Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............

Gabriella Pasquali Carlizzi - Sabato 5 Settembre 2009

AMANDA KNOX E IL CASO NARDUCCI: QUALI OCCULTI POTERI LI COLLEGANO?
L’OMICIDIO DI MEREDITH KERCHER E’ UN INVESTIMENTO PER L’AMERICA?
PER QUESTO A FAR DA SPALLA ALLA STAMPA AMERICANA SI E’ PRESTATO “IL GIORNALE” DEL CAVALIERE?
APPAIONO SEMPRE PIU’ NETTI E RICONOSCIBILI I CONTORNI DI UNA MASSONERIA ITALO- AMERICANA CHE PRETENDE DI CONDIZONARE IL CORSO DELLA GIUSTIZIA….LASCIANDO IMPRONTE SUL CASO KERCHER, SUL CASO NARDUCCI E SUI COLLEGAMENTI CON IL MOSTRO DI FIRENZE…
MA IL SISTEMA GIUDIZIARIO ITALIANO NON PREVEDE LA PENA DI MORTE…. CARO PRESIDENTE OBAMA….. E SUOI PREDECESSORI…

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Martedì 16 Giugno 2009

AMANDA E NARDUCCI… IN ATTESA DEL VERDETTO RINVIATO AL 30 GIUGNO… SU GIUTTARI E MIGNINI… E L’AVVOCATO FIORAVANTI, GIA’ TESTIMONE NEL PROCESSO NARDUCCI, IERI HA DIFESO IL POLIZIOTTO DAVANTI AL TRIBUNALE DI FIRENZE.
PRIMA O POI CAPIREMO …
L’estate è calda più del solito, e non solo in senso climatico, dato che respiriamo un’aria più che torrida che corre tra le pieghe di una giustizia che non finisce mai di sorprenderci, fino a quando e chissà quando, verrà pure il giorno della chiarezza…

Dobbiamo crederci, non dobbiamo arrenderci, faremmo un favore a coloro che “giocano” con la vita altrui, i tanti morti ammazzati che pure foraggiano inconsapevolmente misteriosi interessi perfino all’interno delle stesse istituzioni.

Vittime, che diventano materia del contendere tra poteri internazionali, dove alla fine, il recupero della verità sembra confondersi tra le tante, troppe trame che alimentano dialoghi sordi tra interlocutori collusi e ben mimetizzati all’interno di un sistema guasto, marcito nel tempo, un sistema che continua ad allungare i suoi tentacoli da un tribunale ad un altro, dando di sé un’immagine simile ad un grande e sotterraneo laboratorio dove gli alchimisti della giustizia scelgono le cavie per clonare le infinite non verità, purchè somiglino alla più comoda delle verità.

Ed è la naturale conseguenza di questo sistema, la reazione di chi approfitta degli eventi per sferrare poi attacchi ora a questo ora a quello, per strumentalizzare una determinata circostanza a proprio uso e consumo, tanto più quando in gioco c’è la galera a vita.

In questi giorni, durante i quali Amanda Knox si è sottoposta all’interrogatorio, accusata di aver ucciso Meredith Kercher, tutta l’America è scesa in campo, ai massimi livelli di mass-media, opinionisti, rappresentanti delle Istituzioni in Usa, tutto il popolo americano ha fatto di Amanda una vittima innocente, vittima del sistema giudiziario italiano.

Addirittura si è caduti nel comico, quando alcuni universitari americani, intervistati, hanno detto di non capire come possa essere possibile che in Italia una persona stia in carcere contro la propria volontà!

Chissà, forse un giorno scopriremo che vi sono detenuti volontari… e con la crisi che c’è, non è escluso che molti ricorrano a farsi mantenere dallo Stato, sia pure in una cella.

Vitto e alloggio gratis, niente bollette, cure mediche, psicologo, socialità, colloqui con i familiari, tutto il giorno in compagnia di chi condivide la medesima condizione, bè… alle strette…
Stia attento il Governo, perché mantenere un detenuto costa diverse centinaia di euro al giorno…!

D’altra parte, prima di demonizzare il comportamento degli americani, è anche giusto, nella specificità di questo caso, cercare di capirne le origini, il perché di questo coro unanime di reazioni durissime che fin dal primo momento hanno puntato il dito contro il Pm Mignini, perfino dimenticando che ad aver mandato alla sbarra Amanda e i suoi presunti complici, è stato il Giudice Paolo Micheli, col quale non se la sono presa né gli americani e nemmeno i difensori degli imputati.

Mignini è stato accusato di tutto, a caratteri cubitali e c’è da dire senza alcun timore di eventuali conseguenze.

Articoli dai toni diffamatori, calunniosi, e aggravati da un presupposto del tutto falso che più volte ha chiamato in causa la mia persona, come se addirittura io avessi influenzato il Pm nell’elaborare l’impianto accusatorio a carico della bella Amanda.

Inizialmente ho resistito, poi due giorni fa non ce l’ho fatta più e anche nel mio video del 13 giugno (http://ilmostroafirenze.in) ho voluto chiarire la mia posizione.

E non solo riguardo all’assoluta diversità di convinzioni o opinioni tra me e la Procura di Perugia nel caso di Meredith Kercher, ma ho ritenuto giusto far sapere che questo magistrato mi mise perfino agli arresti domiciliari, fatto da cui scaturirono dei procedimenti a mio carico, e nel corso dei quali sono intenzionata a far emergere quelle tante verità che ancor oggi nessuno immagina.

Personalmente io ritengo di aver subito delle ingiustizie gravissime, e di subirle ancora dato che non è giunto il momento in cui, davanti ad un Giudice, tirerò fuori le carte, le registrazioni, e quanto altro penso che scatenerà un putiferio ai vertici dello Stato.

Dal 1995 ad oggi, e continuerò sia pure su tavoli differenti, penso di aver dato un contributo enorme sia alle indagini sul Mostro che in quelle sulla morte di Narducci, e ci sono stati tempi in cui mi si dedicavano le prime pagine dei giornali, o ero l’ospite d’onore in decine di salotti televisivi
Oggi ho molti elementi per un amaro e ragionevole dubbio: essere stata solamente usata.

Nelle inchieste di Firenze e di Perugia, è successo di tutto, e come ripeto, sia in caso di archiviazione che in caso di rinvio a giudizio, mi riferisco al processo Narducci, le Istituzioni preposte dovranno necessariamente ripercorrere lo svolgimento di anni ed anni di indagini, e capire quali meccanismi di volta in volta si sono attivati e soprattutto per quali scopi.

Tuttavia, personalmente non condivido il comportamento degli americani che attendono come la manna dal cielo una eventuale condanna di Mignini o di Giuttari, poiché seppure si verificasse tale circostanza, non ne conseguirebbe l’assoluzione per Amanda.

E penso inoltre che soprattutto per Mignini, l’essere oggi seduto sul banco degli imputati, abbia immancabilmente segnato la sua vita, al di là di un verdetto finale, ma questa disgrazia si è abbattuta su di lui, sulla propria famiglia, e forse sulla stessa fiducia del magistrato verso la Giustizia.
A meno che egli stesso non riconosca di essere colpevole, è presumibile che al pari mio e di tanti altri imputati si senta vittima di una grave ingiustizia.
E dunque potrà ben comprendere anche chi di una ingiustizia si sente vittima quando la riceve per effetto di un suo provvedimento.

La mia visione delle cose è anche un po’ originale, nel senso che quando appresi che la Procura di Firenze aveva deciso di processare il Pm Mignini , non guardai ai fatti per cui fu incriminato, ma il mio pensiero andò fulmineamente prima al Signore, poi al giorno in cui vidi arrivare a casa mia la polizia giudiziaria del Pm, e dopo un’ora che parlavamo convinta che erano venuti ancora una volta ad approvvigionarsi di quanto era utile alle indagini, mi sentii dire: “Signora, ci dispiace infinitamente, ma deve capire anche il dottor Mignini, per atto dovuto, dobbiamo notificarle un provvedimento di arresti domiciliari”…

E fu un susseguirsi di atti che come ripeto ancora oggi reclamano il riscatto totale della verità, quando mi difenderò producendo ciò che forse imporrà al Governo, ai Ministri, al Csm, a tutti i vertici delle Istituzioni di esigere non poche spiegazioni.
Certo, il giorno che la storia di tanti anni sarà chiarita, anche il profilo di tutti coloro che a vario titolo ne hanno fatto parte sarà più definito e allora si potrà azzardare il giudizio su una persona, ma fino a quel tempo ci si dovrà accontentare di osservazioni, deduzioni, considerazioni, che pure hanno il loro peso.

E tra le tante osservazioni che mi sono giunte per email, vi è quella che vedrebbe come “incompatibile” la difesa di Giuttari da parte dell’avvocato Fioravanti, sostituto dell’avvocato Giovanni Maria Dedola.

C’è da dire che in materia di incompatibilità del difensore che è anche testimone, i pareri non sono ancor oggi concordi, tuttavia è innegabile che l’avvocato Fioravanti abbia addirittura deposto come testimone nel corso dell’incidente probatorio nel processo sulla morte di Narducci.
Infatti, risulterebbe in atti che l’avvocato fu più volte interrogato da Giuttari e poi chiamato a confermare le sue deposizioni anche davanti al Pm Mignini.

Ora, qualcuno potrebbe rilevare che i fatti per i quali l’avvocato difende il poliziotto sono fatti diversi da quelli per i quali Fioravanti è testimone.

Formalmente l’osservazione appare giusta, anche se nella sostanza si potrebbe dire che in definitiva si parla di fatti all’interno di una medesima vicenda.

Oppure si potrebbe anche dire che per gli inquirenti i delitti del Mostro videro due livelli, una manovalanza e un livello cosiddetto “superiore”, come dire: Pacciani la manovalanza, Narducci il mandante… ambedue morti, ambedue non processabili, ambedue “innocenti” ad vitam post mortem, in quanto non è possibile provare il contrario.

Andando però a leggere bene gli atti, emerge la possibilità che secondo quanto Pacciani avrebbe riferito in vita al suo avvocato, il dottore, presumibilmente Narducci, avesse avuto anche un ruolo di “esecutore”, almeno in alcuni dei duplici delitti, e per gli inquirenti tale ruolo lo avrebbe avuto anche in concorso con altri, come un farmacista & company…
E sempre dagli atti emergerebbe anche, a detta di qualcuno, che le indagini furono fermate o frenate da soggetti istituzionali.

Stessa cosa che sembra abbia provocato, sembra,  il processo a carico di Giuttari e di Mignini, sulla base di una registrazione nella quale sembra che un sostituto procuratore di Firenze, riferendosi al procuratore capo, abbia detto . “..Non è un uomo libero…”, durante una conversazione relativa alle indagini sul Mostro, anzi sui livelli superiori del Mostro.

Poco o nulla la pubblica opinione ha capito di questa storia, e se ne capisce sempre di meno.

Ad esempio, Giuttari ha sempre sostenuto che la registrazione avvenne casualmente senza che lui ne fosse consapevole.
Può darsi, e gli crediamo, ma allora ci si chiede: perché ne fece un uso giudiziario?
Avrà sicuramente avuto le sue ragioni, ma certo, a noi poveri e comuni mortali, se ci facessero comprendere meglio, forse ci aiuterebbero ….

Ammirevole comunque la pace ritrovata tra il poliziotto e l’avvocato storico di Pacciani, acerrimi "nemici" in altri tempi, fino al 2004, come potrete costatare voi stessi andando sul mio sito www.ilmostroafirenze.in , se avrete la pazienza di ascoltare le trasmissioni ufficiali che ho messo in rete.
Vi accorgerete che a Porta a Porta, il 26 settembre del 2001, Giuttari e Fioravanti si scontrarono duramente, e su fatti processuali, mica su opinioni.

Per non parlare delle cause di morte di Pacciani.
Sentite cosa afferma con assoluta sicurezza Fioravanti nel 2002, Tg2 Dossier Speciale, e poi nel Costanzo Show del 12 gennaio 2004. (www.ilmostroafirenze.in)

Sono queste circostanze, che se lasciate sparse nel tempo e quindi le si perdono nella memoria della collettività, possono passare inosservate, ma se invece diventano documenti di un corposo dossier, allora, ripeto, a noi cittadini, qualcuno dovrà pure dare una risposta.
Visti i costi di quarant’anni di indagini….

Chi mi legge da tempo, noterà che Gabriella Carlizzi, nei suoi articoli non parte più all’attacco verso nessuno, le esperienze dolorose servono a farci cambiare nella forma, anche se dentro di noi la sostanza dell’autenticità resta invariata.

Ma i nostri valori, quando rischiano di diventare straccetti “usa e getta”, abbiamo il dovere di proteggerli e metterli in campo con le persone giuste al momento giusto.

A che serve ora, puntare il dito contro questo o contro quello, nel caso di Amanda?
Può sortirne l’effetto contrario, la natura umana mantiene le proprie fragilità sotto qualunque abito, e dunque sarebbe almeno prudente non offendere la giustizia italiana in modo così plateale, mentre potrebbe rivelarsi utile cercare di capire meglio l’andamento di vicende collaterali, e farsi un' idea più precisa su taluni soggetti o circostanze, attraverso chi può provare documenti alla mano, l’assurdità di un certo agire.

Della deposizione di Amanda, come opinione personale, molte affermazioni non reggono, non appaiono veritiere.
Nella casa , a mio parere Amanda c’era, si è trovata a vivere suo malgrado il dramma di un delitto, e si è rifugiata tra le braccia di Raffaele, come prima istintiva reazione, magari in attesa di avere un consiglio dalla mamma.

Ma a conti fatti, seppure avesse sostenuto di esserci ma di non aver ucciso la povera Meredith, una posizione simile a quella di Rudy, i suoi trent’anni di galera sarebbero stati scontati, nessuno l’avrebbe creduta.

Di qui, l’unica carta in gioco, è quella di insistere sulla totale assenza dalla casa del delitto, sua e di Raffaele, ma questa tesi, diciamolo pure, fa acqua da tutte le parti.

Come si fa a far apparire Amanda come la studentessa acqua e sapone, e poi pretendere che si creda che la stessa, entra in casa, vede il sangue, si fa addirittura una doccia, e poi torna dal fidanzato?
E ci vuole un animo da killer per comportasi così, altro che studentessa acqua e sapone…

La Amanda innocente, sensibile, una volta entrata in casa e visto il sangue, avrebbe chiamato il suo Raffaele, la polizia, avrebbe fatto in modo di aprire la porta di Meredith, insomma bel altre reazioni istintive si sarebbero manifestate.

Purtroppo, qui c’è da aspettarsi una condanna almeno in primo grado, poi, come sempre accade in casi simili, tra qualche anno Amanda farà sapere che l’assassino vero è un altro, non dirà subito il nome, in modo che se l’assassino è potente la farà uscire dal carcere, insomma inizierà il solito giochino che abbiamo visto con Bilancia e con Pelosi, tanto per fare un esempio.

Le vere vittime dopo Meredith, ancora una volta siamo noi, noi che sospettiamo che il killer sia a piede libero, e magari non mancherà di farcelo capire.

Basti pensare che nella casa del delitto, benché sotto sequestro, sono entrati più di una volta ignoti, e nel portarsi via le cose, anche voluminose, non hanno mostrato alcuna fretta…
Protetti anche loro?

Di certo Amanda , Raffaele e Rudy, non sono usciti da galera per recarsi lì…

E allora chi ha avuto questo interesse, al punto da rischiare tanto, o al punto da non rischiare nulla?

Domande che scottano?
Si parla di estate calda…

 

 

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Domenica 22 Marzo 2009

MEREDITH KERCHER: NUOVA INTRUSIONE IN CASA DELLA VITTIMA? CHIUNQUE SIA, SI COMPORTA COME IL “MOSTRO DI FIRENZE”… E I SUOI GREGARI…
MA IL “MOSTRO” E’ PERSONA PROTETTA… CHE DA SEMPRE SFIDA INQUIRENTI E RICATTA INVESTIGATORI… IL PUNTO INQUIETANTE E’ PROPRIO QUESTO…
O FORSE “LA VILLETTA DEGLI ORRORI” , DOPO LA PRIMA INTRUSIONE NON FU MESSA SOTTO SORVEGLIANZA? O NON FURONO MESSE LE TELECAMERE COME SI DICHIARO’ ALLA STAMPA DI TUTTO IL MONDO?...
E ALLORA, COME E’ POSSIBILE CHE IL “MOSTRO” O CHI PER LUI, ENTRINO ED ESCANO INDISTURBATI DAL LUOGO DEL DELITTO , PORTANDOSI VIA OGGETTI MACROSCOPICI COME UN MATERASSO?
E LE IMPRONTE SU CUI SI INDAGA, SARANNO L’ENNESIMA BEFFA E DEPISTAGGIO POSTO IN ESSERE DA CHI SEMBRA ASSAI ESPERTO DI “MOSTROLOGIA”…?

 
Siamo alle solite e ci si stupisce… ma perché?
Era scontato che durante la celebrazione del processo a carico di chi sicuramente sa, ma non parla, forse per rispetto alle solite strategie difensive, era scontato che l’ideatore e colui che tirò in trappola gli studenti, Meredith compresa, simulando l’allestimento di una scena teatrale, fino a sferzare nella realtà la coltellata che uccise Meredith, era scontato che costui, l’assassino, ma anche il vero “Mostro di Firenze”, tentasse di rivendicare in tutti i modi le sue gesta, in perfetta continuità con quel delirio che lo accompagnò durante gli anni in cui colorò di sangue le dolci colline fiorentine, “giustiziando” l’amore altrui…

Il delitto della povera Meredith reca una firma inconfondibile, anche se gli inquirenti devono procedere sulla base di risultanze investigative che avvalorano tuttavia le ipotesi di reato a carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Personalmente sono convinta che i due ex (?) fidanzatini fossero presenti nella casa al momento del delitto, e sono altrettanto convinta, che almeno Amanda, seppe riconoscere nelle ore successive al delitto l’autore della coltellata che scappò di corsa…. dalla villetta…

Amanda però non parla, perché?
Solitamente è consuetudine degli avvocati, difendere i propri assistiti come si suol dire “sulle carte”, cioè, poco conta quale sia la verità sostanziale, ciò che è necessario è abbattere e contestare le accuse, o ricorrendo al codice di procedura penale, o consigliando gli imputati di avvalersi della facoltà di non rispondere, o intimando loro di non puntare il dito contro qualcuno di cui poi non si avrebbero le prove della sua colpevolezza…
Non avere le prove, non significa non aver visto, chiaro? Significa solo che se di quanto uno ha pur visto, non vi è conferma da parte di almeno un testimone, la dichiarazione si rivela una calunnia…
E in fondo Amanda è imputata di calunnia in danno di Lumumba, per non aver saputo dimostrare ciò di cui lo aveva accusato.

E’ pur vero che nella fattispecie Lumumba sarebbe stato ritenuto estraneo al delitto a seguito delle indagini degli inquirenti, ma quante volte constatiamo che indagini in un primo momento “negative”, si rivelano successivamente, a fronte di fatti nuovi, meritevoli di essere approfondite?

Lo abbiamo visto proprio nel caso del “Mostro di Firenze”, o no?

Che fece il dottor Giuttari, quando succedette al Capo della Sam, Ruggero Perugini?
Riesaminò i fascicoli, e si accorse che a carico di quelli che poi risultarono essere i “compagni di merenda” erano stati sottovalutati o ignorati alcuni aspetti, alcuni particolari che si rivelarono , agli occhi dell’attento investigatore,essenziali….

E dunque nulla è mai scontato in processi di tale complessità… 

Anche Lumumba si aspettava un risarcimento di centinaia di migliaia di euro per ingiusta carcerazione…
Invece, gli è stata riconosciuta una somma davvero irrisoria: ci si è chiesti il perché di tale decisione?
Sarà forse scaturita da qualche dubbio da parte dei Giudici, forse non convinti che quella detenzione fosse davvero ingiusta?

