Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............
di Gabriella Pasquali Carlizzi - Venerdì 24 Ottobre 2008

A MARIO SPEZI DICO: “PER FAVORE…FERMATI!
LA TUA ATTUALE POSIZIONE GETTA INQUIETANTI DUBBI SULLA TUA “CROCIATA” INNOCENTISTA PER AMANDA KNOX, SPECIE ORA CHE HAI OSATO DARE UN NOME E UN VOLTO A CHI TU SOSPETTI ABBIA UCCISO MEREDITH. SPERO CHE IL QUESTORE DI PERUGIA, DIFENDA LA SUA POLIZIA DALLE PESANTISSIME INSINUAZIONI DA TE AVANZATE, E MESSE IN RETE, NEL TUO SITO WEB E RIPRESE DA ALTRI SITI.”
LA SI POTREBBE DEFINIRE UNA SOFISTICATA MANOVRA DI DEPISTAGGIO, POSTA IN ESSERE ANCORA UNA VOLTA ATTRAVERSO I MEZZI DELLA COMUNICAZIONE, QUELLA CHE VEDE MARIO SPEZI A CAPO DI UNA “CROCIATA” TESA A DEMOLIRE LE INDAGINI DEI MAGISTRATI DI PERUGIA, CON ACCUSE AL PM DI INAUDITA GRAVITA’ OLTRE CHE IL FANGO GETTATO SULLA POLIZIA, NEL CUI OPERATO APPARE , ATTRAVERSO SPEZI, ADDIRITTURA “COMPLICE” NELL’AVERE INTERNATO IL "VERO" ASSASSINO DI MEREDITH IN UNA “CASA DI CURA” E FACENDO IN TAL MODO ACCUSARE AMANDA KNOX, RAFFAELE SOLLECITO, E RUDY GUEDE.
IL COMPORTAMENTO DI MARIO SPEZI DEVE FAR RIFLETTERE, NON SOLO CHI DALL’AMERICA GLI AVREBBE CONFERITO QUESTO "INCARICO", MA SOPRATTUTTO LE FAMIGLIE DEGLI INDAGATI, I QUALI RISCHIANO DI RITROVARSI INCRIMINATI DI ALTRI REATI...
MARIO SPEZI, FAREBBE MEGLIO AD ASTENERSI DA CERTI SCHIERAMENTI CHE INDUCONO IL RAGIONEVOLE SOSPETTO DI UN SUO INTERESSE PRIVATO NELL'OCCUPARSI DELLA MORTE DI MEREDITH KERCHER PER INFANGARE L’OPERATO DI CHI INDAGO’ E INDAGA SU DI LUI.
Prima di commentare cosa Mario Spezi ha scritto sul suo sito, e quanto anche altri giornali online scrivono, sia sul conto del PM di Perugia che della Polizia, nonché sul mio conto, penso sia doveroso che tali pubblicazioni le leggano anche coloro che visitano questo portale.
Come pure mi chiedo il perché Mario Spezi, non renda pubblico l’atto giudiziario notificato a tutte le parti, a me come parte offesa, ad altri come imputati di reati gravissimi, atto per il quale è stata già fissata a Perugia davanti al GUP Paolo Micheli, l’Udienza Preliminare per il prossimo 12 Dicembre.
Mario Spezi è un giornalista che ben conosce il diritto-dovere di cronaca, e penso che nell’avere accettato l’incarico di interessarsi al “caso Meredith”, sarebbe stato corretto da parte sua, rappresentare la sua reale posizione nei confronti sia del PM dottor Mignini che del GUP dottor Micheli.
Se Spezi pubblicasse o riassumesse quanto lo riguarda dell’Udienza Preliminare del 12 Dicembre 2008 , la pubblica opinione constaterebbe che il PM e il Giudice che discutono in questi giorni sulla colpevolezza o sull’innocenza dei tre imputati accusati di avere ucciso la povera Meredith, sono lo stesso PM e lo stesso Giudice che dovranno discutere anche sulla sorte di Mario Spezi, nell’Udienza del 12 Dicembre.
Penso che in tal modo, Mario Spezi, pur libero di proseguire nella sua appassionata difesa dei presunti assassini di Meredith, nonché nell’opera denigratoria verso inquirenti, testimoni e la stessa Polizia, sarebbe stato comunque apprezzato per la sua lealtà nel riportare i fatti, sottoponendoli ad una più completa valutazione anche da parte di quanti magari da oltreoceano sono ignari, come pure gli stessi imputati e parti offese nonchè le rispettive famiglie.
E c’è di più.
Come leggerete, Mario Spezi ha ricostruito il “Caso Meredith”, puntando il dito contro un presunto assassino di cui fa nome e cognome. E forse il poveretto nulla sa di una simile e terrificante accusa, così come all’oscuro saranno i suoi stessi parenti, ai quali penso sia giusto dare la possibilità di tutelare il ""diffamato" in tutte le sedi competenti.

Nessuno come Mario Spezi si è battuto tanto per la libertà di stampa, e dunque è bene diffondere quanto il “mostrologo” ha pubblicato sul suo sito, anche al fine di rendere edotti coloro che un giorno potrebbero dire: “Noi non lo sapevamo….”

DA: WWW.MARIOSPEZI.IT:

Sembra la Russia di Putin, ma è Perugia

Giornalista scopre un' altra verità
sul delitto di Meredith Kercher:
incriminato, non ha più scritto

La notizia era clamorosa e grande è stato lo sconcerto nel vederla, il giorno dopo, sparire da tutti i giornali: due ore prima del ritrovamento del cadavere di Meredith Kercher, alle 7 del mattino, un giovane si aggirava in piazza Grimana con le mani, i vestiti e le scarpe sporchi di sangue.

Fuori di sé, urlava e piangeva: "L'ho ammazzata, l'ho ammazzata"».

La notizia era suffragata da numerose testimonianze scrupolosamente raccolte dal giornalista: passanti, infermieri e autista dell’ ambulanza venuta a soccorrere il giovane, i medici del pronto soccorso che l’ hanno curato per un lungo taglio a una mano.
Tutti con nome e cognome.
Perché, allora, la notizia, capace di rovesciare tutta l’ indagine che da quasi un anno tiene in carcere Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede, è sparita?
Perché non ha avuto alcun seguito?
Ora una risposta c’ è: il giorno stesso della pubblicazione, il 23 maggio scorso, il
giornalista fu convocato in questura, interrogato pesantemente per due ore e, alla fine, iscritto nel registro degli indagati per l’ assurdo reato di provocato allarme.
Firmato: Dott. Giuliano Mignini, il piemme dell’ inchiesta Kercher.
Lo stesso piemme che due anni fa accusò chi scrive di depistaggio per avere criticato la sua indagine sul fantasioso omicidio Narducci e mi sbatté illegalmente per 23 giorni in galera; lo stesso che, per identica ragione, mise sotto indagine lo scrittore e giornalista americano Douglas Preston; il magistrato che il 14 novembre prossimo siederà sul banco degli imputati a Firenze accusato, tra le altre cose, di avere messo illegalmente sotto intercettazione altri giornalisti troppo critici con lui.
Il giornalista di Perugia non se l’ è più sentita di continuare.

Perugia, distretto della Russia di Putin.
Eppure la notizia è sempre valida e offre spunti interessanti ed elementi nuovi che, se collegati a quelli già noti, disegnano un nuovo, molto più inquietante quadro di quello che potrebbe essere accaduto nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007.

Il giovane ferito e insanguinato si chiama Claudio Pellegrini, di Trento, a Perugia noto come tossicomane e spacciatore, informatore della polizia e ben conosciuto dal personale del pronto soccorso che segnalò l’ accaduto alle forze dell'ordine.
Incredibilmente pare che l'uomo non sia mai stato sentito dagli inquirenti e che nessuno gli abbia preso le impronte.

Da notare, tra l’ altro, che la descrizione di Pellegrini fatta dalla mezza dozzina di persone quella mattina (Trent'anni, biondo, occhi azzurri, un berretto di lana bianco calato sulla testa e una felpa scura) corrisponde alla descrizione dello sconosciuto che fornisce Rudy Guede il quale niente poteva sapere di questo episodio.

Ora se si inserisce un personaggio legato alla droga nella scena del ritrovamento del cadavere di Meredith, altri particolari non secondari potrebbero trovare una spiegazione: perché, per esempio, l’ assassino prese e poi gettò via i due cellulari della ragazza inglese?
A fare questo avrebbe potuto aver interesse solo chi, conosciuto dalla polizia, non voleva far trovare il proprio recapito nel cellulare della vittima di un omicidio.
Cancellato il proprio numero, se ne sarebbe poi disfatto.

Ma sorgono anche domande molto imbarazzanti: il delitto fu scoperto da due agenti di polizia che indagavano sul ritrovamento di due cellulari.
Ora, perché ben due agenti di polizia indagavano su un episodio così banale e frequente come lo smarrimento di due cellulari?
E ancora: come hanno fatto in così poco tempo a scoprire che appartenevano a Meredith Kercher?
E come hanno fatto a scoprire in ancor meno tempo dove abitava la studentessa?
Perché Claudio Pellegrini fu subito rinchiuso in un centro di recupero inaccessibile ai giornalisti e alle loro domande?
Che cosa era accaduto quella mattina a Claudio Pellegrini?

Perché gli inquirenti non lo dicono, se hanno accertato che non ha niente a che fare con la morte di Meredith Kercher?”

Ora ci sia consentito un breve commento all’articolo pubblicato sul sito di Mario Spezi.
Il giornalista, ci tiene a mettere in evidenza che il PM dottor Giuliano Mignini, che si occupa del “Caso Meredith” è lo stesso PM da cui lui fu arrestato, lo stesso che incriminò il collega giornalista americano Douglas Preston, e sottolinea anche che il medesimo PM, il 14 novembre prossimo siederà a Firenze sul banco degli imputati.
L’esposizione dei fatti raccontati da Spezi non è completa, o comunque appare non corretta.
Infatti è necessario precisare che il provvedimento del suo arresto con l’accusa di depistaggio, seppure fu chiesto dal dottor Mignini, fu invece disposto dal Giudice.
E il Giudice, non valuta per un indagato solo le fonti di prova prodotte dal Pubblico Ministero, bensì esamina anche gli atti che l’indagato e i propri Difensori sono liberi di far confluire nel fascicolo del Giudice a sostegno della estraneità dai fatti contestati.
Tanto è vero, che la disposizione di un arresto, deve necessariamente, entro i termini previsti dal codice di procedura penale, essere convalidata o no dal Giudice, durante il cosiddetto interrogatorio di garanzia, dove accusa e difesa, espongono le proprie ragioni in perfetta parità davanti ad un Giudice terzo.
Dunque, a nostro parere, Spezi sbaglia a prendersela sempre e solo con Mignini, attribuendogli provvedimenti che sono stati firmati da altri.
Come pure, quando si riferisce al “caso Meredith”, non tiene mai conto che i Pubblici Ministeri sono due, e che accanto al Dottor Mignini, sostiene l’Accusa anche la PM Dottoressa Comodi.
E ancora.
Mario Spezi rende noto che il Dottor Mignini il 14 novembre prossimo siederà a Firenze sul banco degli imputati ecc. ecc.

