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martedì 25 gennaio 2014

COME FARA’ RENZI A NON TRUCCARE LE CARTE, poiché l’economia sommersa, la criminalità organizzata, l’illegalità e la corruzione rappresentano secondo Bankitalia ormai il 30% del prodotto interno lordo e quindi una zavorra che frena ogni tentativo di risanamento?

di Marcelo Mariani

Fabio Fazio il giorno dell’avvio del recentissimo Festival di Sanremo e prima di iniziare a presentare le canzoni in gara ha esortato gli Italiani a metter mano al restauro del nostro, nonostante tutto, ancora Bel Paese. Proposito bellissimo, quasi commovente e per nulla retorico, che immagino rivolto essenzialmente ai nuovi governanti e quindi a Renzi, al suo governo nascente e a quanti dovranno operare con lui. Ma poi certamente anche a tutti noi.
Come tanti credo anch’io che Renzi sin dai primi giorni vedrà ingigantirsi i problemi con i quali si sta misurando e che sono d’ogni sorta: politici, economici e sociali. Renzi, che ha dichiarato tanti lodevoli intenti, per governare e produrre frutti avrà bisogno di una solida maggioranza parlamentare, e dovrà far sì che questa si mantenga stabile benché in partenza sia già alquanto eterogenea. Ma a queste ovvie considerazioni aggiungo come secondo me Renzi paia non rendersi conto che a lui occorre riuscire ad ottenere una seconda maggioranza e di tutt’altro genere rispetto a quella che ricerca fra i seggi del Parlamento, una maggioranza non politica e senza la quale non si va proprio da nessuna parte. Questo costituisce lo spunto nuovo di riflessione che io oggi qui suggerisco ai lettori perché qualcuno se ne faccia portatore e diffusore. Renzi deve accertare se esiste ancora, e con quali numeri, quella parte degli italiani che ha il compito di produrre i beni e i servizi che a lui servono subito per governare. E se costoro possono garantire quei tassi di crescita ormai indispensabili per lo sviluppo e l’attuazione degli intenti annunciati.
A) Se si vanno a fare due conti, quei conti che in Italia non si ha purtroppo il coraggio di fare, ci si accorge – ma anche questo è da tempo ben noto – che il 50% dei beni del Paese è davvero in mano al 10% dei cittadini (dati Bankitalia).
B) Ancora da Bankitalia, ma anche questo è arcinoto, vengono i dati che ci dicono che la corruzione e l’illegalità sono un freno fortissimo dell’economia, e che assieme al fatturato di quella sommersa e di quella criminale rappresentano circa un terzo del Pil nazionale, pari a 4/500 miliardi di euro. C) Fra queste cifre la criminalità organizzata da sola è presente con un fatturato complessivo di oltre 170 miliardi di euro e un utile di oltre 110 miliardi di cui oltre 70 miliardi in denaro contante, è "la più grande azienda italiana" (fonti Confesercenti e G. di F.), il suo “ramo commerciale” incide direttamente sul mondo dell'impresa e da solo supera i 100 miliardi di euro, pari a circa il 10% del Pil nazionale.
D) Poi abbiamo il foltissimo nucleo di persone superpagate, 200mila supermanager che impegnati in politica, nelle aziende pubbliche e private, nella burocrazia e nell'amministrazione dello Stato percepiscono mediamente 200mila euro di stipendio oltre ceci e fagioli, cioè oltre prebende, incarichi multipli, pensioni, gettoni e benefit d'ogni genere. Questi 200mila superstipendiati costano ai contribuenti complessivamente 20 miliardi, ma oltre sempre a quei ceci e fagioli con i quali la cifra raddoppia. Infatti oltre a loro ci sono i vice, le segretarie e quanti li affiancano. E che certo non si accontentano di starli a guardare all’ingrasso.
E) Poi ci sono calciatori, gli uomini di spettacolo e persone come Fazio, e tanti, tanti altri che superano di molto la soglia della decenza di tali compensi. E senza ancora parlare di industriali, di Vaticano, di finanzieri, di banche e multinazionali… un elenco sterminato.

