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Nostro servizio - Domenica 20 Settembre 2009

SANITA': DA SONDALO A ROMA… DALL’OSPEDALE MORELLI ALLA FONDAZIONE SANTA LUCIA… L’ECO DELLE NOSTRE PAROLE NELL’UNICO INTERESSE DI DIFESA DEI DIRITTI DEL MALATO, HA AVUTO L’EFFETTO CHE SPERAVAMO… E COSI’ I TANTO DECANTATI CENTRI DI RIABILTAZIONE, CHE DA ANNI SI AUTOPROMUOVONO COME IL “FIORE ALL’OCCHIELLO” CAPACI DI OTTENERE MIRACOLI, DEVONO FARE I CONTI CON I RESPONSABILI REGIONALI CHE FORSE HANNO LETTO LE TANTE EMAIL DI EX DEGENTI CHE HANNO RACCONTATO AL NOSTRO GIORNALE STORIE TRISTI E TIPICHE DI UNA SANITA’ CHE TRABALLA.
DURANTE L’ESTATE ABBIAMO SEGUITO IL CASO DI UN RAGAZZO E DELLA SUA CORAGGIOSISSIMA MAMMA. QUESTO GIOVANE TRASFERITO DALLOSPEDALE DI SONDALO, OGGI SI TROVA PROPRIO PRESSO LA FONDAZIONE SANTA LUCIA DI ROMA….

Ci chiediamo come possa sentirsi una persona malata, una persona che deve riporre la propria fiducia soprattutto negli ambienti sanitari ai quali consegna la propria vita, quando aprendo i giornali, è costretto a rendersi conto che “non è tutt’oro quel che riluce”.

Per il nostro “giovane eroe”, abbiamo dato spazio alle richieste della mamma, ogni volta che si è appellata a noi per rendere pubblico il suo legittimo desiderio affinchè il proprio figlio fosse curato presso il Policlinico Gemelli di Roma, presso cui era stato trovato perfino un posto in rianimazione con elitrasporto, essendo questa mamma tra l’altro impiegata in un noto ambito sanitario.

Se le abbiamo dato spazio è perché crediamo che le mamme siano dotate di quel famoso “sesto senso” che la storia ci ha insegnato a considerare come un elemento infallibile.

In ogni caso, anche se i nostri articoli hanno disturbato taluni dell’Ospedale di Sondalo e forse anche qualcuno del Santa Lucia di Roma cui sono pervenuti, ciò che conta sono i fatti, sono le attuali condizioni in cui queste strutture versano, condizioni che pensiamo sia giusto conoscano soprattutto i malati che si trovano degenti in tali luoghi.

E non vogliamo nemmeno dire nulla dei risultati della nostra ricerca giornalistica per far luce su tali vicende, noi proseguiremo per recuperare ogni verità utile alla collettività, tuttavia, poiché altri giornali ne hanno parlato, ci limitiamo a farvi leggere ciò che è stato scritto.

Noterete, che l’auspicata autonomia per l’Ospedale di Sondalo, che avrebbe dovuto essere sancita lo scorso 17 settembre dalla Terza Commissione della Regione Lombardia, vede tempi molto lunghi e nessuna certezza, a parte gli scambi diplomatici di strette di mano, ma gli interessi del PD sono stati disattesi, come lo dimostra l’articolo che qui di seguito pubblichiamo.

Angelo Costanzo, PD. Basta tergiversare sulla sanità in provincia di Sondrio!

18 Settembre 2009

Basta tatticismi da parte della Lega e del Pdl sulla sanità.
Portino subito in Consiglio regionale la proposta di legge d’iniziativa popolare per il “Morelli”.
Il “Morelli” non lo si rafforza con dichiarazioni sulla stampa, ma con atti concreti in Consiglio regionale.
Sertori convochi un Consiglio provinciale ad hoc sul tema della sanità.

