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domenica 22 novembre 2016

MA SE DIO NON ESISTE DI CHE STIAMO A PARLARE

Breve disquisizione sull’anatema del domenicano padre Giovanni Cavalcoli a “Radio Maria” e sulla risposta del Vaticano

di Carmelo Maria Carlizzi

 
L’assalto portato a nome dei cristiani da taluni qualificati esponenti del Vaticano al domenicano padre Giovanni Cavalcoli, che da “Radio Maria” nei giorni scorsi aveva assimilato il recente terremoto che ha colpito numerosi centri abitati di Lazio, Umbria e Marche alla punizione di Dio per le unioni civili intese come quelle fra omosessuali, è secondo me il trionfo dell’ipocrisia.

Il riferimento a Sodoma e Gomorra di padre Cavalcoli è storicamente e teologicamente ineccepibile, poiché si riferisce alle coppie dello stesso sesso che desiderando vivere more uxorio consolidano tale intento sposandosi civilmente in comune. Dio ha realmente colpito quelle antiche città in quanto vi si praticava la sodomia, ossia la congiunzione carnale fra uomini, pratica che appunto dalla città di Sodoma prese il nome.

Dio nel Paradiso Terrestre attraverso la creazione dell’uomo, e poi della donna, ha inteso realizzare, con la coesistenza nelle creature umane del corpo e dell’anima sin dall’istante del concepimento, una precisa sintesi, la sintesi divina, volendo attribuire con essa poi alle stesse creature un destino di immortalità. Cioè il corpo e l’anima nascendo assieme, in tale congiunzione, in tale sintesi avrebbero partecipato in eterno e assieme al progetto divino.

Dio, lo ripeto, ha quindi creato la coppia uomo-donna perché partecipasse da protagonista al suo progetto creativo e non perché delegasse ad altri, come nel caso della coppia omosessuale che è sterile, la motivazione più importante dell’amore in una coppia di individui, quella sublimante tale amore, ossia il ruolo procreativo.

E questo limite lo si riscontra anche considerando che all’interno della coppia omo, fra i due individui che la compongono, ciascuno ha sempre un ruolo ben distinto: uno dei due assume il ruolo maschile e l’altro quello femminile. Ossia le ragioni profonde del loro divenire coppia sono da ricercare in altro e quindi comunque nell’amore, seppure un amore diverso fra diversi, ma non vanno ricercate nel rifiuto totale del proprio genere così come originatosi nel cammino dell’umanità. Naturalmente parliamo dei casi di attrazione d’amore tanto da condurre alla decisione di vivere assieme, escludendo la cosiddetta perversione sessuale che come tutte è altra cosa, ben più facilmente inquadrabile e che qui non ci interessa.

Dio quindi aveva donato tutto alla coppia umana e sin dal principio. Infatti oltre alla capacità generatrice di altri individui a loro simili e cioè anch’essi destinati all’immortalità, Dio aveva donato la Terra e quanto conteneva, e la capacità col proprio intelletto e le proprie forze di “custodirla e coltivarla”. E perciò di possederla rispettandola quali custodi e utilizzatori, e poi anche di adattarla, coltivandola e rendendola produttiva, alle proprie esigenze. Però non liberi di appropriarsene in esclusiva e senza alcuna regola. E come se tutto questo non bastasse l’intero universo era continuamente sotto i loro occhi e a portata di mano.

Ma gli uomini ben presto si stancarono della proposta di Dio, e anziché custodire, coltivare e rendere produttivo il creato secondo le linee guida tracciate da Dio, pensarono bene di seguire un proprio percorso, a ciò opportunamente consigliati e assistiti da Satana, come sappiamo invidioso del ruolo procreativo loro assegnato.

Naturalmente nulla di strano in questo, poiché Dio aveva concesso agli uomini anche la più ampia autonomia di comportamenti e di pensiero: ossia il libero arbitrio! Contemporaneamente però avvertendoli che errando su quella strada avrebbero incontrato ostacoli e quindi cadute e pericoli, di sicuro pure… mortali.                            

Ma si sa anche che da sempre all’uomo piace il mistero, l’ignoto. Quel creato che era stato spalancato davanti ai loro occhi, illuminato giorno e notte da innumerevoli corpi celesti, animato da ogni sorta di animali e piante, a loro cominciò a tare stretto e scomodo, e di qui la libera scelta di Adamo ed Eva, e poi dei loro discendenti di far da soli, di fare sempre più a meno di Dio e dei suoi consigli. Ma ecco allo stesso tempo, di conseguenza, anche la decadenza della sintesi divina, che era tenuta assieme da quell’amore a cui avevano in qualche misura rinunciato scrollandosi di dosso le indicazioni che ne costituivano la trama. Per cui quella perfetta veste divina, come sappiamo, iniziò a sfilacciarsi e il loro corpo a scoprirsi e così ritrovandosi ben presto nudi! E di qui a cascata quanto ne è scaturito a seguito della rottura del rapporto con Dio, quali suoi figli a tutti gli effetti. A cominciare dalla durata della vita, che da eterna passò ai novecento anni e ben presto poi via via scalando velocemente i secoli, ai sessanta, settanta, ottant’anni di oggi per i più longevi, mentre i meno fortunati si confrontano con la continua realtà della durata anche di pochi istanti o pochi mesi o anni. La morte e le malattie da allora saranno sempre in agguato, e la vita dell’uomo si svolgerà lungo un percorso non più diritto e di cui non si vede mai la fine, ma si snoderà fra curve, saliscendi, buche, ostacoli e valichi, molte volte insormontabili.