Perché, ci chiediamo, Mario Spezi, se non altro per par-condicio, non informa la pubblica opinione, su quale banco lui siederà il prossimo 12 Dicembre, specificando nel merito le motivazioni, così come esposte nell’atto di fissazione dell’Udienza Preliminare, anche a lui sicuramente da tempo notificato?

Non sarebbe un modo di fare giornalismo più completo e più corretto?

Entrando poi nel merito di quanto Spezi racconta anche in modo molto suggestivo, forse un po’ di prudenza non sarebbe stata di troppo.

Infatti la storia di Claudio Pellegrini altro non è che la storia di tanti, troppi poveretti , vittime del tunnel della droga e che quando sono in preda ad una crisi di astinenza, assumono immancabilmente un comportamento autolesionista, si sfregiano, si feriscono, e invocano la morte.

Quella mattina il Pellegrini non gridava, come ha scritto Spezi: “L’ho ammazzata, l’ho ammazzata…”, bensì in preda all’astinenza, perché a tutti i costi voleva la droga, gridava e minacciava: “Io mi ammazzo, io mi ammazzo…”.

E questo è stato riferito da molte persone, forse meglio informate di Mario Spezi, e dello stesso giornalista che scrivendo un articolo sull’episodio, forse aveva confuso quel “l’ho ammazzata”, con un più verosimile “mi ammazzo..”, e non si rese conto che un banale errore seppure in buona fede, avrebbe creato in quel contesto un ingiustificato allarme nell’opinione pubblica già sufficientemente scossa.

Inoltre, sono pesantissime ed estremamente inquietanti le ombre che Mario Spezi getta sull’operato della Polizia, sebbene il giornalista abbia avuto cura di mettere una serie di punti interrogativi, tuttavia pensiamo che il Questore di Perugia, persona di nota esperienza, prenderà in seria considerazione.
Le istituzioni e gli uomini che le rappresentano vanno tutelate da quanto può apparire diffamatorio o calunnioso, anche nell’insinuazione, se si ricorre alla banale "furbizia" di mettere un punto interrogativo dopo una affermazione…

Una riflessione generale sul “Caso Meredith” alla luce di quanto sostiene Mario Spezi.

Come mai, gli attuali indagati con l’accusa di aver ucciso la studentessa inglese, e i loro avvocati, non hanno mai fatto cenno a propria difesa a quanto accadde a Claudio Pellegrini, un nome che non figura certo tra “eccellenti” o “intoccabili” e che dunque poteva rappresentare per le difese un cavallo da battaglia, più che vincente, se vi fosse stato un minimo di fondamento?

Risultano invece le mille contraddizioni in cui i presunti assassini di Meredith sono caduti, finendo poi anche per accusarsi l’uno con l’altro, per non parlare delle calunnie lanciate contro Lumumba, attualmente costituitosi parte civile.
La domanda viene spontanea: “Non sarebbe stato tanto più facile giocare la carta di Claudio Pellegrini? O non si vorrà mica far credere che indagati e illustri Avvocati Difensori non siano stati fino ad ora informati su un fatto quantomeno suggestivo?.... Ci sarebbe davvero da piangere, e da ringraziare Mario Spezi che solo dopo un anno dall’episodio, ha deciso di informare l’opinione pubblica a pochi giorni dalla sentenza che il GUP Paolo Micheli dovrà emettere per Rudy Guede, Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Vorrei ora lamentare l’ennesima diffamazione sul mio conto, come risulta pubblicata sul quotidiano online “L’Opinione.it” a firma di Dimitri Buffa in un articolo che riporto qui di seguito.
E’doveroso precisare che ho inviato una email al giornalista lamentando le falsità diffuse sulla mia persona, e che questi mi ha risposto, che ciò che lui ha scritto altro non è che il pensiero di Mario Spezi.
Un modo come un altro per dire: “Cara signora, se mi querela, citerò in Mario Spezi la fonte delle mie affermazioni”.
Mi dispiace che il collega Dimitri Buffa, sia scivolato su una buccia di banana, nel senso che quando ci si limita a riportare affermazioni gravi contro una persona, senza nemmeno consultare la persona che si diffama, almeno si usa mettere tra virgolette quanto la fonte riferisce.
Cosa che nell’articolo non appare. E dunque, si profila l’ipotesi di un reato di diffamazione in mio danno, commesso forse in concorso tra il redattore dell’articolo e Mario Spezi.
Chissà? Deciderà chi di dovere.

Edizione 224 del 21-10-2008
“DOLCI COLLINE DI SANGUE” le indagini all’italiana
Il libro di Spezi descrive non solo i 14 delitti che tra il 1968 e il 1985 terrorizzarono le notti delle estati fiorentine ma spiega come nel nostro paese gli errori giudiziari siano all’ordine del giorno

di Dimitri Buffa

Leggere un libro sul mostro di Firenze fino a pochi giorni or sono sarebbe stata l’ultima delle mie aspirazioni. Non amo il genere splatter, fatta eccezione per i film di Tarantino dove viene esorcizzato con il registro del grottesco. Leggere però il geniale libro di Mario Spezi ed Douglas Preston, “Dolci colline di sangue - Il mostro di Firenze” (già edito da due anni dalla Rizzoli e ristampato dalla Gruner Jahr Mondadori per l’uscita in allegato con la rivista “Focus”) non è semplicemente propedeutico a “farsi una cultura” su quei 14 delitti che tra il 1968 e il 1985 terrorizzarono le notti senza luna delle estati fiorentine. Infatti può servire anche a farsi un’idea perché in Italia - come dice Berlusconi - “i magistrati andrebbero sottoposti a perizia psichiatrica prima di essere immessi in servizio”. La vicenda del mostro di Firenze è infatti una storia, una sequela, di errori giudiziari. Quasi tutti evitabili con il semplice buon senso. Che, ora che l’inchiesta si è buttata sul satanismo e sull’esoterico, è stato a quanto pare accantonato per sempre. Spezi, diciamolo subito, scrive da Dio. E male ha fatto “la Nazione” di Firenze a lasciarselo scappare (ora lavora alla redazione fiorentina del “Corriere della sera”) per non difenderlo e prendere anzi le parti dei giudici e degli inquirenti perugini che due anni fa lo fecero persino arrestare accusandolo di depistare le indagini esoteriche di cui sopra. Solo in Italia può capitare - dice Spezi a chi scrive - di venire indagati da un magistrato che a sua volta sta per essere processato con l’accusa di avere commesso abusi ai danni di altri giornalisti.

Secondo l’accusa che lo riguarda, fatti intercettare senza ragione. E solo in Italia può capitare che agenti di polizia giudiziaria scrivano libri sui casi che stanno trattando pressochè in presa diretta. Inoltre sempre e solo in Italia può capitare di essere accusati di depistaggio per avere osato “ledere la maestà delle indagini”, criticandole. E se vogliamo, ancora, solo in Italia capita che i complici, meglio “i compagni di merende”, di un altro che è stato assolto vengano invece condannati definitivamente come “vice mostri”. A ben guardare nella storia del mostro di Firenze, ciò che è arrivato a fare concorrenza alla mostruosità dei delitti, è stata proprio la mostruosità di quasi tutte le indagini. E nel libro, assolutamente da non perdere, Spezi spiega bene la genesi di tutto ciò: un’assurda olimpiade dell’indagine tra polizia e carabinieri, tra ufficio gip e procura, con sullo sfondo la futura carriera di Piero Luigi Vigna come procuratore nazionale antimafia. Nel libro Spezi compie anche le proprie indagini e indica come sospetto-mostro un uomo, di cui non viene fatto il nome, che potrebbe avere rubato la mai trovata Beretta 22 che sparò in tutti i delitti dalla casa di uno dei sardi sospettati durante le prime indagini.

Spezi sa bene di non potere avere le prove ma almeno dà un esempio di metodo con il quale le indagini vanno fatte. Altro che verbalizzare con il protocollo le sedute spiritiche! Va anche detto che in questa storia gli unici che non escono con le ossa rotte per la loro imperizia sono i carabinieri, che dubitano delle indagini e dei colpevoli alla Pacciani e alla Vanni fin da subito, ma a cui l’inchiesta viene inesorabilmente tolta. Con la solita filosofia emergenziale, “qui ci vuole un colpevole” (magari di repertorio come era Pacciani e come poi sarebbero stati il Vanni e il Lotti), in Italia non si è mai fatta giustizia ma solo errori giudiziari a raffica. La colpa per cui Spezi ha dovuto subire persino l’affronto del carcere, e venire indagato addirittura per complicità con il “mostro”, sulla parola di tale Gabriella Carlizzi, già condannata per calunnia per avere indicato tempo prima, sempre come il mostro di Firenze, lo scrittore Alberto Bevilacqua (una donna che si vanta di parlare con la Madonna di Fatima sul proprio blog), è stata per l’appunto quella di avere documentato l’aspetto delirante delle indagini sul mostro di Firenze. Che adesso hanno preso una piega che nemmeno Vigna e Canessa osarono seguire anni fa quando vennero fuori le prime storie esoteriche sul farmacista di Perugia che sarebbe stato assassinato nel lago Trasimeno. E il cui corpo sarebbe stato scambiato con quello di un altro per ordine di una misteriosa setta satanica di cui proprio la Terlizzi è diventata la supertestimone cui i magistrati di Perugia danno retta.

Per finire questa recensione si potrebbero usare, ritorcendogliele in parte contro, le parole del pm Paolo Canessa che negli anni ’80 quando ancora il mostro compieva delitti, quando venivano indagati i più assurdi personaggi, tra cui un finto becchino, solo perché questi ultimi facevano di tutto per finire nel novero dei sospetti, e quando alcuni scrivevano sui muri “evviva il mostro” e altri strologavano di implicazioni sociologiche del tutto, si lasciò sfuggire questa esclamazione: “Non avrei mai immaginato che a Firenze ci fosse tanta gente strana”. Ecco anche gli italiani, tutti, mai avrebbero immaginato che a Firenze e persino a Perugia ci fossero tanti inquirenti “strani”.

