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Nostro servizio - Lunedì 31 Agosto 2009

ROMA…. NEL CONDOMINIO DI VIA CASSIA N. (omissis)…
TANTI ANIMALISTI… MA ANCHE TANTI“DISUMANI”…?
...UNA STORIA CHE SA DEL GROTTESCO SE SOLO CI SI RICORDA DI ESSERE NEL TERZO MILLENNIO…
PER QUESTO ABBIAMO DECISO DI RENDERE PUBBLICO QUANTO SI SPERA INDUCA IN PERSONE CHE SI RITENGONO “CIVILI” IL RISPETTO DOVUTO AI DISABILI…
La signora Giuditta (nome convenzionale ma significativo come colei che tagliò la testa ad Oloferne) da pochi giorni abita nell’elegante condominio di via Cassia al numero civico (omissis).

A dire il vero, la scorsa settimana, durante il trasloco, aveva avuto un primo e più che indicativo approccio con l’educazione dei coinquilini, quando entrando nel garage, parcheggiava in prossimità dell’ascensore, in quanto disabile di tipo motorio per arti inferiori.

In quell’occasione, le si era avvicinato un tizio che lavorava nella cantina, il quale, senza nemmeno presentarsi, con il dito indice a mò di avvertimento, le dice: “Qui lei non può parcheggiare, deve spostare la macchina subito…”

La signora Giuditta, sconcertata dal tono ineducato dell’anonimo signore, rispondeva di essere la nuova condomina e spiegava che è disabile…”

L’ ”eroe di turno” non sente ragioni, e la signora onde evitare che il figlio da cui era accompagnata rispondesse ai toni provocatori, portava l’auto fuori.

L’episodio la fa riflettere, anche perchè quando ha deciso di venire ad abitare in questo condominio, era rimasta colpita da come l’intera area condominiale era ben curata, le aiuole perfette, insomma un impatto dal quale Giuditta aveva dedotto che seppure il merito era del custode che se ne curava, sicuramente dovevano abitarci persone civili.

E comunque si riprometteva di censurare il fatto alla prima Assemblea.

E sono giunti così i giorni del trasloco, un disagio per tutti, ma correttamente la signora Giuditta aveva affisso un biglietto al portone d’ingresso scusandosi con i condomini.

Il giorno stesso che Giuditta si è trasferita in pianta stabile nella sua nuova casa, si vede presentare un uomo, l’amministratore del condominio, il signor Giuseppe Lecca.
La signora pensa che sia lì per darle il benvenuto, e invece costui le rappresenta una serie di lamentele espresse da non meglio precisati condomini.

La prima, riguarda il parcheggio della macchina della signora nel posto auto all’aperto riservato agli “handicappati in transito” e non ad una “handicappata” residente.
Salvati cielo!

Giuditta guarda fisso negli occhi l’Amministratore, poi esplode: “ Lei di fronte a me la parola handicappato non la sua, ha capito? Esiste la parola disabile… non le consento di esprimersi scorrettamente.. “ . Lui risponde: “ Se è per questo possiamo chiamarli “diversamente abili… come lei preferisce…”.

E poi spiega che il posto auto occupato dalla signora, è riservato ad eventuali ospiti handicappati (insiste sul termine e la signora lo corregge), i quali possono fermarsi lì solo per scendere dall’auto e poi la stessa auto deve essere immediatamente spostata.
Giuditta gli scoppia a ridere in faccia, anche perché non sa immaginare visivamente la scena di un disabile che va a trovare qualcuno, scende dalla propria auto parcheggiata nell’apposito spazio, e poi la sposta contestualmente.

E nel caso fosse accompagnato, il disabile scende, e l’accompagnatore va a parcheggiare altrove l’auto.
Ma in tal caso, il disabile può scendere comunque il più vicino possibile alla rampa, dato che la sosta è brevissima e non richiede necessariamente un parcheggio, come al contrario è necessario al disabile residente.

L’Amministratore replica che il regolamento è questo, e la signora Giuditta gli ribadisce che lei non intende spostare la sua auto, anzi le dice che se subirà qualche dispetto, dato che lei è una giornalista investigativa sotto scorta, saprà a chi rivolgersi.