Su questo caso giudiziario, sarebbe bene analizzare molti comportamenti che a mio parere sono più che significativi e che tendono tutti a sottolineare che gli attuali imputati e anche il già condannato Rudy Guede, sono colpevoli… ma…. FINO A PROVA CONTRARIA!

E c’è da essere più che certi che nel caso gli inquirenti si trovassero di fronte ad un quadro diverso da quello ipotizzato, non esiterebbero nemmeno un istante a prendere in seria considerazione nuove circostanze, anche quelle capaci di portarli di fronte al volto del vero assassino di Meredith.

Inoltre, se questa ipotesi si verificasse, la posizione di Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede, non cambierebbe di molto ai fini processuali e della pena, dal momento che se loro erano presenti durante il delitto, autori materiali o no, comunque omisero il soccorso, favorirono l’assassino, e di fatto, moralmente, concorsero con lui.
Certo, stare in carcere sapendo di non essere stati gli autori materiali di tanta atrocità, ma di essersi resi moralmente colpevoli per avere omesso una serie di cose, è ben diverso dall’essere indicati come quelli che hanno preso a pugnalate una compagna di studi…
E forse saranno queste valutazioni a convincere i difensori nel sostenere una strategia mirata esclusivamente a dire: “Io non c’ero, io non ne so niente…”, o cercando di rendere nulle quelle che per la pubblica accusa sono invece prove importanti.

Da questo punto di vista, gli imputati avrebbero poche speranze di cavarsela, e sarebbe del tutto sconveniente oltre che deplorevole perseverare in continui attacchi contro la magistratura.

Le prove della presenza dei ragazzi nella villetta al momento del delitto, le hanno fornite loro stessi, quando ripetutamente si sono accusati a vicenda, e poiché chiunque accusa l’altro, vuol dire che l’ha visto uccidere, e se ne deduce che tutti e tre erano lì…

Allora come andarono le cose?
Come si svolsero in realtà i fatti?
Furono davvero tirati in trappola con la scusa di inscenare un soggetto teatrale , e il “regista” si presentò in maschera a volto coperto, uccise Meredith e dimenticò “quel particolare” che permise ad Amanda di riconoscerlo?
E a pensarci bene, la prima immagine di Meredith che fece il giro del mondo, non fu proprio quella che la ritraeva, presumibilmente nella notte di Halloween, vestita da Vampiro?
Chi, della stampa, fece girare quasi ossessivamente quella foto? <è> Di certo il “regista” non era Tom Cruise, ma potrebbe avere ugualmente una certa esperienza nel rappresentare come finction ciò che ha vissuto dal vero… Proprio come fece il Mostro di Firenze!

E comunque il gioco al Gatto e al Topo, l’assassino non lo ha manifestato solo nelle intrusioni in casa della vittima, lui iniziò subito, con i suoi “messaggi in codice”, basti ricordare il volantino affisso subito dopo il delitto all’Università…

"Affittasi camera singola ampia e luminosa", si leggeva sul biglietto scritto a mano con un pennarello nero, nel quale si precisava "per Erasmus" (il programma di studi seguìto dalla vittima) e "preferibilmente a ragazza (inglese)". L'indirizzo, via Sant'Antonio, era appunto quello del casolare del delitto. Il numero della persona da chiamare, tale Gianfranco, era inesistente.

E allora, chi ricorda come fu da me decriptato quel “volantino”? Perché non andate a rileggervi il mio articolo pubblicato su questo sito nei primi giorni successivi al delitto?

E non riconobbi forse fin da allora, lo stile inequivocabile del “Mostro di Firenze”?

O non dissi pubblicamente che ero stata contattata, dopo i miei primi articoli sulla vicenda, proprio da una persona che al telefono si qualificò come la prima persona che aveva risposto alla inserzione di Meredith che cercava un alloggio?

O devo forse ripetere che “non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire”?...

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Giovedì 19 Febbraio 2009

MEREDITH KERCHER: GABRIELLA CARLIZZI L’AVEVA DETTO AD HARRY WILKENS… “SE L’ASSASSINO DI MEREDITH LEGGERA’ LA MIA INTERVISTA, FARA’ UNA MOSSA FALSA, DI TIPO “ESOTERICO” E LASCERA’ LE TRACCE PER SFIDARE GLI INQUIRENTI…”
E’ QUANTO E’ ACCADUTO…

“DUNQUE LA TUA INTERVISTA PIU’ ATTUALE CHE MAI!!!”…
Con queste parole iniziava l’email che ho ricevuto ieri dal giornalista Harry Wilkens, il quale mi inviava in allegato un’agenzia di stampa che dava la notizia della macabra scoperta nella casa dove abitarono Meredith e Amanda.

Apprendevo così che si era verificato quanto non mi stupiva affatto, avendolo annunciato precedentemente al collega Harry, proprio quando mi intervistò, e a lui spiegai che la mia personale convinzione a riguardo era che i ragazzi, Meredith compresa, furono vittime di una trappola che il “vero” assassino aveva ideato al fine di colpire e screditare internazionalmente il Magistrato che lo aveva imputato di delitti riconducibili anche a quelli del cosiddetto “Mostro di Firenze”.

Ad Harry Wilkens, nel corso di una lunga telefonata, dissi pure che l’assassino da me presunto, era italiano, e che spesso sfogava i suoi conflitti interiori sfidando la Polizia a riconoscerlo, e pertanto ero sicura che anche questa volta, leggendo la mia intervista avrebbe rilanciato la sfida, lasciando tracce che “qualcuno” potrebbe anche riconoscere.

Quali tracce potrebbero ricondurre a lui?

Ebbene, da quanto si è presentato agli occhi degli inquirenti, sembrerebbe che per questo “rituale” o simulazione di “rituale”, siano stati utilizzati vari oggetti, dei quali solo due non appartenevano alle inquiline di quella casa.
E i due oggetti “estranei” sono appunto i mozziconi di sigaretta e la busta di plastica con la scritta Polizia, ove di solito la scientifica custodisce i reperti, ma l’assassino da me presunto ha curato un altro particolare.

Infatti se da un lato la busta di plastica rappresenta una sfida contro gli investigatori, costui è stato attento a non lasciare una busta in uso alla Polizia di Perugia.

Diciamo che se si fosse trovato anche un sigaro, o magari foglie di tabacco bruciacchiate, avremmo avuto con maggiore certezza un indizio tutto riconducibile a Firenze!

Che il mio “Mostro” non riesca a fare a meno delle sigarette, risulta perfino in alcuni atti giudiziari di recente memoria, specie quando il livore della Bestia che abita nel suo Labirinto si riflette sul suo volto e sulle mani costantemente violacee…

Resta da accertare se questo “rito” è stato realmente “celebrato” o se sia stata invece una “simulazione”.

Nel primo caso è legittimo pensare che l’assassino da me presunto, terrorizzato dal fatto che possa essere scoperto, abbia invocato Satana proprio nella casa dove fu sacrificata la povera Meredith.

Nel secondo caso, allora la “simulazione” va considerata come una ulteriore sfida agli inquirenti.
In ambedue i casi, questo episodio potrebbe porre a rischio la stessa incolumità di Amanda, la quale è presumibile che sappia e che tema, non voglia, o non possa parlare.

E poiché al di là di tutto, non si può escludere che Amanda invece dica tutto quello che forse sa, è evidente che la studentessa Americana in vita costituisce un pericolo.

Ma vi è di più, e per dovere di imparzialità è bene considerare altri eventuali aspetti di questo macabro episodio.

Non si conoscono al momento le reazioni dei difensori e dei familiari di Amanda.

Sappiamo invece che i legali di Meredith si sono espressi valutando seriamente, e per la prima volta, l’esistenza di una regia occulta….
E se vi è davvero una regia occulta, possiamo legittimamente ipotizzare che tra gli imputati, qualcuno manchi ancora all’appello.

Immediato e a caldo è stato invece il commento, forse imprudente, da parte del “gruppo” Sollecito, appunto di nome e di fatto.
Effettivamente costoro non si sono fatti sfuggire l’occasione del “fattaccio”, anzi lo hanno utilizzato come una ulteriore “prova” a sostegno della loro tesi, e cioè: “Chiunque poteva entrare in quella casa”!

Ora, conoscendo le attuali convinzioni della Pubblica Accusa, al posto dei Sollecito avrei evitato di “leggere” in questo modo l’evento, istigando così negli inquirenti anche il sospetto che qualcuno interessato direttamente a discolparsi possa aver organizzato la “sceneggiata”.

Se poi consideriamo che la famiglia Sollecito, sembra stia ricalcando lo stile adottato a suo tempo dai familiari di Anna Maria Franzoni, la mamma del piccolo Samuele ucciso a Cogne, a mio parere, in questa fase, meno parlano e meglio è per Raffaele.

Infatti, come risulta dalla stampa nazionale ed estera, i Sollecito hanno messo su un vero e proprio gruppo “investigativo-fai da te”, distribuendosi i compiti tra padri, madre, cugini, zii e parenti vari, in modo da arricchire i fascicoli della difesa di “prove” a favore del giovane imputato pugliese.

Addirittura sembra che abbiano girato tutti i negozi di scarpe sportive , sia a Perugia che a Giovinazzo, ed abbiano trovato come la scarpetta di Cenerentola, proprio quella con le impronte identiche a quelle rilevate sul luogo del delitto dalla scientifica.

Per la famiglia Sollecito sarebbe bastata questa clamorosa “prova” per scagionare del tutto Raffaele e rimandarlo a casa, nella terra di “Sacra Corona Unita”…

Purtroppo per gli inquirenti quella scarpa sembra non avere avuto alcun peso, ma la famiglia Sollecito non si arrende, ed è pronta a tentare tutto e di più…

Proprio come si organizzò la biblica famiglia della Franzoni, dal giorno in cui scese in campo l’illustre avvocato parlamentare onorevole Carlo Taormina, collega di professione e di elezione dell’onorevole Giulia Bongiorno che difende Raffaele….

A nessuno può negarsi il legittimo diritto alla difesa, stando comunque sempre attenti a non scivolare su una buccia di banana…

Ed ora qualche osservazione “in codice”….

Il delitto avviene in Italia, prima delle elezioni in America, e molti temono che il nuovo Presidente degli Stati Uniti possa essere un uomo di colore, Obama.

Il delitto avviene a Perugia, in zona “Mostro di Firenze-Caso Narducci”

Perugia è la città conservatrice per eccellenza…ma anche quella con la maggiore presenza della Massoneria.

Il Presidente-uscente Bush, ha credenze esoteriche note al mondo (vedi “Il cappello del Mago” di Massimo Introvigne)

Obama è maschio, figlio di madre bianca e padre nero.

Merdith è femmina, figlia di padre bianco e madre nera

Amanda si chiama KNOX

Fort Knox è il simbolo della forza e della ricchezza economica degli Stati Uniti, nei suoi forzieri sotterranei sono stipate immense fortune (a rischio per l’elezione di Obama)

AMANDA = ‘NA DAMA (Una Dama)

AMANDA = DA AMARE

AMANDA, la gentile Amanda, è il vero simbolo della vera gioventù degli Stati Uniti: bianca, bella, sana, vincente, seducente, sportiva, conquistatrice…

DOMANDE:

L’uccisione di una meticcia da parte dell’America più profonda e vera, voleva forse esorcizzare il pericolo di ogni commistione di pelle, di valori, di ideali?

A chi fu dato il “mandato di sacrificare”?

Fu forse questo il vero motivo per cui al presunto assassino giunse d’oltre oceano l’incarico di attivare una campagna innocentista per la bella studentessa americana?

Non sarebbe il caso di approfondire meglio i rapporti segreti tra il mio presunto assassino e l’America delle Sette Sataniche…. ?

Specie una che ha tra i propri adepti i più illustri nomi dello spettacolo, della narrativa, e della musica…. ?

Tutti affacciati alla medesima Loggia Italo-Americana, compreso l’affiliato all’Ordine Martinista Francese?

Q: Friday, February 6th, the Perugia case, considered by a lot of people as a witch lawsuit, will continue.

A: I think that defining whatever legal proceedings by words like “witch” is not fair to authorities and governments legitimately appointed to issue a judgment of “not guilty” or “guilty”.

Fortunately, there is no death penalty in Italy but there is the presumption of innocence concept applicable up to the highest level of jurisdiction, i. e. the Italian Supreme Court. Thus, each and any accused on trial has the opportunity of his defence using all the tools foreseen by the Code of Crimi-nal Procedure. There are many examples of accused, charged with the most serious crimes, who, subsequently, were acquitted in the first, second and even third instance. However, public opinion often issues concrete and proper judgments, broadcast by the mass media, and thus, according to my opinion, this behaviour deprives the accused, his lawyers and even the judges of that tranquillity indispensable for a fair judgment which approaches substantial truth the utmost possible; and this is different from the lawsuit truth.


Q: Meanwhile the Perugia case has degenerated into a war between the Karcher clan and the Knox clan, and between them the Sollecito Meredith clan, instead of concentrating on ascertaining the truth, and therefore inevitably on the statement of both accused’s innocence.

A: Why should the innocence statement be inevitable? Here we have a typical example of media judgment. I believe that at the moment nobody is capable of preventively establishing the innocence but also the accused’s guilt. It is legitimate to make yourself a certain idea, and not another one, but we will know the truth about the case only when the Supreme Court will have passed a sentence.

You have to take into consideration that judgments are issued on the basis of evidence that the involved parties are able to irrefutably prove.

This principle applies both to the Public Prosecutor, the accused’s lawyers and the civil action parties.

In this case, I think, the young people’s parents: of Meredith, Amanda, Raffaele, and Rudy should consider themselves as peers, as parents hit by a misfortune that has their children victims of a society more and more struck by tragic blows.

If it is true that Meredith is dead, then also Amanda, Raffaele, and Rudy are “dead” who certainly no longer have a bright future made of dreams like so many other young people of the same age.

And since truth cannot be ascertained by people but by judges, I think that stoking up wars does not serve the impartial pursuit of the truth.

Q: According to the present status quo, it is most likely that Guedè entered the house, went to the toilet, was surprised by Kercher, raped and stabbed her and then fled in a hurry.

A: At the present procedural state of facts we know that Rudy Guedè was sentenced guilty in the first instance but he is to be considered on a par with the other accused, “presumed innocent”. His case will continue before the District Court and will certainly end up for sentence before the Supreme Court but we do not know whether his guilt will be confirmed or whether they will judge him innocent as to the facts of which he is accused.

Guedè had the chance of choosing the normal procedure, as did the other accused, but he preferred the short-cut abbreviated procedure. Nevertheless he may benefit from the same procedural rights to support his defence.

He may not have said everything of which he might have knowledge.

Q: Why can the Public Prosecutor Mignini not be challenged with bias and/or the trial can take place in another place?

A: I believe it is necessary to explain some aspects of our legal system.

Above all, the concept of bias or impartiality refers to the judges and not to the public prosecutor or to the lawyers.

The trial = dibattimento is a debate, an oral proceeding, where the public prosecutor and the lawyers “dibattono” = debate against each other, defending their theses, in front of a third that is the judging body.

For this reason in Italy the public prosecutor is considered as an impersonal office; indeed there is no rule that prescribes that a certain public prosecutor must always be the same in the hearings of one trial but he may be assigned to various cases as commitments and work shifts require. Preferably there is the same prosecutor, because he knows the matter, but it is no rule.

On the other hand, if just one member of the judging body is different, the trial has to restart from the scratch.

Therefore, as to bias: only the judge may be challenged. In the specific case, there is no evidence that the accused’s lawyers have ever applied for challenging the judges who confirmed the arrests, who indicted the accused and who refused the request for release from prison or, hypothetically, for house arrest.

As a consequence, it is obvious that the proceedings take place where the crime was committed because the only reference point of the accused is the judge and because nothing was notified against the involved judges.

Q: Could you imagine that Mignini’s forefathers took part in the Inquisition?

A: I am not among those who, speaking about legal proceedings, think of witches, and therefore, facing the suffering of who is shut in a prison or who lost his daughter, it seems unfair to let go your imagination as in a movie. I can, however, stress that from a media standpoint it seems to me that the part of the public prosecutor dottor Mignini appears abnormal compared with the narrower part of the public prosecutor’s office – one of the parties in proceedings acting in a trial.

Q: It is striking that in Perugia there is a “via delle Streghe” = witches street and that on the murder’s eve of November 1st of 2007 a great commemoration for the witches murdered in Italy took place.

A: To answer correctly this question, it would be necessary to highlight the fact that the “Halloween Night” is a mythological tradition that has its roots in America; Italy just inherited it! (note of the editor: it seems there is a misunderstanding; Mrs. Carlizzi did not know about that strange commemoration mentioned in http://www.universitadelledonne.it/perugia.htm )

Q: To what degree would these two young women have any ties with the masons’ order of the Red Rose?

A: I do not believe that Meredith and Amanda had, at least direct ties with that esoteric school by the correct name of “Order of the Red Rose and of the Independent and Rectified Golden Cross”; I rather think that the two young women fell into a trap worked out by someone who is part of said esoteric school.

Q: For at least 900 years there has been a spiritual tension between Assisi and Perugia, i. e. between the Good and the Evil. Up to which point does this spirit continue in the trial?

A: The present actors of this case (the accused, lawyers, public prosecutors and judges) are absolutely not a part in this historic reality. However, if one day the real principal of this crime comes out, he may tell us something more detailed about the battle between the Good and the Evil.

This man, however, is still on bail, and perhaps Amanda does not have the courage to speak out.

Q: Why is the Pope not willing to receive Amanda’s parents?

A: The Pope being the pastoral authority, may use the tool of prayer coming to anyone’s aid who finds himself in a situation of lack of personal freedom; he may also pray for Meredith’s parents so that they obtain justice, and even for Meredith, begging for the Lord’s infinite mercy. The Pope as a Head of State cannot get involved in the jurisdictional system of another state.

The same applies to Italy: it cannot carry out any inquiry or investigations for which the Vatican has its own and legitimate domain and its competence.

Moreover, the Pope is Christ’s Vicar and therefore has a precise religious identity. His intervention might be exploited by those who intend to displace this trial to a level similar to religious wars.


Q: How do you explain the passive attitude of the Santa Chiara Sisters, both in Perugia and Assisi and everywhere in the world, even in Seattle? The Vatican might be behind this?

A: I want to stress my answer to the previous question. To mix up the legal and procedural matters of this crime with the universe of the Vatican’s occult power might mean nothing else but to divert and to lead the public opinion astray and away from an objective and dispassionate research of the procedural truth.

Q: Why does the new American president not help Amanda since she is among his supporters?

A: It is Obama who might answer this question. Anyway, knowing his curriculum vitae and the one of his wife, I think that Obama, for ethic and behavioural reasons, would never interfere in an Italian court trial before the final judgment. For Obama, like for the whole world, in the present state of affairs, Amanda is a girl accused of a crime, but presumed to be not guilty and with all powers of defending herself. If you have trust in justice, you need to wait for the time justice needs, respecting the procedural code.

Q: What attracts attention is that another Seattle “son”, Bill Gates – who every year shares out several billions – does not support the Amanda campaign …

A: Obviously the Seattle “son” must not obey any boss …


Q: LAST QUESTION: Mrs. Carlizzi, is there anything else you would like to say about this trial that has not appeared in our questions?

A: To be honest, there are lots of other considerations, according to my stand, deserving our attention.

First of all, to have entrusted Amanda’s media campaign to an Italian journalist, a person with a criminal record and accused in a trial of worldwide interest, like the “Caso Narducci – Mostro di Firenze” = Narducci - the Florence Monster Trial, I think was the most serious damage Amanda has suffered. If we further consider that, together with this journalist, a well-known American writer has been codefendant, and that both have the same public prosecutor, dottor Mignini, and that as judges the same investigating magistrates Marina De Robertis and Paolo Micheli, then this circumstance may appear as a sophisticated manoeuvre created by occult and corrupt powers.