Un frequentatore del nostro sito suggeriva nei giorni scorsi una stimolante proposta che qui riporto quasi per intero, valida per tutti i paperoni, spesso senza merito e tali a spese dei contribuenti e che abbiamo appena ricordato: “… aggiungo la proposta di mettere a stipendio zero o a mille euro al mese tutti questi superstipendiati per qualche anno. Tanto hanno sicuramente di che vivere. Ecco trovati i soldi per una quantità di interventi d'urgenza. Un tempo, quando il mondo era mondo, diciamo un po’ più di secolo fa, quando ancora cioè esisteva il senso dell'onore, le persone di potere lavoravano gratis, o almeno molti fra loro di questo ne facevano un vanto. Ora invece pensate, uno di questi manager, da solo, ad esempio un Montezemolo della Ferrari (5,7mln) potrebbe mantenere una cittadina di 400 famiglie di disoccupati dando a ciascuno uno stipendio di mille euro mensili, Scaroni dell'Eni (6,77mln) una di 600, Mastrapasqua e signora lo sanno solo loro, Marchionne una piccola città. Siamo al medioevo? No! Magari. Nel medioevo il signorotto che sfruttava i suoi servi e contadini, assicurava però a tutti loro di sicuro legnate, ma anche un tetto e un pane, mentre questi moderni principi ci ammaniscono solo legnate. Stipendio zero per tutti loro sino al risanamento del Paese se vogliono mantenere il posto, poi riallineamento delle retribuzioni a quelle europee, ma solo in base agli standard di produzione raggiunti. Se non gli sta bene, vengano presi per le orecchie e accompagnati a casa. E con la pensione minima dell'Inps che loro riconoscono come buona per i loro concittadini: ossia quattrocentocinquanta euro”.
Questa proposta che può sicuramente sembrare banale, provocatoria e spicciativa, o altre simili vestite invece di apparente serietà, sono le uniche che permetteranno ancora di governare il Paese, giacché poi si sarà aperta la strada ai Grillo, a quelli della P5, agli sfascisti e alle brigate d'ogni colore. O alla decadenza istituzionalizzata della nostra povera Italia.
Non ha capito il simpatico Fazio, così con lui l'ottimo Renzi, e gli altrettanto ottimi Letta, Monti e naturalmente Napolitano, che dopo tutte queste categorie di privilegiati e di gruppi organizzati palesi o nascosti che fanno economia a parte, ormai gli italiani sui quali contare per riorganizzare il Paese, intendo quelli su cui andare a porre le tasse, sono meno del 49%, cioè meno della metà. Inoltre costoro si ritrovano con le tasche vuote, esausti dopo vent’anni di vampirismo applicato dal sistema nei loro confronti, e sono del tutto senza risorse. E a questa percentuale occorre aggiungere e si badi bene non come forza produttiva, anche l’esercito di disoccupati, di licenziati, di esodati i quali guadagnano zero euro, ossia centomila, cinquecentomila, un milione di volte meno di chi invece percepisce centomila, cinquecentomila o un milione di euro.
Come pensano che sarà possibile chiedere a tutti costoro di continuare a impegnarsi a soffrire per garantire al sistema i tassi di crescita necessari? Ma non sono in grado di farlo nemmeno se lo volessero per fiducia in Napolitano perché è una persona all’antica. Con quali strumenti prelevare denari che non ci sono più? I denari che al Tesoro considerano ancora presenti sui conti correnti appartengono ormai tutti solo a quanti rientrano fra i privilegiati, cioè a quelli che sono collegati con il potere. Ma questi non hanno nessuna voglia di sacrificarsi per Renzi o per l’Europa, figuriamoci per i disoccupati. Lo ha capito per tempo e da oltre due anni Berlusconi, che infatti si è tirato indietro lasciando agli altri il compito di risolvere questo problema impossibile. Anzi agevolandoli generosamente tutti: prima Monti, poi Letta e ora Renzi.

Se i poteri forti non faranno piegare la testa a se stessi e ai 200mila, anche se con motivazioni diverse, se tutti costoro non si toglieranno dalle tasche alcune montagne di capitali, se non si costringerà la criminalità organizzata, se... se... se... come si fa a credere e a far credere che una minoranza di italiani costituita ormai da uno striminzito 49% riuscirà a sgobbare per tutti, a vuotare le tasche dagli ultimi spiccioli ed esaurire le forze fisiche per mantenere i tassi di crescita necessari alle borse, alle banche, ai furbetti, ai ricchi, alla finanza... alla criminalità organizzata.
Come potrà avvenire tutto questo senza truccare le carte? Oppure senza che l’altro fronte, quel 51% detratto dei disoccupati, esodati etc…. che pesa dall’altro piatto della bilancia, venga obbligato con le buone e per spontanea conversione al bene o con la forza a diventare buono, altruista, patriottico, onesto?
E dove collocare la politica spicciola poiché sono pronti gli attacchi al veleno del Pd innanzitutto, ma poi di Sel, poi dei Verdi, poi dei comunisti, e cioè di tutta la sinistra di sempre, litigiosa, invidiosa, casinastica, autolesionista... Questo veleno è stato già iniettato, già circola nelle vene di Renzi. E poi c'è il centro ancora tutto ex Dc che non scherza proprio e fa il paio quanto a invidia, frammentazione, avidità.

Tornando ancora a Fazio, simpatico anche lui finché vuoi, come fa costui ad essere credibile quando invoca questi sacrifici con i compensi che invece percepisce dalla Rai? Ma come fa ad esserlo Brunetta che li ha denunciati in diretta, quando poi è un altro portabandiera della cosiddetta casta? Si sparano addosso fra loro e chiedono agli italiani buona volontà.
Costoro dicono con lo stile di Berlusconi “siamo anche fortissimi contribuenti”. E già perché il lordo della retribuzione o dei guadagni non esce forse tutto intero dalle tasche degli italiani? Le tasse a Fazio o a Berlusconi infatti chi le paga? La contrattazione vera, loro come i calciatori la fanno sul netto, la partita la giocano se il netto è di loro gradimento, perché le tasse le devono pagare coloro che li ingaggiano. Vuoi Fazio? Pagatelo. Vuoi Berlusconi, vuoi Pato, vuoi Santoro? Idem, pagateli. E così via.