Il clima è teso, ma Giuditta è sul piede di guerra e approfitta della circostanza per far presente all’Amministratore che nel condominio ci sono caldaie non a norma, e aggiunge anche che nei garage accedono persone che non hanno titolo, in quanto non possiedono alcun box, ma sfruttano l’accesso per scaricare pacchi e spesa vicino all’ascensore….
Loro che certo non sono disabili!
Che vergogna!

Poi ci sono le lamentele di chi ha osato calunniare la signora accusando i traslocatori di aver recato danni all’ascensore.
Ma con Giuditta le menzogne non reggono e l’Amministratore stesso, di persona avendo verificato, ha dovuto ammettere che in effetti l’ascensore era nello stesso stato precedente l’arrivo del “ciclone Giuditta”.

Ma c’è di più…

L’Amministratore, in una successiva telefonata ricevuta dalla signora Giuditta, dice di aver notato che la stessa ha stretto rapporti di amicizia molto velocemente con i vicini di pianerottolo…. “sa, magari poi finisce che si litiga e non ci si guarda più nemmeno in faccia…”.

L’ingerenza è del tutto sgradevole, anche perché Giuditta sa bene a quale situazione conflittuale allude l’Amministratore, dato che la sua vicina le ha raccontato del rapporto di amicizia interrotto con la signora del piano di sotto… proprio quella che è stata l’emissaria dei reclami contro Giuditta tanto da chiamare l’Amministratore.

In ogni caso, la signora Giuditta liquida così il “buon padre di famiglia”: “Caro signore, da questo momento in poi, qualunque cosa lei abbia da comunicarmi, mi invierà una raccomandata con ricevuta di ritorno, io di quanto mi viene detto a voce, non ne tengo conto. A mia volta, pubblicherò in internet certi comportamenti di malcostume…”

I giorni passano, e Giuditta sente conversazioni tra condomini che parlano tra di loro e ce l’hanno con lei, ma si fa anche un’idea del livello di certa gente, dato che qualcuno senza ritegno, urla al telefono cellulare : “Tu mi devi dire se stanotte con tua moglie c’hai scopato e che c’hai fatto…” …
Insomma l’amante infuriata e gelosa di una moglie tradita….
Ridere o piangere?
E chi avrebbe mai pensato che i giardini tenuti tanto bene nascondessero realtà così volgari….
Intanto Giuditta, grande esperta di informatica, riesce a vedere che dagli indirizzi IP di questo condominio, molti si affannano a fare ricerche su di lei, su chi sia, e qualcuno le dice che c’è pure chi la considera una in modo distorto rispetto alla sua professionalità…

Certo è che di immondizia in internet ve ne è a più non posso, e chiunque sia un personaggio pubblico viene dato in pasto alle "bestialità" della rete... Basterebbe fare una ricerca sui cantanti napoletani tacciati di Camorra…
Dobbiamo crederci?
O magari indagare davvero su chi lavora per Sanremo, il grande festival della canzone, ma anche qualcos’altro… In fondo tra Sanremo, San Gennaro e Santa Rosalia i patti eterni non sono mai cessati… e magari una persona onesta, senza saperlo, lavora per una star del calibro di Tony Renis... Già, ma che c’entra col condominio di via Cassia numero (omissis)?
Dobbiamo rispettare la privacy…

E mica è finita qui…
Perché in questo condominio, sembra ci sia gente appassionata di armi… non si sa quante ne ha in casa, e speriamo siano tutte registrate, tuttavia dato il clima di nervosismo, e dati i toni provocatori, sarà bene che Giuditta faccia presente questo aspetto a chi di dovere, in fondo lei ha già subito quattro attentati per la sua attività di giornalista di inchiesta… e fare la fine di Ilaria Alpi invece che in Missione, nel condominio dove abita, è un rischio che non vuole proprio correre…

Nel condominio vive una colonia di gatti… tutti sterilizzati… oggetto in passato di diatribe pesanti…
Giuditta non è un’animalista, ma fino ad ora i gatti non l’hanno disturbata… il problema se lo porrà solo e se, in seguito, questa presenza felina recherà eventuale disagio alla propria vita quotidiana, sul piano dell’igiene od altro.

