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Paolo Borsellino, ancora solo una commemorazione

Domenica 19 luglio 2020

di Carmelo Maria Carlizzi

Ancora una volta noi italiani che crediamo nella Giustizia ci siamo ritrovati a commemorare le due grandi stragi avvenute nel 1992 a Capaci e a Via d'Amelio. Per chi vorrà, propongo anche di andarsi a rileggere i miei diversi articoli pubblicati nelle stesse ricorrenze degli anni scorsi su questo sito, scritti a ricordare questi due eroi di un tempo che è rimasto presente e il cui sacrificio ancora non si è per nulla compiuto. Infatti il patto di sangue che con tali stragi pareva essere stato stipulato in Italia fra l'Antistato e lo Stato non ha ancora prodotto nulla di quanto era nei programmi delle parti contraenti. Solo la criminalità organizzata, terzo attore contraente, ha incassato qualche “giusta” anticipazione sul premio dovutole per il servizio di collaborazione, confusione e copertura fornito nelle stragi di Falcone e Borsellino e di quanto avvenuto a loro corollario. Inoltre il Covid 19 proprio ora è purtroppo intervenuto a guastare ogni cosa e proprio quando si stavano per disporre le carte sul tavolo delle trattative che avrebbero dovuto almeno dare anche a Cesare quel che è di Cesare. Non si sa davvero come sarà possibile distribuire risorse che ancora non ci sono, ma che saranno di certo prima o dopo poste a disposizione del nostro governo Conte che avrà intanto anche proceduto all'ennesima spremuta delle tasche degli italiani di oggi e di molti dei prossimi anni. Ma si badi bene che di tali risorse, una volta accontentate le giuste attese della criminalità organizzata, poi quelle dei diversi prestatori d'opera che generosamente hanno anticipato con interessi usurari quanto ha consentito di continuare a pagare stipendi e pensioni, oltre a far fronte almeno in parte a impegni pubblici improrogabili, ben poco resterà ancora per affrontare i giganteschi compiti che sono di fronte ai nostri politici. Ironia a parte capite dunque qual'è il vero problema da risolvere? Lo diciamo ancora una volta: gli Italiani debbono poter aggiungere nel preventivo di ogni investimento pubblico e privato una somma pari ad almeno il 10% indispensabile per assolvere gli impegni nei confronti del crimine organizzato, poi una percentuale sconosciuta ma immaginabile e non meno pingue per saziare le attese del sistema politico che è davvero insaziabile e solo allora si può cominciare a pensare seriamente agli investimenti improrogabili e secondo le regole finanziarie classiche.