As a matter of fact, I wrote a book with the title: “Meredith Kercher, a faulty crime” where I hypothesize that both the victim and the accused are the object of a trap.

It is thinkable that someone interested to discredit dottor Mignini in the “Narducci-Florence Monster” case organized the Meredith crime, waiting that it was dottor Mignini’s turn to assign him the case ex officio, in order to attack him from sideward, i. e. to use Meredith to discredit the “Narducci-Florence Monster” investigation.

For example, the Amanda media campaign points its finger only at prosecutor Mignini and neglects the other investigation magistrate dottoressa Comodi and judge Paolo Micheli. Why? Simple: in the “Narducci-Florence Monster” case, where the Italian journalist stating to have been given the responsibility by America to support Amanda’s innocence, the only public prosecutor is dottor Mignini.

I would also like to emphasize that leaving Amanda in the media hands of a person with a criminal record means to harm her and put her in the condition of being suspected as the author of a conspiracy that damages a magistrate.

If Amanda changed so many versions, renouncing to a coherent defence, obviously she did so because she is afraid of saying what she knows and whom she saw materially killing Meredith that evening.

It is also worth reflecting about the abnormal claim for damages by Meredith’s family of about 15 million Euros.

The family knows that the accused could never never pay that sum, however they claim it. From whom? They may know who is the principal of this crime, and they may also know that the occult apparatus he is part of is capable of paying.

And last I would like to ask: who were the frequent visitors to Lumumba’s bar? Because, after Lumumba had been acquitted, that bar remained so empty that it had to be shut?

Who was afraid to be taken by a video camera? And Amanda would have recognized him?

In this frame, if people continue to attack only the public prosecutor Mignini, it will end up with Amanda paying for what she has not committed because that way one does not help to find out the truth but to stiffen the positions, without the possibility of expanding the investigation, which has to be characterized by respect and the trust in who must conduct this investigation.

Are we sure that Amanda’s defence has played all their cards well and in her favour? And if so, why haven’t they yet sought my advice about what I wrote in my book?

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Venerdì 13 Febbraio 2009
MEREDITH KERCHER: LE INSINUANTI AFFERMAZIONI DELLA BBC
QUALI INTERESSI MUOVONO L'EMITTENTE INGLESE IN DIREZIONI "DEPISTANTI" DALLA VERITA'?

IL 12 FEBBRAIO 2009 SU QUESTO LINK LA BBC HA PUBBLICATO UN'ARTICOLO ALL'INTERNO DEL QUALE VI E' ANCHE UNA INTERVISTA FATTA AL PUBBLICO MINISTERO GIULIANO MIGNINI. MA CHE C'ENTRA GABRIELLA CARLIZZI E QUANTO SI INSINUA RELATIVAMENTE A PRESUNTI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA LA STESSA E LA PUBBLICA ACCUSA TITOLARE DEL CASO KERCHER? FORSE LA BBC NON HA LETTO L'INTERVISTA RILASCIATA DA GABRIELLA CARLIZZI AL NOTO GIORNALISTA HARRY WILKENS CHE RIPORTIAMO INTEGRALMENTE QUI DI SEGUITO?
PERCHE' LA BBC NON LEGGE IL LIBRO SCRITTO DA GABRIELLA CARLIZZI "MEREDITH KERCHER UN DELITTO IMPERFETTO"?

ECCO L'INTERVISTA...

{xtypo_info}AN ENGLISH TRANSLATION IS AVAIABLE TO THIS LINK{/xtypo_info}
Venerdi 6 febbraio continua il processo di Perugia che per molti è considerato come un processo di streghe.

RISPOSTA : Penso che definire un qualsiasi processo giudiziario con aggettivi o sostantivi come ad esempio « streghe » non sia corretto verso le Istituzioni e gli Stati che sono legittimamente chiamati ad esprimere una sentenza di innocenza o colpevolezza.
Fortunatamente in Italia non c’è la pena di morte, ma vige il concetto di presunzione di innocenza, valido fino all’ultimo grado di giudizio, cioè la Corte di Cassazione.
In tal senso qualunque imputato ha facoltà di difendersi mediante tutti gli strumenti previsti dai codici di procedura penale.
Abbiamo molti esempi di imputati, accusati di reati gravissimi e che poi sono stati assolti nel primo, o nel secondo, o anche nel terzo grado di giudizio.
Tuttavia la pubblica opinione spesso esprime vere e proprie sentenze diffondendole attraverso i mass-media, e questo comportamento secondo il mio parere, priva l’imputato , i suoi difensori, e gli stessi Giudici, di quella serenità indispensabile per un giudizio equo e il più vicino possibile alla verità sostanziale, che è cosa diversa dalla verità processuale.

Frattanto il processo di Perugia è degenerato in una guerra fra il clan Karcher ed i clan Knox, con fra i due il clan SollecitoMeredith, invece di concentrarsi sulla ricerca per la verità, dunque inevitabilmente per la declarazione di innocenza dei due accusati.

RISPOSTA :
Perchè la dichiarazione di innocenza dovrebbe essere inevitabile ? Ecco un esempio di sentenza mediatica. Credo che al momento nessuno possa essere in grado di stabilire preventivamente l’innocenza ma anche la colpevolezza degli imputati. E’ legittimo farsi una idea piuttosto che un’altra, ma la verità processuale si conoscerà solo quando una Corte d’Assise avrà emesso un verdetto.
C’è da considerare che le sentenze vengono emesse sulla base delle prove che le parti in causa sono in grado di dimostrare inconfutabilmente.
E questa norma vale sia per la Pubblica Accusa, che per i difensori degli imputati che per le parti civili.
In questo caso penso che i genitori di questi ragazzi, Meredith, Amanda, Raffele, Rudy dovrebbero considerarsi in parità, come genitori colpiti da una disgrazia che vede i loro figli vittime di una società sempre più colpita da episodi tragici.
Se è vero che Meredith è morta, sono « morti » anche Amanda , Raffaele e Rudy, i quali certo non hanno più un futuro fatto di sogni come tanti altri giovani della loro età.
E poichè la verità non può stabilirla la gente, ma devono stabilirla dei giudici, penso che alimentare guerre non aiuti alla imparziale ricerca della verità.

Secondo lo stato delle cose il più recente è il più probabile che Guede sia penetrato nella casa e si è recato al WC, fù sorpreso dal ritorno della Kercher, la violentava e l'accoltellava e poi fuggiva in fretta.

RISPOSTA : Allo stato processuale dei fatti, sappiamo che Rudy Guedè ha subito una condanna di primo grado, ma lo si deve ritenere al pari degli altri imputati, « presunto innocente ». Il suo processo continuerà in sede di Corte di Appello, e sicuramente giungerà fino ad un verdetto in Cassazione, che non sappiamo se confermerà la sua colpevolezza o lo giudicherà estraneo ai fatti che gli sono stati contestati.
Guedè, poteva scegliere un processo con rito ordinario come gli altri imputati, ma ha preferito il rito abbreviato. Ciò non toglie che possa godere degli stessi diritti processuali a sostegno della propria difesa.
E’ possibile che non abbia detto tutto ciò di cui potrebbe essere a conoscenza.

Perchè il Procuratore Mignini non può essere ricusato per parzialità e/o il processo avere luogo in un'altra città?

RISPOSTA :
Penso sia necessario chiarire alcuni aspetti del nostro ordinamento giudiziario. Innanzitutto il concetto di parzialità o imparzialità è da riferirsi ai giudici e non alla pubbica accusa o ai difensori...
Si chiama dibattimento proprio perchè la pubblica accusa e difensori dibattono tra di loro, ciascuno a sostegno della propria tesi, di fronte ad un terzo che è rappresentato dal collegio giudicante. Per questo motivo , in Italia, il pubblico ministero è considerato come un ufficio impersonale, tanto che non vi è alcuna regola che stabilisca che un determinato pubblico ministero debba essere sempre lo stesso nelle udienze di un medesimo processo, ma può variare secondo gli impegni e i turni di lavoro. Normalmente si preferisce per conoscenza della materia che sia sempre lo stesso magistrato a rappresentare la pubblica accusa, ma non è una regola.
Al contrario se varia anche un solo componente del collegio giudicante, il processo deve ricominciare da capo.
Dunque, per questioni di parzialità può essere ricusato solo il giudice.
In questo caso specifico, non risulta che i difensori degli imputati abbiano mai chiesto la ricusazione dei giudici che hanno convalidato gli arresti, che hanno rinviato a giudizio gli imputati e che hanno rigettato la richiesta di scarcerazione o in seconda ipotesi di arresti domiciliari.
Di conseguenza, poichè unico punto di riferimento di un imputato è il giudice, e non essendo stato nulla contestato ai giudici investiti del caso, è naturale che il processo si debba svolgere nel luogo ove il delitto è stato commesso.

Potreste immaginarsi che gli antenati di Mignini partecipàssero all'Inquisizione?

RISPOSTA : Non sono tra coloro che parlando di processi pensano alle streghe, e pertanto di fronte alla sofferenza di chi sta chiuso in un carcere o di chi ha perso la propria figlia, mi sembrerebbe scorretto far lavorare la fantasia come in un film.
Posso però sottolineare che da un punto di vista mediatico, mi sembra che il ruolo del PM dottor Mignini appaia abonrme rispetto al più ristretto ruolo di pubblica accusa, una delle parti in causa che sono protagoniste di un dibattimento.

Da nell'occhio che in Perugia c'è una Via delle Streghe e che alla vigilia dell'omicidio del 1° novembre 2007 aveva luogo proprio una grande commemorazione per le streghe assassinate in Italia.

RISPOSTA :
Per rispondere correttamente a questa domanda, sarebbe necessario mettere in evidenza che la « notte di Halloween » è una mitologica tradizione che si origina dall’America e che l’Italia ha solo ereditato !
(NdR: qui c'è un malinteso, la Signora Carlizzi non aveva conoscenza di quella strana commemorazione descritta sotto http://www.universitadelledonne.it/perugia.htm )

In quanto queste due ragazze avrèbbero un qualsiasi legame con il ordine massonico della Rosa Rossa?

RISPOSTA : Non credo che Meredith e Amanda avessero legami , almeno diretti, con questa schola esoterica denominata correttamente « Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro Indipendente e Rettificato », piuttosto penso che le due ragazze siano cadute in una trappola posta in essere da un facente parte di questa schola esoterica.

Da almeno 900 anni esiste una tensione spirituale fra Perugia ed Assisi, dunque fra il Male ed il Buono. Fino a qual punto questo spirito continua nel processo?

RISPOSTA : Gli attuali protagonisti di questo processo (imputati, difensori, pubblici ministeri e giudici) sono totalmente estranei a questa realtà storica, tuttavia se un giorno uscirà fuori il vero mandante di questo delitto, forse lui saprà dirci qualcosa di più relativamente alla lotta tra il Bene e il Male.
Quell’uomo però ancora è a piede libero, e forse Amanda non ha il coraggio di parlare.

Perchè il Papa non è pronto di ricevere i genitori di Amanda?

RISPOSTA :
Il Papa come Autorità Pastorale può ricorrere allo strumento della preghiera in soccorso di chiunque si trovi in una condizione di limitazione della propria libertà, così come può pregare per i genitori di Meredith affinchè abbiano giustizia e per la stessa Meredith invocando l’infinita misericordia del Signore.
Il Papa però, come Capo di Stato, non può ingerire sul sistema giudiziario di un altro Stato. Così come l’Italia, non ha potuto sviluppare alcune indagini ed inchieste sulle quali il Vaticano ha imposto il proprio e legittimo dominio e competenza.
Peraltro, il Papa è il Vicario di Cristo e pertanto ha una precisa identità religiosa.
Un suo intervento potrebbe essere strumentalizzato da chi è intenzionato a spostare questo processo su un piano similabile alle guerre tra religioni diverse.

Come spiegare l'attitudine passiva delle Sorelle di Santa Chiara, sia a Perugia che a Assisi e dappertutto nel mondo, persino a Seattle? Sarebbe il Vaticano dietro questo?

RISPOSTA :
Ribadisco quanto già risposto alla precedente domanda.
Confondere la materia giudiziaria e processuale di questo delitto, nell’universo dei poteri occulti del Vaticano, può significare solo distrarre e sviare la pubblica opinione da una oggettiva e serena ricerca della verità processuale.

Perchè il nuovo presidente americano non aiuta, poichè Amanda conta fra i suoi supportori?

RISPOSTA :
A questa domanda dovrebbe risponedere Obama. Tuttavia, conoscendo il suo curriculum e quello di sua moglie, penso che Obama , per motivi etici e di comportamento non ingerirebbe mai in un processo giudiziario italiano, prima di una sentenza definitiva. Per Obama, come per tutto il mondo, allo stato attuale Amanda è una ragazza accusata di un crimine, ma presunta innocente e con piena facoltà di difendersi. Se si ha fiducia nella Giustizia, è necessario attendere i tempi della Giustizia nell’osservanza dei codici di procedura.

Ciò che da nell'occhio è che un altro bambino di Seattle, Bill Gates, chi ogni anno distribuisce parecchie milliardi, non sottiene la campagna per Amanda…

RISPOSTA :
Evidentemente il « bambino » di Seattle non deve obbedire ad alcun padrone….

ULTIMA DOMANDA : Signora Carlizzi, c’è qualche altra cosa che lei vorrebbe dire relativamente a questo caso giudiziario, e che non è emersa nelle nostre domande ?

RISPOSTA :
In verità ci sarebbero molte altre considerazioni, a mio parere, meritevoli di attenzione.
Innanzitutto, l’avere inizialmente affidato una campagna mediatica a favore di Amanda ad un giornalista italiano, pregiudicato e imputato in un caso giudiziario di risonanza mondiale, come è quello denominato « Caso Narducci-Mostro di Firenze », penso sia stato il danno più grave che ha subito Amanda.
Se poi consideriamo che con questo giornalista è stato coindagato un notissimo scrittore americano, che ambedue hanno come pubblico ministero il dottor Mignini e come Giudici la stessa Gip Marina De Robertis e lo stesso Gup Paolo Micheli, allora questa può apparire una manovra sofisticata e posta in essere da poteri occulti e deviati.
Infatti io ho scritto un libro intitolato : « Meredith Kercher : un delitto imperfetto », (il libro è reperibile anche presso la libreria La Grande di Perugia) nel quale ipotizzo che sia la vittima che gli imputati siano stati oggetto di una trappola.
E’ possibile che qualcuno interessato a screditare il dottor Mignini nel processo « Narducci-Mostro di Firenze », abbia organizzato il delitto di Meredith, aspettando che il dottor Mignini fosse di turno e gli fosse assegnato il caso d’ufficio, per attaccarlo in modo trasversale : usare Meredith per screditare l’inchiesta « Narducci- Mostro di Firenze ».
Ad esempio, la campagna mediatica a favore di Amanda punta il dito solo sul PM Mignini e tralascia l’altro PM dottoressa Comodi e il giudice Paolo Micheli.
Perchè ? Semplice : nel processo « Narducci-Mostro di Firenze », il giornalista italiano che dice di essere stato incaricato dall’America a sostenere l’innocenza di Amanada, ha come suo pubblico ministero solo il dottor Mignini.
E voglio ancora precisare che lasciare Amanda nelle mani mediatiche di un pregiudicato, significa farle del male e metterla nelle condizioni di essere sospettata quale autrice di complotti in danno di un magistrato.
E’ evidente che se Amanda ha cambiato tante versioni, rinunciando ad una difesa coerente, è perchè Amanda ha paura di dire quello che sa e chi vide quella sera uccidere materialmente Meredith. Ed è anche meritevole di riflessione la abnorme richiesta di danni da parte della famiglia di Meredith, circa 15 milioni di euro.
Loro sanno che i tre imputati non potranno mai pagare questa somma, tuttavia la chiedono. A chi ? Forse sanno chi è il mandante di questo delitto e sanno anche che gli apparati occulti di cui fa parte, possono pagare ?
Ed infine vorrei chiedere : chi erano i frequentatori del locale di Lumumba ?
Perchè dopo che Lumumba è stato scagionato, quel locale è rimasto vuoto tanto da dover essere chiuso ?
Chi ha temuto di essere ripreso con la telecamera ?
E Amanda lo avrebbe riconosciuto ?

In questo quadro, se ancora si persevera ad attaccare il solo pubblico ministero Mignini, finirà che Amanda dovrà pagare anche per quello che non ha commesso, perchè in questo modo non si aiuta alla ricerca della verità, ma si rischia di irrigidire le posizioni senza la possibilità di un ampliamento di indagini che deve essere preceduto dal rispetto e dalla fiducia in chi queste indagini dovrà farle.

Siamo sicuri che i difensori di Amanda abbiano giocato bene tutte le carte a favore dell’imputata ? E se si, perchè ancora non mi hanno consultato su ciò che ho scritto nel mio libro ?

 

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Martedì 3 Febbraio 2009

CHI HA UCCISO MEREDITH KERCHER?

IL DISCO DELL'ORRORE

Si era fatto tardi, e Fabrizio aveva perso l’ultimo treno per tornare a Firenze.
Mi chiese se potevamo ospitarlo per la notte, lì nella mia redazione, dove peraltro in quei giorni, a causa della mole di lavoro da smaltire, dormivo anche io con i miei due collaboratori Elisa e Matteo.

Allestimmo in fretta una cenetta gustosa e piccante, spaghetti aglio, olio e peperoncino, salumi e formaggi tipici di Orvieto, biscotti da inzuppare in un pastoso vin santo.

Ma il piatto forte di quella serata improvvisata, furono le intercettazioni di Fabrizio.
Eravamo ansiosi di ascoltarle fino alla fine, e tentammo di avere qualche anticipazione dal nostro 007, il quale però evitò assai professionalmente di sbilanciarsi su ciò che di lì a poco ci avrebbe tenuti svegli fino all’alba.

Tornammo nel mio studio e riavviai il pc, mentre prima di inserirlo, tenevo tra le mani quel dischetto, quasi a voler palpare le atrocità che vi erano contenute.

“ Pronto Dario? Sono Claude…”

“Oh finalmente, quasi quasi non ci speravo più. Dimmi, sei riuscito ad organizzare il tutto?”

“Penso proprio di si, e la cosa dovrebbe funzionare senza problemi per noi.
Ho trovato le ragazze giuste, una in particolare sembra molto interessata al teatro, al cinema, insomma appena le ho proposto di portare in scena Halloween si è subito mossa.
Ha telefonato al fidanzatino, e all’altro suo amico di colore, uno che a suo dire si è innamorato della sua coinquilina, una studentessa inglese, anche se quest’ultima fila con un italiano…
Gli ho anche dato una bozza del copione, dove è spiegata la dinamica del “rituale magico” che sarà ambientato a casa delle ragazze.
Inoltre le ho raccomandato che mentre aspetteranno il “Gran Sacerdote”, devono scaldare l’atmosfera, bevendo molto e facendosi un po’ di spinelli, insomma la scena deve sembrare reale ed anche un po’ di sesso , ho suggerito, contribuirà a rendere tutto più allettante per gli amanti di questo genere di teatro…”

“Molto bene Claude… ma spiegami la dinamica dei fatti, punto per punto…”

“Semplicissimo. La ragazza con gli altri tre, si daranno un appuntamento a casa verso le nove di sera, e mentre prepareranno il tavolo intorno al quale ci siederemo, cominceranno a farsi spinelli e a bere, ma sicuramente finiranno anche col fare sesso, tanto più che tra le coppie c’è del tenero…
Al negretto piace l’inglesina… e l’americana ha sedotto un giovane pugliese, che sembra non capisca più nulla se non sesso e spinelli.
Ho detto alla ragazza, l’ americana, di lasciare socchiusa la porta di casa, la sera dell’uno novembre, e stare in pratica a luci spente, o al massimo una lampadina debole nel bagno, tanto per potersi muovere… Ad un certo punto arriverà il “Gran Sacerdote” e durante la recita del rito, mentre la vittima sarà nella posizione indicata nel copione, si ritroverà una lama nella gola…”

“E il “Gran Sacerdote”?”

