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ORRORI SUI BAMBINI E IMPERIALISMO SATANICO
Un numero incredibile di persone scompare ogni giorno nel nulla, soprattutto giovanissimi. Molti di loro si trovano, di altri non se ne sa più niente. E’ come se si fossero volatilizzati, spariti. Nel mondo spariscono ogni anno molte migliaia di persone. Ogni anno in Italia sono dichiarati scomparsi oltre 2000 minori. Alcuni di loro tornano a casa da soli, altri vengono ritrovati dalle forze dell'ordine, altri ancora non hanno mai fatto ritorno. Secondo le cifre del Ministero dell'Interno nel 1996 sono stati dichiarati scomparsi 2391 minori. Di questi 1912 hanno riabbracciato le loro famiglie.
Al marzo '98 i minori dichiarati scomparsi erano 1419, di cui 796 sono stati rintracciati dalle forze dell'ordine.

Per farsi una pallida idea di quanto è grave il fenomeno basti sapere che, nel 1997, "Il Giornale" (15 Marzo 1997) titolava un lungo pezzo: <Dal ’90 quadruplicati i ragazzi spariti>. Oggi sono molti di più. Un calcolo, anche approssimativo, è impossibile. Il quotidiano, tra l’altro, denunciava: <Cresce il numero dei giovani, soprattutto tra i 15 e i 18 anni, che svaniscono nel nulla. Le piste: droga, sette religiose, voglia d’avventura e mercato degli schiavi> e, come vedremo, altro ancora. Nel mondo la situazione è molto più allarmante. Solo negli Stati Uniti ogni giorno scompaiono 2200 bambini. Tra questi <desaparecidos> tanti sono, anche, i bambini al di sotto dei dieci anni. E’ un problema grave, molto sentito in Europa, ne fanno fede la "Raccomandazione" (n.R-79-6) in relazione alle "Missing Persons" stabilita dal Council of Europe e la pubblicazione della Oxford Up. "The dictionary of national biography: missing person".

Se molti di questi giovani vengono ritrovati, di altri non se ne saprà più nulla. Alcuni di loro finiscono nella rete della prostituzione, della pornografia, della pedofilia, altri nel sottobosco criminale dei devoti di Satana. Il giornale "La Stampa" (8/2/87) riporta la notizia di una setta satanica che reclutava bambini. Ecco quanto scrive il quotidiano: <<La setta, "Gli scopritori" (Finders), fondata a Washington da un <<santone che oggi ha 66 anni, Marion Pettie, si serve dei piccoli per i suoi riti demoniaci, imperniati sul sacrificio di animali e, si sospetta, anche su pratiche sessuali. ...La scoperta dell’organizzazione, sorta dai resti di una comune di hippies degli Anni Sessanta, ha sconvolto la capitale e tutti gli Stati Uniti>>.

Ciò che più lascia sconcertati di questa setta è che, secondo Ted Gunderson, dirigente dell’FBI di Los Angeles fino al pensionamento nel 1979 e, da allora, investigatore privato e consulente per la sicurezza, è, a quanto scrive la rivista "Nexus. New Times", n. 23 (edizione italiana), la sua affermazione: <<La mia conferenza relativa ai ‘bambini scomparsi’ documenta che i Finders (Scopritori, N.d.T.) di Washington, DC, sono un’organizzazione di facciata della CIA; si tratta di un’operazione coperta coinvolta nel traffico internazionale di bambin>>. Egli, commenta Uri Dowbenko, autore dell’articolo sulla citata rivista, si riferisce ad un rapporto del Servizio Dogana U.S.A. che asserisce che il caso della setta Finders deve essere chiuso per il motivo che è <<un affare interno della CIA>>.

Uri Dowbenko scrive ancora nel n. 23 di "Nexus": <<Bambini scomparsi, violenze sessuali su di essi e pedofilia a livello mondiale puntano tutti verso il coinvolgimento di una rete organizzata di criminali di alto livello che controllano di nascosto il sistema legale. L’ex agente del FBI ed investigatore privato Ted Gunderson si trova d’accordo. Egli sostiene che "esiste una considerevole sovrapposizione di vari gruppi e organizzazioni, tuttavia la forza trainante è rappresentata dal movimento del culto satanico odierno">>.

L’avvocato John W. DeCamp, nel suo agghiacciante libro-denuncia: "The Franklin Cover-up", che tratta di pedofilia nelle alte sfere del potere, scrive: <<Le droghe non rappresentano il livello più profondo del male sponsorizzato dal governo; io ritengo che il livello più infimo dell’Inferno sia riservato a quelli che hanno evocato e attuato il ‘Monarch Project’. ‘Monarch’ fa riferimento a giovani che in America sono stati vittime di esperimenti di controllo mentale eseguiti da agenzie del governo USA come la CIA oppure agenzie di intelligence militare>>. Il giornalista investigativo Anton Chaitkin, più volte citato nel libro di John W. DeCamp, spiega che questi esperimenti sono all’origine di una <<produzione di un’orda di bambini la cui anima viene frantumata, il cui scopo sarebbe spiare, prostituirsi, uccidere e suicidarsi>> ("Nexus", n.23, cit.).

Jean Dagorno, docente di Analisi storiosociologica del quarto arrondissment dell’ "Ecole Superieur" di Parigi, eletto come indipendente a Bruxelles e famoso a livello mondiale per aver fatto esplodere la "bomba" Echelon (nella sua ormai famosa interrogazione sull’esistenza di un sistema di controllo delle comunicazioni, telefoni, fax, cellulari, ecc.) ha recentemente pubblicato un altro articolo-dinamite.
Il professore sulla rivista francese "Etudes Storiosociologues (XV, nouvelle sèrie, page 14 et seguentes), nel suo saggio dal titolo: "Pourquoi moi?", denuncia che i serial killer potrebbero essere il risultato di incredibili esperimenti e di ciò accusa la CIA. A sostegno della sua inquietante tesi si chiede, tra l’altro: <<Cosa faceva, nel 1959 Aldous Huxley, in compagnia dell’antropologa Margaret Mead e del lisergico Timothy Leary, nella cella di Charles Manson, il prototipo dei serial killer, lo pseudosatanista che avrebbe confessato la torbida verità nascondendola nell’autoaccusa di aver partecipato ai riti di The Process? Cos’era, infatti, The Process se non una setta organizzata dalla CIA, per reclutare i soggetti più labili sui quali sperimentare le "terapie" di Huxley, della Mead e di Leary?>>. Secondo Dagorno queste particolari terapie venivano effettuate iniettando, nei soggetti cavia, le sostanze dalle quali, venti anni dopo, si sarebbero ricavati i principi attivi degli psicofarmaci di terza generazione. Oggi gli psicofarmaci sono le medicine più consumate nel mondo.
Ebbene la grave accusa consiste nell’ipotesi che gli psicofarmaci, in soggetti particolari, inibirebbero ogni tipo di freni morali trasformandoli in serial killer. Se Dagorno dovesse avere ancora ragione, come per Echelon, sarebbe davvero terribile.

Per quanto concerne le accuse fatte, da più parti, alla CIA di produrre assassini programmati, è di grande interesse quanto scrive Maurizio Blondet sulle scoperte di un’antropologa, Karen Steinherz. La studiosa ha, infatti, incontrato seri ostacoli in una sua particolarissima indagine e, racconta Blondet, alla fine: <<la Steinherz è giunta alla conclusione che il caso Manson (il guru malefico che spinse alcuni suoi seguaci ad uccidere persone che non conoscevano neanche, tra cui l’attrice Sharon Tate e altre 8 persone, N.d.R.) non sia un’esplosione "accidentale" della violenza "latente in ogni società avanzata", ma che invece possa configurarsi come un caso di manipolazione e di controllo di una personalità psicopatica da parte di "scienziati sociali" identificabili>> (M. Blondet, Complotti I – Stati Uniti, Gran Bretagna, Il Minotauro, Milano 1995).

Tutto ciò è gravissimo. Riporto, per rendere più chiaro quanto affermato dalla studiosa, un piccolo brano di un’interessante conversazione del giornalista Blondet con un enigmatico personaggio <esperto di un genere assai speciale>>. Quanto segue è in relazione a certi fatti inerenti all’attentato subito dal presidente Reagan il 30 marzo del 1981 e di cui fu accusato uno squilibrato, John Warnock Hinckley. Il misterioso interlocutore esordisce: <<Come hanno fatto a convincere Lee Oswald a sparare a Kennedy? E Alì Agca a tirare al Papa? E’ la vecchia storia degli assassini solitari. Un pazzoide arriva dal nulla e bang-bang. (…). …bisogna scegliere uno squilibrato. Uno squilibrato è facile da ossessionare. (…). Ma è una cosa lunga in ogni caso, complicata. La preparazione può durare anni. Per questo in ogni momento i servizi hanno in preparazione psicologica una mezza dozzina di squilibrati da trasformare in assassini solitari al bisogno>> (M. Blondet, Gli <<Adelphi>> della dissoluzione, Ediz. Ares, Milano 1994).

Esperimenti diabolici su esseri umani. Giovanissimi devastati da "apprendisti stregoni" travestiti da scienziati. Una drammatica testimonianza di questi orrori viene da un giovane recluso, Paul Bonacci, che è detenuto al centro correzionale di Lincoln, in isolamento, perché più volte minacciato di morte, per via di accuse gravissime rivolte dal giovane ad insospettabili uomini di potere. Lo psichiatra che lo ha sottoposto a perizia, Beverly Mead, ha dichiarato che il ragazzo è sano di mente e, a suo parere, dice il vero.

Bonacci racconta: <<Ero nelle mani di un gruppo denominato Namba (North American man – Boy Love Association) che mi portava in riunioni a New York o a Boston. All’età di 9 anni, fui portato in un hotel con altri 5 ragazzi e ci hanno costretti ad avere rapporti sessuali mentre ci filmavano. In seguito mi obbligarono ad avere rapporti con bambini. Solo nel 1986 sono riuscito a slegarmi dal gruppo. (…). Nell’estate del 1985, Larry King (leader del progetto repubblicano di aiuti alla comunità di colore americana, N.d.R.) mi portò, insieme ad un altro ragazzo, Nicholas, di Aurora, nel Colorado, in California per girare un film. …c’era un ragazzo in gabbia. (…). Ci fecero spogliare e indossare dei vestiti tipo Tarzan e ci obbligarono ad avere rapporti con il ragazzo nella gabbia. Ci dissero di picchiarlo. (…). Arrivò un uomo e iniziò a sbattere il ragazzo come se fosse una bambola. Prese una pistola, gliela puntò in testa e sparò… (Bonacci poi fa i nomi di alcune delle persone che hanno abusato sessualmente di lui, N.d.R.) Alan Bair, Peter Citron, Larry King, Harry Anderson, il deputato Barney Franks, a Washington. (…). …nel 1984 mi portarono al ranch South Fork, a Dallas, nel Texas, in corso la Convention Repubblicana e Larry King organizzava dei party-pedofili>> ("Avvenimenti", settimanale, 17 luglio 1991).

Paul Bonacci fu testimone di accadimenti ancora più spaventosi e prosegue il suo racconto con rivelazioni shoccanti: <Sono stato testimone del sacrificio umano di un bambino di pochi mesi. Era la ricorrenza del tempo della nascita di Cristo e, in questo rituale annuale, tutti cantavano per pervertire il sangue di Cristo. Con un pugnale uccisero e fecero a pezzi il bambino; poi riempirono una coppa col suo sangue mescolandola ad urina e ci obbligarono a bere dalla coppa mentre loro cantavano: ‘Satana è il Signore…’>> (DeCamp J., The Franklin Cover-up, AWT, Inc. Lincoln, Nebraska 1992).