NOTA DELLA REDAZIONE PER I LETTORI:

GABRIELLA CARLIZZI NON E’ STATA CONDANNATA PER CALUNNIA IN DANNO DI BEVILACQUA NE’ LO HA MAI ACCUSATO DI ESSERE LUI IL MOSTRO DI FIRENZE.
CHI HA DENUNCIATO BEVILACQUA COME “MOSTRO” NEL 1995 SI CHIAMA ANNA MARIA RAGNI, CONDANNATA IN VIA DEFINITIVA DOPO AVER CHIESTO IL PATTEGGIAMENTO.
SONO ALTRESI’ DISTORTE LE AFFERMAZIONI CHE INVADONO LA SFERA RELIGIOSA DI GABRIELLA CARLIZZI, LA QUALE PERTANTO HA DATO MANDATO AL PROPRIO AVVOCATO CARLA ARCHILEI DEL FORO DI PERUGIA DI PROCEDERE A NORMA DI LEGGE NEL MERITO DELL’ARTICOLO DI CUI SOPRA.

Venerdì 24 Ottobre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

 

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Lunedì 20 Ottobre 2008

MEREDITH KERCHER: E L’AMERICA DOPO MARIO SPEZI E DOUGLAS PRESTON ORA SCENDE IN CAMPO PER DIFENDERE ANCHE AMANDA KNOX…
“MAMMA SANTISSIMA… BACIAMO LE MANI!”
NEL NOME DELLA STATUA DELLA LIBERTA’, GLI AMERICANI MANTENGONO LA PENA DI MORTE A “CASA LORO”, E COMBATTONO CONTRO LA GIUSTIZIA ITALIANA, FACENDOSI GLI AFFARI DI “COSA NOSTRA”…
E COSI’ DOPO GLI ANATEMI MEDIATICI LANCIATI D’OLTRE OCEANO CONTRO IL PM GIULIANO MIGNINI CHE AVEVA ADDIRITTURA OSATO APPLICARE LA LEGGE PER L’INTOCCABILE MARIO SPEZI, ECCO CHE I COSIDDETTI “ALLEATI” FANNO GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO E TORNANO A RILANCIARE MISSILI DI CARTA SEMPRE CONTRO LO STESSO MAGISTRATO…
QUESTA VOLTA E’ AMANDA KNOX LA VITTIMA DELLA GIUSTIZIA E CHISSA’ CHE TANTO CLAMORE NON COMMUOVA ANCORA UNA VOLTA IL “CAPO” DI SCIENTOLOGY, QUEL BELLISSIMO TOM CRUISE PRONTO A PORTARE SUL GRANDE SCHERMO ANCHE LE LACRIME DELLA STUDENTESSA STATUNITENSE…
MA CHE INTERVENTO “SOLLECITO” DAI NOSTRI SALVATORI DELLA PATRIA!
Eppure agli americani non mancano storie di assassini e serial killer, né scene da horror dal vero, fatti di sangue terrificanti e tali da dar lavoro a registi, scrittori, esoteristi, avvocati , politici e candidati al cambio della guardia , che a breve vedrà forse una nota di colore rallegrare la casa tutta bianca.. chissà…

Nonostante questo patrimonio rosso di sangue e nero di vergogna, da qualche tempo a questa parte, la Giustizia italiana sembra attrarre oltre misura lo sguardo degli americani, impegnati in una campagna di “pietismo” del tutto sgradevole se pensiamo che i privilegiati sono persone incriminate per reati gravissimi e che seppure è giusto per tutti il concetto di presunzione di innocenza, questo andrebbe almeno equilibrato con il sospetto della presunzione di colpevolezza.

E dunque perché non lavarsi i panni sporchi di “cosa loro”, e lasciare che i nostri Giudici esprimano un verdetto serenamente, e soprattutto al riparo da interferenze che fanno intendere ben altre trame intessute da interessi occulti che si servono strumentalmente delle disgrazie del nostro Paese?

Oppure dobbiamo pensare che il Cavaliere, la cui crociata contro i Pubblici Ministeri italiani, è ben nota, abbia fatto delega all’amico Bush, pregandolo di ingerire nell’autonomia della nostra magistratura, con uno stile senza precedenti e per il quale le vittime da difendere non sono i morti ammazzati, ma i loro carnefici, seppure presunti?

C’era una volta l’America…
Appunto, una volta, ora però le situazioni sono cambiate, e ciò che un tempo poteva abbagliare dei vostri luccichii come padroni del mondo, ora anche voi di guai da risolvere ne avete fin troppi, a cominciare dai tanti innocenti che attendono la sedia elettrica nel braccio della morte, solo perché non possono pagare le parcelle da capogiro degli avvocati che lavorano a vacazione…
Vale a dire, presentano il conto in termini di ore di impegno… come le domestiche … dette anche colf…in Italia e in America.

E se dai “Dis-Uniti Stati” s’ode uno squillo di tromba, dal Bel Paese risponde uno squillo…
O meglio un tuono rimbomba dalla bocca dei Difensori degli imputati che accusano anche loro i due PM, dottor Mignini e dottoressa Comodi, di essere responsabili delle fuga di notizie, grazie alla quale i giornalisti in tempo reale avrebbero dimostrato di conoscere quanto si era svolto a porte chiuse.

Come se una fuga di notizie fosse addebitabile solo al Magistrato.
E perché no, a soggetti diversi?
E se il PM, sospettasse che la fuga di notizie fosse invece opera dei difensori degli imputati o delle parti civili, o degli uni e degli altri?
E non solo.
Addirittura il PM Mignini, si sarebbe permesso di parlare della personalità di Amanda, in sede di udienza preliminare, senza attendere la sede più idonea, cioè quella del dibattimento nel caso Amanda fosse rinviata a giudizio…

E certo che ci vuole una bella faccia tosta, per parlare in questo modo, quasi a mettere in dubbio lo scontato rinvio a giudizio sia di Amanda che di Raffaele Sollecito, i quali pensiamo che abbiano diritto di difendersi in un’Aula aperta al pubblico, secondo il rito tradizionale di un vero e proprio processo che sarà celebrato in tutti i tre gradi fino ad una sentenza definitiva.

Oltretutto, e qui sta la malafede di chi sta puntando il dito contro la Pubblica Accusa, che è cosa diversa dal difendere il proprio assistito, malafede o ignoranza pura, nel senso che ci si dimentica o si fa finta di dimenticare che nella stessa Aula si sta discutendo in presenza dei tre presunti autori dell’omicidio di Meredith, il processo con rito abbreviato per uno dei tre, Rudy Guede, come dallo stesso richiesto, e dunque essendo il ragazzo di colore incriminato in concorso con gli altri due, Amanda e Raffaele, come è possibile per i PM nelle loro requisitorie, non esporre al Giudice quanto è relativo anche alla personalità di chi si è reso corresponsabile insieme a Rudy?

Questi Principi del Foro, non sanno che per Rudy, il Giudice dovrà esprimere un verdetto?
E che i PM hanno già chiesto la pena dell’ergastolo?
E dunque se il delitto è stato commesso in concorso, non è processualmente possibile prescindere da una esposizione dei fatti tale da sostenere l’impianto accusatorio a carico del Guede, che non si estenda anche ai suoi presunti complici, e valuti di costoro gli aspetti psicologici all’interno dei quali forse si nasconde il movente.

E c’è anche da considerare che la rappresentazione completa delle responsabilità attribuite a Rudy, il quale però non era solo, può anche alleggerire il grado di colpevolezza dello stesso, qualora emerga la presenza di una personalità più forte che possa aver agito su di lui già in uno stato di sovra-eccitazione da droghe ed alcool.

E che la bella Amanda, dotata di fascino ma anche di evidente determinazione, possa essere stata la regista di un rito, e provocato i due soggetti maschili a dimostrare con la violenza chi dei due era il più forte, nel “Mito dell’Eroe Assassino”, è questa un’ ipotesi più che verosimile.

Ma chi c’era al di sopra dei tre?
Qualcuno ha forse conferito ad Amanda il mandato di “Sacerdotessa” nella celebrazione di questo macabro rituale di morte?
Il massacro di Meredith , fu l’iniziazione dei due adepti, Rudy e Raffaele, (R.R. = Rosa Rossa?) per entrare a far parte della Setta di appartenenza nella quale Amanda aveva forse già conquistato un ruolo, quello appunto di reclutare nuovi soggetti mediante l’arma della seduzione?

Tempo fa, ospite in un salotto televisivo durante una trasmissione dedicata al “Caso Meredith”, un noto scrittore, anzi sarebbe meglio dire “il noto scrittore” affermò senza ombra di dubbio, che l’omicidio di Meredith era riconducibile ai delitti del “Mostro di Firenze e Caso Narducci”.
Quale era il “messaggio in codice” che lo scrittore mandò con una simile e lucida affermazione davanti a milioni di italiani?
Cosa e chi hanno in comune queste due vicende?

Innanzitutto Perugia.
Poi il PM Dottor Mignini.
Ma anche lo stesso Giudice, poiché l’Udienza Preliminare fissata per il prossimo 12 Dicembre che vedrà ben 22 imputati eccellenti, (tra i quali Mario Spezi) nell’ambito del “Caso Narducci” ed eventuali collegamenti con i delitti delle coppiette, quell’udienza sarà presieduta proprio dal Giudice dottor Micheli.

Ed in comune questi casi giudiziari hanno anche il “delitto rituale”, dunque l’esoterismo e di conseguenza assai verosimilmente occulti mandanti della Massoneria deviata, che a Perugia la fa da padrona.

Ma a rendere il quadro ancora più inquietante, ora si è aggiunto il comportamento degli americani, comportamento che getta ombre sull’intero scenario e pone in evidenza altri elementi che uniscono di fatto le due vicende, sia nel puntare il dito contro il PM dottor Mignini, e sia nel prendere le difese degli imputati.
Mario Spezi e Amanda Knox, vittime di un’unica e crudele mano, la mano della Giustizia?
Oppure presunti “Eroi del Male” , quello stesso Male che vede dilagare come una contagiosa epidemia il concetto sacrificale nel nome di divinità, e dunque un concetto che decolpevolizza gli stessi protagonisti di un crimine che diviene offerta, ed esce pertanto da chi forse se ne è reso solo strumento?
Perché l’America sta ingerendo nella nostra Giustizia e solo in questi due casi e per questi due imputati?
Gli americani in Mario Spezi ed Amanda Knox chi vogliono difendere, quale realtà tentano di coprire?
La stessa forse che vede “prigionieri del Male” gli studenti dell’ Università di Yale?

