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Domenica 27 Febbraio 2011
YARA GAMBIRASIO E SARAH SCAZZI
di Marcelo Mariani

Ho letto alcune considerazioni di Vincenzo Mastronardi riportate dall’AGI a seguito del ritrovamento nel pomeriggio di sabato 26 del corpo senza vita della fanciulla Yara. Indicava al momento le tre ipotesi possibili del criminologo: che Yara fosse stata vittima di un pervertito, di una setta satanica o di un rapimento per riscatto o per errore.
Spesso Gabriella e Mastronardi si sono scambiate valutazioni e fonti specialmente in riferimento a crimini seriali.
La nostra convinzione, che poi fa seguito agli studi di Gabriella condotti sul campo, è che il Mostro per eccellenza si sia rifatto vivo e con il suo solito stile facilmente riconoscibile: quello dell’impunità, dell’evidenza dei comportamenti esibiti, del dosaggio accorto di pubblicità e di silenzi.
Su questo non ci sono mai stati dubbi; come si dice, lo aspettavamo al varco; e se non lo anticipavamo era solo perché non vogliamo in alcun modo legarci a lui e alle sue “libere” iniziative. Il Mostro circola liberamente, colpisce premeditatamente, attende, osserva, dirige il dibattito, detta silenzi, recepisce o indovina esigenze, offre unilateralmente la propria esperienza, si coordina sapientemente con gli avvenimenti nel mondo e con le più diverse esigenze rituali.

Il Mostro è al centro della piramide, dritta o rovescia che si voglia. Nel primo caso presta il suo volto al rituale del potere con il vertice in alto, nel secondo al rituale diabolico con il vertice in basso. Delle due espressioni ne esprime la sintesi e ne propone l’attrazione esoterica.
Era arrivato il momento della restituzione del corpo della povera innocente Yara.
Una fase del rito per cui era stata rapita si è compiuta. Basta leggere con gli occhiali di Gabriella gli avvenimenti che ci circondano e che ci dominano.
Il “nemico” dell’amico del Mostro è stato sconfitto, l’ostia, la vittima sacrificale, è stata pienamente consumata e può essere restituita.
Un altro corpo ancora, quello di Sarah, ricorderete, venne fuori, si ritenne, casualmente. perché lo zio maiale ormai roso dai rimorsi, aveva parlato. Invece abbiamo potuto seguire quante novità attorno a quest’altra innocente creatura.
Da molte settimane di tanto in tanto i media ritornavano sui due casi e più recentemente sono stati forniti al pubblico elementi per osservare senza equivoci la premeditazione del clan Scazzi e Misseri e il loro rifiutarsi-collegarsi ai media.
Il Mostro ha giocato la sua coppia palesemente.
E, così, solo per far riflettere sul metodo adottato, non dimentichiamo il caso di Elisa Claps il cui corpo viene ritrovato addirittura dopo anni di silenzio di tanta gente che pur sapeva, ma che strano… Ma qui si dovrebbe aprire un altro capitolo sulle varianti in corso d’opera.
Al momento un corpo ancora “è in lista di attesa in frigorifero” e sarà restituito non appena si raggiungerà il corrispondente importante risultato che “liberi” il Mostro da questa “responsabilità”, dando il segnale ai conservatori per la sua restituzione. E qui parliamo naturalmente dei casi che interessano il Mostro per eccellenza, mica di ogni vicenda criminale che avviene.
Per i suoi compagni, complici, allievi, fiancheggiatori, al suo livello, al termine dei diversi rituali si osserverà solo un breve periodo di “riposo”, di godimento e osservazione dei risultati raggiunti.
Poi via con gli amici ad una nuova zingarata. Mentre da sopra e da sotto, infaticabili nel creare occasioni, maestri e manovali forniranno nuovi spunti per nuove imprese.
Ricordiamoci in tutto questo teatrino che il Mostro è stato smascherato, e che il Re è nudo, e … guarda caso, per attività della stessa persona.
Il Mostro uccide, il Re consuma, ma il metodo è lo stesso e in un parallelismo incrociato. Ma la realtà nuova da alcuni anni che si è affacciata su tutta l’umanità è che chi vuol vedere la verità lo può e lo deve fare, perché Mostro, Re e loro servitori, torri, scudieri e fanti sono ormai palesi, senza veli; si sono “mostrati” e fatti riconoscere. Lo affermano continuamente di sé ironicamente: “Dicono che io sia il Mostro colpevole di tutti questi delitti”; e l’altro: “Dicono che io sia il Diavolo autore d’ogni misfatto”.
Di fronte a questa realtà orribile, ma per tanti piacevole, divertente, condivisibile, specchiata, inoffensiva, con diritto di privacy ricordiamo instancabilmente che la Giustizia ormai è Presente, osserva e smaschera, e invita ciascuno ad una scelta perché, tra un certo tempo, nessuno avrà più scuse, né potrà dire di non aver capito o di non aver saputo.


Didascalie (dall'alto verso il basso):

Yara Gambirasio
Sarah Scazzi

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