Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............
di Gabriella Pasquali Carlizzi - Venerdì 27 Maggio 2008

DELITTO COGNE
UN DOCUMENTO SCONCERTANTE...
IN ESCLUSIVA PROPONIAMO AI LETTORI UN DOCUMENTO SCONCERTANTE AL PUNTO DA SCATENARE ALL’EPOCA DEI FATTI SINGOLARI DI CUI FU PROTAGONISTA GANRIELLA CARLIZZI, L’IRA DELL’AVVOCATO TAORMINA, CHE “MINACCIO’” DI FAR CHIUDERE LA TESTATA DEL GIORNALE, SE AVESSERO PUBBLICATO QUANTO DISSE STEFANO LORENZI SENZA SAPERE DI ESSERE INTERCETTATO IN ATTI DI UNA DIVERSA INCHIESTA....L’INCONTRO AVVENNE ALL’HOTEL PARCO DI MONTEACUTO IL 16/03/2002....
COGNE: UN DELITTO ANNUNCIATO

E’ d’obbligo fare una premessa, anche per comprendere in seguito i punti oscuri che possono determinare in un soggetto apparentemente sano, deliiti inspiegabili, privi di movente da parte di chi li commette, deltti efferati che vengono indotti a distanza, mediante tecniche sofisticate tali da esercitare su chi ne è ignaro, ciò che si chiama “il controllo delle menti”, fino a detreminare un impulso omicidiario, che szeppure presenta le caratteristiche del raptus di follia, da un punto di vista scientifico lo si può definire un impulso scatenato da ipnosi a distanza.

No, non stiamo parlando di fantascienza, ma come risulta da una casistitica di ricerca approfondita in una sfera pressochè sconosciuta e che Gabriella Carlizzi analizza da anni, la maggior parte di delitti inspiegabili, nel loro movente vanno ricercati all’interno di un settore che si avvale del potenziamento dei poteri della mente con strumenti esoterici, e di esercitazioni atraverso somministrazioni di test illegali su personaggi che mostrano particolare recettività come rice-trasmittenti, da un polo all’altro, da una sfera cerebrale a quella di un altro, stabilendo un campo magnetico sulla cui griglia scorrono onde munite del “comando” da eseguire.
Ed ecco che il soggetto ricevente da sfogo a quella che poi, quando lo confessano, definisce “una forza superiore e interna cui non ho potuto resistere, un forza che mi comandava di uccidere..”
Il discorso sarebbe assi più ampio e sicuramente sarà sviluppato sulle pagine di questo sito, ma anche con alcne pubblcazini che editerà la nostra Casa Editrice Mond&editori srl, tuttavia questa breve premessa, nell’affrontare il caso del delitto di Cogne, caso a nostro avviso destinato ad essere ridiscusso, è d’obbligo per quanto svelai, io stessa, ad un Magistrato ben dieci giorni prima di tanto orrore, a Perugia, dopo due giorni durante i quali avevo spiegato il terribile fenomeno che si manifestava nei più svariati ambiti della criminalità avvalendosi di codici segreti e criptati nei massmadia, o in altri veicoli universali. Nel salutarci, dopo due giorni di interrogatorio, l’Inquirente mi chiese: “Signora Carlizzi, secondo la sua decriptazione, cosa dobbiamo attenderci a breve, da questa “organizzazione” che sembra avere una base operativa su un altro pianeta?”
Ed io: “Dottore, in realtà l’organizzazione ha aperto in tutto il mondo ben 49 scuole di altissimo livello, la cui finalità è appunto il controllo delle menti a distanza tra soggetti diversi. In ogni caso, posso dirle che nei prossimi giorni, sarà ucciso un bambino, maschio, al di sotto dei cinque anni e che attualmente vive in un posto che simbolicamente chiamano il “Paradiso”...Questo bambino ha un nome biblico...”
E il Magistrato, in presenza di due dei suoi uomini della PG, incalzò:” E perchè dovrebbero uccidere questo bambino?” Risposi: “Il movente non sarà nella mano di chi eseguirà il delitto, bensì sarà un’offerta sacrificale che lorganizzazione “offrirà” ad una divinità esoterica , non satanica, per avere protezioni giudiziarie nell’ambito di un’inchiesta che è sotto i riflettori di tutto il mondo, e che vede quali responsabili e pluriomicidi un gruppo di insospettabili, personaggi noti nel campo della cultura, dell’arte, della scienza ma che tutti hanno in comune un vissuto di devianze a livello mentale e sessuale”.
Trascorsero pochi giorni, e la voce del Magistrato al telefono, era tremante, inorridita.... “Signora Cralizzi, si è verificato quel delitto di cui lei mi anticipò, ricorda? La vittima è tale e quale a come lei me la descrisse, compreso il nome biblico, Samuele.... e lei sa, chi era Samuele nella Bibbia vero?”
“No dottore, in questo momento non mi sovviene...”
“Era proprio un Giudice..... Lei mi disse che questo delitto sarebbe servito quale offerta per evitare guai giudiziari, se ben ricordo..”
“Esattamente dottore. Ora mi faccia decriptare il codice, poi fornirò a lei o ai Magistrati di Aosta informazioni che si riveleranno utili...”.
Ed effettivamente iniziò tra me e alcuni “addetti ai lavori” un fitto scambio di telefonate e di fax i cui elementi conducevano fin dall’inizio ad individuare come “ignara manovalanza” del delitto Anna Maria Franzoni, ma anche chi intorno a lei, si era consapevolmente reso complice, e che lei ha sempre “coperto”... almeno fino ad ora.
Evidentemente dovevo entrare anche in questo ennesimo caso giudiziario, così come per tanti altri, senza che dipendesse da un mio preciso interesse, ma tutto avveniva ai iei occhi come casuale.
Tutti sanno che in quel periodo la grande stampa parlava di me, quale “supertestimone” nell’inchiesta sul cosiddetto “Mostro di Firenze” inchiesta che all’epoca aveva sposato in pieno la pista per così dire esoterica.
E fu in tale ambito, che d’accordo con gli inquirenti, dovetti prestarmi ad una “trappola” accettando di partecipare ad un incontro e ad un pranzo un pranzo, persso il Park Hotel di Monetacuto, ove avrei incontrato un “testimone ex Sismi” e i suoi due difensori, l’avvocato Bezicheri del Foro di Bologna e l’avvocato Roversi.
Naturalmente gli uomini del Gides, coordinati dal dottor Giuttari e da me avvertiti il giorno prima, avevano provveduto a predisporre ogni strumento investigativo capace di documentare l’incontro, ma anche il seguito di quella giornata che non dimenticherò mai.
Infatti , non appena il “testimone ex Sismi” si congedò, i due avvocati mi pregarono di restare in quanto avevano predisposto un ulteriore incontro, con due persone che pur essendo sotto i riflettori di tutto il mondo, nessun organo nè della carta stampata nè delle televisoni erano riusciti ad avvicinare, e chi si spinse un pò di più, finì all’ospedale e con la macchina fotografica a pezzi, per come reagì uno dei diretti interessati, considerato nella zona un vero e proprio “boss”.
Fu così che mi trovai davanti Stefano Lorenzi e suo suocero.
Mi venne istintivo abbracciare Stefano, mentre salutai con una gelida stretta di mano il padre di Anna Maria.
Era proprio il giorno in cui in quelle stesse ore si stava svolgendo il primo interrogatorio in carcere della mamma di Samuele, assistita all’epoca ancora dall’avvocato Grosso.
I due avvocati, introdussero il discorso, con il pieno disappunto che non mancai successivamente di rimarcare in privato, giustificando che avevano ritenuto di presentarmi a Lorenzi e Franzoni, in quanto io ero per conto del loro studio legale, una delle più quotate esperte in indagini difensive per la specificità relativa a crimini con caratteristiche di magia, esoterismo, satanismo e quanto, a loro avviso, avrebbe dovuto essere l’unica strategia per sollevare Anna Maria da una imputazione di omicidio di primo grado o quanto comunque l’avrebbe portata verso una sentenza di condanna all’ergastolo.
A questo punto, preferisco ripercorrere quell’incontro attraverso quanto fu riportato dal quotidiano “Il Giornale D’Italia” a cura di Maria Antonietta Spadorcia, alla quale consegnai le registrazioni di quanto fu detto in quell’occasione, registrazioni documentate dagli stessi strumenti che il dottor Giuttari aveva fatto predisporre per l’incontro con il “testimone –ex Sismi”, e che pertanto restarono lì come intercettazioni ambientali finchè io non me ne andai, per poi essere riprese dagli “addetti ai lavori” della Polizia Giudiziaria.
Sul “Il Giornale D’Italia” di lunedì 16 Settembre, in prima pagina comparve un servizio che scosse l’intera pubblica opinione, oltre che la fribonda ira dell’Avvocato Taormina, smentito poi dal suo stesso collega e collaboratore.