Oggi, la famiglia di Meredith Kercher ha chiesto di essere risarcita per decine di milioni di euro.
Eppure sa che Rudy Guede non sarà mai in grado di assolvere a tale richiesta, così come Amanda e Raffaele, studenti che non sanno nemmeno con quanti zeri si scrivono le somme loro richieste. E dunque, ci sia concesso un ragionevole dubbio: a chi è indirizzata questa richiesta di risarcimento di tali proporzioni?
Ad una setta satanica?
Ad una schola esoterica?
Ad una Loggia Massonica italo –americana il cui nome inizia con la lettera C…?

Riflettiamo…

Lunedì 20 Ottobre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Domenica 21 Novembre 2008

SI E’ DA POCHI GIORNI CELEBRATA LA PRIMA PARTE DELL’UDIENZA PRELIMINARE IN CUI IL GUP DI PERUGIA, DOTTOR MICHELI, DOVRA’ DECIDERE SE RINVIARE A GIUDIZIO AMANDA KNOX E RAFFAELE SOLLECITO, MENTRE I DIFENSORI DI RUDY GUEDE, HANNO CHIESTO IL RITO ABBREVIATO E LA SCARCERAZIONE.
L’UDIENZA SI CONCLUDERA’ IL 26 SETTEMBRE, ED E’ VEROSIMILE IPOTIZZARE CHE IL GUP ACCOGLIERA’ LE RICHIESTE AVANZATE DAI PUBBLICI MINISTERI DOTTOR MIGNINI E DOTTORESSA COMODI, CONVINTI DELLA COLPEVOLEZZA DEGLI INDAGATI E DELLA FORZA DEI RISCONTRI OTTENUTI DALLA POLIZIA GIUDIZIARIA IN FASE DI INDAGINI PRELIMINARI. MA……
Se da un lato tutto sembra confermare l’impianto accusatorio degli inquirenti, dove gli indizi di colpevolezza appaiono gravissimi e sostenuti anche dagli esami scientifici, a riprova che in quella tragica sera i tre indagati si trovavano sicuramente in casa con la povera Meredith, e che ciascuno di loro sappia bene come in realtà si svolsero i fatti, dall’altro lato, va detto che sia Amanda che Raffaele e poi Rudy sono caduti in tante di quelle contraddizioni al punto da indurre il fondato sospetto che costoro stiano “coprendo” le responsabilità di qualcuno.

Infatti, quando le versioni di più indagati accusati di aver commesso in concorso tra di loro un determinato reato, si presentano così contrastanti e diverse, come se tra di loro stessi si giocasse a trovare il vero assassino, l’esperienza ha dimostrato che un simile comportamento si manifesta quando si teme qualcuno, quando si è stati costretti da qualcuno, quando si appartiene ad una specie di “obbedienza-massonico-deviata” e non si può tradire quel silenzio imposto fin dal rito di iniziazione.

Le contraddizioni rese ai Pubblici Ministeri , o l’accusarsi l’uno contro l’altro, hanno messo in evidenza il dubbio degli stessi indagati relativamente al ruolo che dovevano assumere nella sede giudiziaria, forse nella speranza che una volta dichiarati colpevoli, sarebbero stati ringraziati da chi grazie al loro silenzio è rimasto nell’ombra, e pertanto in grado prima o poi di far valere il proprio scontato potere, fino a restituire la libertà e l’innocenza alle sue generose reclute.

Il delitto di Meredith, non appare di certo né come una “ragazzata”, né come una di quelle serate di sesso estremo finita male.

Tutto lascia invece pensare a qualcosa di premeditato, qualcosa studiato a tavolino chissà da quanto tempo, e il movente va forse ricercato o in ciò che Meredith aveva scoperto divenendo pertanto un soggetto pericoloso, o all’essere ella stessa stata esclusa da quella “obbedienza” e magari si è lasciata andare a qualche ricatto, firmando così la sua stessa eliminazione.

D’altra parte, osservando la fisiognomica dei tre indagati, seppure li si può considerare ragazzi per così dire “facili”, o al di fuori di ogni regola di costume, ragazzi magari esaltati dalla troppa libertà, privi di qualunque punto di riferimento o controllo, non si riscontrano nei loro volti i segni chiari dell’inclinazione a delinquere, specie nel commettere un delitto di tale violenza ed efferatezza.

E chi dovrà un giorno giudicarli, sarà tenuto a considerare non solo gli elementi, sia pure scientifici, come il Dna, o impronte digitali, o risultanze di intercettazioni telefoniche e ambientali e quanto altro la pubblica accusa sosterrà con forza, ma una Corte d’Assise deve raggiungere, anche al di là di quanto può costituire prova, il proprio libero convincimento, deve raggiungere la coscienza della verità, anche quando tutto ciò che verrà fuori dal dibattimento sembrerà additare gli imputati quali unici colpevoli e autori del delitto di Meredith Kercher.

Appunto, chi dovrà emettere una sentenza, non potrà sorvolare dallo studio della personalità di ciascuno degli imputati, non potrà non penetrare in profondità i loro sguardi, osservare espressioni emotive, imprimere nella memoria i lineamenti di ciascuno, estrarne un profilo psicologico, ma soprattutto avvalersi del contributo della fisiognomica, quale scienza capace di indicare se un determinato individuo, a meno di un raptus di follia, può aver commesso il crimine di cui trattasi.

E nella letteratura forense non sono mancati casi di imputati di crimini orrendi, con tutte le prove contro, persone condannate in partenza, che sono poi stati ritenuti innocenti, quando è scattata nel Giudice la coscienza della verità, e sono state disposte nuove indagini fino a smascherare il vero colpevole.

E’ interessante leggere in proposito, quanto afferma sul ruolo della fisiognomica, l’Avvocato Mario Pavone.

“La fisiognomica si intreccia,quindi, in un certo senso, con la psicologia laddove entrambe cercano di intuire e dedurre dal visibile i moti più intimi dell'animo umano.
Possiamo individuare le tre linee distintive della fisiognomica a secondo dell'approccio volgare, mimico e scientifico utilizzato dagli studiosi della materia.

Nell'approccio volgare è presente l'utilizzo dell'astrologia e della chiromanzia, e l'aspetto simbolico-intuitivo viene espressamente enfatizzato e privilegiato.
Nell'approccio mimico vengono messi in evidenza quegli elementi della comunicazione non verbale (tratti somatici, espressione corporea e facciale, segni del volto, tono della voce), che sono ritenuti degli indicatori del carattere di una persona.

L'approccio scientifico,infine, si propone di proseguire nell'ottica darwiniana e antropologica.
In tale contesto alcuni scienziati sono giunti alla conclusione, in base a ricerche neurologiche e psicologiche, che nelle persone che formulano idee creative, risulta particolarmente attiva la zona frontale del cervello con l'emissione di onde "alfa" da parte di entrambi gli emisferi.

Secondo la fisiognomica, per avere un'analisi più esauriente possibile dell'individuo,è necessario avere delle informazioni sulle tre fasce del volto che sono l'intellettiva, la sensitiva e la materiale; lo sviluppo maggiore di una fascia del volto rispetto ad un'altra, ne determina una maggiore influenza sul temperamento.

La fascia intellettiva è costituita dalla fronte e indica ingegno, curiosità, fede negli ideali; la fascia sensitiva è costituita dalla base del naso, tra le ciglia e le narici, è un indicatore dell'emotività e della sensibilità dell'individuo; infine la fascia materiale, localizzabile tra la base del naso e la punta del mento, esprime l'istintività e la sensualità.
Per la fisiognomica, anche il colore dell'incarnato costituisce uno degli elementi chiave per l'analisi della personalità. Per cui un colorito pallido indicherebbe mancanza di energia, malumore e pigrizia, mentre un colorito rosa acceso esprimerebbe sensualità ed estroversione; un colorito spento e grigiastro indica ipocondria, pessimismo e scarsa fiducia negli altri; infine un colorito che tende al giallastro è un segnale di forte irascibilità ma anche di ascolto verso l'altro e di lealtà.

Analizzando inoltre le singole parti del viso, secondo la fisiognomica, possiamo avere altre preziose informazioni sulla personalità dell'individuo che stiamo osservando.

Facciamo alcuni esempi;una fronte molto alta indica la tendenza alla superficialità e all'imitazione degli altri, mentre se è molto bassa indica scarso sviluppo intellettuale e atteggiamento ipercritico.

Una fronte proporzionata al resto del viso indica chiusura mentale e forte senso di responsabilità, ma se è alta e presenta un rigonfiamento nella parte superiore determinerà, in chi la possiede difficoltà di concentrazione e stravaganza.

Secondo la fisiognomica l'analisi della personalità di un individuo sarà tanto più attendibile quanto più informazioni si avranno sulle varie parti del volto, non solo ma se è vero che ogni parte rappresenta una caratteristica di personalità è altresì vero che solo dall'interpretazione armonica dei vari elementi si potrà capire al meglio chi è la persona che abbiamo di fronte.

A titolo esemplificativo,un cenno meritano alcune caratteristiche del mento e del naso. Se un mento aguzzo indica vivacità intellettuale con tendenza all'analisi e all'approfondimento, un mento tondo segnala creatività ed energia e capacità di mettere a proprio agio gli altri. Il doppio mento indica insicurezza, bisogno di protezione e instabilità emotiva, mentre se un mento è ben equilibrato con il resto del viso segnala grande tenacia.

Il naso è importante perché conferisce carattere al volto; il naso camuso (schiacciato e largo alla radice), indica forte empatia e personalità affettuosa; il naso all'insù indica instabilità emotiva e diffidenza, mentre il naso greco (lungo e stretto) lascia intuire che chi lo possiede sia molto sensuale, di animo buono e leale ma anche superficiale.

Il naso aquilino indica forza interiore e grande carisma, energia e tendenza all'ira, mentre il naso a patata indicherebbe tendenza all'idealismo ma una certa predisposizione alla tristezza. In questa esposizione, anche se sommaria, delle linee guida su cui si basa l'analisi fisiognomica, non poteva mancare l'analisi degli occhi e della bocca.