Le iniziative assunte dall’Amministrazione comunale di Sondalo, la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione dell’Azienda Opsedaliera “Morelli” di Sondalo e la visita dei componenti della III Commissione Sanità hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni locali e della politica un problema di difficile gestione come la riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale ed in particolare la necessità di rilanciare il ruolo del “Morelli”.
Positiva, ma irta di ostacoli e tatticismi politico istituzionali è la scelta di istituire un tavolo tecnico-istituzionale, proposta dall’Assessore provinciale Pradella. Si sa che ad un tavolo tecnico-istituzionale nessuno dice di no. Il rischio è che chi può e deve decidere, la Regione Lombardia prenda tempo, senza decidere nulla in vista delle scadenze elettorale regionali del prossimo anno.
Se c’è questa volontà politica chiara perché il PDL e la Lega locale non si esprimono chiaramente sulla proposta d’iniziativa popolare che noi sosteniamo ma che va integrata dentro un progetto complessivo di riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale perché anche gli ospedali di Morbegno e Chiavenna hanno bisogno di scelte chiare?
Nel documento di programmazione dell’azione di governo della Giunta Sertori, che verrà discusso nel prossimo Consiglio provinciale, non si trova l’ombra del tema della riorganizzazione sanitaria e del Morelli.
Nella Giunta provinciale l’assessore Pradella, firmatario della proposta di legge popolare ha la delega alle Politiche di Coordinamento dei Servizi Sanitari. O è una dimenticanza oppure quella è una delega finta per illudere la gente che l’amministrazione provinciale si occupa del problema della sanità di cui non ha competenze.
A Sertori chiediamo di esprimersi chiaramente con una delibera del Consiglio provinciale su questo tema convocando un Consiglio provinciale ad hoc sulla riorganizzazione socio sanitaria.
Non è un mistero che la Regione Lombardia, guidata dal PDL e dalla LEGA, in questi anni non ha fatto nulla per rilanciare il ruolo del “Morelli”.

La delibera regionale del 2003 d’istituzione dell’AOVV, che prevedeva impegni chiari di valorizzazione per la struttura sondalina, è palesemente disattesa e rimasta nei cassetti regionali.
Il Consiglio regionale può e deve decidere in tempi rapidi la proposta d’iniziativa popolare.
A partire dai prossimi giorni l’Assessorato regionale alla Sanità impartisca direttive chiare al Direttore Generale per il rilancio del “Morelli” e delle altre strutture ospedaliere provinciali.
Il PDL e la LEGA hanno sempre parlato di “filotto” istituzionale che avrebbe consentito maggiore peso politico del territorio. La maggioranza che governa la provincia e quella delle regione sono identiche ma non si sono visti grandi risultati in campo sanitario. Basta tergiversare e prendere tempo: chi ha avuto dall’elettorato il ruolo di governare e decidere lo faccia! Si pronunci chiaramente, non solo sui giornali illudendo i Sondalini e il territorio, ma nelle sedi istituzionali in Consiglio regionale e nel Consiglio provinciale e non si nasconda dietro tatticismi e silenzi imbarazzanti.

Angelo Costanzo
Segretario provinciale Partito Democratico

E vediamo ora cosa sta accadendo di ancor più grave alla Fondazione Santa Lucia di Roma.
La Regione Lazio, presumibilmente per gravi e motivati fatti, ha emanato il decreto n. 56 del 28 luglio 2009 , entrando nel merito della qualità dei servizi.

Tale decreto di fatto cancella la Santa Lucia come ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria, impedendo cosi’ la possibilita’ di continuare ad assistere pazienti motulesi e con gravi celebrolesioni acquisite.

Per i più scettici, basterà leggere quanto pubblicato dall’AGI lo scorso 18 settembre e che riportiamo fedelmente qui di seguito.

SANITA’: A RISCHIO IRCCS S.LUCIA PER DECRETO REGIONE LAZIO

(AGI) - Roma, 18 set. - La Regione Lazio cancella con un decreto l’alta specializzazione dell’Irccs Fondazione Santa Lucia e tra 15 giorni si profilano per la struttura tagli all’occupazione. Cosi’ la dirigenza dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia ha incontrato le rappresentanze aziendali dei lavoratori per aggiornarle sulla situazione finanziaria dell’Istituto e discutere con loro i possibili provvedimenti che saranno presi nei prossimi giorni per far fronte alla grave crisi derivante dalle decisioni e dalle perduranti inadempienze della Regione Lazio. All’incontro hanno partecipato FP CGIL, UIL FPL, CISL FP, ADONOP e CIMOP.

I vertici della Fondazione - sottolinea una nota - hanno esposto la situazione venutasi a determinare a seguito del decreto n. 56 del 28 luglio 2009 della Regione Lazio che produrra’ effetti drammatici nei confronti dell’Irccs di Via Ardeatina. Tale decreto di fatto cancella la Santa Lucia come ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria, impedendo cosi’ la possibilita’ di continuare ad assistere pazienti motulesi e con gravi celebrolesioni acquisite. Cio’ in conseguenza dell’adeguamento ai minori requisiti organizzativi previsti dalla normativa regionale per le strutture non di alta specialita’. Ulteriori conseguenze si avranno poi sulle linee di ricerca traslazionale.

Pesanti saranno anche le conseguenze sul personale impiegato: 241 dipendenti del ruolo sanitario, pari a circa il 50%, verrebbero ad essere in esubero rispetto all’attuale organico impegnato nell’assistenza diretta, oltre al personale amministrativo e di supporto. Con questo decreto, quindi, viene ad essere ulteriormente complicato il quadro determinato dalle inadempienze della Regione Lazio relative ai rimborsi dovuti per le prestazioni erogate dal 2006 al 2009.

La Santa Lucia - aggiunge la nota - ritiene illeggittime le disposizioni del decreto 56/09, dei decreti collegati e del Piano Sanitario Regionale per la parte di merito, poiche’ contrarie alla normativa nazionale sugli IRCCS e sulle strutture di alta specialita’, nonche’ assolutamente pregiudizievoli del diritto della salute del cittadino. Pertanto la Fondazione ha annunciato che impugnera’ questi provvedimenti presso il TAR e ha chiesto un incontro urgente al Ministero della Salute e della Ricerca. Se entro 15 giorni non si trovera’ una soluzione da parte degli enti competenti, l’Istituto convochera’ nuovamente le rappresentanze sindacali per comunicare le inevitabili misure che dovranno essere prese a livello occupazionale.

I rappresentanti aziendali hanno condiviso le preoccupazioni e le motivazioni della dirigenza dell’Irccs e raccomandato un’immediata attivazione presso gli organi istituzionali affinche’ siano prese tutte le iniziative possibili a tutela della Fondazione e dei livelli occupazionali, cosi’ come dei livelli assistenziali per i pazienti. (AGI)

LE NOSTRE CONCLUSIONI

Non ci resta che augurare al nostro “giovane eroe”, caso simbolo per tutti coloro che versano nelle sue stesse condizioni, di riflettere e mettere in campo tutti gli strumenti possibili a tutela della propria salute.

La vita è un bene prezioso e va difesa, come pure ogni diritto connesso, in qualunque contesto venga eventualmente leso.

Di certo resta evidente un dato di fatto: una qualunque struttura sanitaria che reclama, a torto o a ragione, mezzi finanziari finalizzati alle cure del malato, è consapevole che il malato stesso non è curato come dovrebbe.

E se così non fosse a che titolo si chiederebbero tanti soldi alle Regioni?

E nemmeno riteniamo che le strutture sanitarie facciano beneficenza pagando ciò che serve ai malati di tasca propria… benché tutti benestanti, molti soci del Rotary Club, taluni poeti e scrittori, altri esponenti politici….

Scusate ma stiamo parlando dei medici?..... Si… basta informarsi….

E per finire, consentiteci una osservazione che ci auguriamo ottenga disposizioni precise dal Ministro della Salute, fino ad ora attento alle nostre pubblicazioni e per questo lo ringraziamo. Si parla tanto di pandemia, della nuova influenza e delle vaccinazioni in massa ormai prossime. Si studiano sistemi di prevenzione ovunque, nelle scuole, e anche tra il personale sanitario.

Tuttavia ci risulta che per i malati in genere, quelli ricoverati, nessuna limitazione sia stata posta a riguardo delle visite di amici e parenti.

E se il virus fosse portato proprio da queste persone, magari inconsapevoli?

In fondo per soggetti ricoverati le difese immunitarie spesso sono deboli, pensate a quelli che sono usciti dal coma, e magari hanno perso più di venti chili di peso…tanto per fare un esempio….

E in questi casi, se il degente venisse contagiato, di chi sarebbe la responsabilità?

 


Didascalia immagini:
1. Logo Fondazione Santa Lucia;
2. Rita Formisano;
3. Rita Levi Montalcini;
4. Logo Regione Lazio;
5. Ospedale di Sondalo;
6. Logo Regione Lombardia.

 

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