“Quando gli altri si saranno resi conto dell’accaduto, lui sarà già scappato… o dalla porta… o da una finestra se lo consente la situazione….”

“Claude…. A chi toccherà la parte del “Gran Sacerdote” tra noi due?

“Dario, parliamoci chiaramente. Se io ti dicessi di no, tu sapresti come costringermi.
Ma la stessa cosa vale per me, anche io, volendo, potrei usare contro di te non poche armi, non ti pare?
Dunque ho pensato che la partita ce la giocheremo a dadi, domani sera, al solito locale, ok?”

“Mi sembra un’ottima idea, Claude……. A domani, allora……..”

Stoppai il dischetto…

Fabrizio mi guardò e con un sorriso amaro mi disse:
“Bè? Che fai, ti fermi sul più bello?”

“No, Fabrizio, il seguito non voglio ascoltarlo, altrimenti non ti garantisco che starò ferma… e tu, d’altra parte, se io denunciassi tutto al magistrato, questo materiale potresti sempre distruggerlo…… e magari diresti che mi sono inventata tutto, per pararti…”

“Gabriella, è chiaro che nel momento in cui tu tradissi la mia fiducia, io dovrei pensare a tutelare la mia incolumità, in senso giudiziario, non ti pare?
Già a Firenze mi hanno incriminato per violazione di segreto d’ufficio, per averti dato i dischetti di quando ero infiltrato al Gides…”

“Ho capito Fabrizio, anche se queste intercettazioni le hai fatte di tua iniziativa, e pertanto non violeresti nessun segreto d’ufficio….”

“E tu pensi che io abbia fatto un lavoro lecito?
E poi non credi che qualcun altro abbia fatto il mio stesso lavoro, per procurarsi un ricatto permanente?”

Fabrizio aveva ragione….
In fondo il delitto si era svolto davvero come da copione….

Peccato che la magistratura non si sia posta il problema della presenza di un “quinto uomo”, che in definitiva, fu quello che affondò la lama nella gola di Meredith……..

I ragazzi erano senza dubbio moralmente responsabili, ma l’assassino di Meredith non era nessuno di loro……

Rudy Guede è stato condannato a trent’anni di reclusione.

Per Raffaele Sollecito ed Amanda Knos, sarebbe iniziato a breve il processo di primo grado, davanti ad una Corte d’Assise, avendo loro scelto il rito ordinario.

Dei tre solo Amanda conosce il nome del vero assassino, il “Gran Sacerdote”, per essersi ricordata dei consigli dell’amica Meredith… guardare le scarpe, o un gioiello, o il tipo di pantaloni… insomma un particolare che avrebbero potuto riconoscere le due studentesse insieme, il giorno dopo delle prove di quella che si rivelò una tragedia…per una di loro.

Amanda lo vide, e lo riconobbe….
E lui se ne accorse, confuso tra la gente, lanciandogli un mezzo sorriso che aveva il sapore di una promessa di morte.

A me resterà l’enigma: Claude o Dario?....

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Domenica 1 Febbraio 2009

UN DELITTO FIRMATO

“Dario, Dario….? …..Ma dove sei…? …”
Maria guardò l’orologio, mentre accendeva il lumetto del comodino.
Erano le quattro.
Tirò un sospiro denso di preoccupazione ma anche di stanchezza.

Da una vita che stava dietro alle ossessioni del marito, fino a rendersi ella stessa complice da quando fu necessario “coprirlo” ogni volta che i sospetti della magistratura cadevano su di lui.
Bussò alla porta del bagno, nella vana speranza di trovarlo lì, ma già sapeva che lo avrebbe visto di spalle, seduto sul divano del soggiorno, con lo sguardo nel vuoto, prigioniero dei suoi incubi del passato ma che ora avevano risvegliato la sua memoria, costretto a difenderli, come aveva difeso quella creatura tenuta segreta e rinchiusa fin dalla nascita in un istituto di Volterra.
Si sentiva in colpa anche per questo Dario, perché la sua prima creatura aveva ereditato da lui la malattia mentale proprio come lui l’aveva ereditata dal suo padre naturale.
Una vita di dolore, dolore della mente, dolore dell’anima, ferite che si erano riaperte all’improvviso, non certo per essere curate ma in esse ormai da qualche anno, affondava la lama tagliente della Giustizia, a riprova che nessuno più dei vecchi compagni di sventura era disposto ad esporsi, a difenderlo, presentandolo semmai come una vittima di un sistema malato.
Quel patto segreto di solidarietà si andava via via frantumando, e Dario pensava che l’ultima carta che avrebbe giocato, pur di screditare quella “toga” e suoi scagnozzi, sarebbe stata la carta del ricatto.

“Dario, ma che fai? Sono ancora le quattro del mattino, se continui così dovremo tornare dallo psichiatra, proprio ora che devi preparare la tua difesa…
Manca poco più di un anno, il magistrato sta chiudendo le indagini e chiederà il rinvio a giudizio chissà per quanti imputati, ma tra questi sai bene che ci sarai anche tu….
Devi essere lucido, non puoi logorare i tuoi nervi, passando le notti senza dormire e il giorno facendo lavorare la tua mente in cerca di soluzioni e congetture che come hai visto ti hanno solo portato guai… Dai su, torna a letto….
Poi in giornata telefoneremo alla moglie dell’ex ministro, l’americana…
Lei sai che ti stima ed è anche intima amica di Mike, e poi le informazioni di cui hai avuto bisogno, quando il ministro era alla Difesa, te le hanno sempre date in tempo reale….Forse puoi contarci ancora, non credi?”

“Si Maria, anche quando dal Gides mi arrivò la soffiata mentre stavamo preparando l’Altare nella vecchia casa di Bagno a Ripoli, per poi disfarci di quei “cimeli”, capii che quella era l’ultima volta che mi avrebbero avvertito… Ora non ho punti di riferimento, e non posso nemmeno fidarmi di nessuno, anche perché se ben ricordi, gli altri tre che vennero da Roma, per la celebrazione dell’addio ai “cimeli” , ricordi? , c’era l’avvocatessa Giulia O., poi quello di via Nizza 22, e l’altro… ebbene anche loro furono avvertiti ma non seppi mai da chi, anche se essendo uno del gruppo un agente dei Servizi, non mi è difficile immaginare….”

“Ecco Dario, come vedi qualcuno pronto ad aiutarti lo trovi sempre… Certo, il piano che avevamo preparato era perfetto, ed anche se avessero perquisito la casa di campagna, quelle cose non le avrebbero più trovate…. “

“E invece, come vedi, ancora “quelle cose” ce le dobbiamo trascinare da una parte all’altra perché ormai nessun posto è più sicuro, e tu Maria sai bene che questa ansia mi sta logorando…
Scusami, se di notte mi alzo… ma in quei momenti penso se non sia davvero meglio che la faccia finita una volta per tutte… in fondo una punizione me la merito…”

“Dario, ma sei impazzito davvero? Non sai che lasceresti nei guai me e nostra figlia?
Tu devi resistere a affrontare la situazione…. Piuttosto, l’idea di fare qualcosa per screditare quel magistrato mi sembra buona, solamente che bisognerebbe trovare un modo per così dire indiretto…”

“Indiretto? Spiegati meglio…cosa vuoi dire?”

“Insomma, se tu continui ad attaccarlo frontalmente e sull’inchiesta che ti vede imputato, tutti penseranno che hai un interesse personale, e che se ti comporti così è perché sei colpevole.
Se invece lui fosse titolare di un’altra inchiesta, che nulla c’entra con quella che ti riguarda, allora anche con l’aiuto di Mike e della moglie dell’ex ministro, si potrebbe criticare il suo operato, e schierarsi dalla parte di chi lui ritiene colpevole, mi capisci?”

“Maria sei grande! …
Un attacco trasversale che deve rimbalzare sulla stampa internazionale…!
Già, ma al momento da quanto ne so, non ha sotto mano alcun caso giudiziario che meriti la risonanza che serve a noi, a meno che….”

L’intercettazione si interrompeva lì, si sentivano solo dei rumori strani, e che non consentivano di ascoltare il seguito della conversazione tra i due coniugi.
Chiesi a Fabrizio di spiegarmi meglio, e soprattutto mi incuriosiva sapere come mai lui era in possesso di quei dischetti…

“Gabriè, me lo chiedi pure? Ma scusami tanto, dopo quello che ho visto bruciare sotto i miei occhi quando ero infiltrato al Gides durante le operazioni delegate dal magistrato, se permetti, il soggetto non l’ho mollato…
Ma ti rendi conto?
Ce l’avevamo in mano, con i feticci dentro i barattoli, essiccati, lui aveva preparato l’Altare e gli altri compari, tutti pezzi grossi erano già arrivati da Roma.
All’improvviso, gli squilla il cellulare, e mentre stava per dire agli altri di scappare perché erano intercettati, questi a loro volta erano stati già avvertiti da uno dei Servizi… “

“Scusa Fabrizio, ma adesso i feticci dove li tiene, li ha distrutti? “

“Ma te le devo dire io queste cose? Non sei forse tu l’esperta di esoterismo?
E allora dovresti sapere che quella roba li non si può distruggere….
E sembra assurdo, ma come vedi, quelle “cosine” non le vogliono nemmeno quelli che indagano…, almeno così mi è parso di capire. “

“In effetti…. Io stessa dovetti faticare perché le intercettazioni che mi hai dato tu fossero acquisite dal magistrato…. Secondo lui dovevo presentarmi spontaneamente… -

“E tu che gli rispondesti? “

“Gli dissi che io non avevo la fortuna di quelle proprietarie, che si presentarono a Giuttari con pistole, coltelli ed altri corpi di reato, a loro dire lasciati dal pittore Claude Falbriard, e anziché essere fermate seduta stante, le “ringraziarono” e furono lasciate andare…”

“Si ma poi ‘sti dischetti glieli hai dati al magistrato o no?...”

“Diciamo che creai le condizioni perché li acquisisse, come poi fece.
Pubblicai tutto sul mio sito, anzi lui si arrabbiò, dicendo che queste cose non si devono diffondere, tuttavia a quel punto, per atto dovuto, dispose l’acquisizione del materiale…”

“Scusa Gabry, perché si arrabbiò? Che ti disse di preciso?..”

“Io gli chiesi se aveva letto il mio articolo e lui sbottò alterato: “Si l’ho letto e se vuole sapere il mio parere non ho condiviso la sua iniziativa. Se poi vuole che le dica “Brava!” , cara signora, non glielo dico, per me queste cose non devono andare in pasto alla gente…”

“Gabry, lascia che te lo dica uno che poi è stato interrogato: hai fatto bene come hai fatto, almeno c’è un verbale e quell’episodio non potrà essere più ignorato.
Anche a me chiese se il materiale era tutto là o se avevo dell’altro, ed io sai che gli ho risposto?
“Ni”… e lui ha capito, tanto che ha detto che almeno ero uno che le cose le diceva in faccia.“

“Senti Fabrizio , torniamo alle intercettazioni più recenti di Dario.
Dunque, lui e la moglie pensano di attaccare il magistrato colpendo una inchiesta diversa da quella sul “Mostro”, ma sanno che al momento l’inquirente non ha alcun caso giudiziario capace di scatenare i mass-media internazionali.
Da quanto abbiamo ascoltato, sembrerebbe che abbiano una certa confidenza con la moglie americana di un ex ministro della Difesa…
Poi però l’intercettazione si è disturbata…non sono riuscita a capire il seguito…”

“Certo, quando l’affare si fa grosso, e tu devi decidere come muoverti, senza poi ritrovarti indagato, dato che questo lavoro fu una iniziativa mia, e non agii su delega, a quel punto metti un rumore di fondo, che poi è possibile rimuovere e la registrazione torna pulita…”

“Dunque tu conosci il seguito della storia? Mi sbaglio?”

“No,non ti sbagli. Purtroppo si, riuscii a sapere tutto cara Gabriella, e se ne parlo con te, è perché ho letto i tuoi articoli sulla ragazza inglese uccisa a Perugia un anno fa….”

Saltai sulla sedia, non credevo a ciò che Fabrizio mi stava tuttavia facendo ascoltare con le mie orecchie…. Ero livida dalla rabbia, tentata di troncare lì l’incontro, come se avessi paura di scoprire la fondatezza di un remoto sospetto che respinsi subito, quando appresi dell’omicidio della studentessa inglese.

“Fabrizio, non dirmi che stai parlando di Meredith Kercher?... Non dirmi che quel delitto così atroce fu studiato a tavolino da qualcuno che non è tra gli attuali imputati?... “

Fabrizio tacque per alcuni minuti, mentre mi guardava fisso, come se dovesse decidere se rendermi depositaria della storia più efferata che si potesse immaginare, oppure rimangiarsi tutto e dirmi che aveva scherzato.

Poi come sollevato da un peso, prese la sua valigetta e ne tirò fuori un particolare computer.
Lo aprì, inserì il dischetto “disturbato”, mise le cuffie, manovrò alcuni tasti e programmi già predisposti ed estrasse ancora una volta il dischetto.
Mentre si toglieva le cuffie, soddisfatto della riuscita del lavoro, mi invitò ad inserire nel mio pc quello che dopo averlo ascoltato definii il “disco dell’orrore”.

Fabrizio doveva averci lavorato alcuni mesi, e sinceramente mi chiedevo come mai, un personaggio che per mestiere ne aveva viste di tutti i colori, con quel materiale in mano, non avesse pensato di venderlo agli americani, i quali pur di “salvare” la loro connazionale l’avrebbero pagato a peso d’oro.
La mia curiosità non mi trattenne dal chiedere direttamente al mio amico una risposta a quanto mi passava per la testa in quel momento.

Mi spiegò: “Vedi Gabriella, purtroppo gli americani si trovano tra l’incudine e il martello.
Se sapessero che io dispongo di questo materiale, dovrebbero decidere se difendere Amanda e buttare a mare il “mandante”, o se coprire il “mandante” e lasciare che la giustizia faccia il proprio corso per Amanda.
Il fatto è che Amanda, almeno per ora non confesserà e tace perché è terrorizzata.
Il “mandante” aveva organizzato tutto, anche con l’aiuto di qualche amico straniero, proprio per procurarsi preventivamente la materia del ricatto, nel caso qualcuno si fosse tirato indietro.
Mi sono spiegato?”

Altro che! Fabrizio si era spiegato fin troppo bene, ma la storia era talmente diabolica che volli riascoltare ancora una volta alcuni pezzi delle numerose intercettazioni.
Decine e decine di ore…un lavoro quello svolto da Fabrizio che non poteva restare nel suo archivio, e mi chiedevo cosa sarebbe stato giusto fare, quali iniziative prendere, riducendo al massimo i rischi e nel contempo stimolare nel magistrato l’esigenza di nuove indagini.

Introdussi il dischetto nel mio pc… le voci erano nuovamente chiare…

“Maria, questa sera non mi aspettare per cena. Mi fermo a Perugia, ho già preso appuntamento con quel docente… dobbiamo incontrarci al solito locale… lì lui è “coperto”, e possiamo parlare tranquillamente…”

Mandai avanti la registrazione.
Ora sentivo un sottofondo musicale, e un brusio di voci… Poi riconobbi distintamente quella di Dario che parlava con il suo interlocutore, il docente.

“Tu sai tutto Claude, e sai anche che se sei sfuggito alle indagini in qualche modo lo devi a me..
Ora però ho bisogno del tuo aiuto, non puoi negarmelo, sai bene che troverei il modo di fartela pagare. Scusami se uso questo tono, ma sono esasperato, sento la puzza della galera che mi è rimasta addosso, e vivo con l’angoscia di tornarci, da un momento all’altro, mi capisci?”
Quel magistrato dobbiamo distruggerlo, distruggerlo…. Distruggerlo…? “

“Dario calmati, ragioniamo con calma. Tu esponimi le tue idee ed io vedrò come realizzare il tuo obiettivo. Ma innanzitutto devi stare calmo, altrimenti in galera ci finiremo davvero tu ed io…”

“ Ok Claude, cercherò di mantenere i nervi saldi, te lo prometto.
Ho pensato che se a Perugia accadesse un fatto molto grave, si.. bè… insomma… un delitto, un delitto efferato, chiaramente lui dovrebbe destreggiarsi anche con il super lavoro che lo impegna in questi giorni … So che sta preparando gli atti per la richiesta dei rinvii a giudizio per il “caso Narducci” e collegamenti col “Mostro”, e noi potremmo attaccarlo, se accadesse qualcosa sul nuovo fatto, sensibilizzando la stampa in modo clamoroso, e così perderebbe credibilità anche sull’altro processo…si, intendo il “Mostro”, mi sono spiegato?

“Dario, il tuo disegno in teoria sembra perfetto, ma nella pratica ci sono molti aspetti che è difficile far quadrare.
Innanzitutto, chi ti dice che un eventuale delitto venga assegnato a lui?
Poi, per avere un appoggio mediatico a livello internazionale, per te che fai affari con gli americani bisognerebbe coinvolgere qualcuno d’oltreoceano, non ti pare?
Infine, onde non destare alcun sospetto, si dovrebbe far coincidere il delitto con qualche evento magari già noto per certi accadimenti …? Non so, come se si decidesse di ammazzare qualcuno simulando un incidente d’auto, il giorno ideale sarebbe il sabato sera, capisci?
Quel delitto rientrerebbe nelle stragi del fine settimana, quando si va in discoteca, ci si ubriaca e si finisce contro un albero… Nessuno sospetterebbe un assassinio premeditato…”

“Si, Claude, ma ti assicuro che ho pensato già a tutto. Abbiamo un’ottima occasione…
Il prossimo 2 novembre lui sarà di turno, il che significa che tutto quello che succederà a Perugia in quel giorno, sarà assegnato d’ufficio a lui.
Ed è anche vero che il giorno prima si festeggia Halloween, e tu che frequenti tanti studenti stranieri, sai bene come questi ragazzi vanno su di giri per la festa delle streghe, si drogano, fanno sesso, organizzano rituali macabri, in molti casi si rifanno alla stregoneria del Congo, e qualche volta ci scappa davvero il morto….
E poi, lo sai meglio di me, tu sei un esperto in quella specie di discipline dell’occulto, non ti sarà difficile esaltare due o tre studenti, magari di diversa nazionalità purchè affiatati tra di loro, e poi gli organizzi l’orgia… magica…
Al momento opportuno, vedremo tu od io, col volto coperto …e zac!
Un taglio in gola e via…
Mentre gli altri resteranno storditi dall’alcool e dalla droga… e quando si renderanno conto che il rito è finito male, cercheranno l’assassino tra di loro… vedrai si accuseranno gli uni con gli altri…“

“ Dario, ti avverto, non sarà facile, comunque una mezza idea ce ‘ho… conosco due ragazze che dividono la stessa casa… e non mi sembrano due santarelle….Proprio sere fa, le ho sentite parlare di Halloween e di cosa avrebbero organizzato… Potrei illustrare loro un rituale, uno di quelli che prevedono una vittima, come in un gioco di ruolo, e magari convincerle a provare la sera tra l’uno e il due novembre, in modo da far quadrare il fatto con il turno del tuo magistrato….
Vediamo un po’………Ma si, potrei dire loro che metteremo su un soggetto teatrale sulla festa di Halloween, e far entrare nel gioco anche due persone scelte da loro, magari qualche corteggiatore…”

“Perfetto, Claude, sapevo che eri un genio, un genio del Male, s’intende…
Dunque hai pochi giorni di tempo per organizzare il tutto… poi vedremo alla fine, chi di noi due interverrà…”

Mandai ancora avanti la registrazione… ero sconvolta…

“Mez, che ti sembra della proposta del professore? In fondo se riusciamo a portare in teatro la rappresentazione di Halloween potremmo guadagnarci molto…
Guarda, il copione del rituale sembra proprio dal vero…. Dove lavoro io la sera, a volte capita che si parli di quello che succede in Congo… pensa che addirittura ci sono i bambini stregoni….
Dunque…. tu dovresti fare la parte della vittima… Io la sacerdotessa e Raf e Rudy i concelebranti…
Si ma il Gran Sacerdote, come è indicato qui, chi lo farà?...”