Ecco l’articolo :

DELITTO DI COGNE: PUBBLICHIAMO TUTTI I RETROSCENA DI UN INCONTRO
TENUTO FINORA SEGRETO

UNA DOMANDA PESANTE COME IL PIOMBO


STEFANO LORENZI CHIESE: “POTREBBE ESSERE STATA ANCHE ANNA MARIA?”


Un incontro segreto tra il marito e il padre di Anna Maria Franzoni, la mamma del piccolo Samuele ucciso a Cogne il 30 gennaio scorso, due avvocati e una studiosa di esoterismo.

Ricostruito con documenti scritti ed audio ciò che avvenne il 16 marzo all’Hotel Parco di Pianoro.

Era il giorno del primo interrogatorio in carcere della donna. L’inchiesta, anticipata da un’Agenzia di Stampa, è stata definita dall’Avvocato Taormina, difensore della Franzoni, opera di “sciacallaggio”, prima ancora della ubblicazione. Ma il legale di Lorenzi, Francesco Maisano, ha confermato l’incontro.

Dalla pagina 2 del “Il Giornale D’Italia del 15 Settembre 2002


INCHIESTA ESCLUSIVA: A COGNE SI FA STRADA LA PISTA SATANICA


RETROSCENA

DI UN INCONTRO

SEGRETO


L’ISTINTIVA REAZIONE DI STEFANO LORENZI: ”POTREBBE ESSERE STATA ANCHE

ANNA MARIA?”

A CURA DI MARIA ANTONIETTA SPADORCIA

Ci sono due storie che si sono incontrate per un attimo. Uno solo. Si sono incontrate il 16 Marzo scorso all’Hotel Parco di Pianoro. Perchè ne parliamo oggi a distanza di tempo? Per dovere di cronaca, per contribuire a far luce su un fatto di rilevanza nazionale. Nulla viene sbandierato a caso. Quello che ora racconteremo è la cronaca di un fatto che parla ancora di Cogne e dell’omicidio del piccolo Samuele. Ma prima è necessaria una premessa.

GIANFRANCO MANDELLI
E I “REPERTI”
SUL MOSTRO DI FIRENZE

Gabriella Carlizzi è nota alle cronache. E’ una di quelle donne che hanno una convinzione e la portano avanti fino in fondo. Tanto da mettere le mani e gli occhi su una setta satanica, che poi venne ricondotta, tra le altre piste, a quella del Mostro di Firenze. Mesi di indagini, collaborazioni con le Procure del centro Italia, registrazioni telefoniche e un incontro organizzato dall’avvocato Marcantonio Bezicheri e da un suo ex collega Giovanni Roversi.

Ex, perchè “per problemi con alcuni clienti”, come ci ha detto Bezicheri, fu radiato dall’albo e ora svolge il ruolo di “ragazzo di studio”. E da “bravo ragazzo” organizzò insieme al legale bolognese una sorta di meeting all’Htel Parco di Pianoro.

L’interlocutore importante era Gianfranco Mandelli, uomo chiave nell’inchiesta sul Mostro di Firenze. Il perchè di quell’incontro è in un fax che proprio Roversi spedì alla Carlizzi:

Con la presente sono a chiarire che l’avvocato Bezicheri ebbe a rivolgersi a lei, in quanto sollecitato dal Mandelli a reperire persona o Ente che potesse coadiuvarlo nel reperimento e acquisizione di reperti che, a detta dello stesso, sarebbero di essenziale importanza in alcune inchieste, ma che lo stesso dovrebbe recuperare all’estero in luogo sicuro e da lui soltanto conosciuto”.

Dunque l’incontro.

Tra i presenti, intorno ad un tavolo da pranzo imbandito c’era anche Checco Ruggeri, di professione panettiere, amico di Mandelli... e non solo di lui.

Questo racconto sarà pieno di perchè, ci scuserete, ma lo abbiamo ricostruito pezzo dopo pezzo e cerchiamo di renderlo il più chiaro possibile.

La domanda è: perchè la Carlizzi? Beh, nell’inchiesta sul Mostro di Firenze, la traccia esoterica, le setta di cui vi parliamo nel pezzo in basso, è stata frutto dei suoi studi su codici segreti. Tutto questo avveniva il 16 Marzo. Il delitto di Cogne si era consumato un mese e mezzo prima e il 14 la mamma di Sammy era stata arrestata.

STEFANO LORENZI
E GIORGIO FRANZONI
A COLLOQUIO

CON GABRIELLA CARLIZZI

Lo stesso giorno, nello stesso posto, l’avvocato Bezicheri e Giovanni Roversi, prepararono una “sorpresa” alla Carlizzi.

Lei lo racconta così: “ Verso le ore 17 circa, poichè si era concluso l’incontro con le altre persone di cui ho già riferito all’A.G. competente , l’avvocato Bezicheri e Roversi invitavano me e mio marito a trattenersi ancora in quanto io avrei dovuto incontrare altre persone. Con mio stupore venivano introdotti nella saletta riservata il signor Stefano Lorenzi e il signor Giorgio Franzoni”

Perchè? Era un momento difficile per la famiglia di Anna Maria: prima solo dubbi su di lei, poi ufficialmente indagata.

Non bastava il lavoro del difensore, bisognava seguire tutte le piste per arrivare alla verità.

E una di queste era quella satanica. Ad avvalorarla c’era un elemento raccontato proprio da Stefano: “ La sera prima dell’omicidio, davanti alla viletta di Cogne, lui e la moglie avevano notato delle gocce di sangue a forma di cerchio. Altro sangue era stato trovato in garage.

