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Venerdì 25 Marzo 2011

DI TERREMOTO IN TERREMOTO, DI CAMMELLIERE IN CAVALIERE E DI SARAH IN YARA
di Marcelo Mariani

La sensazione che si ricava da quanto sta accadendo oggi nel mondo è non tanto di confusione, ma di indeterminazione ed incertezza, sul da farsi per chi governa e sul futuro per noi comuni mortali. Non si sa bene come leggere i diversi avvenimenti. Infatti questi dominano la nostra giornata togliendo chiarezza a quanto ciascuno di noi pur deve esplicare. Il villaggio globale su cui sembravamo tutti d’accordo quale realtà attualmente condivisibile è saltato per lasciarne intravedere vagamente la formazione di un altro. I punti di riferimento appena ricostituitisi paiono già essere venuti meno.
I paesi arabi sono tutti in gran fermento per le manifestazioni che ne stanno destabilizzando i diversi governi, siano essi dittature o monarchie dal pugno più o meno pesante. Ma sommovimenti di uguale prossimo fragore sono in ebollizione altrove, ovunque.
Le economie di tutti i paesi che già stentavano a trovare una accettabile stabilizzazione, tra crisi petrolifera indotta e terremoto giapponese, sono ora di nuovo nella necessità di individuare orientamenti e metodi ancora una volta del tutto nuovi. L’intervento su Gheddafi mostra la difficoltà di spiegare a tutti e da parte di chi, nei paesi occidentali e in quelli arabi, ma anche tra le grandi potenze allineate e non, e tra quelle emergenti, il senso condivisibile di un intervento militare magari davvero mosso da intenzioni umanitarie, o quello del non intervento per evitare reazioni a catena e l’intrappolamento in contrasti maggiori e in lunghe guerre. Chi è davvero così candido da poter far credere alla propria buona fede in un senso o nell’altro? O così autorevole da imporre e fare accettare il proprio punto di vista. E qual è l’economia così forte da poter procedere anche se inascoltata? Quel 5 o 10 % su tutto in più o in meno è ormai indispensabile agli Usa come alla Cina, al Brasile come all’India, alla Russia come all’Australia, all’Europa, al Giappone…
Mai come in questo momento vi è quindi spazio per avviare su basi nuove e con spunti e prospettive di vero cambiamento, un’azione di ampio respiro che getti le basi di orientamenti davvero da tutti condivisibili.
Ma nel frattempo chi ha fame bussa con sempre maggior forza per essere accolto e sfamato, mentre chi ha un minimo di benessere o comunque di struttura e di organizzazione per programmare la propria vita anche con sacrificio, dopo aver valutato, partecipato, capito, solidarizzato, ad un certo punto chiude la porta di casa, vuole silenzio, non desidera essere importunato, delega ad altri, a strutture spesso poco efficienti e comunque inadeguate il doppio problema della tutela della propria sicurezza e dell’assistenza altrove degli immigrati, clandestini o profughi che siano.
L’uomo d’oggi appartenente all’area del cosiddetto benessere oltre un certo limite non riesce e non vuole andare, ma il suo omologo che preme con gli stessi appetiti e ideali, è così pressante, invadente, ma ad un tempo anche disponibile, umile… uguale, da determinare nei primi un imbarazzo continuo cui la coscienza e i princìpi non riescono a star dietro.
Nelle civiltà considerate evolute insieme alla religione e all’educazione civica è stata insegnata la solidarietà verso i meno fortunati, ma attraverso internet, come prima attraverso i missionari e i libri e dove arrivava la tv, ormai anche i giovani dei popoli più lontani geograficamente o per arretratezza dall’attualità dominante, ora apprendono che possono, che debbono essere accolti.
Un senso di comune reale appartenenza e di diritti a tutti estendibili e condivisibili, va diffondendosi più velocemente di quanto poi i sistemi dei diversi paesi e degli organismi internazionali riescano a regolare. Gli stessi paesi che da terzo mondo sono divenuti potenze economiche mondiali, mentre scriviamo sono essi stessi sopravanzati dalle realtà interne ed esterne che premono.