Degli occhi grandi denotano tendenza al misticismo, avversione al materialismo e insicurezza; occhi piccoli indicano intuito, vitalità e furbizia; occhi rotondi segnalano creatività e bontà d'animo, vivacità intellettuale; degli occhi all'ingiù ci dicono che il loro possessore è di animo romantico, sensibile con tendenza alla depressione, mentre degli occhi all'insù indicherebbero timidezza, introversione e scarsa coerenza

La bocca si analizza attraverso le labbra, per cui delle labbra carnose indicano sensualità e istintualità, nonché capacità di instaurare rapporti di coppia armoniosi; labbra sottili indicano introversione e tendenza al romanticismo, forte senso del dovere; un labbro superiore sollevato con gengive in evidenza denoterebbe aggressività e scarso autocontrollo, chiusura mentale; labbro superiore ad "emme",il senso dell'ironia e tendenza al buon umore, estroversione e avversione per la monotonia; labbra "a bocciolo" tendenza alla malinconia con instabilità emotiva e poca sensibilità verso gli altri.

Altre informazioni sul temperamento individuale si possono leggere, secondo la fisiognomica, anche attraverso i segni della pelle come i nei e le rughe di espressione, segni, soprattutto questi ultimi che, dipendendo dalla mimica facciale, rendono unico ed espressivo un volto dicendoci molto sulla vita intima della persona.

Secondo il Tao,il volto rivela ogni cosa ed è possibile analizzare la personalità di un individuo attraverso l'osservazione del suo viso, seguendo la tecnica dell'analisi facciale.

Per il Tao è possibile determinare attraverso i segni del viso, persino la forma e le dimensioni degli organi sessuali maschili e femminili.

Esistono anche delle caratteristiche nell'analisi facciale comuni sia agli uomini che alle donne: se l'angolo esterno dell'occhio presenta delle linee, queste indicano forte inclinazione sessuale e disponibilità, caratteristiche che sono tanto più intense quanto più sono profonde e numerose le linee.

La presenza di pieghe profonde ai lati della bocca indica forte desiderio sessuale e ancora una persona con mento lungo e potente possiederà una forte spinta sessuale.

Secondo il Tao è la quantità delle caratteristiche che si combinano tra di loro nonché la loro intensità a determinare la forza dell'inclinazione sessuale.

In generale un volto ovale,sinonimo di perfezione estetica,denota un temperamento ipersensibile,tendente alla dolcezza,creatività ma anche instabilità e timidezza, un volto quadrato indica grande forza interiore,un carattere energico e pratico,pazienza e determinazione.

Un volto triangolare denota intelligenza brillante ma scarsa fantasia mentre un viso rettangolare o lungo denota elasticità mentale,apertura alle novità,evoluzione intellettuale,senso estetico.”

Ora, sulla base di queste poche nozioni, proviamo ad osservare dalle fotografie, i volti dei presunti assassini di Meredith, e cerchiamo di ricavarne una opinione personale, che potrebbe coincidere con quanto sostiene la pubblica accusa, ma potrebbe anche indurci a diverse convinzioni, una soprattutto, quella che Amanda, Raffaele e Rudy stiano coprendo poteri forti e pericolosi, riconducibili a chi volle e ottenne il massacro della studentessa inglese.

Domenica 21 Settembre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

 

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Domenica 24 Agosto 2008
SPECIALE: IL CASO MEREDITH KERCHER.
PRESTON : “…LA CARRIERA DI MIGNINI DIPENDE DALLA CONDANNA PER OMICIDIO DI AMANDA KNOX” !!!!!
IL SANGUE DI MEREDITH KERCHER E’ ORA USATO PER INVIARE MESSAGGI IN CODICE DA PARTE DI CHI , GIA’ INDAGATO PER ALTRI DELITTI, DALLO STESSO PM TITOLARE DELL’INDAGINE SULLA MORTE DELLA STUDENTESSA, MIRA A SCREDITARE L’OPERATO DEL MAGISTRATO DOTTOR MIGNINI, ISTIGANDO PERFINO I GENITORI DI AMANDA KNOX , AL SOLO FINE DI FAR CROLLARE I SOSPETTI CHE COLLEGANO IL “MOSTROLOGO” CON I DUPLICI OMICIDI DEL MOSTRO DI FIRENZE E CON LA MORTE DEL MEDICO PERUGINO FRANCESCO NARDUCCI.
PECCATO, CHE UNO SCRITTORE COME DOUGLAS PRESTON, SI ESPONGA PER CONTO DELL’AMICO “MOSTROLOGO”, PRESUNTO “SUGGERITORE”…
PRESTON SA CHE COSA STA RISCHIANDO IN PRIMA PERSONA, DA PARTE DELLA PROCURA PERUGINA? E’ CHIARO CHE LUI E IL “MOSTROLOGO” SPERINO IN UNA MOSSA DIRETTA DA PARTE DEL DOTTOR MIGNINI, CHE SOLO COSI’ “USCIREBBE DI SCENA” DIVENENDO “PARTE OFFESA”…. MA FORSE, A PRESTON E’ SFUGGITO IL FATTO CHE AD AVVIARE UN PROCEDIMENTO A SUO CARICO, PER QUANTO DA LUI AFFERMATO E PUBBLICATO NEI CONFRONTI DI MIGNINI, POTREBBE ESSERE UNA AUTORITA’ GIUDIZIARIA AL DI SOPRA E DIVERSA DAL PM, E SE COSI’ SARA’, MIGNINI RESTERA’ TITOLARE DEI FASCICOLI CHE TANTO SCOTTANO SULLA SPALLE DEL “MOSTROLOGO”…… AI GENITORI DI AMANDA VORREI DIRE: “ ATTENTI! VOI NON POTETE SAPERE COSA SPINGE CERTE PERSONE AD INTERESSARSI DA OLTRE OCEANO DEL CASO CHE VEDE COINVOLTA VOSTRA FIGLIA NELLA MORTE DI MEREDITH… MA SE DAVVERO, CREDETE NELL’INNOCENZA DI AMANDA, ALLORA STATE LONTANI DA CHI ARBITRARIAMENTE ASSOCIA L’EVENTUALE CONDANNA DI VOSTRA FIGLIA ALLA CARRIERA DI UN MAGISTRATO…
IO , GABRIELLA CARLIZZI, SONO PRONTA A SPIEGARVI TUTTO, SAPETE COME E DOVE RAGGIUNGERMI…”.
E’ ormai vicinissima la data del 16 settembre, giorno così trepidamente atteso per i ragazzi incriminati e sospettati di aver ucciso Meredith Kercher. L’ansia non è solo dei diretti interessati, ma nel terrore di vedere alla sbarra i propri figli sono i genitori di ciascuno di loro, terrore più che giustificato e che merita rispetto, al di là di quelle che saranno le decisioni dei Giudici.
Qualcuno sembra non voler reclamare a voce alta, l' innocenza di un figlio che è sempre apparso piuttosto confuso, contraddittorio, come se dovesse recitare una “parte” impostagli da chi, pure incriminata, sono convinta che conosca tutta la verità.
E’ questa una mia personale opinione, e può non avere alcun valore per le valutazioni degli inquirenti, tuttavia dall’inizio di questa tragica storia ho espletato molte ricerche anche oltre oceano e in Inghilterra, ricerche che hanno rafforzato la mia idea che questo caso debba essere letto anche in una chiave esoterica, se veramente si vuole arrivare al bandolo di una matassa particolarmente inquietante.
Infatti, oggigiorno la Giustizia non può essere soddisfatta solo quando sembra raggiungere una verità processuale che consente di punire gli esecutori materiali di un delitto, lasciando nel buio il movente, specie quando ci si trova di fronte a crimini efferati e che si realizzano tra giovani, ragazzi peraltro colti, intelligenti, e purtroppo precoci in una maturità che, se non è sostenuta da punti di riferimento attenti e vigili come la famiglia, travalica i limiti della trasgressione cedendo al fascino di devianze che utilizzano la “trappola” del potere, del ruolo, di tutto ciò che fa sentire un giovane indispensabile in determinati ambiti che tracciano, come specchietto per le allodole, una scalata sociale più che affascinante.
Tutta questa dinamica, si svolge, a livello mondiale, negli ambiti della cultura, attraverso le varie Università italiane e straniere, che diventano le basi di reclutamento, da parte di Ordini Massonici deviati e non, e di Scholae Esoteriche le cui dottrine permeano gli adepti o affiliati di una specie di “Super-Io”, al punto da considerare nel momento delle iniziazioni, anche il sacrificio della propria vita mediante rituali segreti, sacrificio al quale in taluni casi, è l’adepto stesso che si offre volontario. Vale a dire che il concetto di continuità della vita lo si considera oltre la morte fisica, barriera che una volta superata consente di varcare le soglie del Mistero e ascendere ai Gradi Superiori che governano dall’Oltre l’umanità.
Questa premessa, nell’analizzare il caso di Meredith Kercher e di Amanda Knox, badate che dal mio punto di vista, vittima l'una, e presunta carnefice l'altra (personalmente non la ritengo colpevole), andrebbero considerate come un binomio nel quale poco conta il ruolo di chi muore o di chi resta in vita, ma ciò che assume una fondamentale importanza è l’unico movente al quale ambedue avrebbero “obbedito” e del quale ambedue sono poi divenute “vittime”.
Di qui, possiamo ipotizzare l’appartenenza delle due studentesse ad una Schola Esoterica comune alle due Università di provenienza, e ricongiunte a Perugia nel’Università per stranieri.
In tal senso non sarebbe superfluo osservare alcuni elementi, che possono evidenziare ad esempio un legame o analogie con altre interessanti Università, come quella di Sheffield.
Possiamo pertanto considerare nella banca dati di questo caso giudiziario che esiste realmente un legame tra la University of Sheffield e la University of Leeds da cui proveniva Meredith, e tale legame lo si trova nel White Rose University Consortium (Consorzio Universitario La Rosa Bianca) il cui logo è abbastanza eloquente.
Si tratta di un Consorzio nato nel 1997 tra le tre principali Univesità della Contea dello Yorkshire, (Sheffield, Leeds, e York) per una collaborazione negli ambiti della ricerca, degli affari, e dell’industria (vedi sito).

