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lunedì 30 settembre 2013

INIZIATE LE PROVE D’ORCHESTRA A FIRENZE
SI APRE IL NUOVO PROCESSO D’APPELLO
PER IL DELITTO DI MEREDITH KERCHER

di Carmelo Maria Carlizzi

Oggi si è tenuta a Firenze la prima udienza del nuovo processo d’appello disposto dalla Corte di Cassazione che nel marzo di quest’anno ha annullato la sentenza assolutoria di Amanda Knox e Raffaele Sollecito pronunciata il 24 ottobre 2011 dalla Corte d’Appello di Perugia. Ma ieri, alla vigilia di questa nuova fase, così Mario Spezi ha introdotto sul Corriere Fiorentino (inserto del Corriere della Sera), l’intervista appena rilasciatagli da Amanda Knox:
“Nonostante tutto, Amanda Knox, che conosce bene le mie vicende giudiziarie, trova ancora un sorriso quando scherzando le dico che io e lei abbiamo qualcosina in comune. Però esagero e non di poco: io «appena» ventitré giorni nel carcere perugino di Capanne; lei quattro anni. A unire i nostri due casi sono lo stesso pubblico ministero umbro, Giuliano Mignini, e lo sfondo stranamente simile per due vicende diverse che il magistrato credeva di vedere alle nostre spalle: orge sataniche in occasione di Halloween per Amanda; rituali sacrifici di sangue per ingraziarsi il Demonio nel caso del Mostro di Firenze, la storia che per i giornali raccontavo da decenni e dentro la quale mi aveva fatto cadere accusandomi di tentativo di depistaggio. Ma è anche per quel poco in comune che a me e al Corriere Fiorentino Amanda rilascia un’intervista a pochi giorni dall’inizio del secondo processo di Appello, che si svolgerà a Firenze, dopo la decisione della Corte di Cassazione che a marzo, sorprendendo molti, aveva annullato il primo, terminato con un’assoluzione per lei e per Raffaele Sollecito. Domani l’incubo che i due ragazzi avevano creduto di avere esorcizzato per sempre, tornerà a materializzarsi. Il rischio è di nuovo la galera, ma non per lei, che se ne resterà a Seattle, protetta anche dall’estradizione dal principio giuridico americano per cui nessuno può essere processato due volte per lo stesso reato…”.
(http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2013/29-settembre-2013/amanda-notte-meredith-non-verro-processo-circo-2223361182042.shtml) Mignini tempestivamente replica con una lettera al direttore del Corriere Fiorentino in cui chiede una rettifica alle dichiarazioni di Spezi:
Egregio direttore, sono Giuliano Mignini, il magistrato che ha svolto le indagini e il processo di primo grado e d'appello (a Perugia) nei confronti degli imputati dell'omicidio di Meredith Kercher e quelle sulla morte del medico Francesco Narducci, collegate con quelle svolte dalla Procura di Firenze in relazione ai mandanti dei delitti del cosiddetto "Mostro di Firenze".
Ho preso visione dell'intervista che il giornalista Mario Spezi, imputato nel processo relativo alla vicenda Narducci, ha fatto domenica 29 settembre sul Corriere Fiorentino ad Amanda Knox, la principale imputata del processo d'appello che si apre oggi a Firenze.
In entrambi i casi la Corte di Cassazione ha annullato sentenze che avevano assolto la Knox e Sollecito o che avevano dichiarato non luogo a procedere anche sotto il profilo dell'incertezza sul dolo, nei confronti dello Spezi.
Non ho bisogno, quindi, di aggiungere altro sul punto.
Debbo invece rilevare l'assoluta falsità di un'affermazione che lo Spezi fa nell'incipit dell'articolo, dove lo stesso cerca di spiegare il motivo del rapporto che, secondo lui, esisterebbe tra le due vicende, quella dei delitti del Mostro e della vicenda Narducci e quella dell'omicidio Kercher.
Dice lo Spezi testualmente: "...lo sfondo stranamente simile per due vicende diverse che il magistrato credeva di vedere alle nostre spalle: orge sataniche in occasione di Halloween per Amanda, rituali sacrifici di sangue per ingraziarsi il Demonio nel caso del Mostro di Firenze...". Si tratta di un'affermazione che lo Spezi e il giallista Douglas Preston ripetono da anni ma che non ha il benché minimo riscontro negli atti dei due processi e nella prospettazione accusatoria dove l'uccisione di Meredith (che non avviene nella cosiddetta notte di Halloween, ma la notte successiva) è la risultante di un gioco erotico a cui non intendeva prestarsi la stessa Meredith e, soprattutto, di un clima di ostilità progressivamente venutosi a instaurare tra la ragazza di Coulsdon e Amanda, per via delle differenti abitudini e dei sospetti di Meredith in merito a pretese sottrazioni di denaro da parte della Knox, mentre l'oggetto dei procedimenti sul caso Narducci concerne l'ipotizzato omicidio dello stesso e il tentativo del padre e del fratello del medico di occultarne la morte per causa violenta e lo sfondo nel quale era maturato quello che per il Consulente da me nominato, il Prof. Giovanni Pierucci, dell'Università di Pavia, era un omicidio. Più volte ho smentito radicalmente affermazioni del genere, ma lo Spezi e il Preston e personaggi ad essi collegati continuano a ripetere una menzogna, evidentemente sperando che, a furia di ripeterla, si trasformi in verità.
Altro fatto sorprendente è che, benché io stato il PM del processo Kercher, unitamente alla collega Manuela Comodi e poi, in prosieguo, del collega Giancarlo Costagliola, e mi sia limitato, nel corso del processo, insieme agli altri a formulare richieste, tutte accolte da una miriade di giudici e confermate in cassazione, io debba venire considerato il responsabile dell'accusa alla Knox e a Sollecito, per di più stravolgendone il contenuto.
Analogamente, nella vicenda Narducci, io mi sono limitato a svolgere le indagini e a chiedere il rinvio a giudizio e il processo dovrà riprendere solo perché la Corte Suprema ha annullato la sentenza di non luogo a procedere con rinvio ad altro GUP di Perugia.
E il fine, sin troppo scoperto di tale menzogna, continuamente ripetuta, è quello di diffamare l'inquirente, presentato come un magistrato che insegue proprie presunte ossessioni, invece che attenersi ai fatti, come invece accade, sperando che tale consapevole travisamento della realtà porti acqua al mulino delle difese, secondo una pessima abitudine esplosa in Italia ma immediatamente imitata e con grande maestria all'estero.
La prego, pertanto, di pubblicare questa rettifica contro una notizia falsa e gravemente diffamatoria”.

