Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............

29.09.21 – L'ANNUNCIAZIONE DELL'ANGELO GABRIELE A MARIA, E A TUTTI NOI (IL PRIMO MIRACOLO DI GESU')

di Carmelo Maria Carlizzi

 

All'incirca duemila anni fa, Gabriele, uno dei tre Arcangeli dei quali ricorre oggi il ricordo, recava un 25 marzo alla fanciulla Maria promessa sposa a Giuseppe l'annuncio che in lei il Padre Celeste, cioè Dio, proponeva l'incarnazione del suo Figlio, di Gesù Cristo.

Poi, sempre l'Arcangelo, aggiungeva che questo Figlio di Dio era portatore di un preciso destino e ruolo, ossia di particolari doni regali per lui previsti dal Padre suo. Sappiamo ancora – noi che ci crediamo – che il “Fiat” di Maria determinò istantaneamente in lei l'incarnazione del Figlio di Dio.

Sappiamo pure – noi che ci crediamo – che Gesù da quell'istante è quindi un vero uomo. Mi spiego meglio, da quell'istante Gesù per essere riconosciuto d'essere un vero uomo non doveva certo aspettare che trascorressero tre, quattro, cinque o venti settimane, o che San Tommaso o la Bonino o l'ostetrica dessero il loro parere, cioè che stabilissero quando il grumo di cellule che lui ancora era, poteva considerarsi un individuo, un uomo a tutti gli effetti.

Gesù da quel Fiat – sempre per noi che ci crediamo – era dunque già un vero uomo.

E Gesù da vero uomo e vero Dio – sempre per noi che ci crediamo – in quell'istante, nell'istante del “Fiat”, compiva dunque il suo primo miracolo, cioè quale vero uomo mostrava a tutta l'umanità di ogni luogo e tempo che qualsiasi individuo è un vero uomo sin dall'istante del concepimento, e non quando lo stabilisce San Tommaso o la Bonino o l'ostetrica.

Altrimenti Gesù non sarebbe un vero uomo, ma un Superman, un Nembo Kid. Se cioè Gesù non si fosse affacciato al mondo con uguali possibilità di ogni vero uomo, non avrebbe potuto costituire un esempio per l'umanità. Chiaro?

Sempre per noi, pochi o tanti, cattolici o ebrei o musulmani – lo ripeto naturalmente per noi che ci crediamo –, quel grumo di cellule appena concepite è quindi un uomo a tutti gli effetti. Un uomo poi portatore di un destino assegnatogli da Dio.

E allora anche noi, a buon diritto, possiamo dire con Papa Francesco che l'aborto, ossia l'eliminazione tramite un sicario di un bimbo appena concepito, o con solo un secondo di vita o un mese o tre o sei mesi di vita, l'aborto tanto per esser chiari, è un omicidio vero e proprio, così come sarebbe stato un omicidio l'uccisione, nel grembo di Maria, di quel Gesù appena concepito.

Lettera aperta a Papa Francesco

mercoledì 30 settembre 2020

di Carmelo Maria Carlizzi

Santità, la Sua lotta aperta e senza mezzi termini volta alla sensibilizzazione dell’umanità tutta a riguardo della tutela dell’ambiente naturale e dell’equa distribuzione delle risorse, libera da prevaricazioni di questo o di quel Paese, di questo o quel potentato economico, tale Sua lotta se accolta può segnare l’avvio di un’inversione di tendenza rispetto ai comportamenti predatori da parte delle società più ricche sinora avvenuti in danno delle persone e delle comunità più povere.

Il risanamento della Natura e di quanto essa ci offre deve però essere assolutamente preceduto o almeno accompagnato dalla sospensione del peccato dell’aborto quale segno concreto della volontà dell’uomo e della donna di voler procedere nella riappacificazione con Dio. Infatti tale peccato dell’aborto, il più grave dei peccati, è l’espressione sanguinosa di una vera e propria sfida portata a Dio da millenni sotto la guida di Satana, ma ancor più dal dopoguerra a oggi con la promulgazione in ormai quasi tutti i Paesi del mondo negli ultimi decenni di leggi che incoraggiano e sostengono le pratiche abortive, anche le più spregevoli e addirittura a spese, come oggi in Italia, del sistema sanitario pubblico.

SPESSO SI ATTRIBUISCONO GLI EVENTI NEGATIVI DEL VISSUTO PERSONALE DI UNA PERSONA, O ANCHE DI UNA FAMIGLIA, ALL’ESSERE VITTIME DI UN “MALEFICIO”…. UNA PAROLA CHE INCUTE TIMORE, UN NEMICO CHE AGGREDISCE LA NOSTRA ESISTENZA SENZA MOSTRARE IL PROPRIO VOLTO… E QUANDO CAPITA DI LAMENTARE TALUNI MALESSERI, SI RISCHIA DI ESSRE CONSIDERATI PAZZI, O INCLINI A MANIE DI PERSECUZIONE.
NON E’ COSI’, E AD AFFERMARLO CON COMPETENZA E UNA VITA DI ESPERIENZA E’ PADRE GABRIELE AMORTH, AUTORE DI “NUOVI RACCONTI DI UN ESORCISTA”, UN TESTO DAL QUALE ABBIAMO RITENUTO UTILE RIPORTARE QUI DI SEGUITO LA STORIA VERA DI UN CASO DI MALEFICIO.
 
La signora Nadia apparteneva a una famiglia tradizionalmente cattolica: preghiere quotidiane, messa festiva, confessione frequente, comunione settimanale.

Il marito, commerciante d'alto livello, condivideva la fede e le pratiche della moglie.
Vincendo il dispiacere di non poter avere figli, si decisero di adottare una bambina e un bambino, che furono loro assegnati dal Tribunale dei minori.

Questo fu l'inizio di gelosie da parte di stretti familiari, che temevano perdite di aiuti economici e che contavano su prospettive di eredità.

Il fratello di Nadia aveva sposato una donna con forti tendenze allo spiritismo e alla stregoneria.

Nel 1978 iniziarono per Nadia disturbi di salute, che turbarono le sue precedenti buone condizioni.
Erano colpiti particolarmente il cuore, il fegato, la milza.
Le cure mediche non diedero né guarigione né sollievo.
Poi incominciarono difficoltà d'ordine spirituale: difficoltà a pregare, rifiuto dell'Eucaristia, tentazioni di bestemmie contro il Crocifisso e la Vergine, veri e propri blocchi che impedivano di partecipare a funzioni religiose e a prediche.

Nell'estate del 1988 Nadia dovette sottoporsi all'operazione di asportazione della cistifellea; l'intervento non diede i risultati sperati e il medico curante consigliò una cura termale.
Qui Nadia accusò forti disturbi, per cui ricorse al medico locale.
Il medico intervenuto, dopo aver sentito bene la storia dei mali della paziente e dopo averla visitata, le chiese se era credente.
Alla risposta affermativa, disse decisamente: «Ciò di cui lei soffre va oltre la scienza medica; le consiglio di consultare un sacerdote e, se vuole, gliene indico uno non lontano da qui, che mi sembra adatto al suo caso».

Il sacerdote aiutò Nadia nella preghiera, la incitò alla lotta spirituale a cui è chiamato ogni cristiano militante, e fece su di lei delle preghiere di liberazione.
Evidentemente queste preghiere, ripetute in più occasioni, suscitarono delle reazioni tali da insospettire il sacerdote, che diede questo consiglio: «Lei ha bisogno di un sacerdote esorcista.
Ne faccia richiesta al suo vescovo e, se non ha fortuna, si rivolga ad un altro vescovo vicino».

Quando i coniugi ritornarono a casa, si informarono subito presso la curia vescovile e fu loro indicato l'esorcista diocesano.
Questi li ricevette a casa sua, il sedici agosto 1988.
Dopo un esame approfondito, che richiese tre incontri, il sacerdote procedette a preghiere di liberazione volte a spezzare i legami tra Nadia e le persone che le erano nocive: un'amica, che era gelosa per i figli che Nadia era riuscita ad adottare e voleva farla passare per pazza; la cognata dedita alla stregoneria; alcuni domestici che i coniugi avevano assunto per una loro casa di campagna.

Questa casa di campagna era circondata da un ampio terreno agricolo e vi si sentivano strani rumori.
Si venne a sapere che i precedenti proprietari erano membri di sette sataniche, per cui partecipavano o addirittura ospitavano in casa riti magici e messe nere.
Si procedette all'esorcismo della casa e gli oggetti che parvero sospetti vennero esorcizzati e bruciati.
In questo modo la pace ritornò in quella casa, ma continuarono i «blocchi» che impedivano a Nadia di recarsi in chiesa, di comunicarsi, di pregare, di leggere la Parola di Dio.
Dopo una nuova ricerca di discernimento condotta anche con la collaborazione dello psichiatra che aiuta abitualmente l'esorcista diocesano, il sacerdote decise di esorcizzare Nadia.

Dopo i primi esorcismi non vi furono miglioramenti riguardo ai blocchi spirituali; ma le reazioni della paziente dimostrarono con ancor più chiarezza l'assenza di sintomi di patologia psichiatrica, mentre invece le reazioni sataniche emersero in progressivo aumento, fino a far diventare Nadia furiosa, in modo da dimostrare tutta la forza della possessione da cui era stata colpita.

L'esorcista, seguendo i metodi da lui collaudati, si rivolgeva ai diversi demoni per spezzare i legami occulti esistenti tra ogni persona negativa e Nadia.

Questa è stata la formula da lui usata: «Nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo, per i meriti della Santissima Vergine Maria, per l'intercessione di S. Michele Arcangelo, dei santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i santi, spezzo ogni legame occulto di magia nera (o di stregoneria, o di maleficio... secondo i casi) tra Nadia e te, spirito immondo (quando veniva confessato il nome, si pronunciava il nome del demonio); lego ogni potere di questo spirito e gli ordino di lasciare Nadia e di andarsene ai piedi della croce di Gesù».

Nadia reagiva fortemente all'invocazione dei nomi di Maria Santissima, dei santi Pietro e Paolo, di S. Michele, e degli altri nomi che il sacerdote invocava: p. Pio, Giovanni Paolo II, il Curato d'Ars...

Molti esorcisti sono soliti farsi dire, dalle persone che benedicono, quali sono i santi di cui sono più devote.
Poco per volta Nadia ha ritrovato una maggior facilità alla preghiera e alla comunione eucaristica.

Bisogna riconoscere che le ha giovato moltissimo l'aiuto di suo marito che prega con lei, partecipa agli incontri di preghiera, interviene quando si accorge che la moglie ne ha bisogno.

In questi casi è molto importante che una persona sia sostenuta da qualcuno accanto, che l'aiuti.

Procedendo negli esorcismi, il sacerdote ha usato sempre più le preghiere di intercessione: salmi, litanie, rosario, preghiere di lode.
Sono preghiere che fanno inviperire il demonio, al punto di spingerlo a cercare compromessi: «Potresti metterti d'accordo con me».

Dapprima sono cessate le bestemmie; viene solo insultato l'esorcista.
Ma un giorno il maligno propone: «Lasciami queste sei persone della famiglia e io me ne andrò», e indica chi vuole.

Dopo aver pregato lo Spirito Santo, l'esorcista ha pregato per spezzare ogni legame di magia nera, di maleficio, di stregoneria, con ognuna delle sei persone che il maligno voleva per sé.

Nel frattempo il demonio si infuriava sempre più.

Quando poi il sacerdote ha consacrato ognuna di quelle sei persone al Cuore Immacolato di Maria, il demonio ha urlato come un disperato: «Se me li prendi, cosa mi rimane? Cosa divento?».

Nel momento in cui scriviamo (1992) Nadia non è ancora giunta alla guarigione totale, ma quasi; e il progresso è costante.

Notiamo alcune cose per utilità di altri.

Nadia fa molto uso, con grande fede, di acqua benedetta, sia per segnarsi sia per berla. Durante gli esorcismi è molto sensibile all'unzione con l'olio; ha anche ricevuto con molta devozione “l'Unzione degli infermi”.
Si confessa spesso, anche suo marito, e afferma che questo sacramento la fortifica molto. Anche i figli adottivi, di venti, ventidue anni, hanno ricevuto effetti benefici da questa intensa vita di preghiera.
Si è resa palese la presenza di più demoni, con a capo Asmodeo (nome biblico, che indica uno dei più forti).
Spesso il sacerdote ha insistito sulla data del battesimo di Nadia, con efficaci reazioni. A un esorcismo è intervenuto anche il vescovo che ha poi manifestato la sua soddisfazione sia per come procedono le cose, sia per aver potuto partecipare.

Articolo inserito il 21 Settembre 2008

“PRECAUZIONI NEL MINISTERO DELLA PREGHIERA DI LIBERAZIONE”
RIPORTIAMO QUI DI SEGUITO UNA CONFERENZA TENUTA DA MONSIGNOR MILINGO SUL TEMA DELL'ESORCISMO COSI' COME PUBBLICATA NEL CAPITOLO NONO DEL LIBRO “CREDERE PER GUARIRE” A CURA DI ANNA MARIA TURI.
“ Satana esisteva anche quando Gesù Cristo camminava sulla terra. Leggiamo infatti nel Vangelo: «Nella Sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il santo di Dio!". Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!" E il demonio, gettandolo a terra in mezzo alla gente, usci da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?"» (Luca 4,33-35).
Ancor oggi, il Diavolo sfida la potenza di Gesù. Egli sa tuttavia di non avere presa sulla specie umana, giacché Gesù lo ha vinto. Ci rallegriamo quindi nel vedere la gente ammalata accedere ai doni dello Spirito, e nel ministero della Liberazione dai demoni pronunciare la formula, che in fondo è tanto semplice: «Gesù, guariscimi. Gesù, ti amo. ln nome di Gesù, io ti scaccio, o Satana».
Noi miriamo a coinvolgere la persona ammalata nella Libera-zione. Ma in certi casi il Diavolo è tanto forte da non consentire al posseduto di pronunciare il nome di Gesù perché egli ne conosce la potenza, mentre a volte i pazienti sembrano non afferrarne completamente l'efficacia. Tuttavia quelli che fanno si che i loro sforzi abbiano successo sono molti.
Gli ammalati devono credere anche nella potenza deI sacrificio e deI sangue di Gesù e, durante il ministero della Liberazione dai demoni, devono cooperare. Leggiamo infatti nell' Apocalisse:
« Ma essi lo hanno vinto
per mezzo deI Sangue dell' Agnello,
e grazie alla testimonianza delloro martirio» (Apocalisse 12, 11).
Il passo autorizza a compiere la cosiddetta «invocazione deI sangue» nel ministero in questione, che rappresenta una dura lotta contro i poteri delle tenebre. Anche se siamo sicuri della vittoria, dobbiamo infatti essere in grado di conquistarla, conoscendo la procedura dell'esorcismo contro gli spiriti maligni e mantenendoci forti e saldi al loro cospetto.
Il primo suggerimento riguardante il ministero della Liberazione dai demoni è quello di cercare di identificare il nemico e quindi di conoscerne il nome. Egli puo manifestare la propria presenza dando luogo a tutti i fenomeni della possessione, come la trance, le convulsioni, ecc.; ma fino a quando non si rivela e non parla, le preghiere sembrano non riguardarlo. Quindi è bene rivolgere le seguenti domande:
- Chi sei ?
- ln quanti siete ?
- Da quanto tempo siete con lui (o con lei) ? -
Dov'è la vostra dimora in lui (o in lei) ? -
Quale malattia avete causato in lui (o in lei) ?
 
Non preoccupatevi molto dell'ordine delle domande. Cio che io stesso trovo importante è la scoperta tempestiva dell'identità e deI numero dei demoni. Non è sempre facile ottenere le risposte nel modo e nel momento in cui le vogliamo. Inoltre, davanti aIle risposte, dobbiamo fare attenzione, perché alcune possono essere false o poco precise. Ma con l'esperienza ci si abitua a riconoscere quanto va preso sul serio e quanto va scartato, perché individuato come pura menzogna. Dite ai demoni che sono bugiardi. Risponderanno: «Oh, allora ci conosci!».
Non dobbiamo mai stancarci di ricorrere all'uso dell'autorità di Gesù. Quando gli spiriti sono muti, il che significa soltanto che non vogliono parlare, si deve fare uso dell'autorità di Gesù: «Io vi ordino in nome di Gesù di dirmi la verità: chi siete? Io vi ordino in nome di Gesù di parlare e di dirmi i vostri nomi». ln certi momenti i demoni possono soltanto muovere La lingua e sussurrare qualche parola. Ma si deve insistere perché parlino distintamente.
Mentre ci appelliamo all'autorità di Gesù, dobbiamo esserne al tempo stesso i degni rappresentanti e frenare i nostri impulsi. Infatti le risposte deI Maligno e della sua congrega non sono piacevoli da udire. Se reagiamo e siamo quasi tentati di prendere a calci gli spiriti maligni, sbagliamo. A questo punto è più saggio tagliar corto con le domande e procedere senz'altro alla funzione dell'esorcismo. Ripeto: non dobbiamo adirarci mai con gli spiriti maligni. Dobbiamo adoperare l'autorità di Gesù e mantenerci interiormente calmi e fiduciosi.
Vi sono alcuni esorcisti che nel loro ministero usano il rituale della Chiesa, ve ne sono altri che adoperano le preghiere approvate da Papa Leone XIII, parte delle quali venivano dette dopo la Messa nell'antico rito latino. Io apprezzo nell'uno e nelle altre l'esorcismo esplicitamente rivolto al Maligno e alla sua compagnia. Non si tratta di girare in tondo; il Diavolo va chiamato con il suo nome: Satana. Quando l'esorcista arriva al punta in cui sente di avere esaurito le preghiere, o sente che ne debbano essere aggiunte altre più significative, vada avanti e pronuncio che il Signore gli suggerisce. Senza dubbio nessun esorcista ometterà preghiere personali e spontanee: sono importanti. Quando il posseduto è nell'afflizione, le parole dell'esorcista possono avere un effetto rilevante se ad ispirarle è una fede profonda.
Situazioni e circostanze non sono sempre le stesse. Cosi, aggiungere qualche preghiera in una determinata situazione, non essendo soddisfatti di quello che si è recitato nel rituale, significa soltanto rendere più completo l'intervento di Liberazione dalla possessione diabolica.
D'altra parte, l'esorcista deve sapere che non vi sono preghiere speciali per espellere gli spiriti maligni, di ogni genere e grado. È importante percio recitare formule spontanee allo scopo di prepararsi per qualsiasi evenienza. Infatti Satana puo resistere anche quando si pronuncia il nome di Gesù, e può anche sentirlo ripetere varie volte prima di essere scacciato. Egli è capace di tenere una conversazione molto seria con l'esorcista, con logica e calma; può far mostra deI suo potere nel torturare fisicamente la vittima dinanzi all'esorcista. Per coloro che non sono consapevoli delle tattiche deI Diavolo questa manifestazione della sua personalità può essere sconcertante. Quando egli fa cosi, l'esorcista dovrebbe concentrarsi su qua1che parola adatta, tratta dalle Scritture. Io stesso mi sono rivolto in qualche occasione alle Scritture, ed ho sempre trovato la parola efficace, atta a tenere a bada il Nemico."

Articolo inserito il 9 Agosto 2008

PADRE GABRIELE MARIA BERARDI
SECONDA PARTE: I NOSTRI NEMICI SPIRITUALI
I demoni sono nemici spirituali, ed è responsabilità di ogni cristiano combattere con loro nella battaglia spirituale (Ef 6, 10-12; 2 Cor 10, 3-4). La Scrittura, riferendosi alla nostra battaglia con Satana e i suoi, fa pensare alla guerra, parla di una lotta senza quartiere, di combattimento corpo a corpo con i principi delle tenebre: è una battaglia molto personal e vicina, il nemico è un essere spirituale, le armi sono spirituali. La guerra suggerisce anche tattiche di disturbo: questo significa che la tattica di Satana è di disturbarci, di opprimerci nelle varie aree della nostra mente (emozioni, decisioni, ecc.) e del corpo fisico e perciò i cristiani spesso sono oppressi e disturbati dal nemico in un modo o nell’altro. Quando uno è ignorante dei progetti del nemico, ricorre per sollievo a tranquillanti, pillole per dormire o cure psichiatriche varie, ma il rimedio di Dio per la vittoria su queste oppressioni è la battaglia spirituale. La Bibbia ci insegna come il cristiano può combattere i demoni e sconfiggerli: bisogna imparare i modi pratici, gettar via le nostre armi, e usare quelle spirituali; il cristiano deve sapere quali sono armi e usare quelle spirituali; il cristiano deve sapere quali sono queste armi, come impiegarle, le tattiche dei nemici e quelle di difesa.

Leggi la prima parte dell'articolo

 

Il capitolo 6 della Lettera agli Efesini ci dice quattro cose importanti del nostro nemico spirituale.

1°.Stiamo combattendo contro PRINCIPATI, in greco “archàs”: questa parola è usata per descrivere un insieme di capi, principi e comandanti, cioè una serie di “leaders” organizzati.

Il termine sottolinea proprio l’organizzazione del regno di Satana: forse le sue forze sono organizzate, come nell’esercito, con generali, colonnelli, maggiori, capitani, e giù fino ai soldati semplici.

Satana è il capo, ed ha sotto di sé una serie di spiriti soggetti l’uno all’altro.

In inglese la parola “principato” è definita come “territorio o giurisdizione di un principe, o appezzamento che dà titolo ad un principe”, quindi questi principi sono assegnati a diverse aree, come nazioni e città. Ciò appare comprensibile nel capitolo 10 di Daniele: Daniele dopo aver aspettato per tre settimane in preghiera una parola del Signore, vide un angelo, che gli disse di essere stato inviato dal Signore stesso per farlo incontrare con il re di Persia. Non fa riferimento ad un principe della terra, ma parla di un principe demonio, e da questo è chiaro, come vi siano dei principi spirituali maligni, messi da Satana sulle nazioni e le città per eseguire piani diabolici.

così noi scopriamo che la nostra battaglia spirituale, abbraccia più che la nostra vita individuale: combattiamo per le nostre case, le nostre comunità e nazioni.

Il nemico è altamente organizzato e si muove secondo un disegno malvagio.

2°. La nostra battaglia è contro POTESTA’, in greco “exousias” (autorità). I demoni posti nelle varie aree e territori hanno l’autorità di eseguire gli ordini loro assegnati. Il cristiano non deve sentirsi scoraggiato nell’apprendere l’esistenza di questa autorità, perché egli ne ha una più grande: è ricoperto dell’autorità del nome di Gesù: “Nel mio nome, essi cacceranno i demoni” (Mc 16, 17).

Questo versetto ci dice che il cristiano ha un’autorità più garnde di quella dei demoni, perché essi sono soggetti all’autorità del NOME DI GESU’.

La Scrittura ci rivela che i demoni hanno , oltre all’autorità, anche la “potenza” (dunamis) (Lc 10, 19), ma anche il cristiano ha avuto da Dio un potere più garnde di quello del nemico: “Riceveret potenza, dopo che lo Spirito sarà sceso su di voi” (At 1, 8); il potere del cristiano viene a lui con il Battesimo.

Gesù, quando manda i dodici, “diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie” (Lc 9, 1).

Quando manda i settanta discepoli, due a due, essi ritornano dicendo che i demoni fuggivano nel Nome di Gesù (Lc 10, 17-19).

Il compito che Gsù ha dato alla sua Chiesa, viene garantito dalla stessa autorità e dallo stesso potere.

In Marco (16, 17) si dice che il cristiano può cacciare il demonio nel Nome di Gesù, e la promessa non è limitata agli Apostoli o ai primi discepoli, ma è per tutti i cristiani di ogni tempo.

Noi abbiamo oggi lo stesso potere e la stessa autorità che sono stati dati alla Chiesa inizialmente: sarebbe folle muovere contro il nemico senza tali potere e autorità.

Se il potere èvenuto dal Battesimo, l’autorità ci è venuta attraverso la Salvezza.

Il potere si evidenzia attraverso i doni dello Spirito (1 Cor 12, 7-11), e tra questi, “”il discernimento degli spiriti” è indispensabile in questa battaglia.

Il poliziotto è un esempio di autorità e potere: ognuno riconosce la sua autorità nella sua uniforme, e se vi è qualcuno che non rispetta questa autorità, il poliziotto può estrarre la sua arma e puntarla, ha il potere, cioè, di imporre la sua autorità.

Anche a noi il Signore ha dato potere e autorità (Mt 16, 18), necessarie nella battaglia spirituale.

3°. Dobbiamo imparare che combattiamo contro i PRINCIPI DELLE TENEBRE DI QUESTO MONDO, e questo termine indica l’intenzione del nemico di esercitare un controllo sul mondo, permessogli da Adamo attraverso il peccato.

Nelle tentazioni di Gesù nel deserto, Satana parla di dare a Gesù tutti i regni del mondo, ma ora noi dobbiamo considerarlo un invasore: Supponiamo di avere una proprietà, ed abbiamo il diritto di non fare entrare nessuno.

Viene un viandante che, nonostante l’avviso, entra nella proprietà: quando lo troviamo possiamo dirgli di andarsene perché non ha nessun diritto di stare lì; è importante capire che gli spiriti diabolici non hanno nessun diritto sui cristiani. Essi possono invader, ma quando noi prendiamo l’iniziativa e diciamo loro di andarsene, devono partire.

Gesù spiega la sua forza nel cacciare il demonio in Luca (11, 20-22), quando dice che l‘armatura dell’uomo forte viene spazzata via da Lui, per cui il nemico resta indifeso, mentre un cristiano, indossando l’armatura di Dio (Ef 6, 11) diventa vulnerabile agli attacchi.

Se Satana sta espandendo il suo regno, forse la Chiesa non ha usato abbastanza il suo potere e la sua autorità: ma oggi una larga parte del corpo di Cristo ha imparato a conoscere il nemico e la propria battaglia spirituale, e muove contro i principi delle tenebre; e più cristiani entrano in questa battaglia, più Satana viene sconfitto.

4°. La battaglia è anche contro GLI SPIRITI DEL MALE CHE ABITANO NELLE REGIONI CELESTI: ciò indica lo scopo del demonio, la sua sete di distruzione; esso appare come un angelo di luce sempre con quello scopo.

Gesù stesso dice che il “ladro viene per rubare, uccidere, distruggere” (Gv 10, 10).

Queste quattro espressioni in Efesini (6, 13) ci danno un’idea valida del regno di Stana, della sua organizzazione e dei suoi scopi; e noi non abbiamo nessun vantaggio se ignoriamo queste cose, anzi permettiamo che il suo lavoro continui irrefrenabile.

Molti di noi non combattono la battaglia spirituale perché non ne capiscono l’importanza o non sanno come combattere.

Oggi Satana esercita il suo potere attraverso lo spiritismo, l’occultismo, le false religioni come non mai nella storia passata, e la Chiesa deve riesaminare le proprie risorse.

Bill Grahm ha scritto: “Tutti i cristiani devono combattere la battaglia spirituale ... ed è ovvio, per chi lo sa, che il demonio può opprimere ogni cristiano e controllarlo.

Molti ministri devono imparare, quindi, ad usare il potere di Dio per liberare l’uomo dal Demonio”.

COME E’ POSSIBILE?

Come può uno spirito maligno abitare in un corpo che è tempio dello Spirito Santo?

Non sembrerebbe logico, ma la logica non sempre si identifica con la verità, oppure si fonda su premesse non esatte.

La spiegazione di questo connubio si basa sulla differenza tra ANIMA e SPIRITO, due termini che il Nuovo Testamento delinea singolarmente.

Lo SPIRITO, detto anche “pneuma”, è quella parte dell’uomo che gli permette di accogliere e conoscere le cose divine: “Ma l’uomo che non ha ricevuto lo Spirito di Dio non è in grado di accogliere le verità che lo Spirito di Dio fa conoscere. Gli sembrano assurdità, e non le può comprendere ...” (1 Cor 2, 14).

L’ANIMA è invece quella parte dell’uomo che comprende emozioni, intelletto e volontà. La triplicità dell’intelletto umano è espressa bene in 1 Ts 5, 23: “Dio, che dona la pace, vi faccia essere degni di Lui e custodisca tutta la vostra persona – spirito, anima e corpo – senza macchia fino al giorno in cui verrà il Signore nostro Gesù Cristo”.

Quando lo stesso Paolo dice agli Efesini (2, 1) “... eravate senza vita ...”, non intende certo la vita corporale, ma quella spirituale: la morte, prima di Gesù, era la non-comunicazione con Dio e la figliolanza delle tenebre, ovvero la non percezione del mistero divino.

La nuova nascita (salvezza) fa nascere un nuovo spirito nell’uomo, Gesù viene nello spirito dell’uomo (1 Gv 5, 11-12): “La testimonianza è questa: che Dio ci ha dato la vita eterna, ce l’ha data mediante il Figlio suo, Gesù.

Lo spirito divino abita, quindi, lo spirito umano nel compiersi della Salvezza.

Gli spiriti maligni vengono così confinati nel corpo e nell’anima del cristiano, e possono disturbare le emozioni, l’intelletto, la volontà ed i corpi, ma non lo “spirito di cristiano”.

Scopo della liberazione è rimuovere i demoni dalle aree dove possono entra, in modo che Gesù regni anche in queste aree dell’uomo.

E’ certo che Lui può può farlo comunque, ma ha dato, anche a noi la responsabilità di salvezza: “... datevi da fare per la vostra salvezza con grande umiltà, perché Dio opera in voi, e vi rende capaci, non soltanto di volere, ma anche di agire...” (Fil 2, 12-15).

La traduzione di salvezza in questo passo è “sotèria”, che vuol dire “liberazione dalle molestie del nemico”.

Appare evidente perciò tutto il concetto: Gesù ha liberato il nostro SPIRITO dal potere di Satana, e poi ci ha detto e ci dice anche oggi di darci da fare per la liberazione delle molestie del nemico per quanto riguarda la nostra ANIMA e il nostro CORPO.

23 Ottobre 2007
a cura di Gabriella Pasquali Carlizzi

(Brano estratto dall’Opera di Maria Valtorta, alla quale Gesù dettò in via straordinaria tutto il Vangelo)

Gesù tentato da Satana nel deserto.
Come si vincono le tentazioni.

24 febbraio 1944. Giovedì dopo le Ceneri.

Vedo la solitudine petrosa già vista alla mia sinistra nella visione del battesimo di Gesù al Giordano. Però devo essere addentrata in essa, perché non vedo affatto il bel fiume lento e azzurro, né la vena di verde che lo costeggia alle sue due rive come alimentata da quell'arteria d'acqua. Qui solo solitudine, pietroni, terra talmente arsa da esser ridotta a polvere giallastra, che ogni tanto il vento solleva con piccoli vortici, che paion fiato di bocca febbrile tanto sono asciutti e caldi. E tormentosi per la polvere che penetra con essi nelle narici e nelle fauci. Molto rari, qualche piccolo cespuglio spinoso, non si sa come resistente in quella desolazione. Sembrano ciuffetti di superstiti capelli sulla testa di un calvo. Sopra, un cielo spietatamente azzurro; sotto, il suolo arido; intorno, massi e silenzio Ecco quanto vedo come natura.

Addossato ad un enorme pietrone, che per la sua forma, fatta su per giù così come mi sforzo a disegnarla, fa un embrione di grotta, e seduto su un sasso trascinato nell'incavo, al punto +, sta Gesù.
Si ripara così'dal sole cocente. E l'interno ammonitore mi avverte che quel sasso, su cui ora siede, è anche il suo inginocchiatoio e il suo guanciale quando prende le brevi ore di riposo avvolto nel suo mantello, al lume delle stelle e all'aria fredda della notte. Infatti là presso è la sacca che gli ho visto prendere prima di partire da Nazareth. Tutto il suo avere.
E, dal come si piega floscia, comprendo che è vuota del poco cibo che vi aveva messo Maria.
Gesù è molto magro e pallido. Sta seduto con i gomiti appoggiati ai ginocchi e gli avambracci sporti in avanti, con le mani unite ed intrecciate nelle dita. Medita. Ogni tanto solleva lo sguardo e lo gira attorno e guarda il sole alto, quasi a perpendicolo, nel cielo azzurro. Ogni tanto, e specie dopo aver girato lo sguardo attorno e averlo alzato verso la luce solare, chiude gli occhi e si appoggia al masso, che gli fa da riparo, come preso da vertigine.

Vedo apparire il brutto ceffo di Satana.
Non che si presenti nella forma che noi ce lo raffiguriamo, con corna, coda, ecc. ecc.
Pare un beduino avvolto nel suo vestito e nel suo mantellone, che pare un domino da maschera. Sul capo il turbante, le cui falde bianche scendono a far riparo sulle spalle e lungo i lati del viso. Di modo che di questo appare un breve triangolo molto bruno, dalle labbra sottili e sinuose, dagli occhi nerissimi e incavati, pieni di bagliori magnetici.
Due pupille che ti leggono in fondo al cuore, ma nelle quali non leggi nulla, o una sola parola: mistero. L'opposto dell'occhio di Gesù, tanto magnetico e fascinatore anche esso, che ti legge in cuore, ma nel quale leggi anche che nel suo cuore è amore e bontà per te. L'occhio di Gesù è una carezza sull'anima. Questo è come un doppio pugnale che ti perfora e brucia.
Si avvicina a Gesù: «Sei solo?».
Gesù lo guarda e non risponde. «Come sei capitato qui?
Ti sei sperduto?». Gesù lo guarda da capo e tace.
«Se avessi dell'acqua nella borraccia, te la darei. Ma ne sono senza anche io. M'è morto il cavallo e mi dirigo a piedi al guado. Là berrò e troverò chi mi dà un pane.
So la via. Vieni con me. Ti guiderò».
Gesù non alza più neppure gli occhi.
«Non rispondi? Sai che, se resti qui, muori? Già si leva il vento. Sarà bufera. Vieni».
Gesù stringe le mani in muta preghiera.
«Ah! sei proprio Tu, dunque? È tanto che ti cerco! Ed ora è tanto che ti osservo.
Dal momento che sei stato battezzato. Chiami l'Eterno? È lontano. Ora sei sulla Terra ed in mezzo agli uomini. E negli uomini regno io. Pure mi fai pietà e ti voglio soccorrere, perché sei buono e sei venuto a sacrificarti per nulla. Gli uomini ti odieranno per la tua bontà. Non capiscono che oro e cibo e senso. Sacrificio, dolore, ubbidienza, sono parole morte per loro più di questa terra che ci è d'intorno. Essi sono aridi più ancora di questa polvere. Solo il serpe può nascondersi qui, attendendo di mordere, e lo sciacallo di sbranare. Vieni via. Non merita soffrire per loro. Li conosco più di Te».

Satana si è seduto di fronte a Gesù e lo fruga col suo sguardo tremendo e sorride con la sua bocca di serpe. Gesù tace sempre e prega mentalmente.
«Tu diffidi di me. Fai male. Io sono la sapienza della Terra. Ti posso esser maestro per insegnarti a trionfare. Vedi: l'importante è trionfare. Poi, quando ci si è imposti e si è affascinato il mondo, allora lo si conduce anche dove si vuole noi. Ma prima bisogna essere come piace a loro. Come loro. Sedurli facendo loro credere che li ammiriamo e li seguiamo nel loro pensiero.

Sei giovane e bello. Comincia dalla donna. È sempre da essa che si deve incominciare.
Io ho sbagliato inducendo la donna alla disubbidienza. Dovevo consigliarla per altro modo. Ne avrei fatto uno strumento migliore e avrei vinto Dio. Ho avuto fretta. Ma Tu!
Io t'insegno, perché c'è stato un giorno che ho guardato a Te con giubilo angelico, e un resto di quell'amore è rimasto, ma Tu ascoltami ed usa della mia esperienza. Fàtti una compagna. Dove non riuscirai Tu, essa riuscirà. Sei il nuovo Adamo: devi avere la tua Eva.

E poi, come puoi comprendere e guarire le malattie del senso se non sai che cosa sono? Non sai che è lì il nocciolo da cui nasce la pianta della cupidità e della prepotenza? Perché l'uomo vuole regnare? Perché vuole essere ricco, potente? Per possedere la donna. Questa è come l'allodola. Ha bisogno del luccichio per essere attirata. L'oro e la potenza sono le due facce dello specchio che attirano le donne e le cause del male nel mondo. Guarda: dietro a mille delitti dai volti diversi ce ne sono novecento almeno che hanno radice nella fame del possesso della donna o nella volontà di una donna, arsa da un desiderio che l'uomo non soddisfa ancora o non soddisfa più. Vai dalla donna se vuoi sapere cosa è la vita.
E solo dopo saprai curare e guarire i morbi della umanità.
È bella, sai, la donna! Non c'è nulla di più bello nel mondo. L'uomo ha il pensiero e la forza. Ma la donna! Il suo pensiero è un profumo, il suo contatto è carezza di fiori, la sua grazia è come vino che scende, la sua debolezza è come matassa di seta o ricciolo di bambino nelle mani dell'uomo, la sua carezza è forza che si rovescia sulla nostra e la accende. Si annulla il dolore, la fatica, il cruccio quando si posa presso una donna, ed essa è fra le nostre braccia come un fascio di fiori.
Ma che stolto che sono! Tu hai fame e ti parlo della donna. La tua vigoria è esausta.
Per questo, questa fragranza della terra, questo fiore del creato, questo frutto che dà e suscita amore, ti pare senza valore. Ma guarda queste pietre. Come sono tonde e levigate, dorate sotto al sole che scende. Non sembrano pani? Tu, Figlio di Dio, non hai che dire: "Voglio", perché esse divengano pane fragrante come quello che ora le massaie levano dal forno per la cena dei loro familiari. E queste acacie così aride, se Tu vuoi, non possono empirsi di dolci pomi, di datteri di miele? Satollati, o Figlio di Dio! Tu sei il Padrone della Terra. Essa si inchina per mettere ai tuoi piedi se stessa e sfamare la tua fame.
Lo vedi che impallidisci e vacilli solo a sentir nominare il pane? Povero Gesù! Sei tanto debole da non potere più neppure comandare al miracolo? Vuoi che lo faccia io per Te? Non ti sono a pari. Ma qualcosa posso. Starò privo per un anno della mia forza, la radunerò tutta, ma ti voglio servire, perché Tu sei buono ed io sempre mi ricordo che sei il mio Dio, anche se ora ho demeritato di chiamarti tale. Aiutami con la tua preghiera perché io possa... ».
«Taci. "Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che viene da Dio"».

Il demonio ha un sussulto di rabbia. Digrigna i denti e stringe i pugni. Ma si contiene e volge il digrigno in sorriso. «Comprendo. Tu sei sopra le necessità della Terra e hai ribrezzo a servirti di me. L'ho meritato. Ma vieni, allora, e vedi cosa è nella Casa di Dio.

Vedi come anche i sacerdoti non ricusano di venire a transazioni fra lo spirito e la carne. Perché infine sono uomini e non angeli. Compi un miracolo spirituale.
Io ti porto sul pinnacolo del Tempio e Tu trasfigurati in bellezza lassù, e poi chiama le coorti di angeli e di' che facciano delle loro ali intrecciate pedana al tuo piede e ti calino così nel cortile principale. Che ti vedano e si ricordino che Dio è. Ogni tanto è necessario manifestarsi, perché l'uomo ha una memoria tanto labile, specie in ciò che è spirituale.
Sai come gli angeli saranno beati di far riparo al tuo piede e scala a Te che scendi!». «"Non tentare il Signore Iddio tuo", è detto».
«Comprendi che anche la tua apparizione non muterebbe le cose, e il Tempio continuerebbe ad esser mercato e corruzione. La tua divina sapienza lo sa che i cuori dei ministri del Tempio sono un nido di vipere, che si sbranano e sbranano pur di predominare. Non sono domati che dalla potenza umana.

E allora, vieni. Adorami. Io ti darò la Terra. Alessandro, Ciro, Cesare, tutti i più grandi dominatori passati o viventi saranno simili a capi di meschine carovane rispetto a Te, che avrai tutti i regni della Terra sotto il tuo scettro. E, coi regni, tutte le ricchezze, tutte le bellezze della Terra, e donne, e cavalli, e armati e templi. Potrai alzare dovunque il tuo Segno, quando sarai Re dei re e Signore del mondo. Allora sarai ubbidito e venerato dal popolo e dal sacerdozio. Tutte le caste ti onoreranno e ti serviranno, perché sarai il Potente, l'Unico, il Signore. Adorami un attimo solo! Levami questa sete che ho d'esser adorato! È quella che mi ha perduto. Ma è rimasta in me e mi brucia. Le vampe dell'inferno sono fresca aria del mattino rispetto a questo ardore che mi brucia l'interno. È il mio inferno, questa sete. Un attimo, un attimo solo, o Cristo, Tu che sei buono! Un attimo di gioia all'eterno Tormentato! Fàmmi sentire cosa voglia dire essere dio e mi avrai devoto, ubbidiente come servo per tutta la vita, per tutte le tue imprese. Un attimo! Un solo attimo, e non ti tormenterò più! ».
E Satana si butta in ginocchio, supplicando.
Gesù si è alzato, invece. Divenuto più magro in questi giorni di digiuno, sembra ancora più alto. Il suo volto è terribile di severità e potenza. I suoi occhi sono due zaffiri che bruciano. La sua voce è un tuono, che si ripercuote contro l'incavo del masso e si sparge sulla sassaia e la piana desolata, quando dice: «Va' via, Satana. È scritto: "Adorerai il Signore Iddio tuo e servirai Lui solo"! ».
Satana, con un urlo di strazio dannato e di odio indescrivibile, scatta in piedi, tremendo a vedersi nella sua furente, fumante persona. E poi scompare con un nuovo urlo di maledizione.
Gesù si siede stanco, appoggiando indietro il capo contro il masso. Pare esausto. Suda. Ma esseri angelici vengono ad alitare con le loro ali nell'afa dello speco, purificandola e rinfrescandola. Gesù apre gli occhi e sorride. Io non lo vedo mangiare. Direi che Egli si nutre dell'aroma del Paradiso e ne esce rinvigorito.
Il sole scompare a ponente. Egli prende la vuota bisaccia e, accompagnato dagli angeli, che fanno una mite luce sospesi sul suo capo mentre la notte cala rapidissima, si avvia verso est, meglio verso nord-est. Ha ripreso la sua espressione abituale, il passo sicuro. Solo resta, a ricordo del lungo digiuno, un aspetto più ascetico nel volto magro e pallido e negli occhi, rapiti in una gioia non di questa Terra.
Dice Gesù:
«Ieri eri senza la tua forza, che è la mia volontà, ed eri perciò un essere semivivo.
Ho fatto riposare le tue membra e ti ho fatto fare l'unico digiuno che ti pesi: quello della mia parola. Povera Maria! Hai fatto il mercoledì delle Ceneri. In tutto sentivi il sapor della cenere, poiché eri senza il tuo Maestro. Non mi facevo sentire. Ma c'ero.
Questa mattina, poiché l'ansia è reciproca, ti ho mormorato nel tuo dormiveglia: "Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem", e te l'ho fatto ripetere molte volte, e tante te le ho ripetute. Hai creduto che parlassi su questo. No. Prima c'era il punto che ti ho mostrato e che ti commenterò. Poi questa sera ti illustrerò quest'altro.

Satana, lo hai visto, si presenta sempre con veste benevola. Con aspetto comune.
Se le anime sono attente, e soprattutto in spirituali contatti con Dio, avvertono quell'avviso che le rende guardinghe e pronte a combattere le insidie demoniache.
Ma se le anime sono disattente al divino, separate da una carnalità che soverchia e assorda, non aiutate dalla preghiera che congiunge a Dio e riversa la sua forza come da un canale nel cuore dell'uomo, allora difficilmente esse si avvedono del tranello nascosto sotto l'apparenza innocua e vi cadono. Liberarsene è, poi, molto difficile.

Le due vie più comuni prese da Satana per giungere alle anime sono il senso e la gola. Comincia sempre dalla materia. Smantellata e asservita questa, dà l'attacco alla parte superiore. Prima il morale: il pensiero con le sue superbie e cupidigie; poi lo spirito, levandogli non solo l'amore - quello non esiste già più quando l'uomo ha sostituito l'amore divino con altri amori umani - ma anche il timore di Dio. È allora che l'uomo si abbandona in anima e corpo a Satana, pur di arrivare a godere ciò che vuole, godere sempre più.

Come Io mi sia comportato, lo hai visto. Silenzio e orazione. Silenzio. Perché, se Satana fa la sua opera di seduttore e ci viene intorno, lo si deve subire senza stolte impazienze e vili paure. Ma reagire con la sostenutezza alla sua presenza, e con la preghiera alla sua seduzione.

È inutile discutere con Satana. Vincerebbe lui, perché è forte nella sua dialettica. Non c'è che Dio che lo vinca. E allora ricorrere a Dio, che parli per noi, attraverso a noi. Mostrare a Satana quel Nome e quel Segno, non tanto scritti su una cartao incisi su un legno, quanto scritti e incisi nel cuore. Il mio Nome, il mio Segno. Ribattere a Satana, unicamente quando insinua che egli è come Dio, usando la parola di Dio. Egli non la sopporta.

Poi, dopo la lotta, viene la vittoria, e gli angeli servono e difendono il vincitore dall'odio di Satana. Lo ristorano con le rugiade celesti, con la grazia che riversano a piene mani nel cuore del figlio fedele, con la benedizione che accarezza lo spirito.
Occorre avere volontà di vincere Satana e fede in Dio e nel suo aiuto. Fede nella potenza della preghiera e nella bontà del Signore. Allora Satana non può fare del male.
Va' in pace. Questa sera ti letificherò col resto».