Una follia? Un altro fatto sconcertante era stato riferito dalla stessa Carlizzi una settimana prima del massacro di Sammy ad un Magistrato: “Ho trovato un altro codice. Uccideranno un bambino, al di sotto dei cinque anni, e con un nome biblico e vicino al Paradiso”.

E aveva aggiunto: “Lo scopo è quello di avere protezione dai guai giudiziari”.

In una lettura del fenomeno il nome Samuele non solo è biblico ma è anche quello di uno dei Giudici. Simbolismo a parte, Stefano e Giorgio, avevano voluto avere dalla signora delle spiegazioni su questi fenomeni.

E allora immaginiamola quella porta che si apriva, usciva Mandelli, usciva Ruggeri e si fermava. “Giorgio, che ci fai qui?”. Poi un lungo abbraccio tra i due.Checco, il panettiere di Monzuno, amico anche del papà di Anna Maria? “Verissimo”, ci dice oggi al telefono dopo un attimo di smarrimento. Ed eccolo Stefano, imbarazzato, un pò nervoso, così almeno lo descrive la Carlizzi. E poi Giorgio, l’uomo forte “scettico”, “ostile”, ( le impressioni le potrete leggere nella telefonata tra Gbariella Carlizzi e Giovanni Roversi del 20 Marzo, riportata nella scheda). Una lunga spiegazione, la teoria dell’ipnosi a distanza e Stefano che continuava a tormentarsi le mani: “Signora, sulla base della sua tesi, potrebbe davvero essere stato chiunque, anche Anna Maria?” .

Il quesito e la risposta secca: “Si”. Un attimo di smarrimento, altre domande, mentre continuava a prendere appunti su un blocchetto: “ Senza però esserne consapevole e senza essere pazza?”. Un’altra conferma. Si aprivano nuovi scenari. Stefano pensava, e poi:

E può succedere che un giorno ricordi tutto? Ma proprio tutto?”

Gabriella descrive così quel momento: “Si, rispondevo io, mentre a Stefano cominciavano a tremare le mani, tanto che io ho notato, guardandole, che non portava la fede nunziale”.

Altra spiegazione, la “materializzazione a distanza”, il “ponte psichico di controllo” che avrebbe potuto portare all’omicidio. Ma questo “ponte” si riferiva a “un’asse Bologna-Torino”. Questa la spiegazione della Carlizzi e Stefano ci pensava su: “ Di persone vicine a mia moglie di Torino c’è solo Ada, la psichiatra”.

Già, ma la Satragni che fine ha fatto?

LA TELEFONATA
CON GROSSO

Il 16 Marzo era anche il giorno del primo interrogatorio di Anna Maria in carcere. E l’avvocato Grosso chiamò Stefano. “ Quaranta minuti di telefonata – racconta Gabriella – lui con le spalle al muro, quasi accasciato su se stesso e continuava a ripetere: “Che ne sò delle letture di mia moglie?”. Poi parlano anche di lettere da firmare”.

Il resto è cronaca. L’unico commento di Lorenzi dopo la telefonata fu: “ Se l’è cavata benissimo, non ha avuto nemmeno una flessione di commozione”.

Ma Grosso sapeva di quell’incontro di Stefano con Bezicheri e la Carlizzi? Auspichiamo che Giudici Periti e Avvocati riescano a dare un volto all’assassino di Sammy.

Dalla pagina 4 del “Il Giornale D’Italia” del 15 Settembre 2002

LA TELEFONATA: DOPO L’INCONTRO LA CARLIZZI PARLA CON ROVERSI


LO SCONCERTO CORRE SUL FILO


Gabriella Carlizzi: "Quel giorno il cazziatone se lo prende pure... mi dovete mettere in una condizione...

Giovanni Roversi : Io... non prendere decisioni, io non so niente...

C: Aspetti un attimo... mi avete fatto trovare all'improvviso davanti Stefano e Giorgio Franzoni, tanto che io sono rimasta perchè avrei gradito... tanto ormai lei mi ha conosciuto come una persona schietta e... avrei gradito che almeno ni avesse avvertito. Mi sono trovata davanti a quei signori senza essere minimamente preparata ad incontrarli. Solamente qualche giorno prima avevo saputo telefonicamente dell'avv. Bezicheri che mi aveva detto : " Guarda che dopo che abbiamo finito questo incontro riservato, poi magari ci vediamo allo studio da me perchè mi ha telefonato la famiglia Lorenzi, però prima di assumere la difesa volevamo parlare un attimo con te". Questo io sapevo... invece di punto in bianco mi avete fatto incontrare con loro... e ho provato anche un certo imbarazzo nel senso che io mi ero davvero formalmente interessata al caso prima ancora addirittura che accadesse. E poteva esserci per esempio qualche incompatibilità perchè io non ho potuto dire loro in che termini ne sono interessata. Ma i risultati del codice scientifico cui facevo riferimento, danno risultati che hanno portato a delle risultanze che potrebbero la famiglia Lorenzi e Franzoni non essere d'accordo.

R: E comunque vede, io credo che ci sia una... veramente basilare.

C: Voi me lo dovevate dire.

R: ... anche l'avvocato Bezicheri mi sottolineava come la tesi manifestata sia poi la tesi che in gran parte affiora dal Vaticano, dal... come si chiama?

C: Dal Vaticano?

R: Sì, sì, sì. Perchè mi diceva che l'organo ufficiale di stampa del Vaticano ha già parlato due o tre volte di possibilità di...

C: ... ma questo io non lo so...... perchè io non conosco...

R.: L'Osservatore Romano...

C.: Non lo conosco

R.: ... ha già fatto due articoli sostenendo la possibilità di satanismo e cose così...

C.: Meno male che cominciano a ....

R. : Proprio ieri sera c'è stato un servizio, non mi ricordo dove, sul telegiornale, da qualche parte in cui si parlava dei vari esorcismi del Papa che sono stati gravissimi, eccettera, eccettera...

C.: Ma vede avvocato che è uscito fuori un particolare che nessuno sapeva, nemmeno i magistrati, credo. E' uscito il particolare circa le gocce di sangue. E' un particolare molto inquietante... ripeto, ero un pò frastronata perchè non mi aspettavo di incontrare Lorenzi e oltre tutto frastrornata lo sono stata per tutta la serata perchè, che cos'è successo? sulla via del ritorno mi ha raggiunto sul telefonino una giornalista di una grossa testata per dirmi: "Come mai tu non mi hai detto che hai incontrato i Lorenzi?"...

R.: La cosa strana è che anche a Bezicheri è arrivata una comunicazione di una giornalista: "Ma hai assunto l'incarico di Lorenzi?"... cosa che ...

C.: Ma io non ho ... che poi ero rimasta... certo che hanno voluto fare l'incontro riservato per il Mandelli, portare qui le persone che sono pedinate giorno e notte salla stampa...