“Ma è chiaro Amanda, il Gran Sacerdote nei rituali ha sempre il volto coperto….
Almeno da noi in Inghilterra si usa così… Questi riti hanno sempre un’origine massonica, come pure in un contesto tribale, in Congo per esempio, lo Stregone che corrisponde al Gran Sacerdote, ha una maschera che gli copre il volto….”

“Dunque Mez, quando verrà qui per preparare la scena, noi non sapremo chi è, nemmeno dopo che avremo terminato le prove?”

“Non è detto Amanda… Se siamo furbe guardiamogli le scarpe, magari i calzini, o qualche gioiello, un anello, per esempio, o il tipo di pantaloni che indosserà sotto i paramenti… Può darsi che il giorno dopo da uno di questi particolari capiremo chi è… magari lo stesso professore che ci ha proposto il lavoro… o quel suo amico che ogni tanto lo viene a trovare da fuori… un viso che mi ricorda una persona ma non so dove posso averlo visto…. Certo che i due confabulano come se avessero chissà quali segreti sporchi in comune…”

“Si Mez, ho capito a chi ti riferisci…. Ogni tanto li ho visti anche al locale…
Il professore sembra sempre uno che si guarda intorno, come se temesse di essere visto…Incontra certi tipi strani ma Lumumba potrebbe dirci di più…Lui ci parla, come se fossero amici….
A volte si fermano a confabulare fino a tardi…. Può darsi che abbiano qualche affare in comune, chissà..?”
(Il dialogo tra Mez ed Amanda è stato tradotto dall’inglese)

Basta, non ne potevo più, chiusi il mio computer e dissi a Fabrizio che sarebbe stato bene che facesse sentire al magistrato queste registrazioni.

“Ma tu sei pazza! Mi vuoi morto, Gabry? O in galera?...
Tanto per cominciare ormai tra due giorni c’è l’udienza preliminare e il magistrato mi chiederebbe perché solo adesso mi presento, e avrebbe ragione anche a sospettare che questo materiale sia un depistaggio, visto che sa molto bene che io lavoro anche per gli americani….
L’unica cosa che si può fare è scrivere un”romanzo” e chissà che a qualcuno non venga la pulce nell’orecchio, o che la stessa Amanda non decida di confessare tutto… Nessuno di noi, ha il dovere di denunciare un bel niente, tuttavia possiamo agire come ti ho detto…”

“Figurati, Amanda avrà il terrore sacro di fare il nome del professore e del suo amico…Già è tanto se non la fanno fuori in carcere o appena uscirà….
Eppure uno che forse sa tutto c’è…..
Ti ricordi quella trasmissione che andò in onda subito dopo il delitto? Tra gli ospiti c’era un noto scrittore, il quale affermò davanti a milioni di telespettatori, che il delitto di Meredith era riconducibile in qualche modo ai delitti del “Mostro di Firenze”….”

“Si Gabry , la vidi anch’io quella trasmissione, e lo scrittore aveva ragione.
Anche in quei delitti qualcuno simulò il rito esoterico per sviare le indagini, proprio come nel caso di Meredith: un delitto leggibile anche in chiave esoterica, come hai fatto tu stessa nei tuoi articoli, ma la cui origine ha avuto come movente quello di screditare un magistrato e uscire dalla morsa della giustizia…
Lo scrittore aveva ragione, anche qui troviamo mandanti e manovalanza, lì si è cercato l’esoterismo nelle notti senza luna, qui si è fatto coincidere con la notte di Halloween…o meglio, la notte successiva alla festa si è simulata una recita come se la festa continuasse…
E poi ancora.
Sul “Mostro” si accesero i riflettori dei mass-media di tutto il mondo, esattamente come è stato per Meredith. Ed anche tra le vittime del “Mostro” due coppie erano di nazionalità diversa… Come vedi le analogie sono impressionanti, al punto che potremmo pensare ad una sola mano….”

Avevo bisogno di rimettere in ordine le idee.
Lo scossone era stato troppo forte, anche se solo in quel momento mi rendevo conto che in tanti mesi, dal giorno del delitto, mi assaliva all’improvviso un turbamento strano, qualcosa che maturava in me, e che allo stesso tempo rifiutavo di prendere in considerazione…. La verità di quell’atroce morte, si nascondeva forse nell’inverosimile?

L’esperienza di tredici anni di indagine sui delitti del “Mostro di Firenze” mi aveva portato a non stupirmi più di niente, e dunque dovevo essere pronta a smontare la mia tesi iniziale , quando pensavo che la morte di Meredith fosse il tragico epilogo di un rito sacrificale, riconducibile al demone Lilith.

Cercai i miei vecchi articoli ed iniziai a rileggerli, uno ad uno…..

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Mercoledì 5 Novembre 2008
L’INIZIATIVA DI GABRIELLA CARLIZZI PUO’ SEMBRARE QUASI UNA PROVOCAZIONE, SE PENSIAMO CHE I DESTINATARI DI QUESTA LETTERA SONO I GENITORI DELLA VITTIMA E I GENITORI DEI PRESUNTI ASSASSINI… COSA MAI POTRANNO AVERE IN COMUNE, SE NON LA RABBIA, L’ODIO, LA PERDITA DEI LORO FIGLI, E TANTO, TANTO DOLORE?… E DOVE ALBERGANO QUESTI SENTIMENTI, SE NON NEL CUORE DI CIASCUNO?
ED E’ APPUNTO AL LORO CUORE, CHE SONO RIVOLTE QUESTE PAROLE…
Cari genitori,

se poco più di un anno fa qualcuno vi avesse predetto cosa si stava preparando per voi, al punto da stroncare la vostra vita e quella dei vostri figli, forse avreste fatto valere quell’autorevolezza insita nel vostro ruolo, finalizzato a tutelare il bene di coloro che avete generato, o comunque considerato carne della vostra carne.

Un concetto che vale anche quando un figlio lo si adotta, nel senso che si è padre e madre, quando ci si comporta come padri e come madri, nell’esprimere amore, comprensione, ma anche diniego quando i figli si avventurano in scelte che in questo tempo di degrado di ogni valore morale, pongono a rischio non solo la loro stessa incolumità, ma anche e soprattutto l’educazione che sicuramente hanno ricevuto da ciascuno di voi.

Se è vero che Meredith è stata uccisa, e da un punto di vista terreno, nessuno più potrà restituirvela, è anche vero che coloro di cui si presume siano stati gli autori di un delitto tanto atroce, sono morti nell’anima, e i loro sogni si sono spenti all’improvviso, così come i loro sguardi si perdono nel buio fitto di un futuro che non c’è più.

Anche per i genitori di Rudy, Amanda, Raffaele, è lutto nell’anima, perché questi figli li hanno persi anche loro, e se un giorno fossero condannati in via definitiva, sarebbero usciti per sempre dalla società, anche quando avranno semmai finito di scontare una eventuale pena, le porte del mondo per loro resterebbero chiuse.

La cosiddetta “società civile” è sempre pronta a giudicare senza mai immedesimarsi in quelle situazioni da cui penso che nessuno al mondo possa chiamarsi fuori.

E credetemi, che chi ha ucciso Meredith, dovrà affrontare su questa terra un’agonia forse paradossalmente assai più dolorosa e lunga di quella che fu l’agonia della studentessa inglese, la vostra Mez.

Certo, è giusto che la magistratura faccia il proprio corso, ma se sperate di avere giustizia, tutti voi, anche se il destino vi ha posto gli uni contro gli altri, cercate di non consegnare il destino dei vostri figli, il vostro stesso dolore, a coloro che ne guadagnano in denaro e nel vostro caso, perseguono fini di cui voi nemmeno immaginate l’orrore.

Dovete dare un senso a ciò che ha distrutto le vostre vite, dovete semmai risalire al tempo in cui questi vostri figli erano amici, dividevano lo stesso tetto, gli stessi divertimenti, le stesse trasgressioni….

Dovete cercare semmai, di collaborare di più con la giustizia, affinchè se qualche errore può esservi stato, lo si corregga, come pure, se qualcuno ha approfittato dei vostri bravi ragazzi facendo loro credere cose fuori dalla realtà, conferendo loro ruoli che spesso abbagliano le nuove generazioni così povere di valori, di motivazioni, allora questo qualcuno cercatelo, e cercatelo congiuntamente, dimenticando le posizioni che vi sono state assegnate nell’aula di un tribunale, e sentendovi uniti nella disgrazia di cui tutti, seppure in modo diverso, siete rimasti vittime.

Su questo caso, a farla da padrone è la speculazione dei media, e non si può certo negare che ci si trovi di fronte ad un evento che coinvolge ben sei stati diversi, ma voi dovete fare in modo che questi riflettori si spengano, perché i vostri figli siano di fronte ad una sola giustizia, e non al massacro mediatico che devasta le vostre anime, che uccide ripetutamente la povera Meredith, mentre fa di coloro che hanno bisogno di ritrovare la pace, le star del momento.

Mi ha colpito molto una frase che disse Amanda quando seppe della decisione del Giudice:
“Io vorrei scomparire… non apparire”… Una frase che per la prima volta ha fatto emergere da una giovane considerata “la mangia uomini” come molti giornali hanno scritto, la semplicità, l’umiltà, e forse la vergogna di chi prendeva coscienza forse per la prima volta, di essere entrata in una spirale da cui non fece in tempo ad uscirne.

Voi genitori, sapete bene che allo stato delle cose, tanto clamore in piazza renderà sempre più difficile dimostrare l’eventuale innocenza di questi ragazzi, che pure si proclamano estranei ai fatti che gli sono stati contestati, ma non hanno tuttavia evitato di accusarsi gli uni con gli altri.

E questo comportamento, a mio parere, seppure stabilito in una strategia difensiva, ha invece convinto chi era chiamato a giudicare, che evidentemente in quella tragica notte tutti e tre erano nella villetta.

Purtroppo il loro dire reciprocamente. “E’ stato lui”, “E stata lei”, “Sono stati loro due”, ha di fatto significato: “C’ero anch’io”….
Altrimenti su che basi, su quali prove, si è potuto puntare il dito contro persone precise?

Perché, non ci si è limitati a dire: “Io non sono stato”, senza null’altro aggiungere?

Vedete, cari e poveri genitori, che tanto state soffrendo, che l’odio non porta mai alla giustizia, perché al di là delle conclusioni cui giungeranno i giudici, poiché costoro emetteranno un verdetto basato solo sulle carte, rimarrà sempre un dubbio, benché piccolo, ma un dubbio che giustizia non sia stata fatta, o non sia possibile farla completamente.

E allora, nello spirito di rivisitare anche i vostri ruoli, se avete mancato in qualcosa, magari lasciando ai vostri figli troppa libertà, controllandoli poco, fidandovi solo dell’educazione che avete dato loro, senza pensare a quante insidie si nascondono in una società dove prevale il Male, in questo spirito, azzerate i sentimenti che vi dividono, ricordandovi soprattutto che il destino poteva farvi trovare oggi, gli uni al posto degli altri.

E’ stata uccisa Meredith, ma poteva essere uccisa anche Amanda, o Raffaele, o Rudy…. Nessuno di voi o di noi, saprà mai cosa è davvero accaduto a questi ragazzi in quella notte in cui erano forse tutti quanti in preda a quella maledetta eccitazione tra fumo, alcool, e chissà quali altri inciuci che abbindolano anche i giovani più disciplinati…

Nemmeno voi, genitori di Meredith, potete giurare che la vostra figliola non trasgredisse per nulla in ciò che pure voi stessi speravate, i giovani quando sono lontani dallo sguardo vigile della famiglia, corrono tutti gli stessi rischi, e alla fine, chi si salva è solo più fortunato di altri…

Tra poche settimane, due ragazzi saranno alla sbarra, accusati di un crimine efferato, tuttavia, seppure in questa prima fase il giudice è sembrato convinto della loro colpevolezza, questa convinzione non deve essere la stessa dei genitori di Meredith, perché potremmo trovarci di fronte ad una verità diversa, o la stessa verità collocata in un diverso contesto, e allora pensate che scrupolo provereste di aver condannato prima del tempo, i compagni di studi e di svago della vostra Meredith.

Chissà quante volte tutti e tre o quattro si sono divertiti insieme, in modo sano, o limitandosi ad alzare un po’ il gomito, e chissà quante volte avranno parlato del loro futuro, dei loro sogni, o avranno anche discusso su idee diverse, poi chissà…sembra quasi che una nuvola nera li abbia inghiottiti, per farli ritrovare ai primi albori di un tristissimo giorno, una morta, gli altri tre in galera…

Io non so se siete credenti, né a quale religione appartenete, ma pregate quel Dio che è di tutti, affinchè porti la pace ad un’anima che è passata nel regno dell’eternità al pari di quelle anime che su questa terra sono prigioniere della loro stessa miseria, che è anche la nostra miseria.

Il dolore è capace di unire, e voi, cari genitori, avete una opportunità per dare un esempio di grande umanità a quanti approfittano delle divisioni per cibarsi di quel che resta delle vostre stesse vite.

Vi giunga indistintamente l’abbraccio di una mamma

Gabriella Pasquali Carlizzi

Roma, mercoledì 5 novembre 2008


Descrizioni Immagini (in ordine) :

1. I genitori di Meredith Kercher;
2. Amanda Knox insieme a suo padre;
3. Il padre di Raffaele Sollecito.


di Gabriella Pasquali Carlizzi - Domenica 2 Novembre 2008
MEREDITH KERCHER: INCREDIBILE MA VERO!
IL QUOTIDIANO INGLESE “THE INDEPENDENT” SI DISSOCIA DALLA SOLIDARIETA’ PER LA CONNAZIONALE E POVERA VITTIMA MEREDITH KERCHER E PRENDE LE DIFESE DEI SUOI PRESUNTI ASSASSINI, ACCUSANDO IL PM GIULIANO MIGNINI DI AVERE “RICALCATO” LA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO SULLE ORME DELL’OPINIONE DI GABRIELLA CARLIZZI…!

QUANTO IERI HA PUBBLICATO IL QUOTIDIANO” THE INDEPENDENT”, E DIFFUSO IN RETE DAL “MESSAGGERO.IT” RIASSUMENDO IN ITALIANO BEN DUE PAGINE DI MADRE LINGUA A FIRMA DELL’INVIATO PETER POPHAM, HA PERVASO LA PUBBLICA OPINIONE DI UNA PROFONDA INQUIETUDINE, OLTRE ALLO SCONCERTO CHE SI DETERMINA QUANDO PROPRIO LA STAMPA CHE DOVREBBE AFFIANCARE QUEL “GIUSTIZIA E’ FATTA” ESPRESSO DALLA FAMIGLIA DELLA VITTIMA, UNA STUDENTESSA INGLESE COME INGLESE E’ “THE INDEPENDENT”, EBBENE QUESTA STAMPA SI METTE DALLA PARTE DEI PRESUNTI MASSACRATORI DI MEREDITH.
E NON BASTA, MA L’INVIATO DELL’ILLUSTRE QUOTIDIANO, ACCUSA GLI INQUIRENTI DI AVER RICOSTRUITO IL DELITTO SULLA BASE DELL’OPINIONE CHE GABRIELLA CARLIZZI ESPRESSE A POCHE ORE DAL FATTACCIO, IN UNA SERIE DI ARTICOLI , CONTINUANDO A STUDIARE IL COMPLESSO CASO GIUDIZIARIO.
FORSE IN INGHILTERRA QUALCUNO TEME CHE NEL CORSO DELL’IMMINENTE PROCESSO, POSSANO EMERGERERE ULTERIORI RESPONSABILITA’?…
FORSE I TRE IMPUTATI “COPRONO” UN “QUARTO UOMO”?
FORSE UN INGLESE? …O CHI...?
Se da un lato il comportamento del “The Independent” avrà fatto inquietare i due Pubblici Ministeri, Giuliano Mignini ed Emanuela Comodi, nonché il Giudice Micheli, a me, Gabriella Carlizzi, dopo la prima incazzatura, ha suscitato riflessioni tali da confermare i sospetti che fin dal primo momento ho coltivato in silenzio, riservandomi di recuperare tutte le prove che costituiranno forse a breve, un mio libro-inchiesta sulla vicenda.

Ed in tal senso, il collega inglese Peter Popham ha fatto, a mio parere, la classica mossa falsa, o se preferite lo scivolone sulla buccia di banana, nel senso che finalmente ha dimostrato che il suo Paese, per la connazionale Meredith Kercher, non sembra chiedere giustizia, bensì sembra esigere una e solo quella giustizia, che guarda caso coincide stranamente con il teorema del ben noto imputato Spezi Mario.

E vediamo di capire di più dell’anomalo comportamento di questo giornalista inglese.

Intanto sarà utiile osservare che la “crociata” pro-imputati, vede due assi covergenti in un unico soggeto: Spezi Mario

Ci eravamo abituati agli attacchi dell’asse italo-americano, o “Preston-Spezi”, ora dobbiamo prendere in considerazione anche l’asse italo-inglese, ovvero “Popham-Spezi”.
America ed Inghileterra trovano un unico “interesse” ed ingaggiano un cronista italiano, noto per la sua posizione da sempre offensiva nei confronti di taluni magistrati , gli stessi che lo arrestarono, gli stessi che ne hanno chiesto il rinvio a giudizio per numerosi e gravi reati, gli stessi che sono titolari del caso Meredith.

Ed anche il Giudice Paolo Micheli, che dovrà decidere il prossimo 12 dicembre, se rinviare o no Spezi a giudizio, è lo stesso Giudice che ha emesso la sentenza per Rudy Guede, e il decreto di rinvio a giudizio per Amanda e Raffaele, rigettando perfino la richiesta degli arresti domiciliari.

Ora, escludendo che il collega inglese, Peter Popham, autore del servizio uscito ieri, 1 novembre 2008 sul The Independent, con ben due pagine di offese gravissime contro il Pm Mignini, sia una persona ignorante, dobbiamo analizzare le sue affermazioni come rese da chi pur conoscendo la verità dei fatti processuali, fa finta di niente e persevera in un attacco senza precedenti contro il magistrato che ha coordinato le indagini sul delitto della studentessa inglese.

A dire il vero, se le stesse cose le avesse scritte il “The New Yorker”, non ci saremmo stupiti: sappiamo che il giornalista americano Douglas Preston ha anche lui qualche conto da regolare col Pm Mignini, e poichè quanto gli fu contestato vedeva il concorso con il collega esperto di “Mostro”, era presumibile che si sarebbe “cavalcato” il “caso Meredith” per interessi del tutto privati.
Presumibile.... con tanti “se” e con tanti “ma”... tuttavia resta il ragionevole sospetto...

La “sorpresa” inglese, al contrario ci ha colto impreparati, almeno da un punto di vista di “opportunità”, atteso che, un primo passo verso la Giustizia è stato fatto, riscattando l’atroce fine dell’inglesina.

Ne consegue, una serie di interrogativi, uno più inquietante dell’altro.