Il Cancelliere dell'University di Leeds è il Barone Melvyn Bragg, scrittore e sceneggiatore, amico di Tony Blair.
Ha sofferto due crolli nervosi. Uno nell'adolescenza e uno nella trentina.
Per leggere la sua biografia, cliccate qui.
Il Vice Cancelliere è il professor Michael Arthur, un medico.
Il Cancelliere di Sheffield è Sir Peter Middleton, famoso banchiere e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno.
Ci sono varie versioni del motto di questo ordine:
Tria iuncta in uno. (Tre uniti in uno)
Tria numina iuncta in uno. (Tre poteri/dei uniti in uno)
Tria regna iuncta in uno. (Tre regni uniti in uno)
E' anche un governatore della fondazione Ditchley, una sorta di Bilderberg anglo-americano.
Il dottor Philip Drury, che è anche governatore del politecnico di Sheffield, ogni tanto va negli Stati Uniti.
Il vice cancelliere è il Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico Keith Burnett, medico.
E' membro della Royal Society (ovvero, stando ad Umberto Eco, il tempio dei Rosacroce).
L'università di Amanda ha un dipartimento di Francese ed Italiano che dà la possibilità di fare un periodo all'estero in una di queste università (vedi link)
Sul sito dell'università si trovano anche queste foto di Amanda.
Questi sono i link per vederle:
Analogamente è la stessa cosa per Leeds.
Ho trovato questo annuncio nella sezione di Leeds di un noto sito di annunci.
Non è scritto in un Inglese corretto. Lo traduco pertanto esattamente in modo tale da far comprendere gli errori.
I punti di domanda e le parentesi sono miei.
Data: Giovedì 17 Luglio (credo 2008)
Luogo: Perugia italy Indipendente(?),
abbastanza/alquanto(?) doppia stanza è disponibile su(?) Perugia, vicino all'università straniera(invece che "per stranieri")
Ha:
Camera da letto con letto matrimoniale
Cucina buona Bagno. (ma è scritto "bathroomi" invece che "bathroom")
Contatti: Email: XXXXXXXXXX
Tel. Alessandro 349 XXXXXXXX
Per visualizzare l'annuncio orignale cliccate qui.
http://leeds.gumtree.com/leeds/41/26054041.html
Ecco il padre di Meredith, John Kercher: c'è qualche sua fotografia su google .
Non si trova nient'altro di lui.
Il motto dell'università per stranieri di Perugia è:
Antiquam exquirite matrem ("Tornate a cercare la vostra antica madre")
In questo link si parla della guerra delle due rose.
Guerra che finirà con l'unione delle due rose e che diventerà emblema della casata dei Tudor.
Il lettore si chiederà per quale motivo io abbia ritenuto di farcire questo articolo , con una serie di informazioni che apparentemente esulano da quanto prevedono i codici di una procedura penale cui la Magistratura deve attenersi nel fine di recuperare la verità.
Già ma quale verità?
Una verità priva del movente, non può essere considerata tale, nemmeno se ci si trovasse di fronte ad una confessione di chi ha agito come manovalanza, se la stessa confessione non indica l’origine del delitto, l’ideazione, in definitiva il movente stesso.
Ed è mia opinione, che gli attuali indagati, ma soprattutto Amanda Knox, forse anche per scelta dei loro stessi difensori e di una strategia difensiva tecnica, siano indotti a contestare le accuse loro imputate, ma a non dire nulla di più che possa contribuire a far si che gli inquirenti risalgano al movente di un delitto che ha tutte le caratteristiche di un rituale culminato nel sacrificio umano, al quale potrebbe essersi sottoposta volontariamente la stessa vittima.
Infatti la dottrina esoterica cui Meredith ed Amanda presumibilmente appartenevano ancor prima di arrivare a Perugia, contempla l’offerta sacrificale spontanea nel nome di una ragione superiore, e decolpevolizza chi per fedeltà alla stessa dottrina assolve manualmente all’esecuzione sacrificale.
E’ ovvio che i livelli massimi di questa dottrina, sono altrove, seppure attenti osservatori, e qualora venissero svelati i rituali segreti applicati per la “morte” di Meredith, non è difficile immaginare che chiunque parli, avrebbe le ore contate.
D’altra parte, e invito ancora una volta i genitori di Amanda a riflettere con la mente e il cuore libero da preconcetti, non a caso Douglas Preston e il “mostrologo”, mentre sono impegnati a portare sul grande schermo Hollywoodiano la storia del loro “Mostro di Firenze”, si preoccupino di screditare il PM dottor Mignini utilizzando il caso Meredith, anzi sarebbe meglio dire “speculando” su un dramma che ha sconvolto il capoluogo Umbro e come tale gode sui mass-media di una risonanza internazionale.
Mi chiedo inoltre se qualcuno dei familiari di Meredith fosse a conoscenza della presunta appartenenza della ragazza alla Schola Esoterica della “Rosa Rossa”, e il sospetto, niente di più di un sospetto, che la giovane si fosse magari confidata con il proprio padre si origina nella mia mente da quella rosa rossa che il genitore lasciò sul sagrato del Duomo di Perugia, esattamente nell’ottavo giorno (vedi simbolismo esoterico) dalla morte della figlia, un fiore accompagnato da un biglietto con parole intime e personali, firmato solo da lui, e non come sarebbe stato naturale, anche dalla mamma e dalla sorella della vittima.
Questo è il contenuto del biglietto:
LOVE YOU FOREVER, MEREDITH. ALL MY LOVE, DAD
(Ti amerò per sempre Meredith. Con tutto il mio amore Papà)
Dunque che fare, come proseguire le indagini o affrontare un processo che seppure giustificato da molti riscontri , si concluderà comunque privo del movente?
E se gli inquirenti, decidessero di percorrere, per quanto inusuale, una ricerca investigativa, relativamente ad una pista esoterica , partendo da un tempo precedente all’arrivo a Perugia di Meredith ed Amanda?
E se Amanda fosse garantita della propria incolumità, poiché i coimputati non aprirebbero bocca in questo argomento, se ad Amanda e alla propria famiglia venissero forniti tutti gli strumenti di un programma di protezione contemplati nel nostro ordinamento giudiziario, onde far sparire ogni traccia della sua esistenza e di quella dei familiari, siamo certi che Amanda Knox non vuoterebbe il sacco?
Mi è capitato di osservare a lungo, le molte e variegate espressioni nella fisiognomica di questa ragazza, e per quella che è la mia esperienza in questo campo, ho notato dei punti “sensibili” che se ben sollecitati potrebbero ottenere di conoscere quanto forse non si immagina ancora, in particolare del movente che portò alla morte di Meredith.
Di certo, appare banale, ormai dopo tanto tempo, considerare questo evento come una “ragazzata” finita in tragedia, tra giovani senza scrupoli o morale, o più semplicemente sotto l’effetto di droghe o sostanze simili. Probabilmente, in un eventuale processo, si ripercorrerebbe il solito iter delle perizie psichiatriche, con lo sconto di un terzo della pena, perché chi uccise non era totalmente in grado di intendere e volere, più le attenuanti di rito e un tempo limitato di carcere in attesa della pena alternativa prevista dai codici.
Con quali risultati per la nostra società?
Nessuno, se non quello che un fatto del genere indurrebbe i Capi della Schola Esoterica ad una più attenta opera di reclutamento, rendendo più sofisticati gli stessi rituali, e ottenendo un più forte e difficilmente riconoscibile dominio delle Istituzioni e di quegli equilibri mondiali regolati ora più che mai, dal controllo mentale a distanza.
Concludo rivolgendomi direttamente ad Amanda:
“Amanda, seppure hai assaporato il senso del “potere”, l’orgoglio di essere depositaria di misteri dai quali il mondo è escluso, seppure in tutto ciò hai creduto di realizzare le tue ambizioni di donna con licenze straordinarie di dominio sugli altri, dimentica questo “abbaglio”, questo “luccichio” che come vedi ti ha gettato nelle tenebre della privazione della libertà, e sfoga il tuo dolore con chi è chiamato a contestare a te, ciò che magari potrebbe contestare a poteri ben più in alto di te, e verso i quali sei stata indotta, o hai creduto di voler liberamente obbedire. Quel tipo di “Obbedienze Occulte” , cara Amanda, se inizialmente prendono il nome di Luce, sono poi destinate ad alimentare il buio delle anime e delle menti che inconsapevolmente vengono reclutate nei più “stimabili” centri di cultura, a tutti i livelli.
E’ questo il mio messaggio, lo stesso che invierei ad una mia figlia, potendo io essere oggi al posto di tua madre, straziata da un dolore sicuramente immeritato…. Trova la forza Amanda, e cercala nella Fede in Dio se sei credente, ma sappi che in questo momento, il potere di fare assicurare alla Giustizia i veri colpevoli, poiché tu ti dichiari innocente, questo potere è nelle tue mani, e se lo eserciterai, accanto alla tua amica Meredith, vittima al par tuo, puoi ancora salvare la vita a chissà quanti si troveranno in situazioni come quella che tu e Meredith avete patito. Io pregherò perché il tuo cuore si apra….”

Domenica 24 Agosto 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

IL QUESTORE DI PERUGIA, POCHI GIORNI DOPO LA SCOPERTA DELL’ATROCE DELITTO DI MEREDITH KERCHER , IN CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA SOTTO I RIFLETTORI INTERNAZIONALI, CON SICUREZZA, E INTENTO A RASSERENARE LA COLLETTIVITA’ DISSE: “ FORSE TRE O QUATTRO GIORNI POSSONO APPARIRE ANCHE TROPPI, TUTTAVIA OGGI POSSIAMO DIRE CHE ABBIAMO LAVORATO SERIAMENTE E SENZA SOSTA, E PERTANTO RITENIAMO QUESTO DELITTO UN “CASO CHIUSO” !

IN ITALIA FU GRANDE LO STUPORE, MA ANCHE LA PERPLESSITA’: L’OTTIMISMO DEL QUESTORE CI APPARVE QUASI UN GESTO “CONSOLATORIO” VERSO I FAMILIARI DELLA VITTIMA, TESO INOLTRE A SDRAMMATIZZARE LE PIU’ CHE GIUSTE PAURE DEI TANTI STUDENTI DELL’ERASMUS CHE SI PREPARAVANO A RIENTRARE NEI LORO PAESI D’ORIGINE….

GIORNO DOPO GIORNO, SULLA MISTERIOSA MORTE DI MEREDITH, MOLTE OMBRE, INQUIETUDINI, CONTRADDIZIONI, DUBBI E CERTEZZE SI SONO AVVICENDATE NON SOLO NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO, MA ANCHE NELL’AMBITO INVESTIGATIVO: UNA SOLA COSA E’ VERA ED INCONTROVERTIBILE: MEREDITH E’ STATA UCCISA.

Tutto il resto è da vedere, da discutere, da provare.