Gli sbarchi dall’Africa si succedono senza tregua divenendo invasione, ma pacifica, famelica, ansiosa di trovare con un approdo una speranza di progresso all’interno del loro ciclo vitale, subito, non fra un secolo o due quando la storia sinora scritta dagli altri decidesse di consentirlo.
Le multinazionali che in buona fede o per affermazione di potenza o per ampliare i propri bilanci hanno raccolto per un secolo con cocacole e panini farciti e profilattici e pillole d’ogni sorta e abiti alla moda e musica rock e lingua inglese un centesimo al giorno dalle tasche di ogni giovane del pianeta, ora si trovano che questo giovane ci ha creduto e rivuole il contraccambio. E in molti centesimi stavolta, perché vanno conteggiati interessi alla rovescia.
Attraverso il web la giovane figlia dei Rothschild inizialmente inconsapevole, dialoga in inglese o in codice con il consapevole sognatore giovane della Papuasia minore con la canoa ancorata nei pressi perché deve tra poco andare a immergersi tra gli scogli della barriera corallina a raccogliere crostacei tra gli squali, mentre la sua bionda interlocutrice andrà nella Quinta Strada a negoziare titoli per acquistare isole, pozzi, intere fabbriche.
I giovani nordafricani che sbarcano a Lampedusa hanno idee chiarissime e iniziale modestia e progressiva disponibilità. Sono già diversi da quelli delle ondate di un anno fa. Vogliono non più solo pane, ma lavoro, dignità, certezze… e come le rivendicano!
Gli anticipi che per un secolo hanno versato i loro avi in petrolio, diamanti, oro, braccia e infine anche donne, ora sono nel loro patrimonio genetico come diritti da incassare e subito.
Altrimenti chi li spinge in mare chiuderà e aprirà i pozzi al migliore offerente, e sarà davvero il caos.
Di certo tutte le Massonerie e Rose Rosse stanno da tempo seriamente valutando il fenomeno e come contenerlo e dove canalizzarlo. Come pure i loro massimi coordinatori.
I riti conosciuti e quelli segreti non bastano più a controllare gli avvenimenti sinora determinati e sempre in qualche modo governati. Sacrifici a ritmo continuo non danno grandi risultati ai loro operatori. Gheddafi lasciato senza controllo con i suoi riti ha ottenuto poco e sfasciato molto, e ora potrà solo con fiumi di dollari e petrolio provare a mantenersi ancora per un po’ in sella ad un cammello che gli si disfa sotto come se di sabbia, mentre il nostro Cavaliere anche lui a ruota libera nonostante analoghi riti poderosi per numero e doti delle partecipanti, sente avvicinarsi il momento della verità, e sa che i suoi continui rilanci a poco serviranno allorquando le diverse portaerei, risolto comunque in qualche modo il casino libico, volgeranno la prua verso di lui. Perché il governo del mondo, quando il mondo è in pericolo, è una cosa seria.
Chi invece ha innescato terribili serialità omicidiarie, di coppie, di bimbi o di fanciulle quali Simonetta, Serena, Meredith, Elisa… e così via sino a Sarah e a Yara, sa per certo ormai che è destinato ad essere smascherato e poco conta che trasmetta ad altri allievi della schola come proseguire tale terribile ruolo.
Si è riusciti persino a smuovere il Pianeta con i terremoti indotti - dicono - dagli esperimenti nucleari sotterranei e non così spostando persino l’asse terrestre.
Né la colonizzazione dell’Universo è ancora arrivata al punto di consentire alle oligarchie regnanti di potersi trasferire altrove e da lì lasciare la gente comune a sbrigarsela.
Nel frattempo però un’aura di Giustizia si diffonde, dilaga e pochi in basso, che pur l’avvertono, sanno bene da dove arriva, benché spiri proprio per loro. Quelli che sono molto in alto invece lo sanno, la riconoscono e ne conoscono la forza assoluta e la provenienza, e stanno valutando il da farsi.
E allora? Beh, che una volta per tutte si sbrighino, ma scegliendo la direzione giusta perché non c’è molto da scherzare!

Didascalie (dall'alto verso il basso):

1. Profughi libici;
2. Non più sangue, protesta contro il regime di Gheddafi;
3. Gheddafi e Berlusconi durante l'incontro.

 

 

 

 

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