Tanto per cominciare, non si capisce il perchè sempre e solo il Pm Giulano Mignini, venga preso come “capro espiatorio”, di che cosa, poi non si sa.
Insospettisce il fatto che si faccia finta di non sapere che la sentenza e i due decreti di rinvio a giudizio sono stati firmati e redatte le relative motivazioni, da un Giudice, il dottor Paolo Micheli, il quale, nel corso di varie udienze ha ascoltato la pubblica accusa, le parti civili, e i più illustri collegi difensivi di chiara fama, che hanno sostenuto l’innocenza degli imputati.
O meglio, in questa strana triade, proprio le strategie difensive, a mio modesto parere, hanno convinto il Giudice della contestuale presenza degli imputati nell’ abitazione di Meredith, mentre si consumava il delitto.
Infatti ciascuno dei tre ha in pratica dichiarato: “Io non c’entro, sono stati gli altri due...”

O forse si sperava, non disponendo di nulla di più convincente, che il “gioco delle tre carte” incantasse l’attento Giudice, fino a farlo cadere nella “trappola” della “confusione”?
Difficile per un Paolo Micheli, cui non manca certo una carriera alle spalle per saper discernere chi si difende seriamente, da chi invece si “arrampica sugli specchi”.

Ora analizziamo le pesanti accuse sputate senza alcun rispetto, addosso a Mignini, ma anche allo stesso Giudice, ed in un certo senso alla sottoscritta.

Se dovessimo riesumare il reato di “plagio”, traducendo le invettive del cronista inglese, il “caso Meredith” si sarebbe risolto così: “la Carlizzi scrive la sua opinione e “plagia” Mignini, il quale a sua volta “plagia” il Giudice, che “accoglie totalmente le richieste dei due Pubblici Ministeri”.

Ma che cazzate sono queste?
Ma ve le andate cercando, oppure vi sentite protetti da chissà quali poteri, oppure voi stessi siete “armati fino ai denti”?
Ma vi rendete conto di quanto siete male informati, oppure lo siete troppo, e allora vi affannate per chissà quali e sconosciti fini?

Ma le avete lette le motivazioni del Giudice a fronte delle sue decisioni?

Ma avete ascoltato bene la requisitoria dei Pubblici Ministeri, oppure a voi basta orecchiare la parola “rito” per risalire alla sempre zampillante fonte di nome Carlizzi?

Innanzitutto il mondo intero, ha osservato la coincidenza del delitto di Meredith, con la notte appena trascorsa di Halloween, notte che la letteratura colloca nell’ambito magico-satanico-esoterico, e non certo con caratteristiche del folklore carnevalesco.
E tanto per la cronaca, anche il noto giornalista e scrittore, Giancarlo Padula, ha pubblicato un libro dal titolo: “Merdith uccisa all’ombra di halloowen”, impostato anche da un punto di vista esoterico.
Dunque Mignini potrebbe essere stato “suggestionato” da questo libro, invece che dalla Carlizzi, alla quale non risparmiò gli arresti domiciliari..... o Spezi non ha informato il collega inglese?

Detto questo, i magistrati sulla base del racconto di Guede, ma soprattutto in consiedrazione delle mille versioni di Amanda e Raffaele, hanno potuto ricostruire la dinamica del delitto, come espressione di una “ritualità di gruppo” , nel senso di attribuire a ciascun imputato un determinato ruolo.
“Come in un macabro rito di morte”, il che non significa rito esoterico, o offerta sacrificale, o quanto si vuole fare intendere da parte di chi forse teme qualcosa.

Oltretutto, il Giudice ha di fatto rigettato riferendosi al movente, ogni elemento che fosse riconducibile a qualcosa di “esoterico”, ed ha ben motivato il proprio libero convincimento che si sia trattato di una serata finita male , all’insegna del sesso estremo, forse anche sotto l’effetto di sostanze psicotiche (Sollecito, stando a quanto riporta un giornale, dice di non ricordare nulla per quanti spinelli si era fatto), oltre ad una lite forse scoppiata tra Amanda e Meredith per questione di soldi.
Risulta infatti che la vittima fu derubata di alcune centinaia di euro e di due carte di credito.

Va anche detto, che al di là delle conclusioni cui è giunto il GUP, tra qualche settimana, Amanda e Raffaele avranno modo di difendersi in un vero e proprio dibattimento, e davanti ad una Corte d’Assise, non più un Giudice unico, potranno fornire altre prove, esternare ulteriori accuse, o dire più semplmente la verità, tutta la verità.

Che quel delitto non poteva essere stato commesso da una sola mano, lo dimostrano lo scenario, le risultanze autoptiche e quelle della scientifica, così come per Rudy Guede non dimentichiamo che il ragazzo fuggì all'estero, e solo quando ebbe la certezza di essere stato individuato, tra mille contraddizioni si è consegnato alla Giustizia.

E allora, se non Amanda e Raffaele, chi altro poteva essere insieme a Rudy quella sera nella casa di Meredith?
E’ questo il punto che ora assume toni estremamente inquietanti e provocati proprio dalla presa di posizine del quotidiano inglese.

Si teme forse che Amanda e Raffaele, visto che non hanno ottenuto il proscioglimento, e rischiano veramente una condanna, svelino una verità , forse tenuta fino ad oggi nascosta, nel tentativo di salvare loro stessi e chi per loro?

Ci troveremo forse ad assitere ad una “guerra” tra “sette”?

Personalmente non mi stupirei, in quanto, come più volte ribadito, sulla base di alcune mie ricerche mi sono fatta un’idea precisa sulla verità di questo delitto, e posso serenamente confermare che la mia idea non combacia nemmeno un pò con la ricostruzione della Pubblcia Accusa, che pure rispetto, come rispetto le conclusioni del Giudice.
Ho sempre detto, riferendomi ai tre imputati, che forse manca “qualcuno” all’appello, come pure non nascondo che un qualche “indizio” mi è stato fornito da persone che mi hanno contattato da Perugia, persone che per prime, avendo letto l’annuncio di Meredith che cercava una casa, la contattarono più di una volta.
Come vedete, scrivere suonando le trombe al vento, senza conoscere, o facendo finta di non conoscere, non denota nè buon senso nè professionalità, ma contribuisce ad aumentare i tanti dubbi che questa triste vicenda si porta dietro fin dal primo momento.

Dubbi che in parte sono stati chiariti dalle conclusioni cui non Mignini, ma il Giudice è giunto, dopo ben undici ore di camera di consiglio, undici ore trascorse per valutare in termini paritari, le tesi avanzate da tutte le parti in causa.

Anche per Guedè, non è stata accolta la richiesta di ergastolo avanzata dall’Accusa, bensì sono stati computati trent’anni, e non sono state applicate le attenuanti generiche.
Per gli altri due, dopo un anno di custodia cautelare in carcere, sarebbe stato un paradosso non andare a dibattimento, come pure il rigetto degli arresti domiciliari, oltre che per la permanenza dei requisiti che richiedono il regime carcerario, è presumibile che si sia tenuto conto anche di un eventuale rischio della stessa incolumità dei due.

Già, poniamo il caso che i mie sospetti, rafforzati dal comportamento del “The Independent”, abbiano un minimo di fondamento, e che Amanda e Raffaele non abbiano avuto il coraggio di svelare quanto non ci è dato sapere, ma potremmo immaginare, in tale contesto, chi ci dice che a qualcuno non farebbe comodo farli tacere per sempre?

A questo punto c’è solo da augurarsi che il quotidiano inglese, continui sulla linea intrapresa, che per me potrebbe rivelarsi un magico filo d’Arianna, per arrivare alla luce della verità.

Ora per coloro che non l’hanno letto, riporto qui di sguito l’articolo de “Il Messaggero.it” in cui è parzialmente tradotto quanto pubblicato dal “The Independent” a firma di Peter Popham.

2 Novembre 2008

Gabriella Pasquali Carlizzi


01-11-2008 sezione: HOME_INITALIA

Mez, stampa Gb ironizza su prove contro Amanda
«Il pm si è ispirato a un blog esoterico»

ROMA (1 novembre) - Prima le accuse di incompetenza dagli Usa alla polizia scientifica. Ora quelle contro il pm Giuliano Mignini dalle pagine del quotidiano britannico The Independent. L'omicidio di Meredith Kercher continua ad essere oggetto di polemiche anche dopo la sentenza del tribunale di Perugia: 30 anni a Rudy Guede e rinvio a giudizio per Amanda Knox e Raffaele Sollecito che restano in carcere. Secondo il quotidiano il pm Mignini nel ricostruire l'omicidio si sarebbe ispirato alla teoria della cospirazione e del rito sacrificale letta sul blog di una sua amica, Gabriella Carlizzi, la quale collega l'omicidio ad una «setta esoterica di tipo massonico, l'Ordine della rosa rossa, alla quale sia Meredith sia Amanda potrebbero avere appartenuto».

Una settimana trionfale - scrive il giornale - per il pubblico ministero Giuliano Mignini. Malgrado le accuse di dilettantismo provenienti da Oltre Atlantico, ha pienamente convinto i giudici che hanno accolto tutte le sue richieste, dalla condanna di Rudy Guede al rifiuto della libertà provvisoria per Amanda e Raffaele Sollecito. Ma tale trionfo per il giornale sembra poggiare su basi ben poco solide.

Durante il processo Mignini ha fatto una ricostruzione dettagliata dell'orgia che avrebbe portato alla morte di Meredith: la ragazza inglese in ginocchio, Sollecito che la tiene ferma, Amanda di fronte a lei che le taglia la gola. «Per confermare questa ricostruzione - ha detto Mignini citato ironicamente da The Independent - la sola cosa che manca è la ripresa di una telecamera messa nella stanza». Stando così le cose, continua il giornale, ci si aspetterebbe che «Mignini abbia eccellenti fonti, testimoni presenti sul luogo del delitto, indizi precisi, magari confessioni. L'ultimo posto che si prenderebbe in considerazione come fonte sicura è un blog».

La teoria della cospirazione e del rito sacrificale è contenuta invece proprio nel blog della Carlizzi. «Questa è solo la mia opinione... - si legge nel sito -ma le mie ricerche in America e Inghilterra hanno rafforzato la mia convinzione che il delitto vada visto da un punto di vista esoterico».

Le due ragazze venivano infatti da università, quelle di Leeds e Seattle, in cui il reclutamento da parte di sette massoniche, alcune deviate ed altre no, e di scuole esoteriche è notevole. E queste scuole - è sempre la teoria della Carlizzi - portano a convincere gli adepti che sono leciti i sacrifici rituali, compresi quelli volontari della propria vita. In sostanza dunque Meredith potrebbe essersi sottoposta volontariamente al sacrificio rituale.

Il giornale inglese non manca di sottolineare la personalità della Carlizzi, «ricca signora romana devota cristiana», che afferma di essere in comunicazione con il suo padre spirituale, morto oltre vent'anni fa. E nota che Mignini e la Carlizzi si conoscono bene. Ricorda inoltre che la Carlizzi ha collegato i delitti del «mostro di Firenze» all'Ordine della rosa rossa.

Conclusione del quotidiano: Mignini non si è comportato in modo perfettamente corretto omettendo di dire che mancano le consuete «prove obiettive». Ma «aveva dalla sua il beneficio di una storia clamorosa e in Italia questo conta molto».

 

 


Descrizioni Immagini (in ordine) :

1. Copertina del libro di Giancarlo Padula "Meredith uccisa la notte di Halloween;
2. "The Indipendet"

3. Peter Popham;

4. Mario Spezi & Douglas Preston;

5. Il PM Giugliano Mignini;
6. Meredith Kercher;
7. Rudy Guede, Amanda Knox, Raffaele Sollecito;
8. "Il Messaggero";
9. Il PM Mignini nell'articolo de "Il Messagero".

{/reg}

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Mercoledì 29 Ottobre 2008
MEREDITH KERCHER…
PETER POPHAM DICE A MARIO SPEZI:
“QUANDO INIZIA UN PROCESSO I CRONISTI DEVONO ESSEREMOLTO CAUTI….”...
IL CASO MEREDITH: LA PRIMA FASE GIUDIZIARIA SI E’ CONCLUSA CON UNA SENTENZA A TRENT’ANNI DI RECLUSIONE PER RUDY GUEDE, E CON IL RINVIO A GIUDIZIO PER AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO.
CONOSCENDO L’ONESTA’ INTELLETTUALE E L’EQUILIBRIO DEL GUP PAOLO MICHELI, UN GIUDICE CHE SI DISTINGUE PER LA SERENITA’ D’ANIMO E LA GRANDE UMANITA’, NON POSSIAMO CHE DEDURRE CHE I DUE PUBBLICI MINISTERI, NELL’IMPIANTO ACCUSATORIO AVANZATO, ABBIANO DIMOSTRATO GRANDE SCRUPOLO ED ESATTEZZA IN TERMINI DI PROVE, CONSEGUENTI AD ALTRETTANTA PROFESSIONALITA’ DEGLI AGENTI DI POLIZIA GIUDIZIARIA DELEGATI ALLE INDAGINI.
EPPURE MARIO SPEZI, PRIMA DELLA SENTENZA, AVEVA INVIATO A MEZZO DEL SUO SITO WEB UN MESSAGGIO, NEL QUALE IL CRONISTA “CONCEDEVA” AL GIUDICE, ATTRAVERSO LE PAROLE DI PETER POPHAM, “L’OPPORTUNITA’ DI RECUPERARE LA REPUTAZIONE DELLA GIUSTIZIA ITALIANA”…
E ci sembra che Paolo Micheli, il Giudice che per ben undici ore è rimasto chiuso in Camera di Consiglio, non solo abbia “recuperato” la reputazione della Giustizia Italiana, ma ha dato anche prova di non essere stato condizionato dallo “scandaloso” comportamento di quei cronisti, tra i quali Mario Spezi, che hanno messo nero su bianco, con attacchi senza precedenti contro i Pubblici Ministeri titolari del “caso Meredith”, Giuliano Mignini ed Emanuela Comodi, costretti a subire aggressioni mediatiche italo-americane organizzate da Mario Spezi, a suo dire, su incarico degli stessi statunitensi.

L’ipotesi di un interesse privato del “mostrologo”, imputato che dovrà comparire il prossimo 12 dicembre proprio davanti al GUP Paolo Micheli, e al Pubblico Ministero Giuliano Mignini, è forse sfuggita a chi ha ritenuto di investirlo di questa crociata contro la magistratura.

Infatti gli inquirenti non sarebbero stati indotti a sospettare che Amanda Knox e Raffaele Sollecito, anzichè pensare a difendersi, abbiano contato di più sul potere di chi avrebbe accusato magistrati e polizia di fatti gravissimi, e diffusi sempre dallo stesso Spezi, con uno stile “suggestivo” e tale da indurre nella pubblica opinione veleni e sospetti di ogni genere contro il Pm Mignini e due agenti della Polizia, i quali in sostanza avrebbero messo sotto protezione il “vero” assassino di Meredith, inquinando le indagini sul nascere, e preferito portare alla sbarra la giovane americana e l’ex fidanzatino pugliese.

Eppure, io stessa, avevo detto a Spezi : “Per favore, fermati”, e il mio invito scaturiva proprio dal fatto che il suo comportamento non avrebbe di certo favorito la posizione dei ragazzi accusati di aver ucciso Meredith.
Infatti, il “clamore italo-americano”, oltre che di pessimo gusto, altro non dimostrava che la debolezza delle prove a sostegno della presunta innocenza degli imputati.

I processi si fanno sulle carte, e le carte si confrontano e discutono nelle aule di Giustizia, davanti a chi, al di sopra delle parti, è chiamato ad esprimere un verdetto.

Ma chi persegue fini strumentali a se stesso, nella sua ignoranza non sa, evidentemente, che l’operato di un Pubblico Ministero è volto alla ricerca di prove sia a carico che in difesa dei soggetti incriminati.

Nel caso specifico, questo criterio sarà stato adottato nel modo più scrupoloso e responsabile, dato che ci si è trovati di fronte a vittima e presunti assassini, ad eccezione di Sollecito, tutti di nazionalità straniera.

Non solo, ma gli americani, ricalcando il non commendevole comportamento tenuto da Douglas Preston e Mario Spezi, nelle vicende relative al “Mostro di Firenze” e al “Caso Narducci”, non hanno esitato nel diffamare inquirenti ed investigatori, tentando di intralciare il sereno corso delle indagini, sottoponendo i magistrati ad una eroica prova di nervi, seppure brillantemente superata, fino ad oltrepassare i limiti della liceità, quando Mario Spezi, forse sperando di dare un “colpo mortale” all’inchiesta, due giorni prima della sentenza, ha osato diffondere dal suo sito www.mariospezi.it , affermazioni di cui ora, anche in forza delle decisioni del GUP Paolo Micheli,dovrà necessariamente rispondere.
La legge è uguale per tutti…!

Purtroppo, i tre ragazzi, ed in particolare Amanda Knox, avrebbero dovuto anche attraverso i loro avvocati, diffondere un comunicato stampa con l’invito perentorio per Mario Spezi, in quanto a suo dire, incaricato dagli americani, affinchè lo stesso si astenesse dall’offendere in loro difesa, proprio gli inquirenti che avrebbero dovuto formulare le loro richieste, nel totale rispetto delle loro funzioni.

Un’iniziativa del genere, seppure il rinvio a giudizio di Amanda e Raffaele, era scontato, ai fini però di quanto si dibatterà nel processo, avrebbe giocato a favore degli imputati.
Ora invece, che le decisioni del Giudice hanno ampiamente espresso la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per gli ex fidanzatini , e la colpa per Rudy Guede, costoro non essendosi dissociati dalla “crociata” ispirata dal “mostrologo”, ne consegue che l’agire di Spezi, oltre che sullo stesso, peserà sulle valutazioni relative al comportamento, alla personalità, al ricorso a poteri esterni con caratteristiche da “Clan”, fino a costituire, un bagaglio di “aggravanti” in sostituzione di quelle “attenuanti” che si applicano per imputati “disciplinati”.

Ed ancora una volta mi verrebbe da dire, paradossalmente: “Prendete esempio da Andreotti!”
Il riferimento calza, dato che l’avvocato che difende Sollecito, è la stessa Giulia Bongiorno che riuscì a fare “assolvere” il “Divo Giulio”.
E chissà che la storia non si ripeta anche per il pugliese…
La Puglia vanta poteri forti, e ne sa qualcosa il Pm Woodkok, che si è visto più volte “scippare” inchieste scomode da parte di Procure più “clementi”…

Ora, poiché l’amico Spezi si è servito di una firma di tutto rispetto, e per di più inglese, e dunque una firma giornalistica che per “solidarietà” dovrebbe stare dalla parte della vittima, come pure la stessa testata il “The Independent”, anche noi abbiamo voluto capire la posizione del giornalista, relativamente al comportamento che la stampa dovrebbe tenere nei casi di giudiziaria.

Mario Spezi, sul suo sito web, riportando le parole del cronista Peter Popham ha così “ammonito” il Giudice e criticato i Pubblici Ministeri:

“Peter Popham: una possibilità di salvare la faccia della giustizia italiana”

“Quando il Giudice Paolo Micheli leggerà la sentenza, avrà l’ opportunità di recuperare la reputazione della giustizia italiana…”

“Se il pubblico ministero del caso Meredith Kercher avesse voluto dare una dimostrazione di che cosa c’ è di sbagliato nella giustizia italiana, non avrebbe potuto fare lavoro migliore…“

E’ pur vero, che l’illustre Peter Popham, dando una lezione deontologica ai colleghi giornalisti, così si è espresso:

"Quando inizia un processo – spiega Peter Popham, corrispondente a Roma per il quotidiano inglese The Independent – i cronisti devono essere molto cauti, perché se uno scrive che 'Amanda Knox è colpevole dell’uccisione di Meredith' prima della fine del processo, commette un reato che si chiama Contempt of Court (inosservanza di un provvedimento del tribunale) e rischia di finire in carcere".
"I giornalisti da noi devono stare molto attenti – aggiunge Popham - a non scrivere queste cose prima del verdetto del giudice.”