Grillo nell'incontro con Renzi secondo me ha portato un colpo forte contro i poteri forti, perché ha mostrato agli italiani con chiarezza e con poche battute efficaci che Renzi sta lì perché ce lo hanno voluto questi poteri. E' in buona parte vero, ma per obiettività bisogna aggiungere che i poteri forti hanno scelto uno che era stato già scelto dal suo popolo, quello fiorentino, e poi dal suo partito, il Pd e a larga maggioranza della base. Quindi un'elezione guadagnata sul campo e dal basso e solo poi, certamente, riconosciuta e fatta propria dai vari colli. A un certo punto arriverà di anche il riconoscimento del colle dove risiede papa Francesco, ma è ancora presto per anticiparlo con certezza. L'attacco portato da Grillo nell’incontro con Renzi, direttamente nelle stanze del potere in formazione, ha messo a fuoco davanti agli occhi e al cervello degli italiani la macchina dietro cui operano i poteri forti. Una macchina "perché nulla cambi", come scriveva Tomasi di Lampedusa nel suo indimenticabile Gattopardo. Argomentazioni negli stessi giorni riprese alla rovescia da Alan Friedman con il suo libro appena uscito: “Ammazziamo il Gattopardo”.
Friedman il giornalista americano che è stato onnipresente sulle nostre tv nelle ultime settimane e che intervista tutti e sa tutto di tutti, è la novità paternalistica che ci è stata mandata per capire quale è la strada che ci è concessa, e lo ha fatto con il suo libro. Ecco il suo decalogo:
- abbattere il debito pubblico;
- creare nuovi posti di lavoro;
- tutelare le fasce più deboli;
- tagliare le pensioni d’oro;
- promuovere l’occupazione femminile;
- ridisegnare la pubblica amministrazione;
- tagliare gli sprechi della Sanità e delle Regioni;
- istituire la patrimoniale;
- liberalizzare i servizi;
- varare una nuova politica d’investimenti.

Renzi deve dunque mostrare agli italiani se intende risanare il Paese svuotando ancora le tasche dei poveracci o invece, come suggeriva il nostro frequentatore del blog, obbligando questo esercito di vampiri e grassatori a compiere un esame di coscienza, a pentirsi. Senza questo ravvedimento ritengo che l'operazione di risanamento del Paese e di riavvio del lavoro e dell'economia sia una missione davvero pressoché impossibile. E allora si andrà di certo presto alle elezioni, addirittura ancora con il porcellum o magari anche con una nuova legge elettorale, ma molto probabilmente l'Italia conoscerà anni e anni di ulteriore declino.
Speriamo che la barbarie e l'ottusità di chi vuole a tutti i costi guidarci e dominarci – e non mi riferisco a Renzi – non determini uno scontro irreversibile

L'Italia è stata tutta immolata in sacrificio perché in Italia, a Roma c'è il Papa e il mondo massonico non italiano deve "punire" l'Italia perché comunque viene ritenuta asservita alla Chiesa. Un'Italia ricca, forte, autorevole, cioè un'Italia consapevole e operosa non la vuole nessuno, non la vogliono i poteri forti, non la vuole la criminalità organizzata.
Il patto di sangue sancito con il rito svoltosi con la reliquia di Giovanni Paolo II temporaneamente sottratta nella chiesa di S. Pietro della Ienca si è compiuto. La reliquia, subito ritrovata, è tornata al suo posto. I celebranti e i partecipanti assistenti alla stipula del patto, al rito (pochi gli italiani), da ora staranno a considerare se è stato più efficace questo rito fiorentino apparentemente incruento o quello siciliano di ventidue anni fa (22 che combinazione!) che sicuramente cruento è però durato – dal loro punto di vista – e con somma efficacia viste le percentuali di cui abbiamo trattato sinora.

Io penso invece, e spero, che una conversione collettiva alla decenza, un recupero progressivo del senso della moralità, dell’italianità, come ha auspicato Fazio sia sempre possibile. Ma certo a cominciare proprio da Fazio stesso, da Brunetta, da Monti, da Berlusconi… dallo stesso Totò Riina (e perché no?) … e quindi da tutti noi, cioè da quanti, a vario titolo, direttamente o indirettamente, portiamo singolarmente e collettivamente tanta responsabilità, intanto per riguardo verso i nostri figli.
Renzi venuto proprio da Firenze, come dice la parola e come afferma lui stesso, c’ha “messo la faccia”. E che altro di più poteva o doveva fare?
Un grande atto di fede occorre quindi, e che ora venga messo in campo da tutti. Un compito titanico, un passaggio etico, di civiltà. Un nuovo rinascimento che molti invocano e proprio sulla spinta proveniente dalla città del Mostro di Firenze. Ma stavolta per un riscatto da questo Mostro.

Descrizione immagini (dall'alto verso il basso)

1. Matteo Renzi su Vanity Fair

2. Beppe Grillo & Fabio Fazio

3. Alan Friedman

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