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IL QUESTORE DI PERUGIA, POCHI GIORNI DOPO LA SCOPERTA DELL’ATROCE DELITTO DI MEREDITH KERCHER , IN CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA SOTTO I RIFLETTORI INTERNAZIONALI, CON SICUREZZA, E INTENTO A RASSERENARE LA COLLETTIVITA’ DISSE: “ FORSE TRE O QUATTRO GIORNI POSSONO APPARIRE ANCHE TROPPI, TUTTAVIA OGGI POSSIAMO DIRE CHE ABBIAMO LAVORATO SERIAMENTE E SENZA SOSTA, E PERTANTO RITENIAMO QUESTO DELITTO UN “CASO CHIUSO” !

IN ITALIA FU GRANDE LO STUPORE, MA ANCHE LA PERPLESSITA’: L’OTTIMISMO DEL QUESTORE CI APPARVE QUASI UN GESTO “CONSOLATORIO” VERSO I FAMILIARI DELLA VITTIMA, TESO INOLTRE A SDRAMMATIZZARE LE PIU’ CHE GIUSTE PAURE DEI TANTI STUDENTI DELL’ERASMUS CHE SI PREPARAVANO A RIENTRARE NEI LORO PAESI D’ORIGINE….

GIORNO DOPO GIORNO, SULLA MISTERIOSA MORTE DI MEREDITH, MOLTE OMBRE, INQUIETUDINI, CONTRADDIZIONI, DUBBI E CERTEZZE SI SONO AVVICENDATE NON SOLO NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO, MA ANCHE NELL’AMBITO INVESTIGATIVO: UNA SOLA COSA E’ VERA ED INCONTROVERTIBILE: MEREDITH E’ STATA UCCISA.

Tutto il resto è da vedere, da discutere, da provare.

Analizzando questo drammatico fatto di sangue, tra le tante ipotesi che si sviluppano quotidianamente, non ve ne è una sola che non sia contraddetta da elementi e indizi che dovrebbero fortificare un impianto accusatorio verso le prove.

Ma sono proprio le prove a mancare, nonostante al momento sembrino convergere verso Amanda, la coinquilina di Meredith e il “barone”, stando almeno ai risultati dei primi esami della scientifica, esami però che non sono terminati, e che solo quando questo aspetto si sarà concluso, si potrà avere un quadro più chiaro, a riguardo dei presenti in quella maledetta casa, la notte del delitto.

Tuttavia rimangono molti punti avvolti nel buio fitto di una indagine complessa, difficile, e con la certezza che sia gli arrestati che il neo libero Lumumba, sappiano quanto non vogliono o non possono dire: chi stanno coprendo, e perché?

La recente “comparsa” sulla scena del giovane spacciatore detto “barone”, soprannome questo più volte usato anche in ambienti legati al mondo dell’usura, aggiunge un tassello importante, sempre che anche per lui sia chiesto ed accolto un provvedimento di custodia cautelare, essendoci a mio avviso, tutti i presupposti necessari alla limitazione della libertà dell’individuo.

Infatti il pericolo di fuga rimane, in quanto appare impossibile che sia un ragazzo così giovane il punto ultimo di riferimento per un traffico che chissà quanti e quali clienti doveva soddisfare.

La possibilità di inquinamento delle prove, sta proprio nel fatto che è presumibile che costui durante la latitanza non abbia prudenzialmente pianificato con i principali fornitori, l’eventuale tesi da sostenere di fronte all’Autorità Giudiziaria.

Come pure, terzo requisito che in questo caso imporrebbe la custodia cautelare, è la possibilità che il giovane possa ripetersi nel reato di un possibile omicidio, magari impostogli da chi sta dietro e molto al di sopra di lui.

In questi giorni si fa un gran parlare della presenza della droga a Perugia, nonché dei tanti studenti che ne fanno uso avendola ormai normalizzata alla stregua di un pacchetto di sigarette.

Mi dispiace, ma su questo punto non concordo, nel vedere a Perugia l’epicentro di una realtà che seppure esiste, non è più intensa ed accentuata rispetto alla problematica in generale, e presente ovunque. Tanto più, se consideriamo che Perugia è una città di limitata superficie, e pertanto sotto un più attento osservatorio che rende sicuramente scomodi “traffici” così facili da individuare, se culminano addirittura un delitto di tale efferatezza, e i cui moventi appaiono insufficienti se limitati al sesso e all’orgia a base di droga.

Dal mio punto di vista, c’è dell’altro, anzi direi che lo stile di vita di questo gruppo di ragazzi certamente censurabile da ogni punto di vista, non riesce nemmeno più a rappresentare un alibi, sia esso collettivo o individuale, e tanto meno costituisce un movente che sembra aver scatenato la furia, il raptus, la follia, su una ragazza che comunque con queste stesse persone condivideva la sua sosta nel capoluogo umbro.

01.JPGSono molte le assurdità che a loro volta impongono una lunga serie di domande, a cominciare dal perché, anche se umanamente può apparire giusto, sia stato posto in libertà Lumumba.

Non è forse lui il titolare o gestore del locale dove lavorava alcune sere la gelida Amanda?

E se l’ipotesi di un traffico di droga misto al reclutamento di ragazze, una “merce” pregiata che solitamente al riparo di sguardi ed orecchie indiscrete trova accordi e trattative tra un drink e l’altro, in locali “al di sopra di ogni sospetto”, trovasse conferme anche per quanto riguarda “Le chic”?

Con questo non voglio attribuire responsabilità personali a Lumumba, ma non si può nemmeno escludere che nel suo locale, il ruolo di Amanda abbia visto concentrare in sé itinerari turistici all’interno di un tunnel al quale si poteva accedere passando per “Le chic”.

Lumumba può darsi che lui stesso ne fosse inconsapevole vittima, da parte di chi aveva magari fatto del suo locale un punto di approccio, considerando poi che solo recentemente vi erano stati passaggi societari della sas, tutti peraltro pianificati presso un Notaio nella stessa giornata, passaggi dall’esame dei quali emergerebbe qualche “stranezza” di rapporti tra il cedente e i riceventi, un cedente cui sarebbero rimasti gli stessi poteri che aveva prima di tale passaggio.

Forse tale aspetto appare estraneo al tema che ha come obiettivo la cattura di chi da solo o con altri ha ucciso la studentessa inglese, tuttavia poiché in certi casi anche un giro improprio di denaro, ha un ruolo importante specie in termini di “lavanderia”, il Lumumba forse sarebbe stato più tranquillo in carcere, almeno per la sua stessa incolumità, e avrebbe evitato di divenire, ora che è libero, un obiettivo da usare per confondere ancora di più le carte.

Sono opinioni e niente di più le mie, tuttavia rientrano in quello spirito di osservazione che ha destato in me non poca inquietudine, anche esaminando il caso in molti altri aspetti, che possono apparire insignificanti, quanto aprire nuove ipotesi in un quadro assai difficile da decifrare.

Ad esempio, se ci soffermiamo al momento in cui il delitto è stato scoperto, ci piacerebbe conoscere quali sono stati i passaggi di consegne per chi avrebe avuto il gravoso compito di avvertire i familiari della vittima.

Sappiamo che i genitori di Meredith erano separati, sappiamo che la mamma a causa di una grave malattia è sottoposta a dialisi, anche se non conosciamo la frequenza del trattamento clinico, sappiamo che il papà, con il quale Meredith viveva, è un giornalista free-lance, e che come tale forse è spesso in giro alla ricerca di un scoop da vendere a qualche testata importante…

Né sono mancati eventi in Italia organizzati per la stampa inglese, come se ben ricordo ve ne fu uno di cui si parlò molto, proprio nelle Marche.

Ora, leggendo le prime dichiarazioni del padre di Meredith, sembra che lui abbia appreso della notizia, nel pomeriggio del 2 novembre, effettivamente molte ore dopo la scoperta del delitto.

Ma , così come ha pù volte ribadito, nessuna delle autorità preposte in tal senso lo aveva avvertito, lui disse: “ Quando ho sentito dalla televisione che a Perugia era stata uccisa una studentessa inglese, ho subito pensato a Meredith, con la quale avevo parlato il giorno prima, e così ho telefonato al giornale e poi all’ufficio stranieri ( ha usato i termini inglesi) , che mi hanno confermato la notizia, ma io ho sperato che si trattasse di un’altra Meredith….”

Già questa speranza lascia intendere che seppure si è informato telefonicamente, nessuno gli avrà confermato il cognome, anche perché, come ripeto, vi sono organismi appositi e che sono tenuti ad informare i familiari di qualunque vittima straniera presente in Italia, in tempo reale.

Probabilmente si il dottor Kercher avesse telefonato direttamente a Perugia, presso i Carabinieri, o la Polizia, o la stessa Procura della Repubblica, seguendo in tal modo l’istinto più logico per un padre in ansia, sarebbe stato informato dell’accaduto, e posto nelle condizioni di decidere di non perdere nemmeno un secondo di tempo.

Naturalmente anche il Magistrato titolare del caso, il Dottor Mignini, avrà voluto porgere le sue condoglianze alla famiglia della ragazza, chiedendo a ciascun componente tutto ciò che potesse rivelarsi utile ai fini dell’indagine, partendo proprio da come avevano appreso della notizia.

E al Magistrato il dottor Kercher dichiara di non averla sentita dalla televisione, ma che lui ne era stato informato dall’ex moglie, la quale, avendola sentita dalla televisione, lo aveva avvertito telefonicamente, non sappiamo se su una utenza fissa o su un cellulare, verso le 17 del 2 novembre, e che solo in quel momento, sempre sperando che non si trattasse della propria figlia, aveva contattato il giornale e l’Ufficio Straneri.

Certamente è triste apprendere di una simile tragedia da una voce che la trasmette al di là del piccolo schermo, e dobbiamo ammettere che eventi di tal genere capitano frequentemente, ma dobbiamo anche considerare il fatto che a volte nemmeno tra parenti si riesce a comunicare con facilità, specie se per caso il dottor Kercher, per motivi di lavoro, non si fosse trovato quando l’ex moglie lo cercava, nel suo paese di residenza, o comunque impegnato in un servizio giornalistico per il quale poteva essere ovunque.

Poveretto, credo che fosse morbosamente attaccato a questa figlia, se consideriamo il fatto che benché separato dalla moglie, Meredith viveva con lui, con questo papà che non ha scelto la casa dove abitava la ragazza per lasciare un mazzo di fiori candidi così come considerava candida la creatura che un atroce destino le aveva portato via.

