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Mercoledì 8 Dicembre 2010

 

UN NUOVO E CONTINUO OLOCAUSTO
Continuano con la scomparsa della fanciulla Yara casuali combinazioni…
o vi è dell’altro?

Abbiamo ricevuto ieri una lunga email di un nostro lettore che qui di seguito vi proponiamo perché ci pare contenga elementi che meritano una più approfondita analisi.
Infatti le circostanze così dolorose che hanno toccato tante famiglie con un dolore inconsolabile, pensiamo che possano essere osservate anche sotto una visuale che se corrispondesse alla realtà e quindi non fosse solo una successione di casualità o, più ancora, una forzatura dell’autore, ci direbbe in maniera illuminante come il Male assoluto abbia delle sue misteriose centrali da cui si originano a getto continuo terribili progetti devastatori.
E in questo caso chi c’è dietro, se c’è? Invitiamo quindi i lettori a provare a rispondere con loro riflessioni.
L'autore dell'email ci ha chiesto di non far comparire il proprio nome.

Vado osservando da tempo in occasione di tanti delitti o scomparse di bimbi, ragazzini e ragazze di tutte le età, come spesso, accanto ai particolari più disparati sulla vita dei loro genitori e che già talvolta li estraggono dalla genericità (quali ad esempio l’appartenenza a inusuali gruppi religiosi o altro), il nome stesso delle innocenti vittime e talvolta dei loro fratelli sia di origine ebraica. Quasi che questa attribuzione del nome che avviene alla nascita di ciascuno di noi, costituisca un codice, che innocente involontario e sentimentale per i genitori che lo conferiscono, sia motivo invece di attrazione diabolica per quegli operatori del Male che con le loro misteriose alchimìe raggiungono le nostre vite e i nostri cari quando una involontaria “porta aperta” da un qualsiasi nostro gesto di vita ne consente a loro il passaggio. Proprio come quando un ladro – appunto per un ingresso distrattamente lasciato incustodito – entra furtivo nelle nostre case rubandoci spesso quanto è per noi molto prezioso.
Ecco quindi un primo e invero disordinato elenco che ho formato oggi, ma che forse potrebbe essere integrato da chissà quanti altri nomi:
Yara Keba Gioele e Natan Gambirasio; Tommaso Onofri; Salvatore Pappalardi; Sarah Scazzi e poi Sabrina e Michele Misseri; Maria Geusa; Samuele e Davide Lorenzi; Elisa Claps; Meredith Kercher, Marta Russo, Simonetta Cesaroni…
Si badi bene però che l’osservazione non è soltanto rivolta alla serialità dei nomi che qui appare, poiché infatti assumendo quale presupposto di codice l’origine latina o germanica o araba dei loro nomi, forse troveremmo che attorno a noi innumerevoli altri bimbi o fanciulli o ragazzi scomparsi o uccisi hanno nomi con quest’altra origine.
La mia attenzione quindi su tale serialità tutta “ebraica” è stata catturata da un ulteriore particolare loro comune denominatore: e cioè il clamore scoppiato attorno ad ognuno di tali casi e l’esasperante fastidioso ostinato inserimento dei media che espropriano spesso inquirenti, parenti e sacerdoti dei loro ruoli.
Con una violenza che persino a Porta a Porta – trasmissione di amplificazione per eccellenza – veniva ieri sera anche da Vespa stigmatizzata!
E poi, consentitemi anche questa “divagazione” esagerata, il furioso incendio del Monte Carmelo mi è parso un segno di rivendicazione violenta, “lampante” la scena, fermato poi solo da una provvidenziale pioggia giunta miracolosamente così come al tempo di Elia.
Insomma un metodo che sembra echeggiare una sua provenienza da un certo mondo della cultura, da quello dei padroni del linguaggio, del messaggio, della trasmissione e… appunto, dei codici! In tale programma delittuoso, se confermato, apparirebbe quasi un proseguimento o sfruttamento del delitto stesso o l’impostazione di un olocausto di nuovo e altrettanto terribile genere.
Il compimento del delitto da parte di altri – ad esempio – è l’occasione di inserimento dello sciacallo iena o avvoltoio che sia, che diviene predatore della vittima esanime per l’invio di un suo messaggio. Un delitto nel delitto. Una sua esasperata consumazione sino all’ultimo brandello.
Come il recentissimo caso della povera Sarah, così come si accennava giorni fa in un post, il cui corpo viene, dopo l’assassinio, anche se forse solo a parole, terribilmente violato. Consumazione he oggi parla di olocausto, ma domani in un’altra serialità di nomi o di circostanze o di programmi, invierà un altro messaggio.
A molti di voi a leggere tutto questo verrà probabilmente da ridere, ma se provassimo una volta tanto a concederci una pausa nella nostra frenesia di vita? E quindi a riconoscere e a poterci tutelare, come tanto spesso suggerisce Gabriella, tra quanto ci avviene attorno, i segni in codice della presenza e della lotta del Male contro il Bene?

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