Le persone legate a King, leader del progetto Repubblicano di aiuti alla comunità nera tramite la "Credit Union" e il "National Black Repubblican Council", erano dedite a <<rapimenti di bambini da impiegare nella prostituzione, produzione di snuff-film (film con morti in diretta) e party-pedofili. Dopo l’avvio delle indagini della Commissione Franklin, numerosi "incidenti" hanno allontanato la data del processo contro di lui. Dan Ryan, socio di King, è stato trovato strangolato nella sua macchina. Bill Baker… partner del vice-presidente del "National Blak Repubblican Council" nel business della pornografia, è stato ucciso con un colpo alla nuca. Curtis Tucker… si è "gettato" da una finestra dell’Holiday Inn. Charlie Rogers, amante di King, si è "fatto saltare" la testa con un colpo di pistola. Bill Skaleske, ufficiale del Dipartimento di Polizia di Omaha che dirigeva le indagini su King, è stato trovato morto… Joe Malek, altro socio del mercante di bambini e proprietario del Peony Park, dove si svolgevano i party dei pedofili, è stato trovato morto, ucciso da un colpo di pistola: la polizia ha archiviato il caso come suicidio. Molti testimoni sono restii a presentarsi… Mike Lewis, 32 anni, incaricato di proteggere le vittime-testimoni, è stato trovato morto per un attacco di diabete. La commissione Franklin si è poi definitivamente arenata quando l’investigatore incaricato delle indagini, Gary Caradori, è morto in un misterioso incidente aereo, dopo aver informato il suo ufficio di avere informazioni sensazionali: "è dinamite…">> ("Avvenimenti", settimanale, cit.).

In quasi tutta l’America si celebrano culti satanici, che praticano feroci cerimonie e, in non pochi casi, sacrifici umani. Dowbenko, sempre su "Nexus" n.23 (cit.) scrive: <<Secondo John Coleman, autore di Conspirators’ Hierarchy: The Committee of 300: "La setta degli Illuminati è viva e vegeta in America… Poiché tale setta è anche nota come satanismo, ne deve conseguire che la CIA, mentre Dulles ne era a capo, veniva controllata da un satanista; lo stesso dicasi per George Bush (membro dell’Ordine dei Teschi e Ossa)">>. L’ex presidente americano George Bush, infatti, sarebbe stato iniziato nel 1943, alla setta "Skull and Bones" dell’Università di Yale, fondata nel 1832. La "Skull and Bones", assieme a società come il Rhodes Trust, secondo l’autorevole rivista inglese "Economist" (25 dicembre 1992), sono la moderna risorgenza degli "Illuminati di Baviera" di Jean Adam Weisshaupt (1748-1830). Bush, tra l’altro, è anche un 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese, lo ha rivelato Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro della Massoneria italiana, al quotidiano "La Stampa" (23 marzo 1990).

Gli Illuminati di Baviera furono, secondo alcuni, i continuatori delle trame Templari e del grande disegno del governo del mondo. Serge Hutin scrive che gli Illuminati di Baviera erano in realtà <una società segreta... la quale perseguiva veramente, tra i suoi fini, quello della progressiva distruzione del vecchio regime (monarchico e religioso)>> (S. Hutin, La frammassoneria, in "Storia delle religioni", Laterza, Bari 1981). Essi, dopo l’annientamento del loro Ordine, si nascosero nella Massoneria ufficiale. Kenneth Grant, a tal proposito, conferma: "L’Ordine degli Illuminati fu soppresso nel 1786, ma Weishaupt ed un’intima cerchia di adepti continuarono ad operare in segreto dietro il paravento della Libera Massoneria, con cui l’Ordine si era collegato nel 1778" (Kenneth Grant, Il risveglio della magia, Astrolabio, Roma 1973). La setta degli Illuminati, fu la più pericolosa deviazione della Massoneria iniziatica.

Quanto ho raccolto in questo dossier, in relazione a certe efferatezze orripilanti, è tuttavia solo la punta di un iceberg di impensabili proporzioni. Nell’incredibile indifferenza dei mass media le stragi di innocenti continuano. A Los Angeles, in 22 comuni della contea, gli inquirenti stanno investigando su un gran numero di casi di pedofilia a sfondo rituale. In più parti del mondo si conoscono casi di bambini sacrificati a Satana. Ecco una terribile conferma: <<Satana ha preso piede anche in Sudafrica con tutti i raccapriccianti aspetti del suo culto, quali il sacrificio di bambini sgozzati sull’ "altare" del principe delle tenebre... riunioni orgiastiche dove giovanissimi sono obbligati ad avere rapporti sessuali con cani o caproni, i simboli più oleografici di Lucifero>> ("Corriere della Sera", 20 maggio 1990).

Le indagini vengono, quasi sempre, insabbiate, vi è come una congiura del silenzio, coperture misteriose. Ted Gunderson, per quanto riguarda gli Stati Uniti, ha affermato: <Ho quattro testimonianze particolareggiate di tre detenuti coinvolti in rituali satanici e una di un sacerdote dello Utah, che mi hanno confermato l’esistenza di cinquantamila-sessantamila casi annuali di sacrifici umani. (…). Sono stati ritrovati numerosi cimiteri in tutto il Paese, con decine di cadaveri non identificati e nessuno ha indagato a fondo…>> ("Avvenimenti", settimanale, cit.).

I crimini satanici sono in espansione in tutto il mondo. Per quanto concerne l’Inghilterra, Dianne Core, responsabile dell’Istituto Childwatch (Associazione di assistenza e protezione dei minori), ha denunciato connubi dei satanisti con lobby politiche che tendono a coprire le loro efferatezze. La dott.ssa Core ha, tra l’altro, affermato: <>.

Pedofili satanisti sono presenti anche a Londra. Il "Corriere della Sera" del 18 marzo 1990, denuncia: <>.

L’inglese Dianne Core, il 19 gennaio del 1998, alla cerimonia di fondazione del "Tribunale Internazionale Martin Luther King" denunciò che in Inghilterra nel mese di Aprile sarebbe iniziato un processo per stupro nei confronti di una giovane della quale disse: <Purtroppo non abbiamo ancora individuato il vertice della gerarchia che controlla il satanismo in Gran Bretagna. …godono di protezioni ad altissimo livello>>.

Il rapporto tra pedofilia e satanismo è stato più volte provato. Diverse inchieste giornalistiche e molti responsabili di centri di protezione per l’infanzia hanno lanciato il messaggio che, più frequentemente di quanto si creda, il racket della prostituzione dei minori e della pedofilia sono gestiti da sètte sataniche. Telefono Arcobaleno, l’associazione contro la pedofilia il cui direttore è il parroco di Avola (Siracusa), don Fortunato Di Noto, ha scoperto e denunciato un sito satanista che mostra terribili foto di sacrifici umani a Satana e le vittime sono giovanissimi. Di Noto ha affermato: <Londra. Bambini torturati e violentati nel corso di riti satanici, feti estratti a forza dal ventre di madri minorenni e immolati... Ai confini della realtà suonano, infatti, i racconti di bambine e adolescenti offerte agli alti sacerdoti di una setta e ai loro adepti per essere violentate. Una volta gravide, le piccole verrebbero costrette ad abortire e il feto di quattro mesi sacrificato per la purificazione dei satanisti che ne berrebbero il sangue o se ne ciberebbero. ...Un’inchiesta condotta da 66 gruppi di ricerca della "Società nazionale per la prevenzione della crudeltà contro i bambini" nel Regno Unito conferma l’esistenza di tali pratiche...>> ("Gazzetta del Sud", sabato 1 Luglio 2000).

In Inghilterra un bambino ha fatto rivelazioni allucinanti. Il quotidiano "Il Giorno" (15/9/90) scrive: <<Nei suoi racconti confusi emergono truculente storie di uccisioni di neonati, di tombe aperte di notte, di cannibalismo e di riti misteriosi con diavoli e fantasmi e bambini costretti a bere pozioni misteriose prima di venir violentati e chiusi in gabbia. Le rivelazioni erano state fatte dal piccolo e da sua sorella in marzo, con l’aiuto di bambole e disegni>>. >. Misfatti, che sembrerebbero godere di protezioni ad alto livello.

Il giornalista Maurizio Blondet, nel corso di un’intervista (apparsa su "Teologica", settembre/ottobre 1996), mi disse: <<Certi personaggi praticano strani riti su un’isola vicino a Washington. Sono personaggi di alto livello, si riuniscono, in notti di luna piena, e celebrano dei riti molto particolari. Naturalmente nessuno vuole indagare su questo perché si tratta di gente molto potente. Sono cose che si sussurrano. Allo stesso modo in certi "entourage" politici di alto livello si dice, molto sottovoce, che vengano stuprati dei bambini. Il tutto avviene in un sottofondo rituale di magia nera. Non sono persone comuni che fanno queste cose, si tratta di gente che ricopre altissime cariche, funzionari del Pentagono, etc.>

Orrori su orrori, che si intersecano in quella terra buia degli adoratori del diavolo. Ecco quanto scrive ancora "Il Corriere della Sera" (28/7/90): <<Orrore a Londra dopo la scoperta di un mercato di pellicole per pedofili con riprese dal vero>> e più avanti <<Scotland Yard teme che almeno venti bambini, scomparsi senza lasciare traccia negli ultimi sei anni, abbiano fatto una fine orribile. Una squadra speciale è stata formata per indagare nel lurido mercato dei video pornografici "snuff" destinati a pedofili sadici. La parola "snuff" in gergo significa "morire, spegnersi" e in questi video le piccole vittime sono riprese dalle telecamere mentre sono torturate e uccise dopo avere subito violenze sessuali. La polizia è convinta che almeno sei bambini siano morti in questo modo a Londra e nella contea del Kent. L’Inghilterra... ha appreso con orrore che in seno alla società circolano mostri pronti a filmare i tormenti, l’agonia e la morte di bambini per soddisfare il piacere perverso di tanti altri mostri pronti a pagare dieci milioni per una copia del film>>.

E’ una tragedia immane, che dilaga sempre di più ovunque. Le stime esatte delle giovanissime vittime sono impossibili e non esistono dati certi sull’entità del fenomeno, tuttavia, non meno di 250 milioni di copie di videocassette sono commercializzate in tutto il mondo, solo negli Stati Uniti sono stati venduti 20 milioni di video. Film sempre più ‘forti’, spesso, con torture seguite dalla morte del bambino. Ogni anno, nel mondo, un milione di minori di 18 anni è vittima dei commerci più turpi, che vanno dal sesso perverso nelle sue più svariate forme: prostituzione, turismo sessuale, pedofilia, pornografia, sadismo, etc., fino all’omicidio. Fatti orribili accadono in ogni parte di questo nostro pianeta. Sono recentissime le efferatezze compiute in Belgio. Fatti che, giorno dopo giorno, emergono identici a quelli appena narrati. Orrori, come quelli che sarebbero stati compiuti dal pedofilo criminale Marc Dutroux, ribattezzato il <<mostro di Marcinelle>>. Fatti truci e sconvolgenti, che la dicono lunga sulla diffusione di questo raccapricciante fenomeno.

Nei video del Dutroux <<si vedrebbero - scrive la "Gazzetta del Sud" del 23 novembre 1996 - bambine violentate fino ad essere uccise. La denuncia è stata fatta ieri durante le manifestazioni organizzate a Parigi in occasione della prostituzione minorile e a dare l’incredibile notizia è stata la signora Sophie Wirtz, a capo della sezione belga del "Movimento del nido">>. Più avanti altri fatti terribili: <<Non si è ancora toccato il fondo dell’orrore in questa tragedia - ha detto la signora Wirtz - da due anni continuiamo a dire che le cassette video che fanno vedere la morte in diretta di bambini circolano in Belgio e temo che nell’affare Dutroux ci si orienti proprio verso questo genere di nefandezze>>. La Wirtz afferma che, dall’inizio dei fatti accaduti in Belgio, le video cassette di pornografia minorile sequestrate sarebbero 600. La presidente del "Movimento del nido", nell’intervista pubblicata dal quotidiano, spiega che la pedofilia: <<non è un rapporto affettivo anzi è l’espressione del dominio sul bambino e lo stadio estremo di questo dominio è proprio la morte>>. Parole che bruciano come fuoco.