Anche la sodomia, così come tante altre scelte dell’uomo, non era nel progetto divino. Beninteso nulla di interdetto da Dio, l’uomo – lo abbiamo appena detto – infatti rimaneva libero nelle proprie scelte. Ovviamente e a maggior ragione anche Dio rimaneva libero né più né meno che l’uomo. Anche di lasciar esprimere Satana a cui l’uomo in piena libertà aveva deciso di dare ascolto. Satana, che a sua volta pur di fare apparire Dio come crudele e spietato spinge da sempre l’umanità verso le direzioni più disastrose, ben sapendo di non poter costituire lui e il suo regno delle tenebre per l’uomo alcuna alternativa di vita o di luce.

Ma sappiamo pure come invece Dio, sempre misericordioso, abbia di volta in volta inviato soccorsi agli uomini per ammonirli e guidarli in un percorso di ravvedimento, e di questo l’esempio massimo lo riconosciamo nell’invio di Gesù, del suo Figlio. Come pure sappiamo che verso di lui, verso Gesù, Dio non ha certo pensato di fare preferenze trattenendo in quell’occasione della Pasqua la mano di Satana e dei suoi rappresentanti che così hanno potuto, in piena libertà, massacrarlo e appenderlo a una croce.

Eppure Gesù era innocente, ma allora come un vero e proprio agnello fu mandato al massacro. Così come innocenti sono oggi le creature vittime del terremoto, né più né meno.

Ma così come sappiamo che Gesù andò in croce per i peccati dell’intera umanità, gli abitanti di Amatrice, di Norcia, di Arquata, di Castelluccio… sono anche loro lì a patire i guasti e le inefficienze di un’intera umanità, a pagare per tutti. Ma pare anche per essi senza che vi sia una presa di coscienza e poi un ravvedimento non da parte loro – naturalmente – bensì da parte di quanti osservano comodamente da casa quel po’ po’ di devastanti distruzioni. Cioè tutti noi.

Per tornare a padre Cavalcoli, e per chi ci crede a tutto quello che vado affermando, questi innocenti sono lì fra le macerie delle loro case o da esse lontani a patire e scontare i peccati d’ogni genere che l’umanità compie, deviando dal percorso indicato da Dio avendo di fatto scelto di guastare la natura in tutte le sue espressioni. Anche quella indicata ad esempio dal teologo domenicano, e cioè il matrimonio civile delle coppie omosessuali.

Le coppie di omosessuali, che siano composte da maschi o da femmine, non hanno il privilegio della interpretazione autonoma della natura o, per dirla secondo le indicazioni cui fa riferimento padre Cavalcoli, della trasgressione impunita, poiché oggettivamente di libertà di trasgressione dalle leggi di natura si tratta, anche se nel migliore di casi perché guidati da amore. Così come il politico non ha il privilegio di poter rubare per amore del figlio disabile, o l’artista geniale quello di ubriacarsi per amore di immedesimazione nel bello che lo attrae, o il giovane alienato di drogarsi per amore del settimo cielo, o il cittadino in tutto onesto ma pedofilo di deflorare bambine e maschietti per quei sentimenti d’amore che pur prova… Mi fermo o devo continuare con l’elencazione di quanto riguarda tutti, dico tutti noi, indistintamente? 

Se Dio dovesse colpire solo chi pecca, dovrebbe infatti distruggere l’intera umanità, mentre Dio, misericordioso, secondo il vero concetto di misericordia, quello che io leggo nella proposta di Papa Francesco, consente che rimangano colpiti gli innocenti per richiamare l’attenzione degli uomini, tutti invece colpevoli, affinché scossi dalle immagini di dolore degli incolpevoli sappiano vedere e decidere. E finalmente ravvedersi. Ciascuno per quanto lo riguarda.

E sin qui va tutto bene, ma perché, da parte di Dio, in questa scelta di colpire il peccato, lasciare agire Satana che ha “privilegiato” quegli innocenti dei paesi-presepio? Perché loro, per colpa delle unioni civili a loro estranee e volendo accreditare la tesi di padre Cavalcoli?

Ma lo abbiamo accennato già, perché il segno più grande del proprio amore verso la coppia umana era stato da parte di Dio quello del dono della generazione di altre creature, attraverso la congiunzione dei corpi fra uomo e donna, che così avrebbero partecipato in pieno al progetto divino. E quei paesi distrutti ben si prestano a rappresentare l’innocenza nella loro fedeltà a Dio.

La sconnessione fra anima e corpo operata invece dalla coppia umana nell’ascolto delle innumerevoli suggestioni di Satana, ha scisso la sintesi divina originaria, quella perfetta, quella della vita eterna, introducendo con il peccato ogni sorta di mali sino al disfacimento del corpo che non più sostenuto in sintesi dall’anima divina, naturalmente eterna, era destinato a morire, a disfarsi come polvere.

Le coppie omosessuali sono quindi quelle che più di tutte paiono rifiutare il progetto originario di Dio, il suo disegno di associare uomini e donne in una partecipazione co-creatrice.

Poi tutti noialtri uomini e donne, sia etero che omo, come abbiamo visto siamo tutti portatori di peccati e d’ogni genere, per i quali padre Cavalcoli fornirebbe un elenco lunghissimo..

Tutto questo vale naturalmente per chi crede in Dio e nelle Sacre Scritture, e poiché siamo in un paese che è ritenuto prevalentemente cattolico, per chi crede nel Dio dei cristiani.

Per tutti gli altri rimane il diritto di credere in un Dio crudele e vendicativo o anche, viste le distruzioni incompatibili con un Dio misericordioso secondo i comodi dei peccatori, di credere che… Dio non esiste!

 

Foto e didascalie:

- il terremoto ad Amatrice

- Padre Giovanni Cavalcoli

- Dipinto di Sodoma e Gomorra

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