(dal Corriere della Sera – Nell’inserto del Corriere Fiorentino dell’1 ottobre 2013 a pag.6)

Sembrerebbe a questo punto tutto chiaro fra le affermazioni di Spezi e le repliche di Mignini. Senonché il primo sottilmente e senza far nomi, il secondo ignorandola di proposito per non cadere nella trappola predisposta, paiono quasi chiamare ambedue comunque in causa la persona che per prima e più spesso ha parlato di esoterismo nelle distinte storie del Mostro di Firenze, di Narducci e di Meredith: Gabriella Pasquali Carlizzi! Sempre adducendo però lei prove e argomentazioni a cui poi molti hanno attinto ciascuno per le proprie ragioni, e sempre attenta a non ricondurre tutto alla mera osservazione di un esercizio esoterico da parte di criminali incalliti, anzi spesso facendo comprendere come il quadro da loro inscenato o da taluno ipotizzato era anche strumentale per poi coprire di ridicolo inquirenti e quanti con loro credevano a streghe e diavoli.
Provo quindi a mettere ordine, anche se il lettore dovrà collaborare ripercorrendo nella memoria o nei documenti facilmente reperibili questa intricatissima storia in cui più Giuliano Mignini nella sua qualità di magistrato si affanna a distinguere giustamente ruoli, tempi e circostanze, e più Mario Spezi nella sua qualità di giornalista scrittore mostrologo (affiancato da Douglas Preston suo amico e cronista del The New Yorker) riconduce ad una loro successione ed unione le due vicende, quella del Mostro di Firenze anche nella sua estensione a Perugia con il caso Narducci, e quella del più recente delitto di Meredith Kercher.
Di fatto Mario Spezi, nel su riportato incipit all’intervista, se di proposito o involontariamente lo sa solo lui, dà valore alla tesi di Gabriella (vedi l’introduzione del libro di Gabriella Carlizzi: “Meredith Kercher: un delitto imperfetto” e quindi i diversi articoli del tempo da lei posti su www.giustainformazione2.it), che ha ben denunciato i legami fra quest’ultimo delitto e quelli seriali del Mostro sino a Narducci.
Scriveva inoltre in proposito Gabriella:
“Il delitto lo si poteva leggere in una chiave esoterica o anche secondo dottrine similari al satanismo; tuttavia consideravo la possibilità che le caratteristiche per così dire ‘rituali’ fossero solo apparenti e forse premeditate al fine di sviare le indagini, evitando così il rischio di risalire ad eventuali mandanti che sarebbero sfuggiti alla giustizia.
Ed ancora oggi rimane questa la mia convinzione, supportata ora anche da elementi oggettivi, dai quali si trae la sgradevole sensazione che si sia stati in qualche modo costretti, in mancanza di una confessione autentica e riscontrabile, a chiudere il caso, accontentandosi di quanto ha visto condannare Rudy Guede e rinviare a giudizio Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Mentre Lumumba, l’ex gestore del locale Le Chic – dove, a suo dire, Amanda, che vi lavorava ‘faceva avances ai clienti’ – dopo essere stato arrestato, fu poi rimesso in libertà grazie alla testimonianza di un insegnante…”
Ma Spezi sembrerebbe quindi non leggere o non conoscere che Gabriella stessa nei suoi articoli e nelle sue dichiarazioni accenna sempre alla possibilità che le caratteristiche rituali siano solo apparenti e forse premeditate.
Ecco allora che mentre l’intento dichiarato da Spezi pare essere quello di mantenere unite le vicende Mostro di Firenze/Narducci a quella Meredith, nella realtà retrospettiva odierna lo troviamo di nuovo giornalisticamente di fatto accanto ad una coppia al tempo davvero in amore, quella di Amanda e Raffaele, e ad un’altra coppia quella di Meredith e Rudy in corso di violenza carnale. E sulla realtà di queste due coppie al momento del delitto pare che siano tutti d’accordo: in quel momento stavano facendo l’amore, così proprio come nei delitti del Mostro.
Insomma siamo di fronte ad un formidabile e assai significativo paradosso, ma cerchiamo di comprendere ancora meglio.