E noi siamo perfettamente d’accordo con Peter Popham, sempre che questa regola valga per tutti, anche per chi negli articoli di Spezi si è ritrovato accusato come presunto assassino di Meredith, in concorso addirittura per favoreggiamento e inquinamento delle prove, con due Poliziotti che indagavano sui cellulari ritrovati nel giardino della villetta e riconducibili alla vittima!

Inoltre, Peter Popham, sa bene che così come non si può scrivere prima della fine del processo che Amanda è colpevole, onde non incorrere nel reato di inosservanza di un provvedimento del tribunale, non si può nemmeno scrivere che Amanda non è colpevole.

Il concetto di presunzione di innocenza, non vanifica i gravi indizi di colpevolezza.
Dunque caro Spezi, forse avresti fatto meglio, ad attenerti ai buoni e giusti consigli del tuo amico e collega inglese Peter Popham, del quale ci piace immaginare la soddisfazione per il primo atto di Giustizia verso la sua connazionale e povera vittima Meredith Kercher.

Mercoledì 29 Ottobre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

 


Descrizioni Immagini (in ordine) :

1. I tre imputanti del processo sull'omicidio di Meredith Kercher : Rudy Guede, Amanda Knox, Raffaele Sollecito;

2. Il PM Giuliano Mignini;

3. Mario Spezi;

4. Logo della testata "The Indipedent";

5. Peter Popham, corrispodente per l'Italia di "The Indipendet".

 
 
 
OMICIDIO MEREDITH KERCHER

INTERVENGANO IL CAPO DELLO STATO E IL GOVERNO ITALIANO.

NO ALLE INGERENZE DELL’AMERICA NEGLI AFFARI DELLA NOSTRA GIUSTIZIA!

IL DANNO DELLE INQUIETANTI INTROMISSIONI AMERICANE HA GIA’ LESO L’INCHIESTA SUL CASO NARDUCCI E IL MOSTRO DI FIRENZE, MEDIANTE L’USO DI UNA VERGOGNOSA CAMPAGNA MEDIATICA, IN DIFESA DI UNO DEGLI IMPUTATI,IL GIORNALISTA MARIO SPEZI.

ORA GLI STATI UNITI DIFENDONO AMANDA KNOX, SENZA NEMMENO SAPERE DI COSA SI PARLA, QUEL CHE SANNO PERO’ E’ CHE L’OBIETTIVO DA COLPIRE, E’ SEMPRE LO STESSO MAGISTRATO, GIULIANO MIGNINI.

L’AMERICA DIMENTICA QUANDO EMISSARI D’OLTREOCEANO VENNERO A ROMA E MI CONTATTARONO OFFRENDOMI BEN SETTANTA MILIARDI DELLE VECCHIE LIRE, PERCHE’ RINUNCIASSI A PUBBLICARE IL MIO LIBRO “GLI AFFARI RISERVATI DEL MOSTRO DI FIRENZE”, LA PRIMA OPERA IN CUI FU SVELATA L’IDENTITA’ DELLA SETTA DEI PRESUNTI MANDANTI DEI DELITTI DELLA TOSCANA.
E NON CREDIAMO SIA CASUALE CHE GLI STATI UNITI REITERINO IL LORO NON COMMENDEVOLE COMPORTAMENTO “STRUMENTALIZZANDO” IL POPOLO CHE NON SA, E CREANDO LA “SETTA DEGLI INNOCENTISTI” A FAVORE DI CHI, PRESUNTO INNOCENTE, E’TUTTAVIA INCRIMINATO DI REATI DI SANGUE TERRIFICANTI, E PER CUI DOVRA’ ESSERE EMESSO UN VERDETTO DALLA NOSTRA GIUSTIZIA .

I CITTADINI ITALIANI, CHIEDONO RESPONSABILMENTE AL NOSTRO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E AL GOVERNO, NONCHE’ A TUTTE LE FORZE PARLAMENTARI DI RICHIAMARE L’AMERICA AL RISPETTO DELL’AUTONOMIA DELLE NOSTRE ISTITUZIONI ED IN PARTICOLARE DELLA GIUSTIZIA ITALIANA.
GIU’ LA MASCHERA E I FOMENTATORI CHE OSANO PUNTARE IL DITO CONTRO IL PUBBLICO MINISTERO GIULIANO MIGNINI, ABBIANO IL CORAGGIO DI PARLARE A VOLTO SCOPERTO, PRIMA CHE QUALCUNO FACCIA I LORO NOMI CONFIGURANDOLI IN QUELLA CHE APPARE UNA “ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE ITALO-AMERICANA”, FINALIZZATA A DEPISTARE QUELLE INDAGINI GIUDIZIARIE CHE DIVENTANO PERICOLOSE QUANDO SI INTRAVEDE IL RISCHIO DI SMANTELLARE SETTE SATANISTE E SCHOLE ESOTERICHE INTERNAZIONALI.

E IL VERO SCOPO DELLE INGERENZE AMERICANE SEMBRA ESSERE PROPRIO QUESTO, GIACCHE’ UN SIMILE COMPORTAMENTO NON VA CERTO A FAVORE DI CHI SI VUOLE DIFENDERE, ANZI GETTA OMBRE PESANTI AGGRAVANDO LE POSIZIONI GIUDIZIARE DI CHI L’AMERICA VUOLE DICHIARARE SENZA COLPA NE’ PECCATO...

SI TEME IN AMBEDUE I CASI, FORSE UNA CONFESSIONE TALE DA SVELARE IL VERO VOLTO DI CHI ANCORA OGGI E’ SFUGGITO ALLA GIUSTIZIA?
E QUALI SAREBBERO IN QUESTO CASO LE COMPLICITA’ D’OLTREOCEANO?

SCIENTOLOGY E’ A CONOSCENZA CHE IL LORO MAGGIORE SOSTENITORE, TOM CRUISE, AVREBBE ACQUISTATO I DIRITTI D’AUTORE DEL LIBRO DI MARIO SPEZI E DOUGLAS PRESTONO PER PORTARE IL SOGGETTO SUL GRANDE SCHERMO HOLLYWOODIANO, LO STESSO SOGGETTO GIA’ INCRIMINATO IN ITALIA PER DEPISTAGGIO DI UN’ INCHIESTA ATTUALMENTE IN CORSO?
O DOBBIAMO SOSPETTARE CHE L’INTERESSE DI TOM CRUISE SIA STATO DETTATO DA BEN ALTRI INTERESSI RICONDUCIBILI AL POTERE DELL’AMERICA, CHE IN TAL MODO SI SAREBBE ASSICURATA IL SILENZIO DI CHI FORSE INNOCENTE NON E’?

QUANTO ACCADE DA UN PO’ DI TEMPO A QUESTA PARTE RISCHIA DI INCRINARE I RAPPORTI DI ALLEANZA CON GLI STATI UNITI, AI QUALI ABBIAMO GIA’ DATO TANTO, SE PENSIAMO AL SANGUE VERSATO DAI NOSTRI FIGLI PER COSIDDETTE MISSIONI DI PACE, CONCLUSESI CON IL RIENTRO DELLE BARE COPERTE DALLA BANDIERA ITALIANA, E ACCOMPAGNATE DAL CORDOGLIO DEL CAPO DELLO STATO IN RAPPRESENTANZA DELL’ITALIA TUTTA E UNITA. ALL’AMERICA NON RESTA CHE DIRE: FERMATEVI, FATE UN PASSO INDIETRO, E NON PERMETTETEVI PIU’ DI DIRE: “NON CI FIDIAMO DELLA GIUSTIZIA ITALIANA”!

Mercoledì 22 Ottobre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi & La Redazione

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Venerdì 24 Ottobre 2008

A MARIO SPEZI DICO: “PER FAVORE…FERMATI!
LA TUA ATTUALE POSIZIONE GETTA INQUIETANTI DUBBI SULLA TUA “CROCIATA” INNOCENTISTA PER AMANDA KNOX, SPECIE ORA CHE HAI OSATO DARE UN NOME E UN VOLTO A CHI TU SOSPETTI ABBIA UCCISO MEREDITH. SPERO CHE IL QUESTORE DI PERUGIA, DIFENDA LA SUA POLIZIA DALLE PESANTISSIME INSINUAZIONI DA TE AVANZATE, E MESSE IN RETE, NEL TUO SITO WEB E RIPRESE DA ALTRI SITI.”
LA SI POTREBBE DEFINIRE UNA SOFISTICATA MANOVRA DI DEPISTAGGIO, POSTA IN ESSERE ANCORA UNA VOLTA ATTRAVERSO I MEZZI DELLA COMUNICAZIONE, QUELLA CHE VEDE MARIO SPEZI A CAPO DI UNA “CROCIATA” TESA A DEMOLIRE LE INDAGINI DEI MAGISTRATI DI PERUGIA, CON ACCUSE AL PM DI INAUDITA GRAVITA’ OLTRE CHE IL FANGO GETTATO SULLA POLIZIA, NEL CUI OPERATO APPARE , ATTRAVERSO SPEZI, ADDIRITTURA “COMPLICE” NELL’AVERE INTERNATO IL "VERO" ASSASSINO DI MEREDITH IN UNA “CASA DI CURA” E FACENDO IN TAL MODO ACCUSARE AMANDA KNOX, RAFFAELE SOLLECITO, E RUDY GUEDE.
IL COMPORTAMENTO DI MARIO SPEZI DEVE FAR RIFLETTERE, NON SOLO CHI DALL’AMERICA GLI AVREBBE CONFERITO QUESTO "INCARICO", MA SOPRATTUTTO LE FAMIGLIE DEGLI INDAGATI, I QUALI RISCHIANO DI RITROVARSI INCRIMINATI DI ALTRI REATI...
MARIO SPEZI, FAREBBE MEGLIO AD ASTENERSI DA CERTI SCHIERAMENTI CHE INDUCONO IL RAGIONEVOLE SOSPETTO DI UN SUO INTERESSE PRIVATO NELL'OCCUPARSI DELLA MORTE DI MEREDITH KERCHER PER INFANGARE L’OPERATO DI CHI INDAGO’ E INDAGA SU DI LUI.
Prima di commentare cosa Mario Spezi ha scritto sul suo sito, e quanto anche altri giornali online scrivono, sia sul conto del PM di Perugia che della Polizia, nonché sul mio conto, penso sia doveroso che tali pubblicazioni le leggano anche coloro che visitano questo portale.
Come pure mi chiedo il perché Mario Spezi, non renda pubblico l’atto giudiziario notificato a tutte le parti, a me come parte offesa, ad altri come imputati di reati gravissimi, atto per il quale è stata già fissata a Perugia davanti al GUP Paolo Micheli, l’Udienza Preliminare per il prossimo 12 Dicembre.
Mario Spezi è un giornalista che ben conosce il diritto-dovere di cronaca, e penso che nell’avere accettato l’incarico di interessarsi al “caso Meredith”, sarebbe stato corretto da parte sua, rappresentare la sua reale posizione nei confronti sia del PM dottor Mignini che del GUP dottor Micheli.
Se Spezi pubblicasse o riassumesse quanto lo riguarda dell’Udienza Preliminare del 12 Dicembre 2008 , la pubblica opinione constaterebbe che il PM e il Giudice che discutono in questi giorni sulla colpevolezza o sull’innocenza dei tre imputati accusati di avere ucciso la povera Meredith, sono lo stesso PM e lo stesso Giudice che dovranno discutere anche sulla sorte di Mario Spezi, nell’Udienza del 12 Dicembre.
Penso che in tal modo, Mario Spezi, pur libero di proseguire nella sua appassionata difesa dei presunti assassini di Meredith, nonché nell’opera denigratoria verso inquirenti, testimoni e la stessa Polizia, sarebbe stato comunque apprezzato per la sua lealtà nel riportare i fatti, sottoponendoli ad una più completa valutazione anche da parte di quanti magari da oltreoceano sono ignari, come pure gli stessi imputati e parti offese nonchè le rispettive famiglie.
E c’è di più.
Come leggerete, Mario Spezi ha ricostruito il “Caso Meredith”, puntando il dito contro un presunto assassino di cui fa nome e cognome. E forse il poveretto nulla sa di una simile e terrificante accusa, così come all’oscuro saranno i suoi stessi parenti, ai quali penso sia giusto dare la possibilità di tutelare il ""diffamato" in tutte le sedi competenti.

Nessuno come Mario Spezi si è battuto tanto per la libertà di stampa, e dunque è bene diffondere quanto il “mostrologo” ha pubblicato sul suo sito, anche al fine di rendere edotti coloro che un giorno potrebbero dire: “Noi non lo sapevamo….”

DA: WWW.MARIOSPEZI.IT:

Sembra la Russia di Putin, ma è Perugia

Giornalista scopre un' altra verità
sul delitto di Meredith Kercher:
incriminato, non ha più scritto

La notizia era clamorosa e grande è stato lo sconcerto nel vederla, il giorno dopo, sparire da tutti i giornali: due ore prima del ritrovamento del cadavere di Meredith Kercher, alle 7 del mattino, un giovane si aggirava in piazza Grimana con le mani, i vestiti e le scarpe sporchi di sangue.

Fuori di sé, urlava e piangeva: "L'ho ammazzata, l'ho ammazzata"».

La notizia era suffragata da numerose testimonianze scrupolosamente raccolte dal giornalista: passanti, infermieri e autista dell’ ambulanza venuta a soccorrere il giovane, i medici del pronto soccorso che l’ hanno curato per un lungo taglio a una mano.
Tutti con nome e cognome.
Perché, allora, la notizia, capace di rovesciare tutta l’ indagine che da quasi un anno tiene in carcere Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede, è sparita?
Perché non ha avuto alcun seguito?
Ora una risposta c’ è: il giorno stesso della pubblicazione, il 23 maggio scorso, il
giornalista fu convocato in questura, interrogato pesantemente per due ore e, alla fine, iscritto nel registro degli indagati per l’ assurdo reato di provocato allarme.
Firmato: Dott. Giuliano Mignini, il piemme dell’ inchiesta Kercher.
Lo stesso piemme che due anni fa accusò chi scrive di depistaggio per avere criticato la sua indagine sul fantasioso omicidio Narducci e mi sbatté illegalmente per 23 giorni in galera; lo stesso che, per identica ragione, mise sotto indagine lo scrittore e giornalista americano Douglas Preston; il magistrato che il 14 novembre prossimo siederà sul banco degli imputati a Firenze accusato, tra le altre cose, di avere messo illegalmente sotto intercettazione altri giornalisti troppo critici con lui.
Il giornalista di Perugia non se l’ è più sentita di continuare.

Perugia, distretto della Russia di Putin.
Eppure la notizia è sempre valida e offre spunti interessanti ed elementi nuovi che, se collegati a quelli già noti, disegnano un nuovo, molto più inquietante quadro di quello che potrebbe essere accaduto nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007.

Il giovane ferito e insanguinato si chiama Claudio Pellegrini, di Trento, a Perugia noto come tossicomane e spacciatore, informatore della polizia e ben conosciuto dal personale del pronto soccorso che segnalò l’ accaduto alle forze dell'ordine.
Incredibilmente pare che l'uomo non sia mai stato sentito dagli inquirenti e che nessuno gli abbia preso le impronte.

Da notare, tra l’ altro, che la descrizione di Pellegrini fatta dalla mezza dozzina di persone quella mattina (Trent'anni, biondo, occhi azzurri, un berretto di lana bianco calato sulla testa e una felpa scura) corrisponde alla descrizione dello sconosciuto che fornisce Rudy Guede il quale niente poteva sapere di questo episodio.

Ora se si inserisce un personaggio legato alla droga nella scena del ritrovamento del cadavere di Meredith, altri particolari non secondari potrebbero trovare una spiegazione: perché, per esempio, l’ assassino prese e poi gettò via i due cellulari della ragazza inglese?
A fare questo avrebbe potuto aver interesse solo chi, conosciuto dalla polizia, non voleva far trovare il proprio recapito nel cellulare della vittima di un omicidio.
Cancellato il proprio numero, se ne sarebbe poi disfatto.

Ma sorgono anche domande molto imbarazzanti: il delitto fu scoperto da due agenti di polizia che indagavano sul ritrovamento di due cellulari.
Ora, perché ben due agenti di polizia indagavano su un episodio così banale e frequente come lo smarrimento di due cellulari?
E ancora: come hanno fatto in così poco tempo a scoprire che appartenevano a Meredith Kercher?
E come hanno fatto a scoprire in ancor meno tempo dove abitava la studentessa?
Perché Claudio Pellegrini fu subito rinchiuso in un centro di recupero inaccessibile ai giornalisti e alle loro domande?
Che cosa era accaduto quella mattina a Claudio Pellegrini?

Perché gli inquirenti non lo dicono, se hanno accertato che non ha niente a che fare con la morte di Meredith Kercher?”

Ora ci sia consentito un breve commento all’articolo pubblicato sul sito di Mario Spezi.
Il giornalista, ci tiene a mettere in evidenza che il PM dottor Giuliano Mignini, che si occupa del “Caso Meredith” è lo stesso PM da cui lui fu arrestato, lo stesso che incriminò il collega giornalista americano Douglas Preston, e sottolinea anche che il medesimo PM, il 14 novembre prossimo siederà a Firenze sul banco degli imputati.
L’esposizione dei fatti raccontati da Spezi non è completa, o comunque appare non corretta.
Infatti è necessario precisare che il provvedimento del suo arresto con l’accusa di depistaggio, seppure fu chiesto dal dottor Mignini, fu invece disposto dal Giudice.
E il Giudice, non valuta per un indagato solo le fonti di prova prodotte dal Pubblico Ministero, bensì esamina anche gli atti che l’indagato e i propri Difensori sono liberi di far confluire nel fascicolo del Giudice a sostegno della estraneità dai fatti contestati.
Tanto è vero, che la disposizione di un arresto, deve necessariamente, entro i termini previsti dal codice di procedura penale, essere convalidata o no dal Giudice, durante il cosiddetto interrogatorio di garanzia, dove accusa e difesa, espongono le proprie ragioni in perfetta parità davanti ad un Giudice terzo.
Dunque, a nostro parere, Spezi sbaglia a prendersela sempre e solo con Mignini, attribuendogli provvedimenti che sono stati firmati da altri.
Come pure, quando si riferisce al “caso Meredith”, non tiene mai conto che i Pubblici Ministeri sono due, e che accanto al Dottor Mignini, sostiene l’Accusa anche la PM Dottoressa Comodi.
E ancora.
Mario Spezi rende noto che il Dottor Mignini il 14 novembre prossimo siederà a Firenze sul banco degli imputati ecc. ecc.

Perché, ci chiediamo, Mario Spezi, se non altro per par-condicio, non informa la pubblica opinione, su quale banco lui siederà il prossimo 12 Dicembre, specificando nel merito le motivazioni, così come esposte nell’atto di fissazione dell’Udienza Preliminare, anche a lui sicuramente da tempo notificato?

Non sarebbe un modo di fare giornalismo più completo e più corretto?

Entrando poi nel merito di quanto Spezi racconta anche in modo molto suggestivo, forse un po’ di prudenza non sarebbe stata di troppo.

Infatti la storia di Claudio Pellegrini altro non è che la storia di tanti, troppi poveretti , vittime del tunnel della droga e che quando sono in preda ad una crisi di astinenza, assumono immancabilmente un comportamento autolesionista, si sfregiano, si feriscono, e invocano la morte.

Quella mattina il Pellegrini non gridava, come ha scritto Spezi: “L’ho ammazzata, l’ho ammazzata…”, bensì in preda all’astinenza, perché a tutti i costi voleva la droga, gridava e minacciava: “Io mi ammazzo, io mi ammazzo…”.

