACIDO È ASSAI VARIEGATO E ANCHE SOFISTICATO, CONDOTTO DIETRO LE QUINTE DA VERI MAESTRI DELL’INGANNO, che per essere troppo bravi sono stati anche tranquillamente scoperti nella loro azione e frettolosi. Ma il curioso è che l’attacco arriva da sinistra cominciando da “Report” la trasmissione di Rai3 condotta da Milena Gabbanelli, che in un’intervista a Di Pietro gli appioppa la proprietà di ben 15 case a Milano, replicato da Crozza che poi sulla 7 a ”Il paese delle meraviglie” duplica questo attacco per gli immobili intestati alla sua famiglia. Ma ecco che contestualmente e parallelamente lo stesso Grillo curiosamente o ingenuamente infila Di Pietro nello scannatoio candidandolo alla presidenza della Repubblica e definendolo una persona “onesta”, forse l’unica. Il programma prevederebbe, a quanto si dice, Grillo presidente del Consiglio e Di Pietro al Quirinale, un tandem che fa rabbrividire oggi Eugenio Scalfari su Repubblica.

Infatti l’onestà non è più nell’Italia di oggi un titolo di merito prevalente, poiché per la sua pericolosità è subito lo strumento da colpire e con essa chi se ne fa paladino, come appunto Antonio Di Pietro. Alla presidenza della Repubblica ci si va con ben altri titoli, perché da lì bisogna presentarsi al mondo, e su quella vetrina dell’Italia di Di Pietro interessa assai poco. Lì occorre conoscere il migliore inglese, sapere di economia, anzi possibilmente insegnare economia o scienze affini, lì interessano i fatti, lo srpead, poiché dell’onestà e di tutto ciò che ruota attorno all’onestà, da un Paese che insegna strategie mafiose a tutto il mondo, non è proprio il caso di sentirne parlare.