R. : ma non è mai apparso il Mandelli ...

C. : ma io mi riferivo a Lorenzi... portare qui Lorenzi, dico, altro che riservatezza di incontro! I Lorenzi hanno tutta la stampa addosso, tanto che io dopo un'ora mi sono pentita... e non ho potuto negare le cose che avevamo già visto e probabilmente che avranno pure fotografato. Anche perchè a me mi conscono tutti, quindi questa cosa... mi hanno chiesto...gli avvocati Bezicheri e Roversi, probabilmente sono stati contattati... io non lo so ... mi sono trovata all'improvviso di fronte e certamente non lo immaginavo. Perchè era una qualche stampa a conoscenza che io prima che accadesse questa cosa me l'aspettavo con queste caratteristiche. E' formalizzato quindi... è con il magistrato e ci sono agli atti per quel che mi riguarda. Io sono entrata nel dettaglio tant'è che parlo di un punto di arrivo... lo dico consapevolmente. Ecco perchè dicevo: se me l'avesse detto prima io avrei esternato quello a cui sono arrivata attraverso il codice e voi avreste valutato se ci fossero delle incompatibilità tra il ruolo di un difensore o potenziale difensore... che deve vedere gli interessi e difende... e quello che.. .mi ha portato a determinate conclusioni... non so se mi sono spiegata.

R. : La cosa che per certo aspetto ci interessa... per prima cosa bisogna vedere come sono avvenuti fatti. Ora se queste cose sono avvenute sotto... non so... analizzerei in che modo sono avvenute.

C. : Non so se lei ha notato, lei è un attento osservatore, che le domande che mi rivolgeva Stefano Lorenzi erano impressionanti per quanto precise. Lei ne sarà accorto.

R. : Sì, certo

C. : ... ma quando siamo entrati nella fase in cui lui ha voluto sapere se il soggetto poi può ricordare all'improvviso, lei si è accorto che lui mi ha chiesto: "Ma proprio tutto ricorda?" E io istintivamente mi sono accorta...

R. : Ho coperto un pò di cose... un pò vagamente...

C. : Però ho notato che lui ha avvertito un pò di inquietudine, di paura, tanto che, questo te lo dico in confidenza, io mi sono accorta che gli tremavano un pò le mani. Aveva la penna con il blochetto e prendeva appunti... e poi guardandogli le mani perchè gli tremavano poi mi sono accorta, non porta la fede. Strano perchè loro si dichiarano una famiglia molto cattolica, molto ... avevo notato questo particolare che poi ho annotato nei miei appunti perchè per me queste cose ...

R. : Hanno la loro importanza ...

C. : Sì, hanno importanza. però lui, incalzava, a differenza del suocero che ...

R. : Sembrava ostile ...

C. : Scettico... il timore che non ha saputo ben nascondere Stefano forse perchè non era preparato all'affrontare quel tipo di discorso, il timore non era rivolto alla moglie. Era come se... la moglie nel ricordare tutto avrebbe potuto ricordare anche qualcosa che riguardava non solo la moglie... io ho percepito con esattezza questa cosa tanto che a un certo punto mi sono alzata, ho detto in fretta... e quindi è un caso che andrebbe affrontato in questi termini... Certo io mi sono convinta, ma non posso convincere gli altri... ognuno ha le sue convizioni... Sono convinta che si è trattato di un altro...

R. : Di un rituale ....

C. : Pensi che nella stessa settimana che chiamai questo magistrato di domenica e dissi chiamai subito i suoi colleghi a Cogne perchè i codici... oltretutto... lo scopo del prossimo delitto sarebbe stato uno scopo per avere protezione attraverso un sacrificio da guai giudiziari. E addirittura il procuratore con cui avevo parlato... per dirle quanta attenzione c'è a questo fenomeno del futuro del crimine, di questo ne sono convinta. Questo procuratore fu lui a dirmi: "Ma lo sa che mi sono andato a vedere sulle letture sacre la storia di Samuele ed era uno dei giudici?". Non mi stupisco procuratore... quando parlavo di parametri c'era anche il simbolismo, ma questo simbolismo è andato oltre le aspettative nel senso che non parliamo solo di nome biblico, ma parliamo di quel nome biblico che aveva la funzione di giudice e avevo detto, vedete che sarà fatto e dovrà corrispondere alla funzione di protezione dai guai giudiziari. Poi c'è tutta una dottrina che dovremmo parlare... di Bezicheri. Voglio solo dire di atti di letteratura, di casi particolari, sono 10 anni... ho un materiale enorme e posso sostenere delle tesi molto interessanti. Quantomeno molto interessanti. E infatti ieri sera ho avuto modo di parlare con XXX di XXXX e ... nessuno è riuscito a incontrare Stefano Lorenzi, mi ha detto: guardi che XXXX la richiama perchè lei ha incontrato Lorenzi, si rende conto? Lei dovrà venire a XXXX. In non ci vengo a XXXX... Questa cosa sta fibrillando e che ... all'inizio come una scorrettezza perchè mi dovete avvertire, però poi ho pensato, è stata anche un'imprudenza. Perchè se ci tenevate alla riservatezza dell'incontro con Mandelli...

R. : Ma Mandelli nessuno lo conosce...

C.: Ma lei non sa che Ruggeri è amico non so da quanti anni con Franzoni, col papà di Anna Maria

R.: Eh!

C. : E si sono riconosciuti lì, si sono abbracciati.

R. : ... faccio... per Bezicheri... poi ...

SENZA AVER LETTO QUESTO ARTICOLO HANNO DETTO ....

STEFANO LORENZI

"Mai ho avuto dubbi su mia moglie" : tramite il suo legale Francesco Antonio Maisano, Stefano Lorenzi smentisce l'anticipazione della nostra inchiesta. E oltre alla smentita il marito di Anna Maria Franzoni annuncia querele : "Procederemo ad azione legale diretta ed immediata - precisa l'avv.Maisano - nei confronti di tutti coloro che divulgheranno questa notizia da ritenersi assolutamente falsa e priva di fondamento. Il mio cliente non ha mai espresso dubbi del genere". All' avvocato Maisano Stefano Lorenzi ha comunque confermato quell'incontro del 16 Marzo : " Mi ha detto che fu una riunione brevissima che ebbe per oggetto la presunta pista satanica, a cui oggi non crediamo assolutamente più. Non stiamo dietro a farneticazioni anche perchè abbiamo le idee chiarissime".

AVVOCATO TAORMINA

"La follia e lo sciaccalaggio di organi di stampa, talvolta anche sperduti, non hanno limiti" : l'avvocato Carlo Taormina difensore di Anna Maria, replica, anticipatamente sulla nostra inchiesta, "Gli atti dell'inchiesta di Cogne - aggiunge Taormina - parlano con estrema chiarezza della solidarietà amorevole ed affettuosa che Stefano Lorenzi ha sempre riservato alla moglie nell'unico presupposto delle sua assoluta innocenza e dell'immensità del dolore dell'assasinio del loro figlio". Poi la conclusione: "Valuterò in tempi brevissimi la praticabilità di una richiesta di sequestro del quotidiano che ha anticipato la pubblicazione di un articolo su circostanze assolutamente inventate".

IL DIRETTORE RISPONDE A TAORMINA

Illustre prof. Taormina, comprendiamo il Suo dissapunto, come Lei comprenderà il nostro stupore per le Sue aggetivazioni riservate a IL GIORNALE D'ITALIA, organo di stampa che ha compiuto cento anni. Lei ha commentato prima di leggerci, noi scriveremo dopo averLa ascoltata all'imminente udienza del Tribunale del Riesame, certi che la Sua indiscussa professionalità darà un contributo rilevante per il trionfo della Giustizia. Esattamente come cerchiamo di fare noi quando esercitiamo il diritto di cronaca che, ci consenta, Lei non può permettersi di definire sciaccalaggio.

Il direttore


MISTERI D'ITALIA

Una setta satanica avvezza agli omicidi

NEL NOME DELLA ROSA

Per lei è il filo che collega i misteri d'Italia. Gabriella Carlizzi non si limita a parlare della schola esoterica di cui dopo tanto tempo ha rivelato il nome, ma la descrive, ne fa in fondo la vera protagonista del libro scritto a quattro mani con Pietro Licciardi : "Gli affari riservati del Mostro di Firenze". E altro che affari...

La chiamiamo comunemente setta, ma l'Ordine della Rosa rossa e della Croce d'oro indipendente e retificato è qualcosa di più. Un gioco di poteri, una riunione di persone importanti, la prima massoneria aperta alle donne.

Signora Carlizzi, ci dica qualcosa sulla Rosa rossa?

E' nata ai primi del 900 e per la letteratura ufficiale è risultata, nell'ambito delle attività criminali, la setta più crudele della storia rituale. I simboli sono i petali di rosa e pari al numeto di 7 volte 7.

Dove si riuniscono gli adepti?

Ci sono 49 templi di riferimento in tutto il mondo.

E in Italia?

Il tempio più accreditato è in Toscana.

Lei riesce a leggere i messaggi che gli adepti si mandano. Qual'è la tecnica?

Ci sono dei parametri per capire i codici usati. Quelli che io uso sono il simbolismo, lo storico, il numerico, quello geografico e quello nominale. Quanto ai luoghi dove trovare simile messaggi basta osservare attentamente tv, pubblicità o ascoltare la radio. Questo vuole dire che gli adepti sono anche personaggi che dispongono di un vasto potere.

Quando si è accorta che c'erano dei codici da interpretare?

Era il 95 e fui chiamata ad occuparmi del mostro di Firenze e cominciai a osservare tutto ciò che destava sospetto. E allora ho visto le stranezze di certi quotidiani, di certe sequenze pubblicitarie. Ogni volta che notavo qualcosa di strano accadeva un delitto riconducibile a quel tipo di messaggio.

E su Cogne quel'è stato il messaggio?

Doveva trattarsi necessariamente di un bambino perchè dovevano alzare il livello della loro offerta, quindi al di sotto dei 5 anni; l'organizzazione aveva paure di tipo giudiziario e quindi sarebbe stato scelto un bambino dal nome biblico e che nelle bibbia era uno dei giudici; infine il luogo vicino al Paradiso.
27 Maggio 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi

GABRIELE SANDRI NON POTEVA MORIRE NELL’ANONIMATO DI UNA MALATTIA, LUI CHE HA SEMPRE AVUTO IL SUO PUBBLICO, PER LA SUA NATURA PROTESA VERSO TUTTO CIO’ CHE E’ CHIASSO, ALLEGRIA, MA ANCHE IRASCIBILITA’, VIOLENZA. SAREBBE GIUSTO CHIEDERSI, SE VOGLIAMO TESTIMONIARE IL SENSO DI UN’ANALISI EQUILIBRATA DEI FATTI, QUANTA VITA GABRIELE HA SPRECATO DI SE STESSO? UN GIORNO DOPO L’ALTRO, SENZA SOSTA, SENZA RISPETTO PER I LIMITI DELLE PROPRIE ENERGIE, SENZA MAI RIGENERASRI IN UNA GIORNATA DI RIFLESSIONE, MA SEMPRE PIU’ ALLA RICERCA DI AFFOGARE ANCHE UN SOLO PENSIERO, NEI RITMI ASSORDANTI DI UN’ESISTENZA CHE NON HA GIORNO, NON HA NOTTE, NON HA ORE, UNA VITA SENZA TEMPO…

UNA VITA PARADOSSALMENTE SIMILE A QUELLA DI CHI INDOSSA UNA DIVISA, TRA TENSIONI SOCIALI CHE ESPLODONO DA UNA PARTE ALL’ALTRA DEL PAESE, LOGORANDO I NERVI, INIBENDO I PROCESSI ATTENTIVI DELL’EQUILIBRIO, DI QUEI FRENI CHE NON RISPONDONO PIU’ AI COMANDI DEL CERVELLO, ORMAI SOPRAFFATTO DALL’ISTINTO, DALLA RABBIA CHE CRESCE OGNI GIORNO IN QUESTA NOSTRA SOCIETA’ SBRANATA DALLA FEROCIA DEL NULLA…..

Io non so quanti rifletteranno sulle parole che il mio cuore sta dettando alla luce dell’ultimo tragico evento, e nemmeno so quanti giudicheranno folle il mio pensiero, che in un faccia a faccia con la mia stessa coscienza, mi ha portato a scrivere che le vittime di quanto si è verificato ieri, sono due, e non una, così come è convinzione dell’intera collettività.

E vorrei andare oltre, senza alcuna ipocrisia, vorrei che almeno sul piano delle ipotesi, si considerasse l’eventualità di veder concludersi la giornata di ieri, con un numero di vittime assai maggiore, di quell’unica vita di Gabriele, che oggi giace e rappresenta nella sua notorietà, i tanti ignoti che pure sono morti in analoghe situazioni di violenza.

Se abbiamo sull’Altare della Patria, un milite ignoto che porta il nome di tutti coloro che sono caduti sul campo di battaglia, cerchiamo di dare un senso alla morte di Gabriele riconducendo al suo nome, le migliaia di giovani come lui, che sono stai uccisi nel silenzio della società, privi di tifosi, semplicemente perché sconosciuti, meno fortunati, figli di povera gente, coinvolti casualmente in una sparatoria, o in una lite tra automobilisti, senza avere mai intravisto i luccichii delle notti infinite, là dove in un microcosmo esclusivo è consentito entrare solo ai cosiddetti “Vip”.

Gabriele, sono certa che anche tu stai leggendo queste mie parole, che potrebbero apparire quasi prive di compassione verso quel bellissimo giovane , tante volte baciato dal vento caldo di un’estate in barca, o dal sole delle vette più alte, quel bellissimo giovane che devi esserti sentito un “dio” per i fans inebriati dalla tua musica, la tua creatività, circondato chissà da quante ragazze, conquistate da ciò che appariva in te gioia di vivere….. fino ai primi albori di un caffè, e un fugace velo di malinconia quando già la notte se ne andava, mentre avresti voluto fermarla, per non essere solo ad aspettare un altro giorno….

Mi chiedo dove sarà la tua anima in questo trapasso, mi chiedo come valuterà il Signore il bagaglio di una vita che seppure breve, l’hai resa tanto, troppo intensa, fino a vedertela portare via così, come quando un bambino allenta distratto la manina che stringe il filo del suo aquilone…. mentre splendente nei suoi colori lo accompagna con lo sguardo verso il cielo, oltre il cielo….

E ben sapendo quali sentimenti erano esplosi in te, fino al colpo mortale, sento di chiedere al Signore di usare per questa sua creatura, la misericordia infinita che non ti sarà negata, se da dove ti trovi riuscirai a placare dall’ira quanti ti hanno amato e ti ameranno ancora, se riuscirai ad ottenere il grande miracolo, pur senza offendere la giustizia, di trasformare questa immensa ondata di odio, di vendetta, in una sorgente d’amore, di perdono, perché tu sia accompagnato verso la luce di Dio dai tifosi della squadra più forte del mondo, i tifosi della Pace.

Penso al Poliziotto, penso ai tanti problemi che esasperano la vita privata di ciascun uomo, problemi che devono dimenticare, appena indossano una divisa, mentre non sanno come arrivare alla fine del mese, loro chiamati a servire lo Stato, loro chiamati a difendere il cittadino, loro che sopraffatti da un vivere senza futuro, perdono la testa, e sparano….

E’ vero, episodi così non è la prima volta che capitano nel nostro Paese, ma vorrei testimoniare le tante volte che ho raccolto le lacrime di poliziotti o carabinieri, persone che nella disperazione avrebbero voluto puntare quell’arma contro loro stessi.

Guai, se la morte di Gabriele valesse così poco da innescare una guerra tra cittadini e forze dell’ordine, sarebbe come uccidere Gabriele, uccidere il vostro amico, che lo rendereste moralmente responsabile di altro spargimento di sangue.

E al Capo dello Stato, vorrei dire che prima ancora di preoccuparsi dell’immagine del nostro Paese, di fronte ad eventi come questo, i cui filmati fanno il giro del mondo, raggiungendo anche i Paesi che minacciano il terrorismo, vorrei dire che forse fatti di questo genere dimostrano che il Male, l’inciviltà, la violenza, l’odio, sono sentimenti che accomunano l’intero genere umano, sentimenti che non ci consentono di chiamarci fuori dalla cultura della morte, come se noi fossimo immuni da quanto non ci è dato prevedere del lato peggiore della natura dell’uomo.

Sono finiti i tempi dei panni sporchi da lavare in casa, se è vero che si parla di globalizzazione, oggi dobbiamo avere il coraggio di mostrare le nostre miserie, al pari di come mostriamo le nostre virtù, spesso peraltro millantate.

Il mondo sta vivendo il periodo peggiore della storia dell’umanità, e noi ci preoccupiamo dell’immagine, anziché di cambiare radicalmente nella sostanza?

E come pensate che venga giudicata la nostra immagine, nel vedere un Presidente Cossiga in piena armonia con i leeder storici delle Brigate Rosse, presentarsi al pubblico in trasmissioni come

“La storia siamo noi”?

E quando altre immagini fanno il giro del mondo, come la strage di Capaci, come la strafe di via D’Amelio, come la storia della Uno Bianca, o dell’Arancia Meccanica, come la Banda della Magliana, o i Marsigliesi, come l’attuale e ben viva Giostra del Potere che detiene la nostra Capitale, (vedi nel sito)…. O i tanti altri orrori che ci identificano , la pedofilia di insospettabili, delitti efferati che restano senza un colpevole, a meno che non s chiami Pacciani, quando ben sappiamo dove sono occultate le tante verità di cui tutti dovremmo vergognarci…

E ancora ci si preoccupa dell’immagine? E perché la stessa preoccupazione non ci è venuta ogni volta che abbiamo visto trucidare poliziotti e carabinieri, o altre forse dell’ordine, trucidare dalla nostra stessa gente, criminali che oggi vantano posti di lavoro di primo livello, criminali che scrivono sulle testate giornalistiche più accreditate, criminali per i quali si fanno scioperi della fame, in barba alle sentenze del Giudici da cui sono stati condannati.

Tutto questo, non fa forse parte, dell’immagine di un Paese?

O ci sentiamo davvero migliori degli altri?

Dobbiamo riconoscere questa pur scomoda uguaglianza, e convincerci che solo così, potremo sperare di raggiungere l’uguaglianza nel Bene, nei valori, tra noi e ogni altro popolo, e allora cesseranno le guerre, si placherà la violenza, si potrà conquistare la Pace con esempi di Pace, e nella consapevolezza che dire Pace è sentirci uguali, nel bene e nel male.

O forse vogliamo negare che l’Italia ha il terrorismo? Lo abbiamo, e non è storia passata, lo abbiamo, come lo hanno altri Paesi dell’Europa e del mondo.

Anche se non risulta che altri Paesi ci aiutino a combattere il terrorismo italiano, come al contrario l’Italia, manda a morire i propri soldati, per combattere il terrorismo dei Paesi che reclamano autonomia di religione, gestione diretta del patrimonio naturale, Paesi devastati da guerre infinite, solo perché “colpevoli” di avere il petrolio, Paesi che reagiscono con metodi terroristici…

Al pari di qualunque altro Pese o potenza straniera.

E' l'uomo, è il mondo che deve esorcizzarsi dal Male, un Male che non ha risparmiato nulla e nessuno,e solo una liberazione globale, restituirà in termini di parità, uguaglianza, e meritocrazia, un'immagine dignitosa e indistinta tra popoli e nazioni.

 

 

di Gabriella Pasquali Carlizzi - Martedì 29 Settembre 2009

DELITTO CHIARA POGGI: COLPO DI SCENA!
ALBERTO STASI “SCAGIONATO” DA UNA NUOVA SUPER PERIZIA.
TUTTO DA RIFARE?
CHI HA UCCISO CHIARA? …
FORSE E’ OPPORTUNO RILEGGERE E RIFLETTERE SULL’ARTICOLO, CHE RIPROPONIAMO QUI DI SEGUITO E CHE GABRIELLA CARLIZZI PUBBLICO’ SU QUESTO SITO SUBITO DOPO IL DELITTO… LA DECRIPTAZIONE DELLA GIORNALISTA, ALLA LUCE DELL’ULTIMA SVOLTA, APPARE OGGI UNA PISTA DA SEGUIRE…

L’ INQUIETANTE VERITA’ DEL DELITTO DI GARLASCO

Scritto da Gabriella Pasquali Carlizzi

Sabato 03 Novembre 2007

IL DELITTO DI CHIARA POGGI, PONE INQUIETANTI QUESITI CHE POTREBBERO ANDARE BEN OLTRE L’IMMAGINARIO COLLETTIVO, DI UN PAESE CHE DISTA APPENA CINQUANTA CHILOMETRI DA BUSTO ARSIZIO…..

E’ SUFFICIENTE LA CLASSICA INDAGINE CONFORME A QUANTO OGGI CONSENTONO I CODICI DI PROCEDURA PENALE, OPPURE E’ NECESSARIO AFFIANCARE AGLI INVESTIGATORI, UNA RICERCA SCIENTIFICA SULLA BASE DI PARAMETRI CHE POSSONO INDICARE QUANTO SFUGGE AI CANONI TRADIZIONALI DI CUI SI AVVALGONO GLI ORGANI INQUIRENTI?

E’ il 13 agosto 2007.

Una ragazza, da poco laureata, se ne sta sola, nella sua casa rimasta vuota, dopo che i genitori sono partiti per le vacanze, e continua a studiare, mentre già cerca di inserirsi nel mondo del lavoro, avendo avuto l’opportunità di essere introdotta in un’azienda milanese.

E’ Chiara Poggi, 26 anni, il cui destino sta per rivelarsi ben diverso da quanto forse era logico pensare, come il corso naturale della vita di una ragazza, che dopo gli studi, inizia a lavorare, a gustare il senso dell’autonomia, prima di coronare con il matrimonio, un fidanzamento che appare stabile, tranquillo, senza eccessi di passione, un legame che non crea problemi alle reciproche famiglie, ben liete di considerare Alberto e Chiara , futuri sposi.

E come sempre accade tra genitori che precedono i tempi dei loro stessi figli, senza preoccuparsi che all’apparenza corrisponda un’autentica realtà, magari già pensano al ruolo di nonni, o al nome che daranno al primo nipotino, o se somiglierà più al bel volto di Chiara, oppure sembrerà timido, chiuso, come il papà, quell’Alberto anche lui vicinissimo alla laurea, dall’aspetto del classico ragazzo per bene, che ogni genitore desidererebbe come il marito ideale per la propria figlia.

Eppure, questo bel quadro familiare, dà l’impressione di una vecchia foto in bianco e nero, quando si perdeva almeno un’ora, per trovare la posa giusta, non di certo per una modella, ma per un nucleo di persone, dalla cui espressione di ciascuno si sarebbe detto un giorno: “ Come eravamo…”

E il tempo sembra essersi fermato a quel 13 agosto 2007…. Il silenzio di due giovani, intenti ciascuno ai propri doveri, si impone quasi, sui rumori della strada, i saluti di chi parte per le vacanze, gli auguri di Ferragosto….la voglia di spezzare una routine che ha già dato buoni frutti.

Accanto al silenzio, c’è immobilità, non c’è accenno ad un minimo trambusto, tra l’armadio di una bella ragazza e la valigia già aperta sul letto, mentre l’abbigliamento più birichino, sembra dire: “portami con te, ci divertiremo insieme…. Questo per la sera, e questo quando vuoi fare colpo su qualcuno, e ancora guarda quant’è sfizioso l’abitino corto che ti si fascia addosso…. Su dai Chiara, chiudi quel computer, e va verso la vita che ti sta aspettando…. Prima che tu perda la tua corsa….”

In una casa non lontana da quella di Chiara, c’è Alberto, il suo Alberto, anche lui davanti al computer, quasi uno schermo per separare dal resto del mondo, i suoi pensieri segreti, impenetrabili,

ombrosi, pensieri da cui non vorrebbe distaccarsi, nemmeno per mangiare l’ultimo boccone stanco con Chiara, prima di congedarsi, e tornare chissà ai suoi ricordi proibiti, o ad un mondo virtuale, dove si può mentire, e dare di se stessi l’immagine che avremmo desiderato nella realtà.

E’ sempre lo stesso lunedì 13 agosto 2007….

Tutto appare immobile, incantato, inanimato, mentre sta per aprirsi il sipario su una scena invecchiata nel tempo, mentre sta per abbattersi quello che si rivelerà un fulmine a ciel sereno, il cielo del 13 agosto 2007…..

E’ lei, Chiara, la prima attrice , cui è stato assegnato un copione muto, ove unico segno di vita è un colore violento, riflesso ovunque, sulle pareti, a terra, lungo le scale, raggi che non sono di sole, ma che tuttavia convergono sul corpo della giovane: è la Morte, che indossa in quel 13 agosto 2007, un abito tinto di rosso…. rosso come il sangue di colei che giace a terra, insieme ai suoi ventisei anni ormai sepolti nell’eternità ….

Ed ecco il primo suono a rompere il silenzio ormai divenuto sacro, ed ancora un altro suono, ma Chiara è già forse in volo tra un coro di Angeli, là dove gli squilli ripetuti di un cellulare dissacrano il sacrificio consumato, e per il quale sono state usate le armi di un antico rituale, quando nel lontano oriente ci si garantiva il potere, il successo, la notorietà, mediante l’offerta di una vita che avrebbe garantito il prestito richiesto, firmando col sangue, consentendo che venisse raccolto nel calice della Morte, anche il sangue della fertilità, senza il quale non sarebbe stato possibile celebrare uno dei rituali più segreti, nel nome del Giano Bifronte, Divinità dai due volti, il passato cui si impone il futuro, nella eterna giovinezza di un’alleanza gemellare, indivisibile, bisessuale….

Chiara non si era mossa per andare in vacanza, forse aveva percepito l’imminenza di una vacanza eterna, tuttavia il sentimento della paura la coglieva di sorpresa, alle spalle, come a breve l’avrebbe colpita la Morte. Ha cercato di conoscere il proprio destino, e il pericolo le era stato confermato, non certo dalla fantomatica cartomante, forse un operatore dell’occulto, forse segretamente consultato a Milano.

Avrebbe potuto sparire, ma preferì forse tentare di capire cosa ultimamente adombrava il volto di Alberto, come di chi sapeva cosa si stesse preparando per loro due, senza poter far nulla per tornare indietro da un giuramento estorto in una fase non cosciente, catturato in un gioco estremo, dopo aver sorseggiato una bevanda magica, capace di attutire ogni evento cui si è costretti a cedere.

Un delitto quello di Chiara Poggi, studiato a tavolino, iniziato con l’irresponsabilità del gioco di ruolo, con quattro giocatori, due femmine e due maschi, unica assente la vittima designata, e un manuale per seguire ed applicare le regole enunciate.

Un delitto che sembra rievocare il delitto di Nadia Roccia, uccisa dalle due amiche con la complicità di qualcuno che riuscì a sfuggire alla Giustizia.

Ma cerchiamo di analizzare questo sacrificio, che nulla ha di paragonabile a Cogne, come si legge sui giornali, o ad altri sacrifici, che come tali sono stati ignorati, e considerati come delitti comuni, forse perché ancora certe realtà incutono molta paura negli ambienti giudiziari, oltre alla totale impreparazione degli investigatori, in questa materia che vede le sue origini fin dal principio del mondo.

In fatti come questi, assume innanzitutto particolare importanza, la data. E questo perché in ogni calendario, di qualsiasi cultura, la data è indicativa e identificativa di determinati eventi.

I parametri che il ricercatore adotta, per decriptare il codice di un sacrificio umano, camuffato in un delitto, sono riconducibili, oltre che alla data, nella quale si nasconde il simbolismo temporale, al territorio, importante per stabilire la recettività magnetica che mettono in campo i protagonisti del rituale.

Si passa poi all’analisi dei nomi, in senso lineare ed in senso incrociato, osservando analogie numeriche associate alle analogie temporali e territoriali.

Dalle risultanze di questi parametri, si è in grado di capire le finalità del sacrificio, quale offerta alla divinità in cambio di una o più richieste.

Di conseguenza si considera il parametro riconducibile ai richiedenti, il cui risultato deve necessariamente combaciare con i risultati derivanti dai parametri relativi alla vittima.

Se si raggiunge una quadratura simbolica perfetta, il delitto può essere scomposto fino alla identificazione del movente e degli esecutori.

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DATA DEL DELITTO: Lunedi 13 Agosto 2007

Applicazione del codice: ( 1 + 1 + 3 + 8 + 2 + 7 = 22 ) Il numero 22 è considerato un numero gemellare, sia se gli operatori sono due, sia se sono quattro. Nel primo caso il 2 sarà gemello dell’altro 2, nel secondo caso, il 22 si dividerà per 2 ottenendo due coppie: 11 (1+1) e 11 (1+1) .

Da un punto di vista simbolico, il 13 agosto, rappresenta il terzo ed ultimo giorno utile, per esprimere i desideri della storica notte di San Lorenzo, la notte delle stelle.

Si passa ad analizzare numericamente il nome della vittima prescelta.

E pertanto avremo: (nome = 38 e cognome = 50) che sommati diventano 88.

Ora siamo già in grado di testare il funzionamento dei codici applicati dal ricercatore.

Prevale innanzitutto un concetto gemellare, a conferma che la divinità oggetto dell’offerta sacrificale è il Giano Bifronte .

Le coppie gemellari sono 2 e pertanto gli operatori sono 4 come la scelta del giorno 13, 1+3 = 4

Dall’analisi numerica della vittima prescelta, abbiamo una ulteriore conferma, dei dati precedenti.

Infatti il numero 88 è divisibile per 4 quanti sono gli operatori, dandoci un risultato pari a 22, che abbiamo visto indica due coppie, 11 e 11.

Stabilito che la principale caratteristica è quella gemellare, si rende necessario analizzare numericamente i soli nomi delle gemelle. Pertanto avremo un 39 e un 69. In questo caso, essendo di sesso femminile, il codice da applicare dovrà essere orizzontale, e dunque avremo un 11 ed un 15 .

Se il movente è riconducibile al simbolismo gemellare, sommando l’11 al 15 dovremmo avere un numero identico al giorno del mese del sacrificio.

11 + 15 = 26 che essendo una coppia, divideremo per due, ottenendo esattamente un 13, e il giorno 13 fu il giorno del sacrificio.

A riguardo infine del territorio, verificheremo numericamente, il paese, la via e il numero civico della vittima. Pertanto: Garlasco sarà = a 68 , Pascoli sarà uguale a 67, e il numero civico è 8.

Sommando questi tre numeri avremo un 143 che scomposto e addizionato sarà = a 8 .

Sono veramente 4 gli operatori? Per saperlo dobbiamo dividere 8 per 4 ed avremo un 2, vale a dire

4 operatori formati da 2 coppie, una coppia mandante e con movente di sesso femminile, e una coppia inserviente di sesso maschile ma bivalente.

Possiamo ora fornire una generica dinamica del delitto.

Elemento essenziale tramite la coppia inserviente, era la certezza che la vittima avesse il ciclo mestruale, come poi è stato accertato.

Una volta fatta la quadratura dei dati necessari per il rituale, la coppia mandante e portatrice del movente, si è presentata alla vittima, e munita di “coltello a farfalla” detto anche “arma gemellare”,

ha inferto i primi colpi, e una volta stramortita ma ancora in vita, ne è stato raccolto in un vasetto sacramentale il sangue occulto.

La vittima non si è difesa, come avrebbe potuto, sapendo che non avrebbe modificato il risultato del rituale.

La coppia mandante si è quindi dileguata, avvertendo la coppia inserviente che potevano intervenire, Uno solo si recò a casa della vittima.

Ora, poiché la divinità cui era stato offerto il sacrificio umano, era appunto il Giano Bifronte, si rendeva necessaria la composizione di un amuleto sottoforma di “santino” , più comunemente una fotografia che raffigurasse la vittima insieme alla coppia mandante.

Come in realtà è avvenuto, essendo stata commissionata una foto, con la vittima, scattata dopo la morte della stessa.

Tale oggetto, sarà consacrato al Giano Bifronte, ed avrà l’effetto riconducibile al movente del sacrificio.

ARIDATECE LA CORSICA... LO CHIEDIAMO AI FRANCESI


lunedì 11 marzo 2024


di Carmelo Maria Carlizzi

 

Aridatece la Corsica, Napoleone e Paolina Borghese, aritornatece in Italia i brigatisti rossi omicidi condannati in Italia per terrorismo, ma rifugiati e liberi in Francia, e poi... aridatece La Gioconda, Valentino, aridatece la Fiat ma quella che era di Agnelli, che ora forse non è più nemmeno di Elkann che potrebbe averla già rivenduta a chissà chi... Ho detto Elkann? E' per caso della famiglia di Carneade? Ma no, è il nipote di Gianni Agnelli, che era un italiano convinto! Mentre ora a Torino ogni anno sono migliaia gli ex dipendenti Fiat, ora Stellantis, e i figli degli immigrati dal Sud qui arrivati tanti anni fa con la speranza di un lavoro dignitoso e sicuro, ma che ormai si trovano a rischio disoccupazione o cassa integrazione.

Tenetevi pure Asterix, Vercingetorige, lo Champagne, il Patè di foie gras, la Tour Eiffel, il Camembert… Tenetevi pure la Bugatti fondata da Ettore Bugatti nel 1909, un emigrato italiano, è più che legittimo, ma senza dire Bugattì con l'accento sulla ì.

Aridatece però anche i soldi che Firenze con i suoi banchieri ha prestato ai re di Francia per finanziare tante loro guerre.

C'avete davvero il vizietto della rapina, e uno dei maggiori esempi è il furto della sede al papato perpetrato da Filippo IV di Francia detto il Bello poco dopo l'inizio del 1300 e quindi per settat'anni trasferita ad Avignone. Ma poi grazie a Dio riportata a Roma.

LA GUERRA DI HAMAS CONTRO ISRAELE NASCE DA LONTANO E GUARDA LONTANO, MA E' GIUNTO IL MOMENTO DI...


martedì 14 novembre 2023


di Carmelo Maria Carlizzi

 

Hamas trattiene ad oggi in ostaggio a Gaza oltre 240 israeliani catturati nel corso di un attacco non solo brutale, ma che definire bestiale è ancora lontano da quel che davvero è stato, un qualcosa di nuovo, di mai visto nella gamma della ferocia degli ultimi secoli, peggiore di quella nazista delle camere a gas, ferocia di cui è capace solo l'uomo che si trasforma in un selvaggio assetato di odio e di sangue, quasi un cannibale; già proprio così, poiché dopo aver squartato e bruciato tanti bambini, mancava forse solo che quei bruti se li mangiassero. Inoltre gli israeliani uccisi nell'assalto al rave party del 7 ottobre e nei giorni seguenti sono stati 1.400.

Di contro ad oggi i palestinesi uccisi dagli israeliani, nella loro ritorsione non meno brutale contro Hamas, dal 7 ottobre a Gaza sono oltre 10.500. Oltre alla distruzione di migliaia di abitazioni, ma anche di scuole, ospedali, moschee... Ma il gioco di Hamas appare un crudele calcolo, poiché gli ostaggi sono da loro molto abilmente usati per far montare la rabbia degli israeliani, che si esprime ora infatti in continua ascesa. Ascesa che già è riuscita a mostrare all'opinione pubblica mondiale come quella israeliana possa apparire una vera e propria crudele vendetta. Fra poco il numero delle vittime della guerra salirà a 10 contro 1, ossia 10 palestinesi per ogni ebreo, ma la tendenza è in continua ascesa per passare presto, se non interverrà un cessate il fuoco, ancora oltre.