Siamo quindi arrivati ad un sulplus di oltre il 20%! Ma a questo punto il sistema è ormai esausto, la ragioneria dello Stato non sa cosa inventarsi e la capacità di Conte di mediare non sa più dove trovare quegli spazi che gli permettano di presentarsi in Parlamento per raccogliere i consensi necessari a proseguire i negoziati con i partner europei dopo aver subito salassi, irrisioni, ingiurie d'ogni genere da parte dei partiti d'opposizione nostrani. Oltre all'attenta osservazione a cui ben sa che dovrà essere sottoposto da quegli stessi partner europei. Ma altrove come fanno? All'estero non hanno anche loro da affrontare gli stessi salassi? No, miei cari! Le percentuali pretese per tangenti e quant'altro dai nostri vicini d'Europa sono di gran lunga inferiori e comunque non altrettanto pressanti e vessatorie, sistematiche e organizzate come quelle da sempre in uso in Italia. Ed ecco perché noi come Paese restiamo quasi sempre indietro, anche ricorrendo alla dieta mediterranea, ossia alla capacità tutta italiana di porre in tavola, con pochi soldi, quanto necessario per un pranzo comunque sufficiente a sfamare i commensali e rimanendo sempre appetitoso. Quanto tempo ancora in Italia si riuscirà con questa bella fantasia a risolvere il problema, consentendo a padri e a madri di famiglia di fare la spesa? Come potrà questo sistema andare avanti all'infinito? Un giorno questa scalata al potere non potrà che fermarsi allorché sarà stata raggiunta la conquista della vetta, sempre se riuscirà in tale intento. Nel frattempo potrà occupare vari posti di potere, anche al vertice delle istituzioni e di lì aprire la strada ad altri. Ma tutto questo è già avvenuto ed è tuttora in corso, lo si evince di continuo dalla cronaca che ogni giorno ci propone notizie di arresti per corruzione di funzionari pubblici legati a questo o a quell'altro politico. Quindi l'occupazione dei gangli del potere specie economico non è più solo in corso, essa è già avvenuta e deve solo continuare a consolidarsi. Se così è, e sembra che così sarà sempre peggio, che razza di Paese stiamo andando a costruire, anzi a ricostruire? Cosa stiamo sanando? La montagna di miliardi che in questi giorni pare che ci siano stati posti a disposizione oltre a pagare nell'immediato stipendi e pensioni per cosa serviranno? Una volta completato il ponte di Genova e qualche altra opera più urgente, siamo sicuri che resterà di che provvedere a risanare la rete viaria? E quella ferroviaria? E si pensa se resterà nelle casse dello Stato quanto ci permetterà di provvedere alle innumerevoli opere per la messa in sicurezza del territorio italiano tanto fragile e sfasciato come constatiamo ad ogni evento atmosferico? Oltre a strade, ferrovie e territorio, poi ci sono milioni di italiani già vicini alla soglia della povertà o a rischio licenziamento, mentre altri milioni temono per le loro famiglie e per le loro imprese poiché botteghe, fabbriche, centri commerciali, aziende sono sull'orlo della paralisi, e tutto questo lo si legge a chiare note su tutti i giornali. Su nessun giornale però si legge un serio invito affinché tutti noi ci poniamo su un cammino di risanamento morale da cui solo può scaturire ogni altro risanamento. Anzi, seppure nelle cronache non se ne parla, non è difficile immaginare l'avvio della corsa di mafiosi e ndranghetisti d'ogni risma verso l'accaparramento delle nuove risorse in arrivo. A voler essere complottisti estremi parrebbe che l'olandese Mark Rutte sia stato mandato da ben occulti suggeritori per mettere in difficoltà il nostro Paese elargendo, apparentemente a fatica e di malavoglia, ma in realtà a piene mani quanto già si sapeva che non potrà da noi essere restituito e quindi rendendo ancora una volta l'Italia terra di conquista ben oltre quanto non sia sino ad oggi già avvenuto. Sembrerebbe che a questo punto, cioè quando i mafiosi si saranno installati ben saldi sulle poltrone del potere politico e, per capirci meglio, quando al posto di Mattarella si sarà insediato un criminale o un assassino e non più solo un prezzolato rappresentante della criminalità organizzata, come faranno quegli amministratori a far quadrare i conti, anche se al passivo? Qual'è la soglia oltre la quale non può andare la criminalità senza far saltare l'intero sistema all'interno del quale ricava i suoi guadagni? A quel punto forse diverranno per forza di cose onesti, ma questo appare impossibile a meno di un miracolo. Altrimenti quale altra strada avranno pensato di poter percorrere per proseguire a far funzionare la macchina dello Stato allorché, avendo occupato tutti gli spazi, per forza di cose si saranno posti loro alla guida del sistema? Come faranno a dialogare con i loro omologhi non altrettanto corrotti degli altri paesi? Corromperanno tutti? E se anche riusciranno in tale intento dopo che accadrà? In quale baratro precipiterà allora l'Italia e poi l'Europa e poi il mondo sotto il governo della Mafia?

 

Foto e didascalie:

- Paolo Borsellino

- Via D'Amelio subito dopo la strage

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