E lo stupore imbarazzato e forse il dolore dell’ex magistrato di fronte alle contestazioni nel corso della trasmissione dove si insinuava che proprio lui, il fustigatore dal 1992 del malcostume, avesse probabilmente utilizzato i fondi dei finanziamenti al suo partito per acquistare a Milano immobili per un valore “da 4 a 12 milioni di euro”, è stato subito letto come coda di paglia, così come le corrispondenti incertezze evasive di Donadi fatto intervistare da Crozza per la 7. Ce n’è di che far saltare sulla sedia mezza Italia, e mezza Idv. Che infatti è saltata. Tutti contro tutti. Di Pietro, Orlando, De Magistris, Donadi…
Insomma gli stessi poteri che hanno imposto Monti stanno continuando a lavorare bene. Messo fuori gioco Berlusconi in vario modo e con una bella sentenza che suona per lui da avvertimento solenne, bisognava per la regola delle pari opportunità dare un segnale altrettanto solenne al suo principale avversario, quello per cui, secondo quanto dicevamo nel precedente articolo, potrebbero essere in preparazione dei lugubri festeggiamenti.
Gli scherzi di Grillo a questi poteri non piacciono, e infatti l’hanno subito fatto capire. Tonino al Quirinale? Via, non scherziamo! E il loro pensiero l’hanno fatto dire a Crozza, un comico come lui, e per giunta di sinistra! “Proprio tu, quoque tu Brute…”, lo apostrofa Di Pietro. Se ora Grillo vuole vedere disfarsi anche lui il suo M5s, non deve fare altro che aspettare un po’, poiché al momento risulta molto comodo tutto quanto fa e dice contro questo e quello. Non costa niente a lui e niente ai poteri, e quindi nessuno rischia nulla. Fra un po’ Grillo avrà desertificato la politica, e allora suonerà anche per lui la campana!
Driiin! Chi è? I poteri! Che volete? Che ci fai entrare! Quanti siete? Tutti!
Tradotto: Grillo dovrà smettere di giocare e far battute, e aprire il suo movimento che però rappresenta davvero la volontà degli italiani, a quanti i poteri avranno deciso di insediare anche dentro la sua casa. E fra questi, così come è stato chiaramente fatto capire, non ci sono né il Cavaliere, né l’ex Pm. Meno che mai, benché ambedue candidati da taluno, si pensa a uno di loro due per il Quirinale.
E se al primo l’avvertimento inviato è stato quello temuto delle condanne a cascata, al secondo quello imprevisto dell’accusa di peculato. La stessa accusa per ambedue gli acerrimi nemici per vent’anni fra loro contrapposti, ma dopo vent’anni accomunati da giustizia e ingiustizia fuse con le Tv di stato e private per informare i cittadini secondo le indicazioni piovute dall’alto. Il potere vero è stato sempre al di sopra della morale e dell’etica. Il potere vero deve far funzionare il Paese, e se sono di ostacolo sia i ladri che le guardie, si dà un bel colpo a tutti e due. Ed ecco che come per incanto si ritrova per amore o per forza il consenso e la maggioranza per governare. E mentre con il primo, il Cavaliere e quanti rappresenta per capirci, un accordo si troverà di sicuro visti beni e posizioni che ha da difendere, con il secondo, l’ex Pm, sarà assai più dura, perché non accetterà mai inciuci, che sono contrari al suo dna più nascosto, perché lui nasce come poliziotto e lo si può comprimere quanto si vuole, ma è probabile che prima o poi la sua natura schizzi improvvisamente fuori.
E poiché per l’ex Pm le accuse e le insinuazioni sembrano prive di fondamento, si capisce che siamo giunti agli avvertimenti che non scherzano, che non consentono repliche. Un’accusa infondata è un avvertimento preciso, terribile!
Cornuto, nel linguaggio mafioso, non è chi viene tradito dalla sua donna, ma chi è accusato di tradimento anche se involontario degli ideali (leggi interessi) di quel potere. E forse Di Pietro, nel linguaggio del potere ha cessato di rappresentare il simbolo per cui è stato usato per vent’anni dai poteri assoluti. E deve essere messo da parte.
Grandi manovre quindi e grandi novità in attesa di aprile 2013: partiti che scompaiono, movimenti che ondeggiano, tutti strillano, tutti sgomitano, mentre a sinistra il “vecchio” Bersani tenta di mantenere il timone delle operazioni del centrosinistra e a destra un altro “vecchio garantito”, Fini, parrebbe riemergere come il probabile e più titolato nocchiero del centrodestra, saldati al centro dal garante di tutto e di tutti, Casini.
Tutti emiliani, Fini (Bologna 1952), Bersani (Bettola di Piacenza 1951) e ancora Casini (Bologna 1955) che strano! Ma che combinazione! Come per Mussolini, una fucina, una terra, l’Emilia e Romagna che non tradisce mai. Davvero a dop “denominazione di origine protetta”, davvero una garanzia della qualità dei suoi prodotti.
Del resto l’esperienza Monti, che non è piaciuta alle tasche degli italiani, è piaciuta e piace moltissimo alle élites internazionali, e anche al Vaticano che è tutto dire. E quindi, poiché “squadra che vince non si cambia”, si è deciso – ma l’hanno capito tutti da un pezzo –, che quali che siano i risultati delle elezioni, il Paese sarà guidato ancora da una grande coalizione che, questa volta da dietro la facciata del gruppo vincitore di centrodestra o di centrosinistra, opererà nei centri del potere con alla mano la 3.a edizione del manuale Cencelli.
Per risolvere il caso Grillo, ora che Lega, Sel e Idv con avvertimenti vari sono stati messi al loro posto, c’è ancora tempo, ci si penserà ufficialmente a cavallo del Natale, nell’attesa che qualche Pinocchio centri la martellata giusta e che la Fata Turchina faccia diventare innocuo Di Pietro. Già, Antonio Di Pietro, come Cristo tradito dai Giuda e consegnato agli aguzzini, esposto al giudizio dei prezzolati in sostituzione degli innumerevoli Barabba di cui l’Italia pullula, come Cristo caricato della croce e come Cristo inchiodato sulla croce. Ma come Cristo già sulla croce sarà di certo salvato dalla stessa mano misericordiosa. Stavolta infatti Di Pietro – che però, sia detto a chiare note, non è certo Cristo – non sarà il nuovo Matteotti né l’agnello sacrificale della saldatura fra seconda e terza repubblica, per la nascita di un altro Ventennio.

 

Descrizione immagini (dall'alto verso il basso)

1) Antonio Di Pietro;

2) Beppe Grillo a nuoto nello stretto di Messina;

3) Pinocchio ed il Grillo Parlante;

4) Fata Turchina

 

Lasciate i vostri commenti

Invia un commento

0
I vostri commenti sono sottoposti al controllo dell'editoria.
  • Nessun commento