Emerge violenta la contraddizione tra tanto amore per gli animali e tanto poco rispetto per un disabile residente…

Ma Giuditta è convinta di vincere la sua battaglia, anche perché in termini di maggioranza di voti, conta molto sulla carità cristiana delle Suore che in questo condominio sono proprietarie di una intera palazzina…
A meno che anche Santa Madre Chiesa non voglia venir meno all’insegnamento evangelico…

Nel frattempo Giuditta la sua auto la lascia dove meglio crede, anche perché ha notato una stranezza.
Infatti tra il famoso posto per “disabili in transito” e il successivo parcheggio, vi sono delle strisce trasversali che dovrebbero rendere più facile al disabile le manovre per scendere e salire dall’auto, oltre che per la sosta di una eventuale ambulanza.
Ma guardate caso, quelli che reclamano contro il disabile, parcheggiano le proprie auto su quelle strisce, e il disabile, ammettiamo che stia su una sedia a rotelle, non potrebbe nemmeno muoversi….

Ecco dunque che contraddizioni tanto pesanti, inducono il ragionevole dubbio, che la lotta non è per il posto auto, ma la lotta è per la presenza di un disabile residente… specie se questo è un giornalista abituato a smascherare certe realtà.

Infatti, sembra che un’altra condomina, a suo dire anche lei disabile in minima parte e comunque non per disagi motori agli inferiori, abbia parcheggiato la sua auto in quell’ambito posto per una decina d’anni… Sarà questo il motivo di una “repicca”? Quanto c’è di vero in tutto ciò?

Lo sapremo, anche perché i controlli necessari non mancheranno.

Infatti la questione delle caldaie non a norma, dovrà essere risolta, e i motivi sono tutti gravi.

Qualcuno ha pensato di chiudere la caldaia posta sul balcone, costruendo un muretto di cemento e poi mettendo un infisso per accedervi.
Una situazione del genere è pericolosa, perché le caldaie, benché brutte da vedersi, devono stare all’aria aperta e tutti conosciamo quanti episodi di esplosioni di intere palazzine si sono verificati proprio a causa di certi abusi.

Vi sono poi altre violazioni connesse.

Un lavoro del genere modifica di fatto il prospetto della palazzina, interferendo di conseguenza sul valore dell’immobile, e richiede in ogni caso il parere favorevole della Commissione Edilizia di competenza con la relativa Dia.

Va da se, che costruire un muretto, al di là di ciò che contiene, e chiuderlo con un infisso, equivale a costruire un vano in più, in quanto non si tratta di materiale mobile né riconducibile ad un prefabbricato.

E dunque l’Amministratore dovrà, prima di turbare la serenità di chi definisce “handicappati” occuparsi di problemi assai più seri, e procurarsi copia di tutte le eventuali concessioni di cui devono essere in possesso coloro che hanno chiuso le caldaie nel modo sopra descritto, e relazionare i condomini, nell’ambito dei doveri-poteri del ruolo di Amministratore, onde non incorrere egli stesso in sanzioni.

Già, qualcuno potrebbe chiedersi se l’Amministratore era al corrente o no. Presumibilmente si, dato che queste caldaie la signora Giuditta le ha potute fotografare dall’esterno appena se ne è accorta…
Anche perché nessuno glielo avrebbe mai detto.

Certo la signora Giuditta è sconcertata … e pensare che aveva in programma di invitare tutti i coinquilini, nella sua splendida casa, magari senza gatti , per avviare un rapporto di buon vicinato, all’insegna del rispetto e di quelle buone maniere compreso il corretto linguaggio che farebbe onore a tutti….

Tutti quelli che prima ancora dei codici e delle normative, osservano nella vita le regole del codice morale….

Giù le mani dai disabili…. Chiunque essi siano e dovunque sostino….