Il dottor Kercher, ha invece lasciato, tra i lumicini della fiaccolata dedicata a Meredith la sera prima, una splendida rosa rossa, accompagnata da un biglietto, sul quale si leggono parole d’amore, sue, solo sue, non a nome dell’intera famiglia, parole che potrebbero essere confuse con quelle di un uomo privato di un amore, cui giura l’eterno ricordo.

Forse il dottor Kercher non sa, che a Perugia, la storia della Rosa Rossa, di cui paradossalmente si occupa proprio il dottor Mignini, ha scoperchiato il mistero di un altro omicidio, la cui verità, per anni è stata occultata, in nome di questo fiore dello stesso colore del sangue.

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“NON E’ QUESTA PERUGIA…. SI STA DANDO UN’IMMAGINE ALTERATA DELLA CITTA’ “….

IL SINDACO APPARE PREOCCUPATO, PENSA CHE LA MORTE VIOLENTA DI UNA GIOVANE STUDENTESSA, POSSA “SCIUPARE IL TRUCCO” AL CAPOLUOGO UMBRO… ILLIBATO, PURO, UN LUOGO CHE NEMMENO CONOSCE IL SIGNIFICATO DI UNA PAROLA COME “DELITTO”…

EVIDENTEMENTE GLI ANNALI DELLA CITTA’ NON SONO STATI AGGIORNATI, FORSE SONO RIMASTI AL TEMPO DELLE SOCIETA’ DEL MUTUO SOCCORSO….

Lo stupore non è mai troppo, se a poche ore di distanza, prima il Capo dello Stato, poi il Sindaco di Perugia, a fronte di due eventi culminati nel sangue, Gabriele e Meredith, due giovani morti senza ragione, senza movente, due giovani che forse confidavano nella protezione delle istituzioni, oggi dall’aldilà ascoltano come tutti noi, che la loro stessa morte, sciupa l’immagine dell’Italia, e di una città.

“Scusate il disturbo” diranno queste due anime, “scusate se il nostro sangue ha sporcato il territorio sul quale, se ci è consentito, siamo morti noi, non di certo voi o i vostri figli..”

Ma davvero anche dalle Autorità dobbiamo ascoltare commenti che lasciano senza parole, commenti espressi sui corpi ancora caldi di due vittime, semmai, venute a morire in un Paese che non è più capace di vigilare nemmeno sull’incolumità fisica, dei singoli, della collettività?

Parole che anziché esprimere il dolore per chi ha perso la vita, lamentano il danno di presentarci al mondo per quello che siamo, per ciò che accade anche in Italia, come se qui si vivesse sotto una campana di vetro, immuni da qualunque pericolo….

E a chi dovremmo nascondere un’immagine così distorta dagli orrori che ogni giorno, da nord a sud, da est ad ovest si susseguono in un crescendo tale da poter ambientare perfino nella terra dei Santi, i film dell’horror, assai meno spaventosi di quanto ci aggredisce nella realtà?

Nemmeno la protervia dell’America si sarebbe posta il problema dell’immagine, loro che si sentono i padroni del mondo, forse, avrebbero evitato commenti così inadeguati e offensivi per chi ha subìto, e per coloro che sono chiamati a raccontare la verità, anche la più crudele.

Le mie osservazioni, non vogliono essere un giudizio, ma una critica si, nella veste di una qualunque cittadina, che non manca di rispetto a nessuno, se esprime il proprio pensiero, interpretando quello dei più.

La morte di Meredith Kercher, fu ritenuto un caso “chiuso” a tempo di record: ma quanti credettero alle parole del Questore, oltre egli stesso che sperava veramente in un efficiente risultato delle forze dell’ordine, coordinate dagli inquirenti?

Nell’assistere a quella conferenza stampa, e già avevo studiato il caso rendendomi conto della sua complessità, ebbi la certezza che ci si sarebbe trovati di fronte ad una situazione delicatissima, e che avrebbe richiesto chissà quanti anni, prima di poter assicurare alla Giustizia, chi aveva massacrato la giovane Meredith, e soprattutto per quale movente.

E’ pur vero, che il quadro indiziario iniziale, appariva orientato con buone possibilità di riscontri, verso i tre che furono subito arrestati: la coinquilina della vittima, Amanda Knox, americana e studentessa presso l’Università per stranieri; l’amico della vittima e dei tanti giovani che animavano il locale di sera, Le Chic, gestito da Lumumba; il fidanzatino della bella Amanda, venuto dalla Puglia e a pochi giorni dalla laurea, un tipo cui piaceva nei suoi blog dare un’immagine di se stesso, da provocatore, trasgressivo, e tuttavia schiavo di chissà quali conflitti che nemmeno cento spinelli insieme avrebbero sopito.

Poi, nel corso dei primi interrogatori, i tre amici iniziarono ad accusarsi vicendevolmente, e questo devo dire, fu un particolare, che mi insospettì, nel senso che mi dava l’impressione, unitamente al un bagaglio di contraddizioni, che l’uno sospettasse dell’altro, ma che forse ben poco sapevano di come era morta Meredith, a meno che non coprissero qualcuno, forse l’ultima persona che si poteva immaginare.

Certamente, nessuno dei tre indagati poteva vantare una conduzione di vita moralmente trasparente, anche se certi comportamenti tendono a normalizzarsi, contagiando l’intera generazione dei nostri figli. Tuttavia, l’Amanda bastava vederla nei blog, con lo pseudonimo Foxy Foxy, un blog non meno inquietante di quello del pugliese.

Restava Lumumba, ma anche lui che per il suo alibi è addirittura ricorso ad un docente fatto venire apposta dalla Svizzera, peggiorando così la propria posizione.

Oltre al fatto, che per dimostrare che un locale è aperto, quantunque ancora vuoto,

sarebbe bastato un qualunque passante, o amico o dipendente….

Poi le tracce di sangue sotto la scarpa del Sollecito, per non parlare di un’Amanda che dichiara come ultima versione, di essere rientrata a casa, di aver notato sangue ovunque, specie nel bagno, dove lei si fa comunque una doccia, e riesce per andare a casa del fidanzato..

Un quadro talmente pesante, e privo di confessione allo stesso tempo, tale da non essere credibili nemmeno gli indizi, che infatti si sono indeboliti giorno dopo giorno…

Eppure Meredith tornando a casa quella sera, fece entrare il suo assassino, o magari lo trovò ad aspettarla fuori della porta.

Capita a volte di trovarsi di fronte ad una improvvisata da parte di chi non ci si aspetta di vedere. Capita…..

E capita anche che chi ha ideato la sorpresa, vuole essere sicuro di trovare la persona, e allora pensa di telefonarle, o se per caso è lei a chiamare, nel corso della conversazione si cerchi di sapere, chiedendo:”Stasera che fai?….. Esci o resti in casa a studiare?…… E la tua coinquilina che fa? Va come al solito al locale o si ferma a casa del fidanzato?…..”

Le solite, normali domande che si fanno, quando non si sa di che parlare, o quando…..?

O quando nella mente di qualcuno si fa spazio un piano diabolico……?

Già, se Meredith si era fermata a cenare con le amiche, perché decise di rientrare così presto?

E perché, una volta a casa, sembra che mangiò una seconda volta?

E se qualcuno l’avesse chiamata nel pomeriggio, dicendole che si trovava da quelle parti per lavoro, e magari chiedendole se poteva ospitarlo, quella notte?

Capita…...

E se a chiedeti il piacere è una persona che conosci bene, magari da una vita, qualcuno cui non te la senti ti dire di no, anche se già il disagio lentamente ti assale, non puoi far altro che dire di si.

Se l’ospite non ha cenato, prepari qualcosa, o magari qualcosa l’ha portato lui, gli fai compagnia, anche se hai già mangiato, assaggi un po’ qua e un po’ là, con un buon bicchiere di vino,forse due… tre

Capita……

Lui è stanco, ha viaggiato, ma la confidenza è tanta che è Meredith a mandarlo a letto, in camera sua, e non ci sarebbe stato niente di male, se lei si fosse messa in un angolo dello stesso letto…

Capita….

Intanto la parte bestiale nascosta in qualunque uomo, quando hai bevuto un po’, e vorresti sfogare la bramosia di un sesso non più giovane, cresce nell’istinto di chi non capisce più chi sia quella bella ragazza, sa solamente di avere davanti una donna, una femmina.

Lei trema…. ha paura…. l’assalgono i ricordi di un tempo…. intuisce che nulla è cambiato in quella belva che in pochi istanti la sbrana, sbavando fino a bagnare il cuscino…

Meredith non può urlare, si vergogna, non vuole, e dopo un debole tentativo di difesa, decide di arrendersi alla morte, sa troppo bene che se lo avesse umiliato lui avrebbe reagito con la sua innata violenza….

E il “giustiziere” diede sfogo a tutta la sua rabbia, mentre il sangue colorava una casa come un dipinto del sacrificio di un agnello….

L’uomo si lava in fretta, anche se ha calcolato tutto: semmai fosse rientrata Amanda, avrebbe fatto credere di essere arrivato all’improvviso, e aver trovato Meredith in quel modo…massacrata

Ma fece in tempo ad allontanarsi…

Amanda forse lo vide, forse lo riconobbe, anche se non pensava di trovare la morte…

Se non avesse visto nessuno, di fronte a quello scenario, o avrebbe chiamato subito la polizia, e comunque avrebbe aperto la porta della camera di Meredith, magari con una spallata, ma di certo non sarebbe riuscita, dopo essersi fatta la doccia, ben sapendo che solo questo gesto, sarebbe bastato a sospettare di lei…..

I tre indagati, una volta saputo da Amanda chi aveva visto uscire dalla casa, non potendo accusare nessuno, perché nessuno di loro aveva assistito al delitto, forse pensarono di accusarsi a vicenda, ben sapendo che gli indizi seppure non erano deboli, prima o poi, sarebbero caduti ….per temere una condanna da assassini, ci vogliono prove certe.

E poi, avrebbero cambiato mille versioni, e nessuna avrebbe retto, ponendo seri dubbi sulla loro colpevolezza.

Il mio sospetto è forte, e spero che il Pubblico Ministero si accorga che il presunto assassino è davvero scivolato su una buccia di banana.

Già, forse non si è fatto caso, a talune dichiarazioni rese ai giornali, là dove qualcuno potrebbe essersi platealmente tradito….

Mi fermo qui, poi se i miei sospetti si riveleranno infondati, allora esamineremo il delitto sotto un profilo meno sconcertante, più ampio e di natura esoterico-massonico...

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