E questo è stato riferito da molte persone, forse meglio informate di Mario Spezi, e dello stesso giornalista che scrivendo un articolo sull’episodio, forse aveva confuso quel “l’ho ammazzata”, con un più verosimile “mi ammazzo..”, e non si rese conto che un banale errore seppure in buona fede, avrebbe creato in quel contesto un ingiustificato allarme nell’opinione pubblica già sufficientemente scossa.

Inoltre, sono pesantissime ed estremamente inquietanti le ombre che Mario Spezi getta sull’operato della Polizia, sebbene il giornalista abbia avuto cura di mettere una serie di punti interrogativi, tuttavia pensiamo che il Questore di Perugia, persona di nota esperienza, prenderà in seria considerazione.
Le istituzioni e gli uomini che le rappresentano vanno tutelate da quanto può apparire diffamatorio o calunnioso, anche nell’insinuazione, se si ricorre alla banale "furbizia" di mettere un punto interrogativo dopo una affermazione…

Una riflessione generale sul “Caso Meredith” alla luce di quanto sostiene Mario Spezi.

Come mai, gli attuali indagati con l’accusa di aver ucciso la studentessa inglese, e i loro avvocati, non hanno mai fatto cenno a propria difesa a quanto accadde a Claudio Pellegrini, un nome che non figura certo tra “eccellenti” o “intoccabili” e che dunque poteva rappresentare per le difese un cavallo da battaglia, più che vincente, se vi fosse stato un minimo di fondamento?

Risultano invece le mille contraddizioni in cui i presunti assassini di Meredith sono caduti, finendo poi anche per accusarsi l’uno con l’altro, per non parlare delle calunnie lanciate contro Lumumba, attualmente costituitosi parte civile.
La domanda viene spontanea: “Non sarebbe stato tanto più facile giocare la carta di Claudio Pellegrini? O non si vorrà mica far credere che indagati e illustri Avvocati Difensori non siano stati fino ad ora informati su un fatto quantomeno suggestivo?.... Ci sarebbe davvero da piangere, e da ringraziare Mario Spezi che solo dopo un anno dall’episodio, ha deciso di informare l’opinione pubblica a pochi giorni dalla sentenza che il GUP Paolo Micheli dovrà emettere per Rudy Guede, Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Vorrei ora lamentare l’ennesima diffamazione sul mio conto, come risulta pubblicata sul quotidiano online “L’Opinione.it” a firma di Dimitri Buffa in un articolo che riporto qui di seguito.
E’doveroso precisare che ho inviato una email al giornalista lamentando le falsità diffuse sulla mia persona, e che questi mi ha risposto, che ciò che lui ha scritto altro non è che il pensiero di Mario Spezi.
Un modo come un altro per dire: “Cara signora, se mi querela, citerò in Mario Spezi la fonte delle mie affermazioni”.
Mi dispiace che il collega Dimitri Buffa, sia scivolato su una buccia di banana, nel senso che quando ci si limita a riportare affermazioni gravi contro una persona, senza nemmeno consultare la persona che si diffama, almeno si usa mettere tra virgolette quanto la fonte riferisce.
Cosa che nell’articolo non appare. E dunque, si profila l’ipotesi di un reato di diffamazione in mio danno, commesso forse in concorso tra il redattore dell’articolo e Mario Spezi.
Chissà? Deciderà chi di dovere.

Edizione 224 del 21-10-2008
“DOLCI COLLINE DI SANGUE” le indagini all’italiana
Il libro di Spezi descrive non solo i 14 delitti che tra il 1968 e il 1985 terrorizzarono le notti delle estati fiorentine ma spiega come nel nostro paese gli errori giudiziari siano all’ordine del giorno

di Dimitri Buffa

Leggere un libro sul mostro di Firenze fino a pochi giorni or sono sarebbe stata l’ultima delle mie aspirazioni. Non amo il genere splatter, fatta eccezione per i film di Tarantino dove viene esorcizzato con il registro del grottesco. Leggere però il geniale libro di Mario Spezi ed Douglas Preston, “Dolci colline di sangue - Il mostro di Firenze” (già edito da due anni dalla Rizzoli e ristampato dalla Gruner Jahr Mondadori per l’uscita in allegato con la rivista “Focus”) non è semplicemente propedeutico a “farsi una cultura” su quei 14 delitti che tra il 1968 e il 1985 terrorizzarono le notti senza luna delle estati fiorentine. Infatti può servire anche a farsi un’idea perché in Italia - come dice Berlusconi - “i magistrati andrebbero sottoposti a perizia psichiatrica prima di essere immessi in servizio”. La vicenda del mostro di Firenze è infatti una storia, una sequela, di errori giudiziari. Quasi tutti evitabili con il semplice buon senso. Che, ora che l’inchiesta si è buttata sul satanismo e sull’esoterico, è stato a quanto pare accantonato per sempre. Spezi, diciamolo subito, scrive da Dio. E male ha fatto “la Nazione” di Firenze a lasciarselo scappare (ora lavora alla redazione fiorentina del “Corriere della sera”) per non difenderlo e prendere anzi le parti dei giudici e degli inquirenti perugini che due anni fa lo fecero persino arrestare accusandolo di depistare le indagini esoteriche di cui sopra. Solo in Italia può capitare - dice Spezi a chi scrive - di venire indagati da un magistrato che a sua volta sta per essere processato con l’accusa di avere commesso abusi ai danni di altri giornalisti.

Secondo l’accusa che lo riguarda, fatti intercettare senza ragione. E solo in Italia può capitare che agenti di polizia giudiziaria scrivano libri sui casi che stanno trattando pressochè in presa diretta. Inoltre sempre e solo in Italia può capitare di essere accusati di depistaggio per avere osato “ledere la maestà delle indagini”, criticandole. E se vogliamo, ancora, solo in Italia capita che i complici, meglio “i compagni di merende”, di un altro che è stato assolto vengano invece condannati definitivamente come “vice mostri”. A ben guardare nella storia del mostro di Firenze, ciò che è arrivato a fare concorrenza alla mostruosità dei delitti, è stata proprio la mostruosità di quasi tutte le indagini. E nel libro, assolutamente da non perdere, Spezi spiega bene la genesi di tutto ciò: un’assurda olimpiade dell’indagine tra polizia e carabinieri, tra ufficio gip e procura, con sullo sfondo la futura carriera di Piero Luigi Vigna come procuratore nazionale antimafia. Nel libro Spezi compie anche le proprie indagini e indica come sospetto-mostro un uomo, di cui non viene fatto il nome, che potrebbe avere rubato la mai trovata Beretta 22 che sparò in tutti i delitti dalla casa di uno dei sardi sospettati durante le prime indagini.

Spezi sa bene di non potere avere le prove ma almeno dà un esempio di metodo con il quale le indagini vanno fatte. Altro che verbalizzare con il protocollo le sedute spiritiche! Va anche detto che in questa storia gli unici che non escono con le ossa rotte per la loro imperizia sono i carabinieri, che dubitano delle indagini e dei colpevoli alla Pacciani e alla Vanni fin da subito, ma a cui l’inchiesta viene inesorabilmente tolta. Con la solita filosofia emergenziale, “qui ci vuole un colpevole” (magari di repertorio come era Pacciani e come poi sarebbero stati il Vanni e il Lotti), in Italia non si è mai fatta giustizia ma solo errori giudiziari a raffica. La colpa per cui Spezi ha dovuto subire persino l’affronto del carcere, e venire indagato addirittura per complicità con il “mostro”, sulla parola di tale Gabriella Carlizzi, già condannata per calunnia per avere indicato tempo prima, sempre come il mostro di Firenze, lo scrittore Alberto Bevilacqua (una donna che si vanta di parlare con la Madonna di Fatima sul proprio blog), è stata per l’appunto quella di avere documentato l’aspetto delirante delle indagini sul mostro di Firenze. Che adesso hanno preso una piega che nemmeno Vigna e Canessa osarono seguire anni fa quando vennero fuori le prime storie esoteriche sul farmacista di Perugia che sarebbe stato assassinato nel lago Trasimeno. E il cui corpo sarebbe stato scambiato con quello di un altro per ordine di una misteriosa setta satanica di cui proprio la Terlizzi è diventata la supertestimone cui i magistrati di Perugia danno retta.

Per finire questa recensione si potrebbero usare, ritorcendogliele in parte contro, le parole del pm Paolo Canessa che negli anni ’80 quando ancora il mostro compieva delitti, quando venivano indagati i più assurdi personaggi, tra cui un finto becchino, solo perché questi ultimi facevano di tutto per finire nel novero dei sospetti, e quando alcuni scrivevano sui muri “evviva il mostro” e altri strologavano di implicazioni sociologiche del tutto, si lasciò sfuggire questa esclamazione: “Non avrei mai immaginato che a Firenze ci fosse tanta gente strana”. Ecco anche gli italiani, tutti, mai avrebbero immaginato che a Firenze e persino a Perugia ci fossero tanti inquirenti “strani”.

NOTA DELLA REDAZIONE PER I LETTORI:

GABRIELLA CARLIZZI NON E’ STATA CONDANNATA PER CALUNNIA IN DANNO DI BEVILACQUA NE’ LO HA MAI ACCUSATO DI ESSERE LUI IL MOSTRO DI FIRENZE.
CHI HA DENUNCIATO BEVILACQUA COME “MOSTRO” NEL 1995 SI CHIAMA ANNA MARIA RAGNI, CONDANNATA IN VIA DEFINITIVA DOPO AVER CHIESTO IL PATTEGGIAMENTO.
SONO ALTRESI’ DISTORTE LE AFFERMAZIONI CHE INVADONO LA SFERA RELIGIOSA DI GABRIELLA CARLIZZI, LA QUALE PERTANTO HA DATO MANDATO AL PROPRIO AVVOCATO CARLA ARCHILEI DEL FORO DI PERUGIA DI PROCEDERE A NORMA DI LEGGE NEL MERITO DELL’ARTICOLO DI CUI SOPRA.

Venerdì 24 Ottobre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

 

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Lunedì 20 Ottobre 2008

MEREDITH KERCHER: E L’AMERICA DOPO MARIO SPEZI E DOUGLAS PRESTON ORA SCENDE IN CAMPO PER DIFENDERE ANCHE AMANDA KNOX…
“MAMMA SANTISSIMA… BACIAMO LE MANI!”
NEL NOME DELLA STATUA DELLA LIBERTA’, GLI AMERICANI MANTENGONO LA PENA DI MORTE A “CASA LORO”, E COMBATTONO CONTRO LA GIUSTIZIA ITALIANA, FACENDOSI GLI AFFARI DI “COSA NOSTRA”…
E COSI’ DOPO GLI ANATEMI MEDIATICI LANCIATI D’OLTRE OCEANO CONTRO IL PM GIULIANO MIGNINI CHE AVEVA ADDIRITTURA OSATO APPLICARE LA LEGGE PER L’INTOCCABILE MARIO SPEZI, ECCO CHE I COSIDDETTI “ALLEATI” FANNO GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO E TORNANO A RILANCIARE MISSILI DI CARTA SEMPRE CONTRO LO STESSO MAGISTRATO…
QUESTA VOLTA E’ AMANDA KNOX LA VITTIMA DELLA GIUSTIZIA E CHISSA’ CHE TANTO CLAMORE NON COMMUOVA ANCORA UNA VOLTA IL “CAPO” DI SCIENTOLOGY, QUEL BELLISSIMO TOM CRUISE PRONTO A PORTARE SUL GRANDE SCHERMO ANCHE LE LACRIME DELLA STUDENTESSA STATUNITENSE…
MA CHE INTERVENTO “SOLLECITO” DAI NOSTRI SALVATORI DELLA PATRIA!
Eppure agli americani non mancano storie di assassini e serial killer, né scene da horror dal vero, fatti di sangue terrificanti e tali da dar lavoro a registi, scrittori, esoteristi, avvocati , politici e candidati al cambio della guardia , che a breve vedrà forse una nota di colore rallegrare la casa tutta bianca.. chissà…

Nonostante questo patrimonio rosso di sangue e nero di vergogna, da qualche tempo a questa parte, la Giustizia italiana sembra attrarre oltre misura lo sguardo degli americani, impegnati in una campagna di “pietismo” del tutto sgradevole se pensiamo che i privilegiati sono persone incriminate per reati gravissimi e che seppure è giusto per tutti il concetto di presunzione di innocenza, questo andrebbe almeno equilibrato con il sospetto della presunzione di colpevolezza.

E dunque perché non lavarsi i panni sporchi di “cosa loro”, e lasciare che i nostri Giudici esprimano un verdetto serenamente, e soprattutto al riparo da interferenze che fanno intendere ben altre trame intessute da interessi occulti che si servono strumentalmente delle disgrazie del nostro Paese?

Oppure dobbiamo pensare che il Cavaliere, la cui crociata contro i Pubblici Ministeri italiani, è ben nota, abbia fatto delega all’amico Bush, pregandolo di ingerire nell’autonomia della nostra magistratura, con uno stile senza precedenti e per il quale le vittime da difendere non sono i morti ammazzati, ma i loro carnefici, seppure presunti?

C’era una volta l’America…
Appunto, una volta, ora però le situazioni sono cambiate, e ciò che un tempo poteva abbagliare dei vostri luccichii come padroni del mondo, ora anche voi di guai da risolvere ne avete fin troppi, a cominciare dai tanti innocenti che attendono la sedia elettrica nel braccio della morte, solo perché non possono pagare le parcelle da capogiro degli avvocati che lavorano a vacazione…
Vale a dire, presentano il conto in termini di ore di impegno… come le domestiche … dette anche colf…in Italia e in America.

E se dai “Dis-Uniti Stati” s’ode uno squillo di tromba, dal Bel Paese risponde uno squillo…
O meglio un tuono rimbomba dalla bocca dei Difensori degli imputati che accusano anche loro i due PM, dottor Mignini e dottoressa Comodi, di essere responsabili delle fuga di notizie, grazie alla quale i giornalisti in tempo reale avrebbero dimostrato di conoscere quanto si era svolto a porte chiuse.

Come se una fuga di notizie fosse addebitabile solo al Magistrato.
E perché no, a soggetti diversi?
E se il PM, sospettasse che la fuga di notizie fosse invece opera dei difensori degli imputati o delle parti civili, o degli uni e degli altri?
E non solo.
Addirittura il PM Mignini, si sarebbe permesso di parlare della personalità di Amanda, in sede di udienza preliminare, senza attendere la sede più idonea, cioè quella del dibattimento nel caso Amanda fosse rinviata a giudizio…

E certo che ci vuole una bella faccia tosta, per parlare in questo modo, quasi a mettere in dubbio lo scontato rinvio a giudizio sia di Amanda che di Raffaele Sollecito, i quali pensiamo che abbiano diritto di difendersi in un’Aula aperta al pubblico, secondo il rito tradizionale di un vero e proprio processo che sarà celebrato in tutti i tre gradi fino ad una sentenza definitiva.

Oltretutto, e qui sta la malafede di chi sta puntando il dito contro la Pubblica Accusa, che è cosa diversa dal difendere il proprio assistito, malafede o ignoranza pura, nel senso che ci si dimentica o si fa finta di dimenticare che nella stessa Aula si sta discutendo in presenza dei tre presunti autori dell’omicidio di Meredith, il processo con rito abbreviato per uno dei tre, Rudy Guede, come dallo stesso richiesto, e dunque essendo il ragazzo di colore incriminato in concorso con gli altri due, Amanda e Raffaele, come è possibile per i PM nelle loro requisitorie, non esporre al Giudice quanto è relativo anche alla personalità di chi si è reso corresponsabile insieme a Rudy?

Questi Principi del Foro, non sanno che per Rudy, il Giudice dovrà esprimere un verdetto?
E che i PM hanno già chiesto la pena dell’ergastolo?
E dunque se il delitto è stato commesso in concorso, non è processualmente possibile prescindere da una esposizione dei fatti tale da sostenere l’impianto accusatorio a carico del Guede, che non si estenda anche ai suoi presunti complici, e valuti di costoro gli aspetti psicologici all’interno dei quali forse si nasconde il movente.

E c’è anche da considerare che la rappresentazione completa delle responsabilità attribuite a Rudy, il quale però non era solo, può anche alleggerire il grado di colpevolezza dello stesso, qualora emerga la presenza di una personalità più forte che possa aver agito su di lui già in uno stato di sovra-eccitazione da droghe ed alcool.

E che la bella Amanda, dotata di fascino ma anche di evidente determinazione, possa essere stata la regista di un rito, e provocato i due soggetti maschili a dimostrare con la violenza chi dei due era il più forte, nel “Mito dell’Eroe Assassino”, è questa un’ ipotesi più che verosimile.

Ma chi c’era al di sopra dei tre?
Qualcuno ha forse conferito ad Amanda il mandato di “Sacerdotessa” nella celebrazione di questo macabro rituale di morte?
Il massacro di Meredith , fu l’iniziazione dei due adepti, Rudy e Raffaele, (R.R. = Rosa Rossa?) per entrare a far parte della Setta di appartenenza nella quale Amanda aveva forse già conquistato un ruolo, quello appunto di reclutare nuovi soggetti mediante l’arma della seduzione?

Tempo fa, ospite in un salotto televisivo durante una trasmissione dedicata al “Caso Meredith”, un noto scrittore, anzi sarebbe meglio dire “il noto scrittore” affermò senza ombra di dubbio, che l’omicidio di Meredith era riconducibile ai delitti del “Mostro di Firenze e Caso Narducci”.
Quale era il “messaggio in codice” che lo scrittore mandò con una simile e lucida affermazione davanti a milioni di italiani?
Cosa e chi hanno in comune queste due vicende?

Innanzitutto Perugia.
Poi il PM Dottor Mignini.
Ma anche lo stesso Giudice, poiché l’Udienza Preliminare fissata per il prossimo 12 Dicembre che vedrà ben 22 imputati eccellenti, (tra i quali Mario Spezi) nell’ambito del “Caso Narducci” ed eventuali collegamenti con i delitti delle coppiette, quell’udienza sarà presieduta proprio dal Giudice dottor Micheli.

Ed in comune questi casi giudiziari hanno anche il “delitto rituale”, dunque l’esoterismo e di conseguenza assai verosimilmente occulti mandanti della Massoneria deviata, che a Perugia la fa da padrona.

Ma a rendere il quadro ancora più inquietante, ora si è aggiunto il comportamento degli americani, comportamento che getta ombre sull’intero scenario e pone in evidenza altri elementi che uniscono di fatto le due vicende, sia nel puntare il dito contro il PM dottor Mignini, e sia nel prendere le difese degli imputati.
Mario Spezi e Amanda Knox, vittime di un’unica e crudele mano, la mano della Giustizia?
Oppure presunti “Eroi del Male” , quello stesso Male che vede dilagare come una contagiosa epidemia il concetto sacrificale nel nome di divinità, e dunque un concetto che decolpevolizza gli stessi protagonisti di un crimine che diviene offerta, ed esce pertanto da chi forse se ne è reso solo strumento?
Perché l’America sta ingerendo nella nostra Giustizia e solo in questi due casi e per questi due imputati?
Gli americani in Mario Spezi ed Amanda Knox chi vogliono difendere, quale realtà tentano di coprire?
La stessa forse che vede “prigionieri del Male” gli studenti dell’ Università di Yale?

Oggi, la famiglia di Meredith Kercher ha chiesto di essere risarcita per decine di milioni di euro.
Eppure sa che Rudy Guede non sarà mai in grado di assolvere a tale richiesta, così come Amanda e Raffaele, studenti che non sanno nemmeno con quanti zeri si scrivono le somme loro richieste. E dunque, ci sia concesso un ragionevole dubbio: a chi è indirizzata questa richiesta di risarcimento di tali proporzioni?
Ad una setta satanica?
Ad una schola esoterica?
Ad una Loggia Massonica italo –americana il cui nome inizia con la lettera C…?

Riflettiamo…

Lunedì 20 Ottobre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi