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Domenica 27 Febbraio 2011
CHI L’AVREBBE DETTO… ANCHE IL TERREMOTO!
di Marcelo Mariani

La scena internazionale è da alcuni giorni occupata in particolare da tre vicende: il terremoto che ha colpito la Nuova Zelanda, la serie di rivolgimenti nei paesi arabi e musulmani e … la persistenza al governo del nostro Cavaliere.

Partendo dall’ultima dobbiamo dare atto al capo del Governo che è solo grazie a lui e alle sue iniziative se l’Italia è al centro dell’interesse mondiale. Nemmeno il Papa riesce ultimamente ad attirare tanta attenzione pur avendo quale fonte di ispirazione e di spunti etici a portata di mano la beatificazione di Giovanni Paolo II; anzi pare che tutti gli esponenti della Chiesa che dovrebbero essere delegati come d’uso per richiami e tirate d’orecchie, vadano invece defilandosi, preferendo anch’essi il ricorso a percorsi riservati, a svicolare, a sistemarsi le sottane, a tentare di disporre diversamente le carte, anziché – come si suol dire – “prendere il toro per le corna” (in verità lui si è definito un torero).

Qui si sta verificando una curiosa inversione di valori.
Qui si parla davvero di una personalità a cui molti debbono chiedere consiglio senza falsi pudori. A partire da Obama, Putin, Sarkozy, Merkel… Costui pare avere il dono dell’inamovibilità assoluta, e basata su innumerevoli e invisibili sottili fili che lo tengono fermo lì, in piedi!
Se appena appena gli altri governanti riflettono che a lui è bastato assai poco – solo parlarne, pronunciarne i nomi – per vedere in un attimo decotti uomini che da oltre trent’anni dominavano i loro paesi con pugno di ferro, c’è di che stare alla larga. E senza tutte quelle ironie che si sentono da Santoro. E’ successo!
E con i politici di casa non va diversamente: Fini tra qualche giorno tornerà a bussare anche lui alla sua porta, Bossi se non vuol perdere la parola deve continuare a mostrare lealtà, Casini strilla strilla ma poi farà quello che da Oltre Tevere gli indicheranno, Bersani Franceschini e Bindi non sanno più che pesci prendere, Di Pietro non parla o dice sfondoni facili da contestare, Vendola prova a farsi notare ma prende schiaffoni.
E’ rimasto Napolitano a mantenere dignitosamente la posizione o, come si usa dire, a stare sul pezzo; è l’unico a cui chiedere aiuto, ma solo fino a quando non scade il settennato, dopodiché con la maggioranza assoluta il gioco è fatto… e sempre che per una sua improvvisa arrabbiatura non si accorcino i tempi.

 

La relazione con i rivolgimenti nei paesi arabi non è anch’essa per nulla sofisticata, anzi è al centro di innumerevoli ironie e barzellette che continuano a fare il giro del mondo. Ed ora anche in un libro. Infatti, gli accadimenti nel mondo arabo dicono che in esatta coincidenza con la nota bugia su Mubarak (ma non potrebbe essere l’attuazione o l’avvio di un sofisticatissimo rituale?) e la danza del bunga bunga (che invece è un preciso rituale) si è scatenata la rivolta in Tunisia, subito dopo in Egitto e quindi in Libia, ma con fiammate violente in numerosi altri paesi arabi.
Dittatori e principi saldamente al potere da decenni sono stati sbalzati via o si trovano in serio pericolo. E con un tributo di sangue elevatissimo. L’esterefatto Gheddafi, proprio lui che ha insegnato la danza incriminata al Cavaliere, si ritrova ad esserne la “vittima” principale costretto a far massacrare migliaia di libici da mercenari provenienti dal profondo cuore dell’Africa, proprio là dove lui ha probabilmente estratto il tanto noto rituale. E che Gheddafi non si sia ancora reso ben conto di quel che gli è capitato lo si è letto nel suo avvertire su Al Qaeda, nel suo minacciare Usa e Italia che vede accomunati come avversari (e quindi in combutta con Bin Laden?), nel suo dire “non ho accumulato ricchezze”, nel suo promettere soldi a tutti purché tornino alle loro case, nel suo vedersi sfuggire dalle mani tanti bei progetti, tanta nobiltà beduina o berbera, tanto accreditamento faticosamente riconquistato verso l’occidente; e come dimenticare le gloriose esibizioni dei suoi cavalieri di fronte ai carabinieri italiani. E poi il baciamano del Cavaliere, e le amazzoni, e i figli disposti a capo di tutto, e tutto quel buon petrolio, ed ora anche un figlio che lo rinnega… quarant’anni di lavoro finiti così! C’è da diventar matti. Ma ormai pare comunque destinato inesorabilmente ad uscire di scena da un momento all’altro.

Ed ecco che il Cavaliere di cui invece da gennaio si celebrava la liquidazione, data per prossima di giorno in giorno a causa degli effetti disastrosi sull’opinione pubblica nazionale e internazionale delle sue squallide serate, eccoti che invece, proprio dal crollo dei regimi dittatoriali del nord Africa, pare trarre nuova linfa politica, rigenerarsi nella credibilità, salire di stima sulla scena internazionale, acquistare ruolo e rango, essere considerato proprio dagli Usa un grande amico, un validissimo rappresentante di un paese fondamentale per l’equilibrio dell’area… insomma quella del bunga bunga imparato a dovere appare una cura che tra un po’ volenti o nolenti verrà imitata anche da esponenti di paesi di provata serietà politica.
Per chi ci crede, tra la danza rituale del Nostro e la scomparsa di ben tre dittatori confinanti tra loro e con l’Italia pare evidente correre un nesso non solo temporale o casuale. Da questi tre paesi affluiscono all’Italia gas, petrolio, mano d’opera, problemi vari e di contro partono investimenti, grandi lavori, turisti, quanto in definitiva ora appare costituire un circuito davvero virtuoso.
Ma come non premiare chi è esponente attivissimo di tale circuito, protagonista indubbio di un’Italia che intanto si fa carico delle prime migliaia di profughi, poi mette a disposizione le basi militari, poi si inserisce nelle prime fasi dell’assestamento e fa intravedere come percorribile la prossima reintroduzione degli occidentali nelle nuove realtà che si verranno presto a determinare; insomma ben presto, se Gianni Letta riuscirà a tener a bada il Cavaliere, tutti, l’Onu e anche Bagnasco, dimenticheranno volentieri le note danze birichine archiviando anche tante altre sue intemperanze.
E la Boccassini? Ci pensiamo dopo, una cosa per volta, ci si sentirà rispondere.
E probabilmente a sistemare le cose nell’area, e quindi anche in Italia, arriverà, perché no, anche l’aiutino di quel piccolo Paese schiacciato sul Mediterraneo da cinque paesi arabi e sempre minacciato, nonostante le proprie potentissime armate, di annientamento da tutti i vicini, ma che convincerà il sempre docile fratello Fini a far pace - tanto di potere ce n’è per tutti - e così il Nostro potrà, udite udite, finalmente esprimere al meglio di nuovo le sue ben note capacità imprenditoriali con una bella serie di reti televisive dove con i metodi dal risultato ormai sperimentato, e qualche decina di canali, un Grande Fratello Arabo fornirà democraticamente divertimento e distrazioni a iosa. Del resto siamo o no tutti figli dello stesso padre Abramo?.

Sì va bene, ma il terremoto in Nuova Zelanda che c’entra? Be’ non è mica mia l’indicazione, è stata fatta in questi giorni dal maggiore quotidiano nazionale che ha collegato senza ironie particolari, quasi parlasse di sfortuna, i casini del Cavaliere del ’94 con il contestuale terremoto di Los Angeles, quasi a far intendere che ogni volta che lo si fa arrabbiare dopo trema la terra, così come è avvenuto adesso in Nuova Zelanda.
Ma a parte questo, ora il discorso è più serio, nel senso tradizionale del termine, poiché di poco serio in quanto subiamo in Italia e in quanto stanno dando in sacrificio umano gli Arabi o i terremotati non c’è proprio nulla.
E’ ormai noto a tutti, e da tutti condiviso, lo stretto rapporto di causa effetto che vi è tra la gestione sconsiderata del territorio, abusivismo, cementificazione, deforestazione – a livello di borghi, regioni e stati – e tanti disastri naturali, che si chiamano alluvioni, esondazione di fiumi, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento delle acque, gas serra, inquinamenti d’ogni sorta, cicloni, e, appunto, persino terremoti.
Ma è anche bene precisare come lo stesso rapporto di causa effetto si palesa in tutti i comportamenti contrari alla dignità dell’uomo e alla verità, e di nuovo da parte di borghi, regioni e stati, che poi così determinano ogni sorta di disastri e terremoti sociali e popolari.
E allora vediamo come sia pacifico che chi ci governa, a qualsiasi livello, rechi in sé responsabilità e poteri nella gestione del territorio, ambito dell’espressione fisica dell’uomo, e allo stesso tempo abbia responsabilità e poteri nella gestione della dignità dell’uomo e di quanto di essa sono espressione come il lavoro, la cultura, la libertà, il decoro…
Ecco quindi come nelle mani del Cavaliere si raccolgono poteri, compiti e responsabilità che si integrano tra loro, determinando il benessere e la dignità ovvero la miseria e la schiavitù del nostro Paese. Come pure è pacifico che le responsabilità del singolo nella tenuta ordinata delle proprie competenze non sono da meno di quelle di chi lo governa.
Perciò il disfacimento delle connessioni armoniche e virtuose fra tutte le diverse funzioni singole o di governo, dell’ecosistema e del sistema politico, determina di conseguenza i temuti disastri, tra cui anche proprio i terremoti.

E il nostro Cavaliere, a sentire tanti, è in prima fila in comportamenti che poi danno comunque il via all’emulazione, alla mistificazione, allo scempio delle risorse, del territorio e della dignità umana.
Il nostro Cavaliere in questo impegno però non è solo, ma è sostenuto in Italia dal palese consenso di molti e dalla discreta inerzia di altri.
Ed ora potrebbe, Dio non voglia, trovare riconoscimento, conforto e aiuto anche dai maggiori Paesi d’ogni dove, quale novello “uomo della provvidenza”.
Come dire in numeri che: 4 (il Cavaliere) + 3 (gli Arabi) = 7 (il Terremoto).


Didascalie (dall'alto verso il basso):

1. Terremoto in Nuova Zelanda, il campanile della Cattedrale di Christchurch;
2. Un'immagine della rivolta in Libia;
3. Gheddafi e Berlusconi durante l'incontro.

 

 

 

 

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