Gabriella considera e scrive sui legami esistenti, secondo lei, fra il delitto di Meredith Kercher e quello di Francesco Narducci e accenna inizialmente anche a ipotesi e simbologie esoteriche presenti nel delitto e legate ad Halloween così come ad altre presenti nelle circostanze del delitto. Mignini però non tiene conto in nessun modo di tali suoi accostamenti, e chiede e ottiene la condanna di Amanda e Raffaele con motivazioni del tutto estranee alle vicende Mostro e Narducci. Ma Mignini era anche da tempo, e davvero involontariamente da parte sua anzi forse suo malgrado, pubblico ministero nell’inchiesta sulla morte del medico perugino Narducci. In ambedue i casi e processi Gabriella pubblicamente (vedi libro e articoli sul caso) scorge dunque collegamenti, così come, in ambedue i casi e processi, Mario Spezi con Douglas Preston, ma anche la stampa del tempo e curiosamente proprio quella inglese, denunciano anche se dal punto di vista del discredito tali collegamenti.
Mignini si affanna oggi come allora a spiegare, distinguere, stigmatizzare il tentativo confusionario messo in campo da Spezi e altri, rivendicando l’assoluta indipendenza delle sue indagini da ipotesi esoteriche di chicchessia (ovviamente in particolare da quelle attribuite a Gabriella).
Mignini, specie con l’avvento di Giuttari nel caso Narducci, si è sempre affannato a distinguere le sue valutazioni e decisioni di magistrato da quelle formulate quale testimone o scrittrice da Gabriella, sino – lo ricorda Gabriella stessa – a porla agli arresti domiciliari per alcune iniziative che lei aveva assunto nell’impulso di non fare inquinare le indagini con testimonianze che riteneva forzate, ma trovandosi al contrario ad essere incriminata proprio per le sue dichiarazioni.
Spezi con i suoi colleghi si compiace quindi oggi come allora nel voler a tutti i costi collegare Mignini e Meredith al Mostro di Firenze/Narducci, forse con l’intento, a parte la nebbia o la confusione che fitta si vuole distendere, di screditare ancora una volta la figura di Mignini e degli inquirenti delle inchieste perugine, compreso Michele Giuttari, ridicolizzandoli per l’adesione dichiarata o sottintesa a tesi secondo loro strampalate: quelle della Carlizzi, anche se non viene ora più citata.
Gabriella, ed oggi io per suo conto, ha scritto che in realtà questo collegamento c’è, ma Mignini sul caso Meredith non le ha davvero dato retta.
E allora? Allora, come non registrare questi che sono fatti? Come non leggervi dei curiosi anche se macabri collegamenti? Come non dedurre che Spezi, volendo ritagliare attorno a Mignini procedure che il magistrato ripetutamente e giustamente smentisce, pone in campo una strategia che parrebbe quasi di rivendicazione, ove parrebbe quasi dire: “Attenti, non avete capito nulla, qui ha ragione la Carlizzi, ve lo creo io il collegamento, Mignini ha fatto condannare la Knox con il movente esoterico e satanico che non si vede nelle carte processuali, ma che è lì, basta saper leggere…”. Nessuno vede nulla, nemmeno la Carlizzi. Solo lui, Mario Spezi e i suoi colleghi anglosassoni invece leggono, vedono. Da veri illuminati!
Ma allora, che significa tutto ciò? Semplice, è proprio una realtà, il movente esoterico di forza ce lo mettono loro nell’intervista all’americana Amanda Knox e, con l’attribuirlo curiosamente ad altri, nella realtà lo reclamano ancora una volta a sé. Come a dire, magistrati attenti a quel che fate! E se questi ci cascano giù con le risate…
Un gioco questo non più solo esoterico, ma davvero satanico.

Descrizione immagini (dall'alto verso il basso)

1). Meredith Kercher;
2). Giuliano Mignini;
3). Copertina de "Meredith Kercher Un delitto imperfetto" di Gabriella Pasquali Carlizzi 2008 Mond&editori;
3). Amana Knox.




 

 

 

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