Nell’affare Dutroux c’è di tutto: pedofilia, omicidi, necrofilia, snuff-film e personaggi dell’alta società belga, del mondo dell’alta finanza, della politica, etc. Questa è almeno l’opinione dei cittadini belgi. E’ anche strano che ad oggi l’inchiesta non abbia portato ancora a nulla circa i complici del Dutroux, anzi, sembra essersi arenata. Sono tanti i misteri. E’ vero che le piccole vittime sono molto di più di quanto è stato detto? I cittadini belgi sono sgomenti. Orrori dell’Europa, che fa scempio dei bambini. Così, mentre in Belgio oltre 350 mila persone manifestavano in piazza contro il mostro di Marcinelle e i tanti misteri che circondano quei crimini, in Svizzera calava il più stretto silenzio sul magnate elvetico arrestato, in Sri Lanka, con l’accusa di aver violentato mille e cinquecento bambini.

Il fenomeno, si è visto, è mondiale. La zia di una delle due ragazzine assassinate da Mark Dutroux, il mostro di Marcinelle, ha fatto gravi dichiarazioni: <<Il mercato dei video porno che coinvolgono minori ha tentacoli in tutta Europa, in Olanda, in Germania e in Svizzera>>. Mostruosità di un mondo che abusa dei bambini, li stupra, li sevizia, li uccide brutalmente. Non è estraneo a questa efferatezza il revival dei culti satanici, che sono tornati in auge.

Dal quotidiano fiammingo "Der Standaard", infatti apprendiamo, che almeno quattro poliziotti farebbero parte della setta satanica "Abrasax", sospettata di aver comprato bambine, dal killer-pedofilo Dutroux, per i loro riti. Si è arrivati a questa sconcertante scoperta grazie ad una lettera (un <<buono di comando>> si è detto) trovata durante una delle perquisizioni successive alla scoperta dei corpi di Julie e Melissa, nella casa di Bernard Weinstein, sepolto vivo dallo stesso Dutroux. In questa lettera firmata <<Anubis>> si chiedeva a Weinstein di <<non dimenticare di ricordargli che la grande festa si avvicina e noi attendiamo il regalo per la grande sacerdotessa>>. Evidentemente Weinstein doveva <<ricordare>> la promessa a Dutroux.

In più è stato trovato, anche, uno strano documento, nel quale, si faceva presente la necessità di trovare il prima possibile <<otto vittime da uno a 33 anni>>. <<Anubis>> è, al secolo, Francis Desmedt che è anche <<gran maestro>> della cosiddetta <<vieille religion>>, una specie di associazione internazionale di streghe. E la grande sacerdotessa ha anche lei un nome? Certo, si chiama Dominique Nephtys, anche lei un pezzo da novanta della <<chiesa belga di Satana>>. Chi sono gli altri membri di questa <<chiesa satanica>> rimasti segreti? E su quali protezioni hanno potuto contare?

Personaggi insospettabili continuano a fare scempio dei bambini e, spesso, rimangono impuniti. Recentemente il console aggiunto israeliano a Rio de Janeiro, Arie Scher, è stato accusato di pedofilia e traffico di minorenni è ed fuggito dal Brasile rifugiandosi in Israele. Scher sarebbe riuscito a scappare dal Brasile prima che le forze dell’ordine riuscissero a diffondere le sue generalità ai posti di frontiera. La polizia brasiliana ha raccolto, tra l’altro, le dichiarazioni di una ragazzina di tredici anni. La bambina <<avrebbe partecipato a varie festicciole "a luci rosse" nell’appartamento del console nell’elegante quartiere di Ipanema. La stessa ragazzina appare nuda, abbracciata al diplomatico, in una foto tra le numerose sequestrate nell’appartamento. Secondo la polizia, Scher e il suo complice, il professore di ebraico George Schteinberg, mantenevano nove siti Internet di pornografia e pedofilia>> ("Gazzetta del Sud", 7 Luglio 2000).

Ma c’è di peggio. il settimanale "Diario" (anno V numero 15. Da mercoledì 12 aprile a martedì 18 aprile 2000) pubblica un servizio davvero pauroso: <<Dopo la terribile denuncia dell'eurodeputato Olivier Dupuis al congresso radicale, 'Diario' è andato a vedere che c'é di vero riguardo ai minori inseguiti e uccisi a fucilate per divertimento>>. L'inchiesta dal titolo: "La caccia ai bambini in Belgio" è firmata dal giornalista Gianluca Paolucci. Ecco un piccolissimo brano di quanto si legge: <<
Il percorso che ha portato a Place Fontenas è partito da Roma, dove, durante il congresso del Partito radicale, l'europarlamentare belga Olivier Dupuis ha lanciato una serie di affermazioni che hanno letteralmente gelato la platea. Ha raccontato che nel suo Paese c'é stato un periodo nel quale alcuni bambini venivano costretti a subire violenze di ogni tipo, dove alcuni di questi bambini venivano perfino uccisi, come conigli, durante delle partite di caccia "alle quali partecipano nobili, finanzieri, notabili e funzionari dello Stato">>.

Nella nostra società il satanismo è un pericolo dilagante di cui, spesso, non se ne parla abbastanza, oppure lo si fa nel modo sbagliato. Gli adoratori del diavolo sono in aumento anche a Roma. Il quotidiano "Avvenire" del 5 settembre 1996 scrive: <<Tremila adepti, 5 milioni per iscriversi...>>. Il fatto che più <<lascia stupiti - dissero gli inquirenti - è l’apparente insospettabilità di molte delle persone indagate...>>. Si è anche appreso che: << sembra, che la congregazione contasse anche l’affiliazione di noti nomi del mondo dello spettacolo...>>.

In Inghilterra spariscono, ogni anno, circa centomila giovani. Scotland Yard, a Londra, deve occuparsi ogni giorno della sparizione di ben 2500 teenagers. I più vengono rintracciati, di alcuni non se ne saprà più nulla. Il giornalista Alfio Bernabei riporta altri fatti terribili accaduti a Londra: <<Carni di bambini e di feti umani sono state mangiate da uomini e donne che hanno preso parte a riti cannibalistici in Inghilterra in questi ultimi anni nel quadro di un sinistro revival di cerimonie sataniche. Alcuni bambini sono stati sacrificati su altari dopo aver subito torture e sevizie sessuali...>> ("L’Unità", 9 agosto 1990). Sembra un’umanità impazzita.

Negli Stati Uniti questi orrori sono ancora più frequenti. E’ Modesto, <<la cittadina californiana che detiene il record nazionale Usa di chi sparisce nel nulla>>. <Non è chiaro perché, ma questo fazzoletto di California a est di San Francisco, detiene il record per il più alto numero di persone sparite nel nulla in America. I mancanti all'appello sono ben 1.500, soltanto negli ultimi sei mesi.
Il fenomeno è davvero preoccupante, enorme: negli Stati Uniti, ogni anno, viene compilata una lista di circa 100 mila nomi>> ("Diario della settimana", n.17. Da mercoledì 28 aprile a martedì 4 maggio 1999).

Gli investigatori, almeno per alcuni di questi casi, puntano il dito sul mondo variegato e misterioso delle sètte sataniche. Questo è anche il pensiero di Fay Yager, dirigente il "Centro per la difesa dei bambini" (Children of the Underground). Il giornalista Giorgio Medail, nella trasmissione televisiva "Arcana", trasmessa su Canale 5 (1989) affermava che negli Stati Uniti, secondo fonti attendibili, ogni anno vengono uccisi nel corso di riti satanici 50.000 persone, per lo più giovanissimi.

L’ex direttore dell’FBI di Los Angeles, Ted Gunderson, che ha dedicato molti anni ad indagare sui legami tra le sparizioni dei bambini e i riti satanici, affermò, in una puntata della trasmissione "Arcana", che le vittime vengono torturate e poi uccise. Gunderson, tra l’altro, denuncia: <<Durante le mie indagini, ho scoperto che esistono organizzazioni che rapiscono bambini per poi utilizzarli per sacrifici umani durante feste sataniche. Questi fatti coinvolgono, ai più alti livelli politici, avvocati, giudici, gente di potere... Sì, questi gruppi satanici sono indubbiamente coinvolti nel traffico di droga, nella prostituzione minorile, nella pornografia e nella produzione di "snuff-film"... Ho raccolto testimonianze di bambini di otto, nove anni. Avevano disegnato cose orribili: gente, fuoco, un bambino nel fuoco, feticci satanici, bambini torturati. Come può un bambino immaginare cose simili se non le ha vissute?>> (Giovanni Caporaso e M. Cocozza Lubisco, Bambini. Il mercato degli orrori, in "Avvenimenti", 17 luglio 1991).

Il perché questi orrendi crimini, nella stragrande maggioranza dei casi, restano impuniti e si fa poco a livello di indagini sarebbe dovuto al fatto, sempre secondo Gunderson, che manca la volontà politica. La legge non è severa, perché questi gruppi hanno protezioni ad alto livello. Negli USA si <> (Giovanni Caporaso e M. Cocozza Lubisco, Bambini. Il mercato degli orrori, cit.).

Ci si può chiedere, a questo punto, come fece il giornalista Giorgio Medail, nella trasmissione televisiva "Arcana", andata in onda su Canale 5 (1989): <>.

Il giornalista Paul Rodriguez del "Washington Times", dopo una lunga e delicata indagine affermò: <<discute su due scandali legati alla prostituzione infantile: droga-party con la partecipazione di bambini ed uccisioni in diretta per produrre snuff-film, che hanno coinvolto politici... molto vicini alla Casa Bianca. I servizi segreti, che dipendono direttamente dal presidente, sono intervenuti insabbiando le indagini, le vittime sono finite in prigione e i testimoni sono scomparsi e morti in strani incidenti o suicidi>> (Giovanni Caporaso e M. Cocozza Lubisco, Bambini. Il mercato degli orrori, cit.).

Ci si può chiedere, a questo punto, come fece il giornalista Giorgio Medail, nella trasmissione televisiva "Arcana", andata in onda su Canale 5 (1989): <<Perché il governo non fa nulla? Perché giornali e televisione non denunciano il massacro? E, allora, ecco che l’ombra di una lobby satanica ai vertici del potere è plausibile, necessaria per coprire le attività del movimento...>>.

Il giornalista Paul Rodriguez del "Washington Times", dopo una lunga e delicata indagine affermò: <<Sono riuscito a provare che personaggi legati alla Casa Bianca e ai servizi gestivano una rete di ragazzi di vita, ho trovato molti documenti che provano il coinvolgimento di Craig Spence - probabile ex agente della CIA, legato agli ambienti dei servizi della Casa Bianca, ex direttore dello staff di George Bush e figura chiave nello scandalo Iran-Contras - nell’organizzazione di party gay e di pedofili. Dalle prove emerge il nome di un altro deputato, Barry Franks. Ci abbiamo lavorato in quattro per oltre un anno e le informazioni raccolte sono agghiaccianti. L’FBI è stato estromesso dalle indagini e del caso si sono occupati i servizi segreti che dipendono direttamente dalla Casa Bianca. E tutto ciò è molto strano. La rete criminale aveva legami sia con esponenti repubblicani che democratici e si estendeva da New York alla Pensilvania, dal Nebraska alla California. Il reclutamento dei ragazzi avveniva in molti modi, alcuni venivano rapiti per strada e poi detenuti in fattorie particolari. E’ un business imponente, prendono i bambini scappati di casa, negli istituti di adozione, nei campeggi...>> (Giovanni Caporaso e M. Cocozza Lubisco, Bambini. Il mercato degli orrori, cit.).

 

Rodriguez editorialista del "Washington Times", ha svolto indagini per alcuni mesi, prima di sparare in prima pagina del suo giornale articoli di fuoco su una rete di ragazzi "di vita" che coinvolgeva deputati e vip legati a Ronald Reagan e George Bush. <<Sesso in vendita in un appartamento di un deputato>>, <<Il servizio segreto insabbia l’inchiesta sui prostituti dei vip>>, <<Ragazzi di vita portati in un tour di mezzanotte alla Casa Bianca>>: questi i titoli del "Washington Times">>. (Giovanni Caporaso e M. Cocozza Lubisco, cit.). Dopo alcuni articoli Rodriguez mollò misteriosamente l’indagine.

 

Vi è, addirittura, anche un mercato di <<pezzi di ricambio>> umani. Vengono inviati ai possibili clienti veri e propri cataloghi di organi, che dovrebbero servire o come feticci umani per riti satanici o, in altri casi, per corroborare il traffico internazionale clandestino dei trapianti. <<Centinaia di minorenni, maschi e femmine, spariscono ogni anno. Molti finiscono all’estero, nel mercato delle adozioni clandestine. Molti finiscono nel circuito della pedofilia e della pornografia>> ("Visto", 8/11/1996). Così ha denunciato la parlamentare Rosario Godoy de Osejo, fondatrice di un "Comitato per i bambini scomparsi" e prosegue: <<Ho il sospetto che la ragione della scomparsa possa essere il prelievo di giovani e sani organi da vendere nei paesi ricchi. Se le cose stanno così, è facile capire che fine fanno questi bambini una volta ‘esportati’>>. Fatti allucinanti.

Un pozzo di orrori che sembra non avere mai fine. <<Anche Baby Doc, l’ex dittatore di Haiti, si sarebbe arricchito commerciando cadaveri freschi e organi congelati. Coloro che ricevevano gli organi da trapiantare erano cliniche statunitensi e istituti americani universitari o di ricerca. (...). Anche in Guatemala vi è stato un traffico di bambini venduti agli USA per trapianti ("Corriere del Ticino", 6 marzo1987. "Gente", 20 marzo1987) mentre quanto accaduto in Honduras è stato confermato dalle agenzie di stampa (Agenzie ATS, ANSA, APP, e "Corriere del Ticino", 5 gennaio 1987). In Colombia i bambini vengono rapiti mentre giocano sulla strada, portati in laboratori dove vengono loro estirpati gli occhi e poi rimessi in libertà dopo opportuna medicazione (Agenzia AGI-EFE, giugno 1987). In una colonia tedesca del Cile alcune sperimentazioni mediche, soprattutto manipolazioni genetiche, sarebbero praticate su bambini e adolescenti... ("Libération", 7 dicembre 1987)>> (Milly Schar-Manzoli, Manuale di difesa immunologica, Meb, Padova 1988).

Se è pur vero che il sistema mediologico non serve a far sapere la realtà, ma a creare un rumore di fondo omologante (la logica omologante presiede alla globalizzazione del mondo) in cui tutti pensino allo stesso modo e a far credere alla gente che viviamo in un mondo trasparente, pulito, dove non c’è nulla da nascondere, di tanto in tanto, tuttavia, nella baraonda delle notizie, appiccicate alla rinfusa sui quotidiani, emergono fatti tremendi: <<Piccole cavie. Gran Bretagna, 28 bambini uccisi per sperimentare un ‘nuovo trattamento’>>. Ecco quanto pubblica "Il Manifesto" del 9 Maggio 2000. In breve l’agghiacciante notizia: <Neonati prematuri alla stregua di porcellini d’india, utilizzati per sperimentare un nuovo ventilatore da incubatrice: tutto questo è accaduto in Gran Bretagna, in un ospedale del nord del paese. Risultato: 28 bambini deceduti, altri 15 con danni cerebrali permanenti, su un totale di 122 bambini sottoposti al ‘nuovo’ trattamento. Questo tremendo bilancio emerge dal rapporto di una speciale commissione d’inchiesta ordinata dal ministro della sanità britannica, per indagare sui fatti avvenuti nel North Staffordshire Hospital di Stoke-on Trent tra il 1989 e il 1993>>.

Ci sono anche i traffici di organi e chi indaga muore. Nel maggio 1996 il giornalista francese Xavier Gautier de "Le Figaro" viene trovato impiccato alle Baleari, nella sua residenza estiva. Una morte avvolta nel più fitto mistero. Gli investigatori spagnoli, poi, parleranno di suicidio. Gautier, prima di partire per le vacanze, aveva lavorato ad una lunga inchiesta su un presunto traffico di organi dalla Bosnia ad una nota clinica dell’Italia del nord.

L’ex ministro per la Famiglia Antonio Guidi aveva avvisato: <<Il fenomeno è mondiale. Ma l’Italia, così com’è stata ed è un luogo di passaggio delle droghe, adesso è un punto di transito di bambini a rischio... Arrivano dai Paesi in guerra dell’Est, da quelli poveri dell’Africa. Parecchi di loro - chi può individuarne il numero? - sono destinati ad essere carne di riserva per i ricchi. Piccoli depositi di organi per i figli di chi ha denaro>>. Guidi alla domanda se alcuni di questi bambini venivano mutilati, per conseguenti trapianti in Italia, aveva risposto: <<In Italia, no. E’ impossibile. Ma attraversano le nostre terre come uccelli migratori, il cui destino è di essere abbattuti>> ("Il Giornale", 4 settembre 1995).

Eppure l’Italia, scrive Giangiacomo Foà, è stata denunciata <<dall’autorevole quotidiano La Nacion di Buenos Aires che in un articolo di fondo si fa eco delle accuse di don Paul Baurell, professore di Teologia dell’Università di San Paolo, e delle denunce fatte il primo agosto 1991 a Ginevra da René Bridel, rappresentante nelle Nazioni Unite dell’Associazione internazionale giuristi per la difesa della democrazia. (…). All’articolo di fondo de La Nation ha fatto eco O Globo di Rio che ci definisce "i maggiori importatori di bimbi brasiliani". Il corrispondente di O Globo a Roma afferma: "L’Italia è il più importante compratore di bambini…". (...).

Anche in Perù la stampa ci accusa. Da mesi il quotidiano La Repubblica di Lima denuncia, con nome e cognome, coniugi italiani che sono arrivati in Perù per comprare bambini di pochi mesi o di pochi anni. Negli ultimi tempi avremmo <<importato>> 1.500 piccoli peruviani, molti dei quali - secondo la stampa di Lima - sarebbero stati poi assassinati per asportare i loro organi per trapianti>> ("Corriere della Sera", 7 settembre 1991).

Quello dei bambini rapiti, schiavizzati, violentati, costretti a prostituirsi, immolati a Satana o uccisi per espiantare i loro organi è un orrore su scala planetaria. Eppure si continua a fare poco o nulla. Giornali e televisione non denunciano il problema in tutta la sua reale gravità. Ne parlano poco e male, di tanto in tanto. I pericoli per i giovanissimi, come si è visto, vengono da più fronti, non ultima è la constatazione che, sul nostro pianeta, aumentano sempre di più le sètte dedite al culto del diavolo. Lo stesso Guidi aveva avvertito: <<Alle soglie del 2000 si sta addirittura registrando un aumento di riti ‘religiosi’, mi raccomando le virgolette, che prevedono anche il sacrificio umano di bambini>> ("L’Italia settimanale", 15 settembre 1995).

Giuseppe Cosco

 

STREGONERIA E POTERE POLITICO E MILITARE

Forse il nostro mondo è totalmente diverso da come lo immaginiamo e la realtà lontanissima da ciò che si vuole far credere.

La stregoneria è stata ed è utilizzata ampiamente, anche se oggi ha assunto nomi diversi. Si è appreso che diversi servizi segreti hanno selezionato degli individui "predisposti" e li hanno addestrati perché sviluppassero certe facoltà che, nel medioevo, erano punite con il rogo. Tra queste la telepatia, la bilocazione, l’attacco psichico, ecc. La notizia è certa. L’americano Richard D’Amato, esperto di spionaggio del Senato, ha dichiarato al "Washington Post" (2/12/95) che: <>. L’esperto non ha voluto dire se anche i servizi segreti italiani abbiano usato e usino la stregoneria come arma. Il cervello è ancora, in gran parte, un mistero fitto fitto. Il prof. Leonid L. Vasiliev, accademico delle scienze di Mosca, ha ammesso: <>.

La stregoneria, a dispetto di quanto comunemente si pensa, è più viva che mai ancora oggi. Si celebrano oscure pratiche, in luoghi asettici come laboratori scientifici top secret, rituali tenebrosi come quelli praticati nei sabbath medievali. Sembra incredibile, eppure, è proprio così. Il giornalista Maurizio Blondet, nel corso di un’intervista (apparsa sulla rivista "Teologica", settembre/ottobre 1996), mi confidò: <>.

Per quanto possa sembrare assurdo si svolgono nel nostro pianeta, segretamente, rituali spaventosi che, in alcuni casi, sono espressione di pratiche ancora più orripilanti, come la <>. Esperimenti terribili, sulla falsariga di quello descritto in un introvabile libro, sono segretamente attuati: <<...si sono appropriati dei corpi di...>>. Per chi non avesse ancora capito qui viene insegnato l’omicidio magico, infatti, il mago continua: <<…come ho più volte insistito, intendo esporre lo -Yoga per non morire-, i metodi tantrici per trasferirvi alla fine dei vostri allenamenti... in un altro corpo fisico...>>. (Tommaso Palamidessi, Lo yoga per non morire, Ediz. Grande Opera, Torino 1949). Si ossessionano e si uccidono le persone magicamente.

Un ex maggiore, il quarantunenne David Morehouse, ha raccontato la sua personale esperienza di mago al servizio della Cia. Egli, tra l’altro, ha detto al "Corriere della Sera" (3/12/95): <> e alla domanda sul perché decise di andarsene via ha così risposto: <>.

Il lettore potrà pensare che si tratta di storie fantasiose ma non è affatto così. Leggete ancora quanto il ten. Col. John Alexander, scrisse su "Military Review" (n. 12, dicembre 1980), la rivista specializzata dell’Esercito americano: <>. L’articolo molto lungo si intitolava: "The New Mental Battlefield" (La nuova strategia mentale). Nella nostra società postmoderna, sono attive sfere oscure dedite ad ogni genere di ritualità tenebrosa e dionisiaca, tutte protese alla ricerca ossessiva dei poteri senza curarsi da dove questi provengano.

Apprendiamo, pure, che i servizi di intelligence non sono estranei a certe pratiche. Michael Rossman aveva avvertito: <>. Per essere chiari questa tecnologia, a cui lo studioso si riferisce, non è altro che la magia. Anche i militari sono stati molto espliciti al proposito. Una realtà inimmaginabile si apre agli occhi di chi era convinto di vivere in un mondo laico e aperto, secolarizzato e democratico, sottoposto alle leggi dell’economia e alle scoperte delle scienza, dove tutto ciò che viene chiamato "magia" sembrava essere irrilevante nel guidare l’azione politica. Invece non è affatto così.

Ci informa ancora Blondet: <> (M. Blondet, Gli <> della dissoluzione, Ediz. Ares, Milano 1994). Potrebbe aver ragione J. Finley Hurley quando nel suo "Stregoneria" (Armenia, Milano 1986) scrive: <>. Questa oligarchia misteriosa potrebbe essere molto addentrata nella conoscenza di queste antiche pratiche maledette, e tenerle in gran conto, e utilizzarle più di quanto si possa lontanamente immaginare. Forse il nostro mondo è totalmente diverso da come lo immaginiamo e la realtà lontanissima da ciò che si vuole far credere.

La stregoneria è usata nella politica e, pare, con ottimi risultati. Tra i tanti esempi che si potrebbero fare riporto, solo, quanto ha scritto il settimanale "Megapolis-Express" e, cioè, che Boris Eltsin si è servito più volte di uno stregone, camuffato da deputato, capace, tra l’altro, di controllare psichicamente i suoi colleghi parlamentari. Sarebbe stato lui a impedire un’opposizione decisiva dei parlamentari all’intervento russo in Cecenia. Lo stregone del Presidente Eltsin è, secondo la rivista, in grado di provocare la morte delle sue vittime. Egli vanta, in qualità di sensitivo, una lunga collaborazione con il Kgb. Viene ora naturale chiedersi se è mai stato dimostrato scientificamente la possibilità che una mente possa interagire con un’altra, anche a lunga distanza.

Il dott. Milan Ryzl, fisico cecoslovacco, da tempo trasferitosi in America, ha effettuato esperimenti del genere. Ha causato, tramite un soggetto agente che si concentrava su sintomi di soffocamento, attacchi di asma ad un ricevente, lontano molti chilometri (M. Ryzl, Parapsicology in Communist Countries of Europe, International Journal of Parapsychology 10: 3, 1968). Jule Einsenbud, psicanalista, affermò che: <>. Ryzl osservò che per via telepatica si potevano trasmettere anche stati depressivi e violente cefalee. Nel 1959 pochi capirono la portata di resoconti di studi, effettuati nella ex Unione Sovietica, sulla trasmissione telepatica.

Negli anni '20 e '30 su direttive dello scienziato russo V. M. Bekhterev furono condotti interessanti esperimenti di suggestione mentale telepatica. Il direttore dell'Istituto per lo studio del cervello e dell'attività nervosa superiore di Leningrado, V. P. Osipov, nel 1932 diede l'incarico allo scienziato Leonid L. Vasiljev di eseguire un programma di ricerca sulla "suggestione mentale", che fu portato avanti fino al 1938. Vasiliev era già uno dei componenti la commissione scientifica operante fin dal 1922 e composta dagli psicologi A. K. Borsuk, N. D. Nikitin, V. I. Rabinovich, dai medici ipnotisti V. N. Finne, N. A. Panov, dal fisiologo, V. M. Karasik, dai fisici V. A. Poderni, A. A. Petrovskij e da altri. Questi studiosi condussero ricerche su "La suggestione mentale in esperimenti sull'uomo" e "L'azione psicofisiologica del campo magnetico sull'ipnotizzato".

I risultati furono definiti molto interessanti da V. M. Bekhterev, fondatore e allora direttore dell'Istituto per lo studio del cervello che <> (L. Vasiliev, Esperimenti di suggestione mentale, Oscar Mondadori, 1978). Il prof. Vasiliev più tardi, nel 1943, passò all'Università di Leningrado e nel 1959 fondò, nel dipartimento di fisiologia che dirigeva, un centro di ricerche sperimentali sulla suggestione mentale. E', tuttavia, da osservare che altri studiosi, soprattutto francesi, come lo psichiatra P. Janet, il notissimo fisiologo Charles Richet, il prof. Julij Ochorovicz, il dott. J. H. A. Gibert, ecc. avevano effettuato con successo esperimenti di suggestione telepatica a distanza.

Ad esempio, il prof. Janet nel 1878 addormentò una sua paziente che si trovava lontano da lui e la costrinse ad uscire da casa e ad andare in un preciso posto. Nel 1869 erano stati fatti altri esperimenti dal dott. Dusart che li descrisse dettagliatamente e concluse che è possibile influenzare telepaticamente soggetti anche lontani diversi chilometri dall’agente. A dimostrazione di ciò furono effettuati sorprendenti esperimenti e <> (L. Vasiliev, op. cit.).

Questi resoconti, davvero sconcertanti, provano come sia realmente possibile influire mentalmente sui propri simili, il che avvalora e rende, oltremodo, terrificante l’utilizzo di certi poteri. La realtà dell’azione mentale è stata dimostrata scientificamente e, se si nutrono ancora dubbi in proposito, per fugarli del tutto, occorre solo avere la pazienza di leggersi, per intero, i protocolli delle ricerche effettuate, in questo campo, da questi e altri seri studiosi e apprezzati scienziati. E poi, perché meravigliarsi se un individuo "dotato" può interagire con la mente profonda di un’ignara e inconsapevole persona, piegandola ai suoi voleri? Si legge, sempre più frequentemente, sui giornali, di gente (cassieri di banche, di supermercati, negozianti, ecc.) ipnotizzata da strani personaggi, in pochi secondi e, poi, rapinata.

Questi casi sembrano potersi spiegare solamente con l'ipotesi del fluido magnetico. A tal riguardo riporto quanto scriveva, sul numero 222 del "Giornale dei Misteri", il professore Emilio Servadio: <>. Una volta questa capacità era detta stregoneria.

Con la forza della mente è possibile trasmettere a chicchessia tutto il bene del mondo o ogni specie di male. Il grande Paracelso si disse convinto di ciò esclamando: <>. Studiare questi spaventosi poteri indusse gli scienziati, forse per timore di ricevere critiche, ad inventare asettiche sigle come "Esp", "Psi" e "Pk". Essi, tuttavia, sapevano bene quanto afferma Ehrenwald e cioé che: <>. Viviamo, invero, in un mondo dominato dalla magia.

Per quanto li si continui a negare, certi strani poteri continuano ad essere usati nella nostra società moderna. Non è assurdo, a questo punto, credere che queste oscure tecniche siano tenute in grande considerazione anche da parte di "scienziati sociali" identificabili. I risultati di alcune antichissime conoscenze occulte possono essere inauditi, micidiali. Anche l’ipnotismo, o magnetismo che dir si voglia, può diventare un’arma molto pericolosa perché, scrisse ancora Servadio: <>. Inquietante.

E’ pure provato che i servizi segreti hanno particolarmente a cuore l’ipnosi e che, in questo settore, hanno fatto passi da gigante. Su certi possibili usi criminali della particolarissima tecnica ne parla G. H. Estabrooks nel suo libro "Ipnotismo".
L’autore è, come lui stesso scrive, un ipnotista che presta la sua opera nei laboratori militari Top Secret degli USA.
Lì vengono condotti esperimenti segretissimi relativi, anche, all’applicazione dell’ipnosi in vasti settori politico-militari. Ecco la domanda che Estabrooks si pone nella sua opera: <<…(l’ipnotismo, nda) può essere usato per indurre qualcuno a commettere un delitto?>>. Il super esperto non ha dubbi al proposito e afferma: <<…la risposta è sì>>.
Vengono i brividi.
La maggior parte delle persone non ha la più pallida idea di ciò che si può attuare con certe particolari tecniche in mano ad "apprendisti stregoni". La gente comune non sa neppure che un soggetto può essere portato in trance profonda, senza saperlo e anche contro la sua stessa volontà e, come è stato dimostrato, costretto ad uccidere o a suicidarsi.

( da by dr mendels Friday, Jun. 04, 2004 at 10:12 AM mail )

Mercoledì 5 Novembre 2008

E GIA’ SI PENSA A NATALE ...
SI RISPOLVERANNO, PER ESIGENZE COMMERCIALI, I BUONI SENTIMENTI: L'AIUTO AI BISOGNOSI, LA FAME NEL MONDO, I BAMBINI ...
GIA' I BAMBINI, LORO SEMPRE, ABITANTI, A PIENO TITOLO, DI UN PIANETA DI CUI GLI ADULTI ABUSANO SENZA PIETA'.
La comunità sta prendendo coscienza con raccapriccio dei numerosi abusi, sia fisici che psicologici, conseguenza di azioni o di omissioni, che rendono difficile, se non addirittura impossibile, un armonico sviluppo di un minore, condannandolo a varie forme di incompiutezza.

Si diffonde sempre di più, anche a causa del crescente sensazionalismo che impregna la stampa ed i mezzi di informazione in genere, un clima emotivo che amplifica sul momento il fatto, ma poi rende del tutto sterile la, pur opportuna, presa di coscienza del problema.

Il rischio che più volte si è denunciato è che l'emozione e l'indignazione del momento, restando a livello epidermico, facciano rimanere all'aspetto esteriore del problema, senza peraltro permettere un'analisi adeguata delle cause.

I mass media sia per la peculiarità dei mezzi, sia per la moda imperante, tendono a privilegiare gli aspetti sensazionalistici e raccapriccianti dei fatti, il più delle volte senza neanche analizzare i motivi che li hanno generati.

Anche il problema della violenza sui minori, come tutti i temi in voga in un determinato momento storico, rischia di venire poi abbandonato, quando si raggiunga la saturazione dell'interesse dell'opinione pubblica, o non susciti più la sua indignazione morale.
L'emotività comporta, come diretta conseguenza, un'iperattività momentanea, a fronte poi di uno scarso approfondimento del retroterra del problema.

Non è infatti causale, che la pletora di "telefoni" al servizio dei minori, sia stata istituita in un periodo in cui si rilevava un incremento di notizie di violenze ed abusi sui bambini.

Purtroppo, ciò che non si comprende, è che la risposta in grado di aiutare un bambino, non può venire da un telefono, semmai da una struttura che non isoli il minore dalla famiglia, ma, supportando entrambi, prevenga la causa del maltrattamento: ma il telefono è moda, è l'indice della sensibilità degli adulti ai problemi dei bambini, ben si presta alla pubblicità.

Il pullulare di strumenti, purtroppo nasconde, nella maggior parte dei casi, una carenza nell'approccio dei problemi: comunque una difficoltà nella possibilità di risoluzione immediata.

E' scontata la reazione di indignazione che si prova di fronte alla notizia di un episodio di violenza diffuso dai mass media.
Eppure quante volte, semplicemente camminando per strada, assistiamo a casi di bambini malmenati dai genitori nella più totale indifferenza dei passanti.
Questo è il preludio di quei casi di vere e proprie sevizie che, una volta venute alla luce, lasciano di stucco vicini di casa e strutture scolastiche, che non si erano mai accorte di nulla.

Quindi, a monte, deve esserci un'educazione degli adulti ad una maggiore sensibilità nei confronti dei problemi dell'infanzia, perché abbiano la capacità di individuare i sintomi dei maltrattamenti.

A questo ruolo è chiamata da anni la stampa la quale, insieme alla televisione, abbandonati i toni sensazionalistici, più che puntare a livelli di audience miri ad un ruolo sociale ed educativo della comunità degli adulti ed, in particolar modo, degli operatori del settore.

Lo sviluppo di una maggiore sensibilità significa soprattutto conoscenza: conoscenza tanto del bambino quanto dell'adulto colpevole di violenza.
Infatti com'è ovvia la richiesta di aiuto da parte delle vittime, lo è altrettanto la richiesta di aiuto da parte di colpevoli che avvertendo la spinta ad operare l'abuso, chiedono l'aiuto per vincerla.

Bisogna rilevare come la facilità e la tutela dell'anonimato, abbiano facilitato in questi anni l'affluenza delle chiamate al Telefono Azzurro di Bologna, mentre è ancora forte la diffidenza nei confronti delle strutture pubbliche, sociali o giudiziarie che siano.

Purtroppo, torniamo a ripetere, lo strumento è solo un mezzo e come tale può far emergere, con la denuncia, il problema, ma non può risolverlo.

La violenza sull'infanzia, si badi bene non può considerarsi come un tema avulso dal più generale contesto della violenza nella società, per cui è illusorio affrontare questo tema senza prima aver rimosso o almeno aver provato a rimuovere le cause della più diversa origine che sviluppano l'aggressività umana in un determinato contesto.

La violenza sui minori è un segnale, forse il più deprecabile, di una più profonda sofferenza sociale.

E' anche illusione e fuorviante operare sugli effetti, trascurando in buona o mala parte le cause.

Affrontare il problema minorile significa affrancare in primis il problema delle strutture , degli equilibri e delle reazioni che la famiglia di origine possiede e sviluppa nel suo ambiente.
Come da più parti si afferma è indubbiamente rilevante il ruolo che detto contesto svolgono i servizi, non tanto in termini di quantità, bensì di qualità.

Ma i bisogni dei ragazzi non sono solo quelli primari: una casa, cibo, assistenza sanitaria, istruzione, ma sono principalmente quelli che si concretano in supporti al loro strutturarsi come persone; allora ben si comprende come i servizi abbiano solo un ruolo comprimario.
Non saranno certo i servizi a fornire loro autostima, affetto, amicizia, dialogo, fiducia nella vita. I servizi possono semmai stimolare le persone che circondano il minore a vario titolo acciocché gli siano fornite le risposte a queste esigenze.

In altre parole, l'opera di aiutò e di risocializzazione del minore non potrà verificarsi se accanto ai professionisti delle strutture sociali non sarà una mobilitazione della comunità e delle persone che in essa vivono, che forniranno al minore quell'affetto, o quel sostegno e quella guida le cui carenze hanno portato alla situazione di disadattamento.

Ogni iniziativa sociale o individuale è necessario quindi che si origini da una corretta cultura dell'infanzia, intesa come esatto inquadramento dei ruoli bambino-adulto.

Infatti qualunque adulto, genitore o non, che abbia a che fare con un bambino, può essere tentato non di porsi al suo servizio, ma di esercitare un dominio; specialmente se l'adulto è solo anagraficamente tale e vive la propria insicurezza mascherandola da missionarietà del suo ruolo educativo.

In definitiva risolvere il problema dei minori è l'unica condizione non solo per vincere la scommessa sul futuro , ma vivere tutti meglio il nostro presente, significa riscoprire in noi tutte le virtù dell'infanzia: la spontaneità, la semplicità, la gratuità nel dare e nel ricevere, la fiducia nell'uomo.

E perché tutti questi aspetti non vengano violentati nel bambino, devono essere coltivati, difesi e rimanere integri soprattutto in noi adulti, e non solo a Natale, quando adulti e bambini diveniamo tutti inconsapevoli vittime della vorace macchina commerciale.

Domenica 21 Settembre 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

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GABRIELLA FERRI ...
QUEL VOLO ALL'INGIU'PER SENTIRSI DONNA ... SI FA PER DIRE
SE POI L’UNICA COMPAGNA DI CUI FIDARSI DIVENTA LA SOLITUDINE....QUELLA PRESENZA INVISIBILE CHE PURE SA DARTI UNA CAREZZA MANCATA... O SUSSURRARTI PAROLE NON DETTE.... QUEL TRAGICO 3 MARZO DEL 2004, FORSE ERA LA GIORNATA LIBERA PER L’AMICA SOLITUDINE DI GABRIELLA... E DOVE CERLA SE NON NEL VUOTO DA DOVE ERA UN GIOROLONTANO COMPARSA...QUANDO L’ARTISTA NON SI PROSTITUI’ AL CAMBIAMENTO DEI TEMPI... PER ESSERE QUELLA DI SEMPRE.... PER DIRA ANCORA “GRAZIE ALLA VITA”... ED ESSERE PRONTA A PRIVARSI DELLA VITA NEL NOME DELL’ETERNITA’
TESTIMONIANZA DI GABRIELLA PASQUALI CARLIZZI

GRAZIE ALLA VITA

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato due stelle che quando le apro
perfetti distinguo il nero dal bianco,
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato,

e tra le moltitudini l'uomo che amo.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'ascolto che in tutta la sua apertura
cattura notte e giorno grilli e canarini,
martelli turbine latrati burrasche
e la voce tanto tenera di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono e l'abbecedario
con lui le parole che penso e dico,
madre, amico, fratello luce illuminante,
la strada dell'anima di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi,
con loro andai per città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e piani
e la casa tua, la tua strada, il cortile.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che agita il suo confine
quando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il bene così lontano dal male,
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto,
così distinguo gioia e dolore
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto......

 

 

TESTIMONIANZA DI GABRIELLA PASQUALI CARLIZZI

Un pezzo di me se n’è andato via per sempre con lei, quella Gabriella che conobbi fin dai tempi della contestazione, quella Gabriella che mi somigliava tanto, per la sua grinta, il suo estremismo, il rifiuto del compromesso, a qualunque costo.

Al Pantheon, ci chiamavano “figli dei fiori”, anche se nella nostra generazione, a casa, in famiglia, vivevamo piuttosto le spine, i rovi dell’incomprensione, la clausura di schemi sociali rigidi, che ci davano il senso della prigione.

E ci fu un momento in cui cominciammo ad uscire con abiti lunghi, colorati, dipinti a mano, con le nostre mani.

E non portavamo gioielli, ma con le matite colorate disegnavamo un fiore sulla guancia, sul dorso di una mano, e appena potevamo ci toglievamo le scarpe, perche ci piaceva camminare scalzi, liberi da qualunque laccio.

 

E così sorridevamo a chiunque si incontrava per la strada, spesso regalavamo un fiore, era il nostro tentativo di contagiare il genere umano di quella vita che era in noi.

 

Il sabato, a piazza Navona, seduti a terra, e capivamo di non essere soli, anche se il nostro mdo di cantare l’amore, la pace, ai grandi, agli adulti, faceva paura, e i commenti di chi passava o delle nostre famiglie, erano, nel migliore dei casi: “Che vergogna....”.

Gabriella conviveva con la sua chitarra, per lei era come il bastone bianco per un cieco, le dava sicurezza , a lei così ribelle ma tanto fragile, tanto donna.

E quella voce roca nascondeva un canto di Angeli che sapeva di dover tacere, per non subire quello che di lei altri non avrebbero mai capito.
E ci univamo, dopo le prime note, trascinati tutti dalla veracità di quella Roma degli stornelli, maliziosa, tentatrice, generosa di qualche ora di spensieratezza, di allegria.

Poi, l’ora di tornare a casa, e poi sul volto di ognuno i segni della malinconia, della solitudine, dell’inquisizione.

Le solite liti, uguali per tutti: “Dove sei stata fino a quest’ora conciata così? ....Tu sei la vergogna della famiglia, un giorno o l’altro ti grogheranno, ma è meglio che non ci torni a casa, prima di darci altri dolori....”

Il giorno dopo ci si ritrovava, bastava poco per esorcizzarsi dalle prediche, i sermoni cui ormai eravamo abituati e da quando ci difendavamo indossando la maschera da “ragazze per bene..”

Il fatto era che avevamo solo voglia di amare, di sentirci amate, di sorridere, di cantare, e tutto questo veniva giudicato come una vergogna.

Ci sentivamo dire : “Chi ti vuol bene ti fa piangere, chi ti vuol male ti fa ridere”, e questa fu la violenza che segnò la nostra generazione, che ci obbligò di fatto a nascondere la nostra identità, o a rifugiarla nell’arte, un pianeta che ci portava fuori da tutto ciò che quotidianamente ci feriva, calpestando gli ideali dei nostri anni più belli.

E l’Arte fu anche il pianeta di Gabriella.

Per alcuni fu una parentesi di vita, per altri fu l’inizio di un cammino contro corrente, come quello di Gabriella Ferri, come fu anche il mio cammino, e lo è ancora, ora più che mai.

Una scelta quasi obbligata, se volevi difendere la voglia di vivere che ti scoppiava dentro, ma come tutte le cose, avremmo prima o poi dovuto scoprire l’altra faccia della medaglia che pure avevamo scelto.

Ragazze considerate forti, volitive, coraggiose, e così senza accorgecene, la nostra femminilità, giorno dopo giorno, veniva sacrificata dalla stessa forza che emanavamo per gli altri, divenenedo il sostegno al quale tutti potevano appoggiarsi.

Anche nell’amore, nei sentimenti, tanta era la voglia di donare, che negli anni ci siamo dimenticate di fermarci un attimo, per dare tempo a chi ci amava, o a chi ancora ci ama di ricambiare.

Le ragazze di quel tempo, le donne di oggi, annegano nella solitudine, cercano la debolezza come un bene perduto, per la colpa di essere forti, di non arrendersi mai, di rimediare sempre ai problemi quotidiani, prima ancora che pesino su coloro che ci stanno vicini, ma che forse di noi, tutto amano fuorchè la debolezza, la femmminilità pura, il sogno di una giornata senza problemi, il desiderio incolmabile, di sentirsi dire: “Stai tranquilla, ci sono io, che risolvo tutto....”.

E così Gabriella Ferri ce l’ha fatta, ha spiegato le ali della solitudine per quell’ultimo volo all’ingiù, e nei ricordei di tanta gente ha preso vita, per la prima volta, il suo lato debole, fragile, intimamente femminile, quel lato che la vita l’aveva costretta a nascondere, per mostrarsi forte, forte come la sua voce, forte per non chiedere amore, forte per continuare ad amare, rispettando ogni scelta, ogni cambiamento, lasciandosi andare ad una confidenza regalata al figlio lontano, eletto custode di un tesoro prezioso, che lo accompagnerà per sempre: “ Figlio mo, non dimenticare mai che sei tutta la mia vita..”......Parole magiche di chi vuole continuare a vivere dopo la morte, non come un esempio, non come un’artista, semplicemente come una Donna....

Gabriella... perchè te ne sei andata...potevamo cercare insieme “Za-Za...”....

Gabriella Pasquali Carlizzi

Giovanni Circelli ha rappresentato al teatro Eden di Carpi “La valigia dell’attore” , un mimo che ripercorre la storia triste e melanconica di una vita, dietro una maschera che non nasconde la dignita’ del povero, colui che scopre, come nella favola di Pinocchio, il tesoro nascosto in un umile pezzo di legno, la ricchezza di un silenzio che diviene parola decifrabile solo dall’ascolto del cuore.
E’ il 13 dicembre , il giorno in cui si festeggia la Santa della Luce, e come per miracolo, un pubblico commosso, attento, ammirato, ritrova la vista, attraverso un eccezionale mimo, che sembra dire: “non abbiate paura….. …del silenzio…”

 

Carpi:
(dal nostro inviato Elisa Antonelli)

Il Cinema Eden di Carpi, per una sera si è fatto teatro, e direi un teatro con la “T” maiuscola , anche se l’unico attore, Giovanni Circelli, originario di Napoli , ma da ormai quattro anni “adottato” dalla misteriosa Carpi, in provincia di Modena, rientra in quella categoria di talenti, tuttavia sconosciuti, verso i quali lo Stato non si prodiga perché emergano nell’arte contemporanea, al pari di quanti, ebbero il privilegio di arricchire la memoria storica di un popolo, cui certo non mancò l’arte, la creatività, la poesia del dolore e della speranza, fino a porre l’Italia ai primi posti della cultura e della rappresentazione artistica.

Si apre il sipario, la scena è vuota, malinconica, consumata da un tempo che non è definito, e per questo può ripetersi guardando indifferentemente al passato e al futuro….mentre tutt’intorno è silenzio….

Direi quasi un silenzio “sacro”, anche da parte di un pubblico diverso, forse già preparato alla creatività del giovane Circelli, che a Carpi si è fatto conoscere, poco a poco, scambiando continuamente gli abiti della realtà quotidiana, i mestieri per sopravvivere, con quelli di una scena che scuote l’anima e mette a nudo anch’essa una realtà, che ancora si preferisce ignorare, o vivere da osservatori, subendo le conseguenze della rinuncia ad essere tutti e ciascuno, i veri protagonisti della scena di una vita, che è divenire e non staticità, morte sociale, apatia, o crudeltà di chi come noi giorno dopo giorno, dietro le quinte di un teatro, si consegna al proprio nemico, cui cede una ricchezza che è tale finchè abiterà nella sua casa naturale da cui si originò, imprimendo nel cuore e nella mente l’identità di ciascun essere umano sulla terra, una sola identità, non cedibile, non vendibile, benché sia fusibile per affinità, con un solo altro colore dell’elica incrociata che sigilla il Dna di un amore prestabilito.
Giovanni Circelli è un esempio di quell’arte che parte dal cuore di un vissuto personale, un’arte che sboccia all’improvviso e vuole esprimersi in un linguaggio adatto e comprensibile da tutti, da ciascun essere umano al di là del colore della pelle, oltre i confini dello scibile, senza i limiti dell’imparare da un copione già pronto, se non quello stampato dalla vita stessa sulle rughe di un volto senza età, nascoste dalla vernice bianca dell’attore, come un velo steso per pudore sull’intimità pur intuibile da chiunque si riconosca nella vicenda umana comune a tutti.
I sordi, i muti, perfino gli occhi che accendono le luci nella mente dei non vedenti, tutti, proprio tutti, possono riflettersi con coraggio e speranza allo stesso tempo, in quei pezzi di vita di un artista di strada, che sceglie la strada come madre adottiva dove già sa che troverà sempre qualcuno pronto per un piatto caldo, una sedia per riposare, un abito usato per cambiarsi di tanto in tanto, e confondersi tra migliaia di marionette costrette, come noi spettatori, a muoversi obbedienti al comando dell’invisibile Burattinaio della vita.

Ma il Mimo è libero, non ha padroni né visibili né nascosti, egli obbedisce e va dove lo portano i sogni, i ricordi, le speranze, sempre accompagnato dalla fedeltà di una solitudine per quanto amara, pur sempre amica e confidente, come l’ombra di se stesso che si riflette nel suo peregrinare di sentimenti veri o virtuali, come l’ombra che ingigantisce le nostre sembianze, ricordandoci che nessuno di noi è illusione, ma siamo pur fatti di anima e corpo, sentiamo il freddo come il caldo, distinguiamo la notte dal giorno, riconosciamo i volti che sfilano sulla passerella della nostra vita, siamo e saremo sempre, nella buona e nella cattiva sorte esseri pensanti…capaci di piangere… ma anche di sorridere accettando come dono la condizione umana che il fato ha prestabilito per la parte che reciteremo durante la nostra sosta terrena……

E il pensiero corre alla genialità che ispirò Benigni, nel capolavoro cinematografico là dove la realtà della guerra, del razzismo, divennero agli occhi dell’amato figlioletto, un gioco, un gioco al quale avrebbero potuto partecipare solo i più fortunati, per vincere alla fine, il premio di una tragedia come l’Oscar meritato da chi convinto di recitare, aveva raccontato la sua pur triste, drammatica e autentica storia.

Pensare al futuro artistico di Giovanni Circelli sarebbe quasi dissacrare anticipandolo un vissuto dal quale si genererà l’arte di un semplice e complesso linguaggio, fatto di gesti e di religioso silenzio.

Auguri Gianni e…. buona fortuna..!

I RAGAZZI DI CASAL DEL MARMO DOVE SI PENSA CHE LA VITA DEBBA CESSARE, FORSE E' POSSIBILE TROVARE UNA VITA NASCOSTA NELL'ANIMO DEI MENO FORTUNATI, QUELLI IN CUI NON E' STATA CONCESSA LA POSSIBILITA' DI ESPRIMERE QUANTO PURE SENTONO NEL CUORE IN CERCA DI AMORE.
Abbiamo visitato il Carcere minori a Casal del Marmo per capire se ancora esisteva il linguaggio carcerario e l'uso del tatuaggio, pensava mo di trovare una realtà da riformatorio; ma fortunatamente non è cosi.
L'idea di trovare "mini killer" e piccoli "Al Capone" era frutto della nostra disinformazione.
Casal del Marmo non é un redusorio punitivo, ma rieducativo.
E' immerso in una zona verde della città con all'interno viali alberati in cui è gradevole passeggiare. La sensazione è quella di vivere in campagna.
Accompagnate da una educatrice (figura importante per i ragazzi) abbiamo visitato le strutture utili per la rieducazione e l'insegnamento di attività artigianali e artistiche.
Rispetto al carcere minorile di 20 anni fa oggi i ragazzi possono scegliere di fare esperienze costruttive: sport, lavoro del cuoio, della ceramica, serigrafia, pelletteria, tessitura.
Possono fare teatro e scrivere sul loro giornalino, ma soprattutto imparare a comunicare in modo diverso rispetto alle loro abitudini.
I ragazzi vengono arrestati perché hanno commesso reati punibili dalla legge, ma ascoltandoli è facile capire che hanno alle spalle situazioni difficili, di abbandono, di violenza fisica e psicologica, di sfruttamento e soprattutto provengono da ambienti in cui regna la microcriminalità, in cui sono sfruttati per contrabbandare sigarette, rubare e prostituirsi.
Alcuni ragazzi da noi intervistati hanno alle spalle omicidi o tentaci omicidi, pertanto il compito degli educatori non e' certo dei più facili.
Il difficile è ricominciare da zero per "ristrutturare" la mente del ragazzo e ridargli la speranza che nulla é perso e che si puo ricominciare attraverso altri valori, lontani dalla violenza.
I ragazzi che discutevano insieme a noi erano cresciuti con la legge della strada.
La maggior parte provenivano da famiglie disgregate ed avevano subito ogni genere di privazioni, dall'affetto alla assistenza.
Solitamente nei loro ambienti le istituzioni sono assenti, lasciando il posto alla malavita organizzata che dà loro " lavoro" e la possibilità di avere sempre molto denaro, anche a rischio della galera.
Non è facile spiegare loro che si puo vivere anche senza la droga, quando questa è una realtà con cui convivono. Casal del Marmo è strutturato in modo da dare loro speranza per un futuro, ma l'handicap è dopo, quando escono.
Pur avendo recepito la possibilità' di vivere diversamente, si ritrovano nel solito ambiente, con la solita gente e con le istituzioni ancora assenti, che non offrono un reinserimento attraverso il lavoro.
Oggi il carcere ospita sessanta ragazzi, metà nomadi e metà italiani.
Nessuno di loro ha fatto più della quinta elementare.
Possono studiare se lo desiderano, sia all'interno che all'estemo della struttura, ma dalla nostra ricerca è emerso che raramente arrivano alla terza media. Alcuni ragazzi intervistati hanno confessato che vivere facendo un lavoro che rende mille euro al mese non è la loro aspirazione maggiore, preferiscono rubare per avere dieci volte di più
. Con questa politica spicciola è facile lasciare spazio alla malavita che si sostituisce all'ufficio di collocamento, alla scuola, alla famiglia e allo Stato ( che dovrebbe tutelarli e non li tutela).
E' sconvolgente pensare che non li spaventa l'idea di finire in carcere.
Abbiamo guardato i loro volti con attenzione. Alcuni avevano una faccia d'angelo, tenera, altri sicuramente indurita dalle esperienze della strada.
Con gli annl anche il detenuto del carcere minorile è cambiato, molto è dovuto alla presenza di ragazzi stranieri nordafricani e rom.
I nomadi è noto che non spacciano droga e non si prostituiscono, ma rubano negli appartamenti, borseggiano nelle strade o sugli autobus. Questi sono i reati per cui vengono arrestati.
La struttura di Casal del Marmo mette in crisi la cultura dei Rom proprio perché messa a contatto con altre culture.
Le ragazze Rom cominciano a "scoprire" il loro corpo anche attraverso le visite ginecologiche in quanto alcune sono sposate ed hanno figli.
Il carcere consente loro, se lo desiderano, di tenere i bambini all'interno della struttura. Scoprono l'acqua calda, la doccia, i termosifoni, il bidet (alcune lo usavano per defecare perché non ne conoscevano l'uso).
Scoprono anche la scuola, lo sport, il teatro, le gonne corte, il cinema e sopratutto il dialogo con ragazzi diversi da loro.
Non c'è alcuna forma di razzismo tra i ragazzi; sicuramente litigano ma non per differenza di razza. Le ragazze Rom sono divise tra cristiane e musulmane. Le prime sono specializzate in furti d'appartamento, le altre nel borseggio.
Vengono addestrate al crimine da piccole e sono costrette a sposarsi giovanissime dopo essere state vendute dai genitori al miglior offerente.
Da un racconto di un responsabile è emersa la storia di Gloria: una bella ragazza Rom che giovanissima si è ritrovata nel suo letto, una notte, un uomo molto più anziano di lei che l'aveva comprata per ottanta milioni. Unico commento della ragazza fu: "Che schifo!"

PRIMO GIORNO A CASAL DEL MARMO

L'inter che deve seguire un ragazzo appena entrato nel carcere minorile è passare all'ufficio matricola per le formalità, poi, all'educatore che lo seguirà in tutte le sue esigenze sia con la magistratura che con la famiglia, in seguito alla visita medica. Viene assegnato ad un reparto, e da quel momento le sue giornate sono regolate da orari che deve obbligatoriamente rispettare.La mattina sistema la cella, fa colazione e poi comincia a svolgere le attività scelte. Visitando la falegnameria abbiamo scoperto dei veri geni: creano modelli di aerei, barche, restaurano mobile. Farli lavorare è mettere in luce le loro capacità. Alcuni sono bravissimi, con una incredibile manualità. Bisogna dire che gli adetti alla falegnameria sono degli ottimi insegnati, capaci di capire le loro problematiche e stabile in buon rapporto amichevole. Abbiamo parlato con i ragazzi mentre lavoravano. Sono molto cordiali. Ci hanno raccontato le loro storie, le loro "brutte esperienze". Altrettanto abbiamo trovato nel laboratorio del cuoio e della ceramica. Qui realizzano borse, cinte, maschere, vasi per sè e per farne dono ai familiari. Molti di questi lavori artigianali meriterebbero la commercializzazione che a volte avviene, ma non per retribuire i ragazzi; con il ricavato vengono comprati i materiali da utilizzare per i lavori. Forse, il dar loro la possibilità di vendere ciò che creano potrebbe essere un incentivo per far capire quanto si può guadagnare da attività artigianali, ma sopratutto oneste. Difficile è insegnare ai ragazzi l'uso del computer, perchè purtroppo sanno a mala pena a leggere e a scrivere. I ragazzi risentono sicuramente dalla mancanza affettiva della famiglia. Possono vedere i genitori una volta a settimana più due giorni premio se hanno avuto una buona condotta. Non sono mai puniti in maniera severa, anche se commettono gravi irregolarità. Viene loro impedito di uscire dalla cella e di partecipare alle attività. Il minorile oggi è una realtà diversa dal riformatorio. I programmi interni sono finalizzati al recupero dei ragazzi. Una sola cosa è rimasta: il tatuaggio. Questo antichissimo sistema di "marchiare" la propria pelle in modo indelebile, ancora si tramanda. I ragazzi creano da aoli l'apparecchio per tatuarsi. Per imprimere il disegno bastano tre aghi, china e detersivo. E' un sistema pericoloso, con un canale di contagio in quanto non hanno la possibilità di sterilizzare gli aghi e il marchingegno. Se "pizzicati" vengono naturalmente puniti.

Oltre agli educatori, chi conosce bene i ragazzi sono gli agenti. Conoscono le loro abitudini e sanno been qual'è il linguaggio più sciolto per parlare a loro. Un tempo il linguaggio era criptico per nascondere messaggi precisi. Con gli anni alcune parole hanno assunto un significato diverso, mentre è ancora vivo il linguaggio dialettale. Un tempo, ad esempio, la "fibia" era una notizia da portare ad un altro detenuto senza che "le infami" guardie potessero capire; oggi invece è un avvertimento per le punizioni in arrivo ("Occhio, arriva la fibia!!").

La giornata dei ragazzi è scandita da orari. Se ciò continuasse anche fuori dal carcere, il recupero potrebbe essere completo o quasi. Purtroppo non è così!. Molti, una volta usciti, ricadono negli errori commessi e vengono nuovamente arrestati continuando in altre carceri un triste cammino.

Sabato 9 Agosto 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

Nostro servizio - Lunedì 31 Agosto 2009

ROMA…. NEL CONDOMINIO DI VIA CASSIA N. (omissis)…
TANTI ANIMALISTI… MA ANCHE TANTI“DISUMANI”…?
...UNA STORIA CHE SA DEL GROTTESCO SE SOLO CI SI RICORDA DI ESSERE NEL TERZO MILLENNIO…
PER QUESTO ABBIAMO DECISO DI RENDERE PUBBLICO QUANTO SI SPERA INDUCA IN PERSONE CHE SI RITENGONO “CIVILI” IL RISPETTO DOVUTO AI DISABILI…
La signora Giuditta (nome convenzionale ma significativo come colei che tagliò la testa ad Oloferne) da pochi giorni abita nell’elegante condominio di via Cassia al numero civico (omissis).

A dire il vero, la scorsa settimana, durante il trasloco, aveva avuto un primo e più che indicativo approccio con l’educazione dei coinquilini, quando entrando nel garage, parcheggiava in prossimità dell’ascensore, in quanto disabile di tipo motorio per arti inferiori.

In quell’occasione, le si era avvicinato un tizio che lavorava nella cantina, il quale, senza nemmeno presentarsi, con il dito indice a mò di avvertimento, le dice: “Qui lei non può parcheggiare, deve spostare la macchina subito…”

La signora Giuditta, sconcertata dal tono ineducato dell’anonimo signore, rispondeva di essere la nuova condomina e spiegava che è disabile…”

L’ ”eroe di turno” non sente ragioni, e la signora onde evitare che il figlio da cui era accompagnata rispondesse ai toni provocatori, portava l’auto fuori.

L’episodio la fa riflettere, anche perchè quando ha deciso di venire ad abitare in questo condominio, era rimasta colpita da come l’intera area condominiale era ben curata, le aiuole perfette, insomma un impatto dal quale Giuditta aveva dedotto che seppure il merito era del custode che se ne curava, sicuramente dovevano abitarci persone civili.

E comunque si riprometteva di censurare il fatto alla prima Assemblea.

E sono giunti così i giorni del trasloco, un disagio per tutti, ma correttamente la signora Giuditta aveva affisso un biglietto al portone d’ingresso scusandosi con i condomini.

Il giorno stesso che Giuditta si è trasferita in pianta stabile nella sua nuova casa, si vede presentare un uomo, l’amministratore del condominio, il signor Giuseppe Lecca.
La signora pensa che sia lì per darle il benvenuto, e invece costui le rappresenta una serie di lamentele espresse da non meglio precisati condomini.

La prima, riguarda il parcheggio della macchina della signora nel posto auto all’aperto riservato agli “handicappati in transito” e non ad una “handicappata” residente.
Salvati cielo!

Giuditta guarda fisso negli occhi l’Amministratore, poi esplode: “ Lei di fronte a me la parola handicappato non la sua, ha capito? Esiste la parola disabile… non le consento di esprimersi scorrettamente.. “ . Lui risponde: “ Se è per questo possiamo chiamarli “diversamente abili… come lei preferisce…”.

E poi spiega che il posto auto occupato dalla signora, è riservato ad eventuali ospiti handicappati (insiste sul termine e la signora lo corregge), i quali possono fermarsi lì solo per scendere dall’auto e poi la stessa auto deve essere immediatamente spostata.
Giuditta gli scoppia a ridere in faccia, anche perché non sa immaginare visivamente la scena di un disabile che va a trovare qualcuno, scende dalla propria auto parcheggiata nell’apposito spazio, e poi la sposta contestualmente.

E nel caso fosse accompagnato, il disabile scende, e l’accompagnatore va a parcheggiare altrove l’auto.
Ma in tal caso, il disabile può scendere comunque il più vicino possibile alla rampa, dato che la sosta è brevissima e non richiede necessariamente un parcheggio, come al contrario è necessario al disabile residente.

L’Amministratore replica che il regolamento è questo, e la signora Giuditta gli ribadisce che lei non intende spostare la sua auto, anzi le dice che se subirà qualche dispetto, dato che lei è una giornalista investigativa sotto scorta, saprà a chi rivolgersi.

Il clima è teso, ma Giuditta è sul piede di guerra e approfitta della circostanza per far presente all’Amministratore che nel condominio ci sono caldaie non a norma, e aggiunge anche che nei garage accedono persone che non hanno titolo, in quanto non possiedono alcun box, ma sfruttano l’accesso per scaricare pacchi e spesa vicino all’ascensore….
Loro che certo non sono disabili!
Che vergogna!

Poi ci sono le lamentele di chi ha osato calunniare la signora accusando i traslocatori di aver recato danni all’ascensore.
Ma con Giuditta le menzogne non reggono e l’Amministratore stesso, di persona avendo verificato, ha dovuto ammettere che in effetti l’ascensore era nello stesso stato precedente l’arrivo del “ciclone Giuditta”.

Ma c’è di più…

L’Amministratore, in una successiva telefonata ricevuta dalla signora Giuditta, dice di aver notato che la stessa ha stretto rapporti di amicizia molto velocemente con i vicini di pianerottolo…. “sa, magari poi finisce che si litiga e non ci si guarda più nemmeno in faccia…”.

L’ingerenza è del tutto sgradevole, anche perché Giuditta sa bene a quale situazione conflittuale allude l’Amministratore, dato che la sua vicina le ha raccontato del rapporto di amicizia interrotto con la signora del piano di sotto… proprio quella che è stata l’emissaria dei reclami contro Giuditta tanto da chiamare l’Amministratore.

In ogni caso, la signora Giuditta liquida così il “buon padre di famiglia”: “Caro signore, da questo momento in poi, qualunque cosa lei abbia da comunicarmi, mi invierà una raccomandata con ricevuta di ritorno, io di quanto mi viene detto a voce, non ne tengo conto. A mia volta, pubblicherò in internet certi comportamenti di malcostume…”

I giorni passano, e Giuditta sente conversazioni tra condomini che parlano tra di loro e ce l’hanno con lei, ma si fa anche un’idea del livello di certa gente, dato che qualcuno senza ritegno, urla al telefono cellulare : “Tu mi devi dire se stanotte con tua moglie c’hai scopato e che c’hai fatto…” …
Insomma l’amante infuriata e gelosa di una moglie tradita….
Ridere o piangere?
E chi avrebbe mai pensato che i giardini tenuti tanto bene nascondessero realtà così volgari….
Intanto Giuditta, grande esperta di informatica, riesce a vedere che dagli indirizzi IP di questo condominio, molti si affannano a fare ricerche su di lei, su chi sia, e qualcuno le dice che c’è pure chi la considera una in modo distorto rispetto alla sua professionalità…

Certo è che di immondizia in internet ve ne è a più non posso, e chiunque sia un personaggio pubblico viene dato in pasto alle "bestialità" della rete... Basterebbe fare una ricerca sui cantanti napoletani tacciati di Camorra…
Dobbiamo crederci?
O magari indagare davvero su chi lavora per Sanremo, il grande festival della canzone, ma anche qualcos’altro… In fondo tra Sanremo, San Gennaro e Santa Rosalia i patti eterni non sono mai cessati… e magari una persona onesta, senza saperlo, lavora per una star del calibro di Tony Renis... Già, ma che c’entra col condominio di via Cassia numero (omissis)?
Dobbiamo rispettare la privacy…

E mica è finita qui…
Perché in questo condominio, sembra ci sia gente appassionata di armi… non si sa quante ne ha in casa, e speriamo siano tutte registrate, tuttavia dato il clima di nervosismo, e dati i toni provocatori, sarà bene che Giuditta faccia presente questo aspetto a chi di dovere, in fondo lei ha già subito quattro attentati per la sua attività di giornalista di inchiesta… e fare la fine di Ilaria Alpi invece che in Missione, nel condominio dove abita, è un rischio che non vuole proprio correre…

Nel condominio vive una colonia di gatti… tutti sterilizzati… oggetto in passato di diatribe pesanti…
Giuditta non è un’animalista, ma fino ad ora i gatti non l’hanno disturbata… il problema se lo porrà solo e se, in seguito, questa presenza felina recherà eventuale disagio alla propria vita quotidiana, sul piano dell’igiene od altro.

Emerge violenta la contraddizione tra tanto amore per gli animali e tanto poco rispetto per un disabile residente…

Ma Giuditta è convinta di vincere la sua battaglia, anche perché in termini di maggioranza di voti, conta molto sulla carità cristiana delle Suore che in questo condominio sono proprietarie di una intera palazzina…
A meno che anche Santa Madre Chiesa non voglia venir meno all’insegnamento evangelico…

Nel frattempo Giuditta la sua auto la lascia dove meglio crede, anche perché ha notato una stranezza.
Infatti tra il famoso posto per “disabili in transito” e il successivo parcheggio, vi sono delle strisce trasversali che dovrebbero rendere più facile al disabile le manovre per scendere e salire dall’auto, oltre che per la sosta di una eventuale ambulanza.
Ma guardate caso, quelli che reclamano contro il disabile, parcheggiano le proprie auto su quelle strisce, e il disabile, ammettiamo che stia su una sedia a rotelle, non potrebbe nemmeno muoversi….

Ecco dunque che contraddizioni tanto pesanti, inducono il ragionevole dubbio, che la lotta non è per il posto auto, ma la lotta è per la presenza di un disabile residente… specie se questo è un giornalista abituato a smascherare certe realtà.

Infatti, sembra che un’altra condomina, a suo dire anche lei disabile in minima parte e comunque non per disagi motori agli inferiori, abbia parcheggiato la sua auto in quell’ambito posto per una decina d’anni… Sarà questo il motivo di una “repicca”? Quanto c’è di vero in tutto ciò?

Lo sapremo, anche perché i controlli necessari non mancheranno.

Infatti la questione delle caldaie non a norma, dovrà essere risolta, e i motivi sono tutti gravi.

Qualcuno ha pensato di chiudere la caldaia posta sul balcone, costruendo un muretto di cemento e poi mettendo un infisso per accedervi.
Una situazione del genere è pericolosa, perché le caldaie, benché brutte da vedersi, devono stare all’aria aperta e tutti conosciamo quanti episodi di esplosioni di intere palazzine si sono verificati proprio a causa di certi abusi.

Vi sono poi altre violazioni connesse.

Un lavoro del genere modifica di fatto il prospetto della palazzina, interferendo di conseguenza sul valore dell’immobile, e richiede in ogni caso il parere favorevole della Commissione Edilizia di competenza con la relativa Dia.

Va da se, che costruire un muretto, al di là di ciò che contiene, e chiuderlo con un infisso, equivale a costruire un vano in più, in quanto non si tratta di materiale mobile né riconducibile ad un prefabbricato.

E dunque l’Amministratore dovrà, prima di turbare la serenità di chi definisce “handicappati” occuparsi di problemi assai più seri, e procurarsi copia di tutte le eventuali concessioni di cui devono essere in possesso coloro che hanno chiuso le caldaie nel modo sopra descritto, e relazionare i condomini, nell’ambito dei doveri-poteri del ruolo di Amministratore, onde non incorrere egli stesso in sanzioni.

Già, qualcuno potrebbe chiedersi se l’Amministratore era al corrente o no. Presumibilmente si, dato che queste caldaie la signora Giuditta le ha potute fotografare dall’esterno appena se ne è accorta…
Anche perché nessuno glielo avrebbe mai detto.

Certo la signora Giuditta è sconcertata … e pensare che aveva in programma di invitare tutti i coinquilini, nella sua splendida casa, magari senza gatti , per avviare un rapporto di buon vicinato, all’insegna del rispetto e di quelle buone maniere compreso il corretto linguaggio che farebbe onore a tutti….

Tutti quelli che prima ancora dei codici e delle normative, osservano nella vita le regole del codice morale….

Giù le mani dai disabili…. Chiunque essi siano e dovunque sostino….